https://www.byoblu.com/2021/06/18/q...mettono-allo-stesso-livello-degli-scienziati/
Al netto delle conseguenze drammatiche in termini sanitari, economici e sociali,
l’emergenza epidemiologica è stata sicuramente l’occasione, per alcune categorie di persone, di acquisire un palcoscenico di visibilità.
Dalle comparsate televisive quotidiane di
virologi,
igienisti e
parassitologi l’epidemia è stata l’opportunità per trasformare in vetrina quella che altrimenti sarebbe stata con buona probabilità una vita condotta nell’anonimità del proprio quotidiano.
E in questa categoria di persone non possono essere esclusi gli autoproclamati
cacciatori di bufale.
Il ruolo dei fact checkers durante l’emergenza sanitaria
Quelli che preferiscono chiamarsi
fact checkers, perché l’inglese maccheronico può effettivamente servire a dare quell’aurea di importanza a qualcosa che di sostanza ha poco (
Alberto Sordi in
Un americano a Roma docet).
E per gli autoproclamati sbufalatori l’emergenza sanitaria è stata un terreno fertilissimo dove poter operare in tutta tranquillità.
Perché quando c’è una piena uniformità di pensiero tra la comunicazione istituzionale e quella giornalistica, come successo da un anno e mezzo a questa parte, è gioco facile per i
cacciatori di bufale classificare come “fake news” qualsiasi opinione discordante da quest’asse.
E ricevere così il plauso e la visibilità da quelle stesse istituzioni che alimentano questo circuito comunicativo.
Il protocollo dello sbufalatore
Così è cominciata la caccia al dissenso. Il lavoro dello sbufalatore è salito così ad un rango istituzionale, assumendo anche le caratteristiche standard tipiche di un
procedimento burocratico. Si è istituito una sorta di protocollo da manuale del buon fact checkers che si divide in alcuni noiosissimi passaggi:
- Tirare fuori dal cilindro l’opinione di diversi personaggi dalla discutibilissima credibilità che hanno effettivamente diffuso notizie al limite del ridicolo;
- Gettare questi ultimi in un grande calderone insieme a esperti di indubbia caratura ma con la malaugurata idea di aver espresso opinioni non conformi alla narrativa dominante;
- Etichettare tutta questa massa eterogenea con appellativi atti a scatenare reazioni di pancia del lettore: No Vax, No Mask, negazionisti e affini;
- Snobbare o sminuire qualsiasi lavoro o pubblicazione, anche ritenuto legittimo dalla comunità scientifica, che possa in qualche modo mettere in discussione l’assetto narrativo dominante.
Montagnier nel mirino dei fact checkers
Dall’efficacia del
lockdown a quella delle mascherine all’aperto fino ai vaccini. Ed è forse su questi ultimi che l’esercito dei
fact checkers si è compattato per tentare di delegittimare qualsiasi opinione divergente.
Uno dei casi più noti riguarda lo scienziato
Luc Montagnier che in più interviste ha espresso diverse criticità legate alla somministrazione del vaccino anti Covid su un’ampia fascia di popolazione.
L’Rna messaggero che ricevete dal vostro vaccino può benissimo avere effetti sulle generazioni future, che non rileviamo se non li andiamo a cercare. L’Rna è una totale incognita.
Ha così detto Montagnier. Una frase ipotetica molto prudente che tuttavia ha suscitato lo sdegno del mondo degli sbufalatori.
Rivera una vittima della narrativa complottista?
Il fact checkers
David Puente ha infatti dedicato
un lungo articolo al caso di
Gianni Rivera che, proprio citando l’opinione di Luc Montagnier, ha detto che lui non ha intenzione di vaccinarsi. Secondo
Puente, Rivera sarebbe quindi una “vittima delle narrative complottiste e NoVax che potrebbe aver appreso, tramite amici o conoscenti da lui ritenuti attendibili, delle informazioni condivise da diffusori di falsità scientifiche come quelle dell’ex scienziato francese (Montagnier)”.
Ora, ci sono alcuni aspetti che andrebbero presi in considerazione prima di andare a sindacare sul trattamento sanitario che un cittadino vuole riservarsi per se stesso. Innanzitutto non esiste (ancora) alcun
obbligo di vaccinazione contro il
Covid, per nessuna fascia di età. Ad oggi solo il personale sanitario è sottoposto a questa incombenza. Di conseguenza qualsiasi altro cittadino in Italia è libero di scegliere se sottoporsi o meno a questo farmaco.
Quindi
Rivera ha pieno diritto di rispondere negativamente alla domanda di Bruno Vespa “Ti sei vaccinato?” e ad argomentare la sua scelta come meglio crede, senza per questo dover essere etichettato come vittima di una non meglio specificata narrativa.
Montagnier: scienziato attendibile? L’indice H dice di sì
Bisogna poi aggiungere che al netto delle affermazioni perentorie dello sbufalatore Puente,
Luc Montagnier è tutt’ora uno scienziato con un discreto livello di credibilità scientifica.
L’indice H dello studioso francese, che quantifica quindi la prolificità e l’impatto scientifico di un autore, basandosi sia sul numero delle pubblicazioni, sia sul numero di citazioni ricevute,
equivale a 73.
L’indice H di Roberto Burioni, virologo portato sul palmo di mano proprio dal giornale su cui scrive Puente, è di 27, per dire. Fare la gara su chi ha il virologo migliore dalla sua non è però il giusto approccio di ricerca.
Permettere però ai cittadini di ascoltare diversi punti di vista e poi scegliere liberamente quello che si ritiene più adeguato alle proprie esigenze dovrebbe essere la normalità.
Se
Burioni, che a febbraio 2020
dichiarava in maniera perentoria che “Il rischio di coronavirus in Italia è zero”, viene ritenuto un virologo attendibile, lo deve essere altrettanto
Luc Montagnier. Che oltre ad aver vinto un premio Nobel,
aveva pure anticipato di diversi mesi l’ipotesi dell’
origine artificiale del virus.
I riposizionamenti sull’origine del virus
Ipotesi
presa in considerazione ora anche da
Anthony Fauci. Ipotesi che era stata invece ossessivamente smentita dal giornale di Puente, fino ad arrivare ad un curioso riposizionamento proprio dopo le dichiarazioni di Fauci.
L’attività degli sbufalatori diventa così molto prevedibile, in piena armonia con la corrente di informazione imposta dall’alto, come i tonni che si limitano semplicemente a seguire il flusso del corso d’acqua.
In pratica, secondo questo strano modo di fare informazione, un’affermazione può essere legittima solo se ha ricevuto la previa approvazione dall’attuale classe dirigente (sia esso il Governo italiano di turno, le agenzie di vigilanza del farmaco,
l’OMS o il principale consulente della
Casa Bianca in materia sanitaria).
In caso contrario è sicuramente fake news. L’universo degli sbufalatori non conosce sfumature, zone d’ombra o punti interrogativi, ma sembra conoscere solo le categorie di “vero” e “falso”, “buono” e “cattivo”. Un po’ come l’universo tranquillizzante, e per questo adatto ai bambini, delle fiabe. Dove buoni e cattivi sono inequivocabilmente connotati e alla fine i primi trionfano sempre.
Qui però siamo nel mondo reale, dove i concetti di vero e falso, buono e cattivo, si mescolano, si riposizionano a seconda della tendenza del momento.