APRIAMO GLI OCCHI PER NON DOVER APRIRE IL...

Stato
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Divulgate gente. Divulgate la verità.

Stando alle analisi di Fonderia Mestieri,
l'azienda di Torino che è diventata punto di riferimento per valutare la capacità filtrante delle mascherine
anche per le forze dell'ordine, cui dà una mano gratis,
una gran parte di ciò che ci siamo messi sulla faccia in questo anno è inutile o dannosa.

Facciamo ordine in questo caos criminale.

1) Le mascherine di comunità, ovvero quelle di stoffa,
sdoganate con il decreto Cura Italia di marzo 2020, a inizio pandemia,
quando non si trovava uno straccio da mettersi sulla faccia.

«Servono a fare gli untori

non filtrano nulla

ma così la gente crede di avere la stessa protezione di chi indossa una mascherina efficace.

Incredibile che non le abbiano ancora tolte di mezzo».

Sarà un caso, ma in Parlamento ne è vietato l'uso.


2) Le chirurgiche, le classiche mascherine azzurre.


«Fermano il droplet

ma hanno una capacità filtrante ridotta per l'aerosol

soprattutto perché dai lati entra un 30-40 per cento d'aria.

Significa che in un ambiente ben aerato possono avere una certa utilità,

ma in ambienti chiusi dove si sta vicini non servono a nulla».


Francia, Austria e Germania hanno vietato le mascherine di stoffa e in molti ambienti stop pure alle chirurgiche.


3) Le Kn95 sono le mascherine d'importazione che seguono lo standard cinese e in Italia sono parificate alle FFp2.

«C'è un problema.

Le linee guida, pur di consentire l'importazione,

hanno ammesso una serie di deroghe inclusa quella dell'aderenza al volto.

Essendo progettate per un volto orientale, fanno entrare aria e sono molto meno sicure».



4) Le FFp1 sono un mistero.


«Sono le mascherine da lavoro.

Hanno una capacità filtrante simile a quella delle chirurgiche ma aderiscono al volto.

Sarebbero un ottimo compromesso e in Italia avremmo da tempo avuto la capacità di produrle.

Chissà perché invece sono state poco prese in considerazione».


5) Infine le Ffp2.


Francia, Austria e Germania le stanno rendendo obbligatorie in ambienti chiusi, seguite da altri Paesi.
Le raccomanda sui bus perfino la Svezia, da sempre scettica per il timore che inducano falsa sicurezza.

«Le Ffp2 hanno capacità di filtrazione altissima.

Se da settembre tutti ci fossimo dotati di mascherine corrette, forse non avremmo avuto le nuove ondate».



E invece?

«Invece abbiamo importato milioni di mascherine spazzatura a prezzi bassi,

mettendo fuori mercato i produttori italiani che vendono all'estero quelle buone»
.


La politica italiana:

carente educazione alla mascherina e obbligo anche all'aperto:

«Dove non servono. Che idiozia.

Se c'è distanza meglio respirare e non avere sul viso collettori di batteri».
 
"Di fatto, si fanno delle scelte - riprende il professore-.
A quella età le possibilità che tu possa uscire da una gravissima insufficienza respiratoria sono bassissime.
Noi la terapia intensiva la riserviamo alle persone che possono avere una chance di uscirne".

È già capitato di dover prendere decisioni simili.

Pochi giorni fa, ad esempio, è toccato ad una signora di 94 anni, contagiata dagli operatori no-vax nella casa di riposo di Fiano Romano.

Nel corso della sua intervista al Messaggero, Bianconi ha ribadito che la scelta su chi assegnare il posto in terapia intensiva,
però, non è legata solo all’età del paziente.

Bianconi, infatti, sottolinea che si decide

"caso per caso, non è una questione meramente anagrafica.
Certo, un ultra-novantenne è veramente anziano.
Un soggetto più giovane può avere delle possibilità".

Lo pneumologo precisa, poi, che
"non è che una persona molto anziana col Covid sia destinata al decesso,
ma lo deve avere in una forma lieve, simile a un raffreddore"

perché se tale soggetto sviluppa una polmonite con un'insufficienza respiratoria grave "le possibilità sono scarsissime".

"Per un paziente di 90 anni o più è anche una questione di eticità:
portarlo in terapia intensiva significa sedarlo e far sì che il respiratore sostituisca il suo apparato respiratorio.
Poi tornare indietro è molto difficile".
 
ByoBlu, canale YouTube sotto testata giornalista regolarmente registrata di Claudio Messora attivo da circa 14 anni, è stato cancellato da YouTube.


Contava circa 500mila iscritti, che potevano usufruire di quasi 2mila video caricati nel corso del tempo su argomenti disparati,
che nell'ultimo anno si erano concentrati sulla pandemia e sui suoi effetti.

Da ieri non è più visibile, pare come conseguenza sanzionatoria per l'intervista "al panafricanista Mohamed Konare" pubblicata lo scorso settembre 2020.

Così riporterebbe l'email inviata ai gestori del canale con la quale si comunicava la chiusura dello spazio su YouTube.

In molti hanno gridato alla censura e alla limitazione arbitraria della libertà di parola e di opinione.

Non è la prima volta che uno spazio web, che sia social o che sia di qualunque altro tipo,
viene limitato dai colossi del web per un periodo lungo o breve che sia.

