Beh, sì, avevo visto.
Ma anche Severini negli anni 50 rifece sia quadri che litografie con soggetti e stile di molti anni prima.
Credo che abbia inciso su questi comportamenti (compreso De Chirico, che si rifaceva continuamente) il passaggio della Seconda Guerra Mondiale, nel senso che molto fu distrutto, e non solo di materiale. Riallacciarsi al proprio passato, per artisti ormai anziani, in un'epoca mutata e ben diversa, fu quasi una necessità, psicologica e materiale. Dopo anni di immobilità e crisi (e qualcosa di più, per chi non fosse stato esattamente ostile al fascismo), si può capire chi non se la sentì di mollare tutto e darsi allo Spazialismo o al realismo socialista.
Avevano perduto una decina di anni della maturità, avevano vissuto tragedie immense. Profittare del nuovo benessere, che stava crescendo, riproponendo cose che erano state apprezzate, ma forse non avevano dato la pace ed il benessere sperati ai loro autori, più che una debolezza lo considero un tentativo di effettuare una sutura tra un presente ferito ed un passato ormai lontano. O magari semplicemente un modo di recuperare il tempo perduto.
Immagino che il futuro non infierirà contro queste opere tardive, giudicandole benevolmente nell'unitarietà di singole personalità, biografie, vite. Autori più "forti", comunque, degli Omiccioli e dei Purificato che all'epoca occupavano il proscenio. Questo può bastare a salvarli.
Aggiungi che anche Morandi, non è che lui si sia rinnovato poi così tanto ...