Austria: 2 banche fallite

Buco da 8,7 miliardi, l’Austria liquida la bad bank di Hypo Alpe Adria

1° marzo 2015Commenti (1)




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Il ministero delle finanze austriaco ha deciso di non supportare la bad bank Heta dell'istituto di credito Hypo Alpe Adria dopo che questa ha dovuto far emergere perdite di 8,7 miliardi di euro. E' quanto informa la Bloomberg secondo cui si applicheranno così per la prima volta le regole europee del “bail in” che impongono perdite anche ai creditori. In particolare l'autorità di vigilanza austriaca Fma ha ordinato una moratoria dei debiti della Heta fino al 31 maggio 2016.
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L'Heta, la band bank dell'istituto Hypo Alpe-Adria finito in gravi difficoltà finanziarie, ha un bond da 450 milioni in scadenza venerdì e uno da 500 il 20 marzo. Le autorità di Vienna hanno informato che rispetteranno le garanzie per 1 miliardo di euro su un debito subordinato emesso da Heta nel 2012.
 
Nord Europa: il momento Lehman è arrivato

Stampa Invia Commenta (0) di: WSI | Pubblicato il 09 marzo 2015| Ora 13:29
Nord Europa: il momento Lehman è arrivato




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Effetto domino da un buco "monstre" che provoca il crollo dei bond. Che sono in giro nei portafogli di altre banche. E la mini Grecia è pronta a esplodere.
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Il crollo dei bond della bad bank di Hypo Alpe Adria, la Heta Asset Resolution.



ROMA (WSI) - Prosegue in Austria quello che viene definito sempre più come il primo caso Lehman della storia del Nord Europa.

E' il buco "monstre" del valore di ben 7,6 miliardi di euro scoperto nella bad bank di Hypo Alpe Adria, la Heta Asset Resolution, che ha portato l'Austria ad applicare la strategia del "bail in", che prevede perdite anche per i creditori, al fine di evitare - stando alla nuova normativa europea - che lo Stato e dunque i contribuenti si accollino l'intero peso delle perdite.

Si è trattato di un annuncio shock, che si è tradotto in un vero e proprio crash del valore dei bond Heta, che sono rimasti orfani della garanzia dello Stato. Ma il momento Lehman non si è fermato certo al crollo delle obbligazioni, che è stato tra l'altro di quasi il 50% nell'arco di pochi mesi.

Così come riporta Bloomberg, il panico è infatti appena all'inizio, dal momento che la decisione dell'Austria di staccare in un certo senso la spina alla bad bank sta avendo un "effetto domino su tutto il sistema finanziario, provocando revisioni al ribasso di rating in Austria e perdite di banche in Germania".
E la prima vittima è la provincia austriaca di Carinzia.

Il Telegraph spiega: "I bond Heta sono nozionalmente garantiti dallo stato (o Bundesländer) austriaco di Carinzia, che ora diventa soggetto al bail in. E' un eco del caos che colpì l'Irlanda all'apice della crisi bancaria, quando tentò scioccamente di frenare il panico sottoscrivendo tutte le passimività bancarie irlandesi; la manovra finiì con il mandare quasi in bancarotta un intero paese" E ora, "Hypo (la bad bank) manderà in bancarotta Carinzia".

"Essenzialmente, quello che il governo austriaco sta facendo è dare il benservito a una intera regione (...) è una mini-Grecia che sta esplodendo nel cuore dell'Europa".

Carinzia ha di fatto garantito un debito senior di Heta per un valore di 10,2 miliardi di euro, quasi cinque volte tanto il valore delle sue entrate, nel 2014. Le entrate previste per il 2015 sono di appena 2,36 miliardi di euro. Di conseguenza, come ha detto il governatore Peter Kaiser in un'intervista rilasciata alla radio austriaca ORF, lo stato austriaco non riuscirebbe mai a garantire il rimborso dei bond, nel caso in cui la scadenza fosse imminente, o anche di un anno. Di conseguenza, dovrebbe intervenire in teoria lo stato sovrano, ovvero l'Austria. Ma il ministro delle finanze Hans Joerg Schelling ha detto ripetutamente che il governo austriaco non coprià le garanzie di Carinzia.

