Attenta Italia,occhio ai Gatekeepers! Il M5S è stato un Cavallo di Troia/GATEKEEPER fin dall'inizio?

Dal blog di Franco Ferrè Così va il Mondo: cosivailmondo.wordpress.com/2016/10/25/m5s-manuale-del-perfetto-gatekeeper/

M5S – manuale del perfetto Gatekeeper

Scritto il 25 ottobre 2016
Categorie Quick&Dirty

La fredda cronaca di questi giorni. Mentre l’UE ci sta per mandare l’ennesimo rimbrotto sulla nostra già esangue legge di stabilità (che poi perché mai un paese in stagnazione dovrebbe volere la” stabilità”… boh?) il M5S parte a media spiegati (vedi immagine) nell’ennesima rumorosa battaglia contro lo stipendio dei parlamentari. E al mio occhio, ormai allenato alle prese per i fondelli, non sfugge la portata clamorosa della manovra da gatekeepers.


SITO ANSA – ORE 19
Di cosa si occupa il mainstream oggi?
Le osservazioni di Bruxelles non sono soltanto fastidiose nel merito di questa particolare manovra, ma esprimono plasticamente la portata della perdita di sovranità di cui siamo oggetto. Questo post di Luciano Barra Caracciolo spiega come lorsignori, nel bacchettarci, ignorino ogni legittima esigenza di prevenzione dei terremoti in un paese a rischio sismico come l’Italia (vedi anche qui per un’illuminante analisi di dettaglio sul rapporto tra regole UE e terremoti in Italia), chiedano sempre e solo tagli e discutano di rapporti deficit/pil al 2,3% invece che 2,4% (ma il limite non era il 3%? Questa vicenda non ricorda il racconto sulle razioni di cioccolato in Orwell?). Sono decisioni che costano decine di miliardi e, soprattutto, riflettono un metodo che sta ripetendosi da anni, e che peggiorerà negli anni a venire. L’incidenza di queste politiche sui nostri principali aggregati economici nazionali è spaventosa, decine, centinaia di miliardi, ma il Movimento 5 Stelle che fa?

Organizza barricate a Bruxelles? Mobilita i cittadini i piazza per fermare questo scempio, non tanto e non solo su questa manovra, ma sulla linea di condotta in generale della UE che ci sta portando verso la catastrofe, come già ha fatto con la Grecia? Combatte contro questa politica economicamente assurda che mina alla radice ogni possibilità di fare qualunque politica economica a qualunque governo, (e quindi – detto en passant – anche al loro, se dovessero vincere nel 2018…)?

Ma certo che no. I grillini urlano e strepitano a Montecitorio per chiedere di dimezzare lo STIPENDIO dei parlamentari. Che, per carità, guadagnano certamente troppo, ma è una misura che, al massimo, farebbe risparmiare allo stato 87 milioni l’anno. Si, lo so, il valore simbolico ecc ecc… ma la vedete o no la fregatura?
È un caso da manuale di gatekeeper. Di là un tema grosso, reale, difficile, sul quale scontrarsi col potere vero, come un outsider vero dovrebbe fare. Di qua un tema limitato, dal grande richiamo emotivo, ma fondamentalmente innocuo, soprattutto per loro, che lo stipendio se lo tagliano già da soli, ma anche per il sistema nel suo complesso. In fondo, se i parlamentari guadagnassero la metà, cambierebbe qualcosa nei nostri problemi reali? Ci sarebbero più posti di lavoro? O meno tasse? Potremmo costruire case antisismiche, o riaprire i pronto soccorso chiusi per i tagli alla sanità?

Ecco, vi siete risposti da soli.

Se esistesse un manuale del gatekeeper, il caso odierno verrebbe riportato come fulgido esempio di sviamento di massa.

Peccato. E’ proprio un grande peccato. O forse è solo un lavoro fatto molto bene, isn’t it, mr Casaleggio?
 