La sorte del canale ByoBlu è stata quella più drastica,
eliminato dalla piattaforma di condivisioni video più importante del mondo
dopo essere stato sospeso e sanzionato con la cancellazione di alcuni video nei mesi precedenti,
come si legge nella newsletter inviata agli abbonati.
 
Hanno già detto che le chiusure andranno fino a Maggio, in base a quale evidenza scientifica lo sanno solo lorosanno solo loro ma è evidente che questa pandemia sarà permanente, come la presa per i fondelli.

Si preparano con nuovi "terrorizzanti filmati"


Nel frattempo qualcosa si muove..

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DA NOVEMBRE si poteva applicare il protocollo.
Siamo in mano ad una miriade di delinquenti.

Il protocollo dell’Istituto Mario Negri


Alla fine dello scorso novembre, l’Istituto Mario Negri aveva elaborato un protocollo

per il trattamento a domicilio dei pazienti Covid che conteneva parecchie novità

anche rispetto alle raccomandazioni dell’Istituto della Sanità.

In buona sostanza, all’insorgere dei primi sintomi si cominciava subito una terapia.

Senza aspettare l’esito del tampone, e quindi prevenendo la moltiplicazione del virus,

che progredisce molto velocemente proprio nei primi 7-10 giorni.



I farmaci antinfiammatori e il cortisone

Al posto della Tachipirina, veniva suggerito l’uso dell'Aspirina

e in caso di dolori subentrava l’Aulin,

sdoganando così i farmaci antinfiammatori

che in questo nuovo approccio alla terapia domiciliare vengono usati subito.

Fino ad arrivare, nei casi più seri e sempre sotto la guida di un dottore, all’utilizzo del cortisone,

che durante la prima ondata, nella primavera del 2020,

era stato quasi proibito in via più o meno ufficiale.


I dati sulla sperimentazione e lo studio (in fase di pubblicazione)


Il nuovo metodo era stato adottato da una trentina di medici di famiglia
che l’avevano sperimentato su una platea di cinquecento pazienti.

Ma era pur sempre una proposta, per quanto autorevole, messa a punto da Fredy Suter,
per dodici anni primario di Malattie infettive al Papa Giovanni XXIII di Bergamo,
e da altri specialisti come Norberto Perico e Monica Cortinovis,
e coordinata dall’istituto di ricerca diretto da Giuseppe Remuzzi.

Mancavano i dati, quelli che in medicina dividono le illusioni dalla realtà.

Adesso ci sono.

E vengono presentati anche con onestà.

Si tratta di uno studio in fase di pubblicazione, che mette a confronto

l’esito clinico di novanta pazienti colpiti da Covid e trattati all’esordio a domicilio

con il nuovo protocollo senza aspettare il risultato del tampone,

con quello di altri novanta pazienti Covid comparabile per età, sesso e comorbilità trattati con diversi regimi terapeutici.



I risultati della cura domiciliare


Il metodo del Mario Negri, chiamiamolo così per necessità di sintesi, non fa miracoli ma funziona.

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Il tempo di guarigione dai sintomi peggiori, dalla febbre ai dolori muscolari e articolari, è pressoché uguale in ognuno dei due gruppi.

Una media di 18 giorni per il trattamento raccomandato contro i 14 giorni dell’altro segmento.


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I segni più leggeri della malattia, come la perdita dell’olfatto e l’affaticamento,

persistono molto meno nei novanta pazienti curati con il protocollo in questione,

il 23 per cento contro il 73%.

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La grande differenza si registra sul punto più delicato.

Solo due pazienti su 90 (2,2%) del gruppo di riferimento sono finiti in ospedale rispetto ai 13 su 90 (14,4%) dell’altro gruppo.

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I giorni complessivi trascorsi in nosocomio crollano a 44 contro 481,

e i costi cumulativi per i trattamenti ordinari, intensivi e subintensivi, sono di 28.000 euro contro 296.000.
 
Questo e' un piccolo estratto, l'articolo completo al link


Intanto c'è fretta di vaccinare tutti contro una malattia non più letale dell'influenza. Il numero di morti con COVID è stato così esagerato che i nostri politici sono le persone più stupide del mondo o sono le più subdole. Durante l'influenza spagnola nel 1918, il bilancio delle vittime fu di circa 50 milioni. Tuttavia, la popolazione era di 1,6 miliardi. Questo ha funzionato al 3,125%. In totale, la popolazione mondiale è di circa 7,8 miliardi anche un conteggio dei morti di 2 milioni è solo dello 0,0002564%. Non è assolutamente giustificabile distruggere l'economia mondiale.

La stampa tradizionale applaude semplicemente ai blocchi e terrorizza il pubblico. Sta iniziando a emergere che le vaccinazioni non impediranno a qualcuno di contrarre COVID, e potrebbero persino metterlo in pericolo di più poiché uno dei nuovi ceppi devasta la popolazione, mentre le case farmaceutiche sono immunità da qualsiasi responsabilità. A Norimberga, tutti i leader mondiali hanno concordato di vietare qualsiasi esperimento medico di questo tipo sulla popolazione che non fosse stato testato in precedenza sugli animali. I vaccini iniettati nelle persone non sono mai stati testati nemmeno su ratti o topi.
 
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