Motivo per cui lo scorso venerdì Moody's ha tagliato il rating sullo stato di Carinzia di ben quattro gradini, da A2 a Baa3, cambiando l'outlook da stabile a negativo.

Moody's ha spiegato la mossa con il rischio che il buco della bad bank sia maggiore di quanto anticipato, e che i creditori che hanno sottoscritto i bond Heta facciano ricorso all'azione legale.

Tra i debiti di Heta, ci sono anche 1,24 miliardi di euro che la bad bank deve a Pfandbriefbank Oesterreich AG, che emette bond per conto delle banche provinciali austriache.

Moody's ha detto chiaramente che potrebbe rivedere al ribasso anche il rating di Pfandbriefbank, così come il rating di due dei suoi principali membri, le banche Hypo Tirol Bank AG e Vorarlberger Landes- und Hypothekenbank AG, di proprietà rispettivamente delle province austriache del Tirolo e di Vorarlberg.

Ma esposte sono anche alcune banche della Germania: come Dexia Kommunalbank Deutschland AG, la divisione tedesca di Dexia - che detiene bond Heta per 395 milioni di euro - e che quindi sarà colpita da un onere non specificato nel bilancio del primo trimestre.

Deutsche Pfandbriefbank AG detiene anch'essa bond Heta per 395 milioni di euro, e soffrirà una svalutazione di 120 milioni di euro, che ridurrà di due terzi i profitti al lordo delle tasse; NRW.Bank, anche, ha reso noto di avere nei suoi portafogli bond Heta, senza precisare il valore. Secondo la stazione televisiva WDR TV l'esposizione sarebbe pari a 276 milioni di euro. (Lna)
 
Dall’Austria arriva la notizia che il governo di Vienna ha deciso di imporre perdite, che si preannunciano pesanti, anche agli obbligazionisti senior della bad bank creata per accogliere i crediti ammalorati del gruppo Hypo Alpe Adria Bank. Applicando per la prima volta una legge che recepisce la direttiva europea sulla risoluzione degli istituti creditizi e finanziari, stabilendo la possibilità che a condividere l’onere siano anche gli obbligazionisti senior, di fatto si darà corso al famigerato (per gli investitori) bail-in, per risparmiare ulteriori emorragie ai contribuenti austriaci, con un bail-out.
Dopo i 5,5 miliardi di soldi pubblici iniettati negli ultimi cinque anni in Hypo Alpe Adria, collassata sotto il peso delle sofferenze su crediti nei Balcani, il governo austriaco ha scoperto che la sua bad bank, Heta Asset Resolution AG, ha un ulteriore buco di capitale di 7,6 miliardi di euro, ed ha quindi deciso di presentare il conto non più ai contribuenti austriaci bensì agli obbligazionisti senior di Heta, tra cui figurano Pimco, Deutsche Bank ed UBS. L’entità del bail-in, cioè della perdita inflitta agli obbligazionisti, sarà stabilita solo tra un anno, al termine della moratoria sul debito. Le prime stime la collocano in una forchetta compresa tra il 30 ed il 50%.
Ovviamente, pubblico ed obbligazionisti sono rimasti scioccati dalla emersione improvvisa di queste ulteriori perdite, che hanno di fatto reso radioattiva la bad bank, che invece dovrebbe per definizione accogliere solo materiale “inerte”, perché già correttamente prezzato al momento del conferimento dei crediti in “discarica”. Questo è l’evidente rischio di ogni struttura del genere: il pricing dei crediti conferiti alla bad bank. In alcuni casi la difficoltà di prezzare i crediti deriva dal difficile contesto (istituzionale, legale e quant’altro) del debitore, che impatta sul valore di recupero stimato del credito. E’ verosimile che questo sia il caso dei crediti verso soggetti residenti nei paesi balcanici di Hypo Alpe Adria, poi finiti nella bad bank. In altri casi, la difficoltà di prezzare i crediti sofferenti deriva dal fatto che le banche cedenti potrebbero aver sotto-accantonato a copertura di tali perdite. Quindi potrebbero essere liete di cedere il tutto a bad bank che pagano bene (cioè in modo poco realistico, rispetto al valore di realizzo) questi crediti. Soprattutto se si tratta di bad bank pubblica e che quindi magari tende a “distrarsi” quando compra le sofferenze.
 