M5S e Syriza
C'è una fabbrica di Cavalli di legno in Europa ed è facile intuire perchè.
Si cerca di evitare che il dissenso si riunisca e si organizzi, per evitare che dopo Brexit qualche altro sventurato Stato riesca a sfuggire dal gabbione. Si camuffano da movimenti/partiti di lotta anti-sistema e/o anti-UE


A proposito: a quanto pare il prossimo Cavallo di Troia purtroppo è già in campo.
E' nato subito dopo la dipartita del M5S nelle braccia del PD e dell’establishment europeo. Spero proprio che la gente li mandi affxxxulo.
 
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Gennaio 2017
La storia dell'ALDE

Dopo una trattativa condotta di nascosto senza informare persino gli eurodeputati (tranne Borrelli che ha fatto il negoziato. Lo stesso David Borrelli che fu encomiato da Monti su La7 la sera del referendum Brexit "lo conosco e lo stimo"), il M5S ha organizzato in fretta e furia una votazione online per cambiare gruppo nel Parlamento Europeo.
Sarebbero passati dal EFDD con Ukip e AfD all'ALDE, gruppo ultraeuropeista, immigrazionista, euro-fanatico e biecamente capitalista del Parlamento Europeo.
Domenica 8 gennaio termine lunedi 9 alle 12. Vinsero i si con il 78%, gli iscritti votarono su un accordo già deciso ma tenendone nascosto il testo.

L'accordo tra M5S e ALDE, reso pubblico da un corrispondente di Radio Radicale, porta la data del 6 gennaio.




L'accordo prevedeva sostanzialmente che il M5S si impegnava a votare per la candidatura del capogruppo Guy Verhofstadt alla Presidenza del Parlamento europeo, con tanto di pubblica dichiarazione a sostegno.
I 5S sarebbero stati ammessi al gruppo ALDE, ottenendone la vicepresidenza (Borrelli) più eventuali altri posti, la divisione dei fondi e del personale.

Il 9 gennaio dopo poche ore dalla chiusura della votazione online, Guy Verhofstadt ha comunicato che l’alleanza con il Movimento 5 Stelle è saltata.
La maggioranza del gruppo ALDE si è opposta all'accordo con il M5S e Verhofstadt ha annunciato la fine dell’alleanza.

Sul Blog di Beppe Grillo il Movimento 5 Stelle se la prende con l’establishment: il M5S avrebbe fatto “tremare il sistema”.
(Dopo cotale porcata, una affermazione del genere è da pelo sullo stomaco in quantità notevoli. Direi da setta, più che da movimento politico).
"L’establishment ha deciso di fermare l’ingresso del MoVimento 5 Stelle nel terzo gruppo più grande del Parlamento Europeo. Questa posizione ci avrebbe consentito di rendere molto più efficace la realizzazione del nostro programma. Tutte le forze possibili si sono mosse contro di noi. Abbiamo fatto tremare il sistema come mai prima. Grazie a tutti coloro che ci hanno supportato e sono stati al nostro fianco. La delegazione del MoVimento 5 Stelle in Parlamento Europeo continuerà la sua attività per creare un gruppo politico autonomo per la prossima legislatura europea: il DDM (Direct Democracy Movement)."


Nel 2014 Verhofstadt aveva definito il Movimento 5 Stelle incompatibile con il programma pro-UE dell'ALDE. (Post di facebook poi cancellato in seguito alla trattativa con i 5S)

Tweet dello stesso giorno

 
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Articolo di Oltre le Barricate: Ho visto cose che voi umani… Il suicidio europeista del M5S, gatekeeper che viene allo scoperto
Ho visto cose che voi umani… Il suicidio europeista del M5S, gatekeeper che viene allo scoperto
gennaio 12, 2017 / Domalex

Quando vengono posti in essere, da parte di personaggi pubblici e partiti, comportamenti del tutto inspiegabili o incomprensibili, ci sono solo due spiegazioni possibili. La prima è che si sia trattato di mosse poco ponderate, azzardate, spericolate. La seconda è che ci fosse un intento chiaro anche se poco confessabile.
Il recente pasticcio combinato dal M5S in Europa appartiene probabilmente alla prima categoria, ma non è escluso che ci sia stata una buona quantità di predeterminazione nell’ottenere esattamente l’esito che tutti sappiamo.

