Aste

:ot:
Lo so. Il punto è che anch'io sarei un creditore Parmalat (obbligazioni). Ovviamente ci saranno degli elenchi di priorità, quelle cose tipo fornitori, chirografari, preferenziali ecc. Volevo solo dire che da nessuna parte ho trovato un accenno a questi distinguo, mi è sembrata una informazione, da questo punto di vista, carente, se non nulla.
Poi, siccome l'argomento non riguarda l'arte in sé, fine :ot:
Si esatto ci sono le priorità stabilite dal diritto fallimentare ma non ne so niente.
 
:ot:
Lo so. Il punto è che anch'io sarei un creditore Parmalat (obbligazioni). Ovviamente ci saranno degli elenchi di priorità, quelle cose tipo fornitori, chirografari, preferenziali ecc. Volevo solo dire che da nessuna parte ho trovato un accenno a questi distinguo, mi è sembrata una informazione, da questo punto di vista, carente, se non nulla.
Poi, siccome l'argomento non riguarda l'arte in sé, fine :ot:

Curatori fallimentari,banche,enti statali,legali,fornitori ed infine risparmiatori.
 
Ultima modifica:
La disputa di cui parli non ha senso.
Da quanto si legge in rete la vendita è stata ordinata dal giudice per soddisfare i creditori Parmalat.
https://www.ilsole24ore.com/art/asta-tanzi-oltre-125-milioni-soddisfare-creditori-ACAGxLv

Però più in generale la distinzione (di cui sopra) tra "raccolta", io la chiamerei più precisamente accumulazione (disordinata, incoerente, spesso realizzata su indicazioni di chi ha conoscenza) e "collezione" esiste eccome. Il collezionista, non sempre, quando colleziona non guarda all'utile. Soddisfa un suo bisogno, intimo, estetico, passionale etc. In questo caso non solo non si tratta di collezione, ma neanche di raccolta (genuina). Era un'operazione per far sparire liquidità, con investimenti mirati e sicuri, soldi depositati nella forma-quadro e portati in un nascondiglio in Svizzera. Una roba da furfanti in cui purtroppo l'arte è solo una vittima.
 
Però più in generale la distinzione (di cui sopra) tra "raccolta", io la chiamerei più precisamente accumulazione (disordinata, incoerente, spesso realizzata su indicazioni di chi ha conoscenza) e "collezione" esiste eccome. Il collezionista, non sempre, quando colleziona non guarda all'utile. Soddisfa un suo bisogno, intimo, estetico, passionale etc. In questo caso non solo non si tratta di collezione, ma neanche di raccolta (genuina). Era un'operazione per far sparire liquidità, con investimenti mirati e sicuri, soldi depositati nella forma-quadro e portati in un nascondiglio in Svizzera. Una roba da furfanti in cui purtroppo l'arte è solo una vittima.
Nessuno difende Tanzi, e non c'è bisogno di dirlo.
Hai condensato molti concetti sui quali si potrebbe dire molto. Ti va di dare la tua definizione di collezione quella di raccolta?
 
Red…..di per sè i termini sono effimeri, figuriamoci le definizioni (per me plausibili solo in campo scientifico). Qui non c’è nulla da dimostrare, divaghiamo semmai, interpretiamo. Io sono un collezionista di musica. Il concetto di collezione mi sta già stretto. Preferisco che si parli di passione, molto più estensivo e radicale. Quindi sono un appassionato. Fervente di passione. Tutto quel che so sulla mia passione è che devo divorarla ed esserne divorato. Ci consumiamo a vicenda. Non c’è nulla di razionale in questo rapporto se non qualche elemento di profonda conoscenza del settore artistico di riferimento. Vi sono rituali da compiere, venerazioni, vuoti da colmare, compagnie da ricercare. E’ una dimensione in cui il danaro è completamente assente. E’ come un mondo mancato o un mondo che si potrebbe realizzare. E’ un mondo senza calcolo, né strategie, senza fini. Il fine è la passione stessa. Vissuta con amore e rasentando la follia. Non ho mai pensato neanche per un istante a quanti centesimi potesse corrispondere, oggi o domani, un solo cd che posseggo (colleziono cd perché la mia generazione è la generazione del cd). Il pensiero neanche mi sfiora. E’ come se non esistessero equivalenti. Il danaro è l’equivalente generale della merce. Ma quel che amo non è merce, quindi non ha equivalenti. Tutto quello che esonda da questo tipo di rapporto già prevede un interesse. Posso essere un appassionato – quindi inserito in questo tipo di relazione - che però intravede nella sua collezione anche un utile, un calcolo. Magari non lo fa per calcolo, ma il calcolo a un certo punto compare. Si chiede se valga e quanto valga ciò che possiede. Il valore in questo caso è immediatamente riconducibile al denaro. Ma egli/ella resta pur sempre un appassionato o collezionista se preferiamo. Ci sono poi quelli che non appartengono né alla prima né alla seconda categoria. Gli hanno detto che con i quadri si possono far soldi, non ne ha minimamente idea. Non sa cosa sia l’arte, non la vive, non la sente, eppure arraffa, accumula, ostenta, appunto “raccoglie”. Questo processo portato alle sue estreme conseguenze ci porta dritto nella sfera dell’imprenditorialità. Sono forme di investimento. E’ il caso del macellaio Tanzi, che investe ai massimi livelli per ragioni di speculazione e per gestire meglio i proventi delle sue frodi. Ma vale anche per i più piccoli e i meno possidenti.
 
Finalmente qualcuno che ha un pensiero che non sia semplicemente il comprare per rivendere...allora i collezionisti (o raccoglitori, altrimenti qualcuno insorge) esistono ancora! Preparati @Craic perchè l'ultima volta che ho scritto di collezionare con passione e guardare meno il prezzo mi ha fatto dei sermoni infiniti...per cui auguri :sad:
Riguardo al come e al perchè sia nata una "collezione Tanzi" penso tu abbia detto più o meno tutto.
 
compare in asta un dipinto che avevo trovato (e lasciato andare) tempo fa ad un mercatino, vediamo quanto fa
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