Come è ben noto, domenica 8 gennaio sul Blog di Grillo è stata lanciata una votazione a sorpresa (ignota persino agli stessi europarlamentari, o almeno a buona parte di loro) sull’ingresso del M5S nell’eurogruppo dell’Alde, ultraeuropeista e ultraliberista, capeggiato dal membro Bilderberg Guy Verhofstadt, e sostenuto negli anni da talebani dell’Unione come Mario Monti e Romano Prodi.
Dopo una votazione fatta in fretta e furia e dopo che il 78,5% dei votanti aveva accettato il passaggio, Verhofstadt ha sbattuto la porta in faccia a Grillo dicendo che “non c’è abbastanza terreno comune per procedere”, costringendolo a tornare in ginocchio da Nigel Farage e facendogli fare una figura barbina di livello mondiale.

Ora, già il metodo impiegato nell’operazione dimostra un assoluto sprezzo verso parlamentari, attivisti e iscritti al movimento: si sarebbe dovuto dare ampio preavviso e discutere con calma nei giorni precedenti sui pro e contro di una simile decisione.
Invece le trattative sono state condotte in segreto da pochi fedelissimi di Casaleggio (in specie David Borrelli, quello già elogiato pubblicamente da Monti la notte della Brexit), spingendo gli ignari attivisti a ratificare una decisione già presa ai piani alti. Quindi, totale spregio della decantata “trasparenza” dei 5 Stelle, totale spregio dei principi base della democrazia diretta (informare la base sulle intenzioni, discutere sul da farsi, a quel punto votare) e totale spregio dei principi fondanti del M5S, cioè l’essere contro i cardini dell’austerità, dell’Unione tecnocratica e asfissiante verso i popoli e la democrazia, del neoliberismo, dei trattati di libero scambio ammazza Pmi, spingendo per l’ingresso in un gruppo che incarna tutti i disvalori in questione.
Il tutto con l’obiettivo conclamato di “pesare di più”, rinegoziando però i propri principi: sì perché nell'”accordo prematrimoniale” con l’Alde si sanciva nero su bianco anche la necessità di mantenere la moneta unica, rinunciando ad ogni velleità sovranista.
E tanti saluti alla balla del “referendum sull’Euro”.

Un tale cocktail di violazioni dei principi fondanti del Movimento avrebbe dovuto ammazzare sul colpo tutti i veri attivisti (lasciando indenni solo quelli più stupidi o ciecamente indottrinati): nel breve termine ha avuto l’effetto di fare uscire due europarlamentari dal gruppo Efdd, per farli confluire uno (Marco Affronte) nei Verdi e l’altro (Marco Zanni) in quello di Salvini e Le Pen. Quest’ultima defezione segna una perdita importante per il M5S, perché rappresenta la fuoriuscita di uno degli elementi più (a ragione) duri nei confronti dell’eurodittatura di Bruxelles.
I mal di pancia sono stati tanti e dichiarati anche da parte degli altri europarlamentari (tra cui la quasi fuoriuscita Daniela Aiuto, Dario Tamburrano e Marco Valli), ma non si sono verificate per ora altre defezioni.

E qui si può iniziare a intravedere il dolo, da una parte e dall’altra.
Se è vero che l’Alde ha rifiutato il M5S dopo aver condotto le trattative di ingresso in segreto (e rendendole poi pubbliche), questo può anche essere stato fatto per dare un duro colpo alla immagine del M5S e all’Ukip, separando le due forze e rendendo più morbide le posizioni dei primi, prima di sputtanarli e rifiutarli.
Ma non è escluso che il “pasticcio” sia stato anche voluto dai vertici a 5 Stelle.
Mi spiego in breve.

Il M5S da tempo (e specie dopo la morte di Casaleggio padre) dimostra la volontà di flirtare con i peggiori poteri conservatori: dalla Commissione Trilaterale alle cancellerie europee, fino ai lobbisti di vario ordine e grado.
Regista di questa operazione è stato con ogni probabilità Davide Casaleggio, mentre Luigi Di Maio ne è stato l’attore principale, accreditato come probabile candidato premier, e che ha rilasciato tutta una serie di dichiarazioni sempre più accomodanti verso Ue, Euro e mercati. Almeno fino al pasticcio del 9 gennaio.
Tuttavia il M5S, fin dalla nascita, ha contenuto al suo interno in modo più o meno ordinato la rabbia anti-establishment (identificata non solo con la “Casta” dei politici italiani, ma anche con quella di Bruxelles e euro-atlantica. Chi ritiene che il Movimento abbia svolto la funzione di “gatekeeper” sostiene che ciò sia avvenuto proprio per permettere alla rabbia popolare si trovare un contenitore comune e sfogarsi in modo da non nuocere seriamente al sistema. Questa funzione, ora che il M5S avrebbe seriamente la possibilità di governare, non è più gradita. E così urgono manovre per “sfrondare” il partito da tutti quegli elementi che lo vogliono su posizioni seriamente di rottura, tenendo ai vertici invece personaggi che, come Borrelli, incarnano la mediazione con l’elite, o addirittura il suo pieno sostegno.
Per questo non è detto che “l’incidente” sia stato tanto tale: non è escluso che faccia parte di una strategia volta a ripulire il Movimento di tutti quegli elementi che lo possono spingere alla guerra contro l’oligarchia massonica-bancaria-padronale che trova espressione in gruppi come la Trilaterale e il Bilderberg, la Troika e la Nato, rendendolo progressivamente sempre più simile al Pd e quindi più “adatto a governare”, secondo i canoni montiani, bocconiani e oligarchici di commentatori come Stefano Feltri.

Del resto, il Movimento è sostanzialmente controllato dalla Casaleggio Associati, che è stata fondata non solo da Gianroberto Casaleggio, ma anche – tra gli altri – da Enrico Sassoon, presidente del Comitato affari economici della Camera di Commercio americana in Italia e board member di Aspen Institute Italia, di cui fanno parte anche Mario Monti, Giuliano Amato, Gianni ed Enrico Letta, Emma Marcegaglia, Giulio Tremonti, John Elkann.
Uno che, insomma, curava e cura ancora gli interessi dei poteri forti euroatlantici nel Belpaese, con tanti personaggi di nostra conoscenza. Sassoon si è dimesso dal consiglio di amministrazione della Casaleggio nel 2012 in seguito a critiche e sospetti sul suo ruolo, ma ciò non significa che non abbia avuto (e forse abbia ancora) un peso decisivo nel progetto Grillo e in quello del M5S.

A questo punto resta da capire: il M5S vuole realmente governare? E se sì, vuole veramente colpire “i poteri forti” come afferma?
I suoi attivisti e sostenitori sì. I suoi parlamentari probabilmente sì. I suoi vertici (che controllano tutto il sistema con pugno di ferro) molto probabilmente no.
Si dice ultimamente che il M5S, quando è sul punto di poter governare, “faccia cazzate”. Probabilmente non si tratta di cazzate, ma di una deliberata volontà di non prendere realmente il potere o di non amministrarlo nel senso ampiamente voluto dalla base.

Per questo facciamo nostre le parole di Marco Zanni al Corriere della sera: serve un fronte comune (e trasversale) per combattere Euro, Unione Europea e gruppi oligarchici come il Bilderberg e la Commissione Trilaterale, espressioni del peggiore neoliberismo globalista ammazza welfare, ammazza popoli e ammazza sovranità nazionali. Chi, in questo progetto, non è parte della soluzione, è parte del problema. M5S incluso.



Aggiornamento del 24/1: Carla Ruocco, esponente di spicco del M5S, dopo essersi recata (non si capisce bene a che titolo, lei dice “personale” ma si fatica a crederlo) al World Economic Forum di Davos, un consesso ultracapitalista che niente ha da invidiare a Bilderberg e Commissione Trilaterale, ha espresso su Fb la necessità di procedere verso gli Stati Uniti d’Europa.
Esatto, proprio l’obiettivo che tanto farebbe felici i massoni che hanno creato la crisi, le misure di austerità e che ripetono ogni due minuti che “ci vuole più Europa” come panacea di tutti i mali.
E questo è l’ultimo chiodo della bara europeista e pro-elite del M5S, dopo tutti i fatti riportati nell’articolo e in quelli precedenti.
 
Articolo di next quotidiano: https://www.nextquotidiano.it/alde-movimento-5-stelle/
Il caso ALDE e la democrazia all'insaputa del MoVimento 5 Stelle
@Alessandro D'Amato
| 8 Gennaio 2017

Cadono dalle nubi. Alcuni europarlamentari nel giorno del voto per sancire l’alleanza tra l‘ALDE e il MoVimento 5 Stelle al Parlamento Europeo sostengono di aver scoperto della votazione soltanto stamattina, quando è stata pubblicata sul blog di Beppe Grillo. Uno di questi è Marco Zanni, che su Facebook scrive di aver ricevuto la notizia “con sorpresa e sconcerto questa mattina. Io come eurodeputato del M5S non ne sapevo niente e come voi attivisti ho saputo tutto oggi”.
m5s-alde-marco-zanni.jpg


I parlamentari ribelli e l’alleanza con l’ALDE
Un altro europarlamentare che si dice all’oscuro di tutto è Marco Affronte, che sul suo profilo Facebook personale sostiene che «la decisione del voto di oggi è stata presa all’oscuro di tutti gli eurodeputati. Detto questo, per noi un gruppo vale l’altro, finché manteniamo la nostra autonomia di voto. L’ALDE è a favore del TTIP e molto pro-establishment, tanto per dire. Io ho votato per restare in EFDD soprattutto per le modalità con cui si è arrivati a questa votazione e per la possibilità che ci dà Efdd di poter lavorare su più dossier». Guarda caso però l’europarlamentare non scrive nulla sulla sua pagina facebook. Strano, visto che dovrebbe essere uno strumento di comunicazione più importante rispetto al profilo. Ma tranquillizzatevi: tra chi lavora in Europa c’è chi di questo voto sapeva evidentemente tutto. È il caso di Ignazio Corrao, europarlamentare molto vicino alla Casaleggio, che si prestò anche a uno spot per invogliare al voto sullo statuto. Sulla sua pagina Facebook Corrao sposa completamente l’idea di un’alleanza con l’ALDE, non esprime nessuna sorpresa o sconcerto riguardo la decisione di votare oggi, segno che sapeva che sarebbe successo, e difende la scelta. Anche Tiziana Beghin pubblica tranquillamente il post di Grillo ma senza schierarsi e soprattutto senza parlare di sorpresa e sconcerto per il voto odierno. Stessa cosa fanno Isabella Adinolfi e Rosa D’Amato. In silenzio invece David Borrelli, che è un membro della Fondazione Rousseau, così come altri che hanno intuito la mala parata.

guy-verhofstadt.jpg

Lo status di Guy Verhofstadt contro il M5S poi cancellato
Prima di decidere qualcosa potevate almeno telefonarci!
È quindi evidente che o i deputati fingono di non aver saputo nulla del voto (improbabile) oppure, semplicemente la decisione di far votare gli iscritti è stata presa a loro insaputa, e non casualmente: proprio invece con l’intenzione di non far effettuare un dibattito interno su questa decisione, come di solito si fa nei movimenti democratici. Ma se Zanni e Affronte hanno capito il motivo della mancata informazione nei loro confronti (ed è probabile che non siano stati informati quelli che si erano già detti contrari all’alleanza) hanno appena assaggiato sulla loro pelle come funziona l’uno vale uno nel M5S. Dovrebbero semplicemente trarne le conseguenze. “In termini politici sarebbe completamente illogico per i 5 stelle unirsi al gruppo più eurofanatico del Parlamento europeo”, fa sapere intanto l’eurodeputato dell’Ukip Nigel Farage, copresidente del gruppo Efdd. Farage spiega di avere contattato Beppe Grillo oggi e di essersi “congratulato con lui per le posizioni sempre più dure su euro e immigrazione”. Secondo Farage, il supporto 5 stelle al gruppo ALDE “non durerà a lungo”.
 
blog.movimentoroosevelt.com/blog/1416-se-fossi-uno-del-vero-potere-e-volessi-creare-un-movimento-gatekeeper-per-contenere-il-dissenso-prometterei-al-popolo-qualcosa-che-sembra-soddisfi-le-sue-richieste-ma-che-alla-luce-dei-fatti-non-lo-fa-e-il-referendum-e-perfetto-per-questo-ruolo.html
https://blog.movimentoroosevelt.com...l-referendum-e-perfetto-per-questo-ruolo.html
“Se fossi uno del Vero Potere, e volessi creare un Movimento ‘gatekeeper’ per contenere il dissenso, prometterei al popolo qualcosa che sembra soddisfi le sue richieste, ma che alla luce dei fatti non lo fa… E il Referendum è perfetto per questo ruolo”
Pubblicato: Venerdì, 09 Febbraio 2018 13:10
Postato da Vincenzo Bellisario


Nicolas Micheletti, dalla sua Pagina Facebook:
«Quello che non capiscono i grillini che vengono su questa pagina ad offendermi in massa con la bava alla bocca, è che io sto salvando il loro partito.
Anche se l'autorazzismo promosso dai media ci fa dubitare, gli italiani non sono stupidi, e infatti stanno iniziando a capire la truffa. Questo farà perdere voti al M5S, il quale ne avrà soltanto da giovare...
Sì, perché in realtà i vertici M5S non vogliono che esso vada al governo. Se loro avessero voluto, avrebbero fatto un governo nel 2013, quando ne avevano la possibilità.
Invece, con la scusa di essere "duri e puri" e di arrivare a governare senza alleanze, hanno rifiutato la possibilità.
Oggi invece si aprono a questa possibilità, perché rischia di vincere la destra, cioè gli euroscettici, e questo rischierebbe di far uscire l'Italia dall'euro: cosa che i vertici M5S in realtà non vogliono.
Se il M5S volesse davvero uscire dall'euro, non avrebbe semplicemente proposto il referendum.
Non per fare dietrologia, ma se fossi uno del Vero Potere, e volessi creare un movimento "gatekeeper" per contenere il dissenso, prometterei al popolo qualcosa che sembra soddisfi le sue richieste, ma che alla luce dei fatti non lo fa.
E il referendum è perfetto per questo ruolo. Perché semplicemente non si può fare: serve la maggioranza qualificata del parlamento. Ciò significa che il PD dovrebbe dare l'approvazione. Cosa che non accadrà mai.
Oppure il M5S dovrebbe avere 2/3 dei seggi in parlamento, e anche questo ovviamente è pura utopia.
Ricordo inoltre che Casaleggio era a favore dell'euro, cosa confermata dallo stesso Grillo. Secondo voi Casaleggio Jr è per l'uscita?
E Di Maio? Con le sue ultime dichiarazioni dove ha detto che non è più il momento di uscire dall'euro, è per l'uscita?Magari mi sbaglio su tutto.
Se il M5S andrà al governo proporrà di alzare il deficit, e l'UE non glielo farà fare. Allora proporrà il referendum, e il PD non glielo farà fare. E allora dirà che è colpa degli altri che non gli fanno fare le cose.
E quindi ci beccheremo l'euro e privatizzazioni di massa per un'altra legislatura, ma sarebbe finalmente l'ultima, perché poi forse tutto il popolo inizierebbe a capire la truffa.
E a quel punto per il M5S sarebbe davvero la fine.»
 
Dal blog Goofynomics di Alberto Bagnai: goofynomics.blogspot.com/2012/09/quelli-che-facciamo-il-referendum.html

martedì 4 settembre 2012
Quelli che: "facciamo il referendum..."

Ancora?

Ancora con questa storia del referendum?

Ma non ne avevamo già parlato? (Radio Popolare, 17 agosto 2012).

Scusate, sono in viaggio e non mi perdo in dettagli. Mi sembra assolutamente ovvio che chi propone oggi un referendum sull'euro, da qualsiasi parte lo faccia, è un demagogo, alla ricerca di una tardiva legittimazione democratica, e un incosciente.

Cominciamo dalla fine. Tutto quello che sappiamo circa l'uscita dall'euro ci indica che allo stato uscite consensuali non sono possibili, ma che se anche lo fossero andrebbero ovviamente gestite in segreto. Tanto più in segreto andranno gestite uscite unilaterali. Per favore, studiate e fate studiare Bootle che illustra precedenti storici e motivazioni (ovvie) di questa scelta (ma anche Sapir, per dirne un altro, la dà per scontata).

Il motivo è semplice: annunci di qualsiasi tipo darebbero il via a fughe di capitali, mettendo rapidamente il paese nell'impossibilità di finanziare il proprio deficit estero. L'argomento degli espertoni ("ma tanto i capitali sono fuggiti, ma tanto la corsa agli sportelli è già iniziata...") è corretto, ma è un argomento da espertoni.

Gli espertoni, sapete, vedono la foglia e non vedono l'albero...

Come ci siamo detti tante volte con Alessandro "Torny" Guerani, i controlli dei movimenti di capitali che bisognerà fare, le fughe che bisognerà impedire, nel momento della crisi, non sono quelle dei ricchi, che ci hanno già pensato, e che forse i capitali in Italia non li hanno mai avuti: sono quelli dei poveracci, che rischiano di massacrarsi se, terrorizzati dalle notizie assurde sull'inflazione diffuse da criminali di ogni risma, accettassero qualsiasi condizione pur di portare i loro (pochi) soldi fuori dall'Italia (peraltro, lo sostiene efficacemente e ironicamente anche Claudio Borghi).

Ovviamente un annuncio lungo un'intera campagna elettorale è il massimo della demenza, per il motivo appena esposto. Decine di migliaia di piccoli risparmiatori si consumerebbero nell'angoscia e si rovinerebbero con le proprie mani. Chiaro il concetto? Sono sicuro che qualcuno non lo capirà: è troppo semplice e troppo pragmatico. Diranno: "Bagnai, tu vuoi uscire dall'euro a destra, vuoi salvare i capitalisti e non i piccoli risparmiatori...". Ancora?! I capitalisti, amici cari, non si combattono in questo momento: in questo momento hanno già vinto e stanno già al sicuro. I capitalisti si combattono dopo, ripristinando condizioni regolate sui mercati finanziari. Ma nel momento della crisi bisogna soprattutto evitare, lo ripeto, che siano i piccoli risparmiatori a farsi fottere il 50% nel tentativo di non perdere il 20% (che poi, dico: ma se tu resti in Italia, quale 20% perdi? Ma questo è un altro discorso, ne parliamo in un altro momento).

Ma ora ci dicono che dobbiamo fare il referendum, ora, capite? Ora! Aggiungendo al danno (quello dell'euro prima, e quello del disordine creato sui mercati dopo) la beffa: "Vedete, noi siamo democratici, l'euro lo scegliete voi!"


E questo perché?

Per consentire di rifarsi una verginità democratica a un governo di non eletti che sta facendo gli interessi della Germania svendendo l'Italia pezzo a pezzo, ad esempio. Oppure per consentirlo a un movimento che fino a ieri propugnava politiche pinochettiane basate su analisi distorte della crisi, e la cui democraticità interna risalta da noti fatti di cronaca.


Mi sembra un'ottima idea, non trovate?

Un'idea, se non altro, che pur dicendoci molto poco su come usciremo dall'euro, ci dice molto, moltissimo, su chi l'ha proposta. Dichiarare la natura fascista dell'euro (non starnazzando, ma argomentando) ha fatto effetto. Ora qualcuno prova a correre ai ripari. Ma il fatto è che se il re è nudo, il re è nudo. Punto. Un po' tardi, ora, per coprire le sue vizze e lercie pudenda con una schedina elettorale. Con quella i mercati ci faranno un'altra cosa. Se non avete capito quale, potete sempre rileggervi un altro grande classico.



(Ecchecazzo, come direbbe G.Z.! Che poi uscire dall'euro a destra è un po' come uscire dal nazismo a destra: fai 360 gradi e ti ritrovi seduto accanto a quelli che mangiano i bambini... Ma li mangiano ancora? Mi sa di no, credo si siano convertiti ai crauti...)

Pubblicato da Alberto Bagnai a 09:48
 
Estratto dall'articolo "Zero trollerance" del blog Goofynomics di Alberto Bagnai: goofynomics.blogspot.com/2014/01/zero-trollerance.html
martedì 7 gennaio 2014

(...)
Comunque, fatto lo screenshot, e godutami un po’ la surreale bagarre, son passato oltre.

...e proseguita meglio
Ma la settimana non era finita, eh no! Perché poi, sempre il tre gennaio, son saltati fuori i famosi sette punti di Grillo: i sette punti che lo suturano definitivamente al progetto eurista. Ora, anche qui per voi nessuna sorpresa. Che il Movimento 5 Stelle sia (con buona pace delle tante brave persone che ci militano e che conosco) una colossale operazione di intercettazione del dissenso orientata al mantenimento del sistema eurista qui lo abbiamo detto da tanto tempo, argomentandolo in vario modo, ad esempio qui, qui, qui, qui e altrove, come ricorderete.

Nessuna sorpresa, e infatti il buon Claudio Borghi, letti i punti, riconosceva su Twitter la mia lungimiranza. Ma ci voleva veramente poco: lo spazio riservato alla desinenza in “azzo” non poteva lasciar dubbi in chiunque “del senso suo fosse signore”.

Sintesi: se veramente vuoi fare un discorso critico:

1) non continui con questa menata del debbitopubblicacastacriccacoruzzione, sulla quale ormai il Movimento 5 Stelle è stato sorpassato a sinistra perfino dalla Bce (che placidamente ammette che la crisi nasce nella finanza privata);

2) non proponi un referendum completamente campato per aria a una popolazione totalmente disinformata.

Ovviamente, apriti cielo! La dimensione piddina dei tanti onesti seguaci del movimento si palesa nel loro non voler a nessun costo ammettere di esser stati presi in giro. Lo so, è sgradevole, ma che ci volete fare? Sono le cinque fasi del lutto: voi siete ancora alla negazione. Ci vorrà tempo.

Naturalmente in questo discorso si inserivano i fini politologi ortotteri, i quali portavano avanti un argomento che già era fasullo prima delle politiche, e non lo diventa certo meno ora, prima delle europee! L’argomento è: sì, va bene, l’euro non va, ma non possiamo dirlo direttamente perché perdiamo consenso, quindi intanto mentiamo un po’ (le famose demi-vierges) per arrivare al potere, poi, siccome noi siamo quelli bravi, faremo la cosa giusta.

Io di questo avevo già parlato, come sapete, ribadendo il concetto qui, ma la cosa definitiva mi sembra l’abbia detta Simone Previti. Conciso, lapidario, definitivo. Punto. Discorso chiuso.

Invece no! Perché i fini politologi non ci volevano proprio stare, e uno, in particolare, mi attaccava un pippone allucinante, parzialmente riassunto qui.




Ora, per me “attuare strategia di consenso” significa mentire, se nel farlo dici cose che perfino la Bce smentisce, se proponi soluzioni farlocche dal punto di vista istituzionale, ecc. Significa mentire per raggiungere il potere. Gandhi dovrebbe averci insegnato che si può raggiungere il potere (se lo si merita) senza praticare violenza, e mentire, dire che la colpa è del debbitopubbblico, ad esempio, è fare violenza alla verità, ma non solo a quella. Perché se in base a questa violenza fatta alla verità poi vai a tagliare la spesa sanitaria, il risultato sono i morti, come il rapporto dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità sopra citato dimostra.

Stanco di questo andazzo, di questo buonismo da quattro soldi a supporto di un progetto che perfino Luigi Zingales ha definito criminale, concludevo con una frase lapidaria e bloccavo tutti gli ortotteri (dopo aver bloccato tutti i Laggente):




Inutile dire che il buon Morris proprio non ne voleva sapere, e continuava a simpaticamente seccarmi (diciamo così: cercare il dialogo) sul blog, qui. Contento lui...

 
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