Cigno nero Austria fa prima vittima in Germania

Stampa Invia Commenta (2) di: WSI | Pubblicato il 16 marzo 2015| Ora 08:30


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Fallisce azienda erogatrice di mutui, che paga a caro prezzo esposizione a bad bank della banca austriaca Hypo Alpe Adria. Interviene fondo garanzia depositi.
Cigno nero Austria fa prima vittima in Germania
FRANCOFORTE (WSI) - L'effetto domino è cominciato. Il cigno nero del Nord Europa, che rischia di scatenare una crisi in stile subprime nel continente, miete la sua prima vittima.


Ha fatto crac l'azienda erogatrice di mutui Duesseldorfer Hypothekenbank AG (DuesselHyp), che paga a caro prezzo la sua esposizione alla bad bank della travagliata società del credito austriaca Hypo Alpe.

Il fondo di garanzia dei depositi entrerà in possesso di DuesselHyp, che secondo un dispaccio dell'agenzia Reuters ha incontrato "una serie di problemi" dovuti alla sua esposizione alla "bad bank" Heta.

"Il fondo di garanzia sta offrendo una protezione ai bond Heta per eliminare i rischi sull'immediato. L'obiettivo è il completamento del takeover di Duesseldorfer Hypothekenbank".

Ecco allora che emerge il grande paradosso della risposta alla crisi greca e il rischio di espulsione di Atene dall'area euro: la minaccia maggiore viene dal settore bancario nella parte settentrionale del continente e non da un paese del Mediterraneo noto più per il suo turismo che per la sua economia.

Le banche tedesche si stanno preparando da ormai tre anni al peggiore scenario possibile risultate dalla crisi del debito ellenico: un evento di Grexit. Per farlo stanno riducendo progressivamente la loro esposizione al settore bancario di uno stato, quello greco, che per detta dei suoi stessi ministri è destinato a essere insolvente.

Ma mentre gli istituti di credito tedeschi erano impegnati a fare progressi sul fronte greco, una reazione a catena potenzialmente esplosiva è iniziata sotto i loro occhi, a due passi dal loro "cortile di casa".

Il 10% delle società di un paese che ha un rating creditizio di tripla A è ora risultato di fatto insolvente. E questo potrebbe essere solo l'inizio.

Leggi anche:

- Primo caso Lehman della storia nel Nord Europa

- Austria: il momento Lehman è arrivato

Fonte: Reuters
 
Hypo Aldria, autorità ai correntisti: "preparatevi a perdere la metà"

Stampa Invia Commenta (1) di: WSI | Pubblicato il 10 aprile 2015| Ora 17:18


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Chance default bad bank Heta in crescita. Banche tedesche esposte all'istituto austriaco si preparano a rinunciare ad almeno 50% degli investimenti.
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Il Cancelliere austriaco Werner Faymann (a destra) in compagnia del ministro delle Finanze Michael Spindelegger.



JOHANNESBURG (WSI) - Con l'incremento delle chance di default della bad bank che ha salvato il gruppo austriaco Hypo Aldria, i creditori tedeschi dovranno prepararsi a perdere almeno la metà dei loro averi. L'avvertimento viene da uno dei più alti funzionari della Bundesbank.

Dopo che è entrato in vigore il regime del "bail in" in Austria, le banche si apprestano a rinunciare ad almeno il 50% del loro investimento nei bond della bad bank Heta Asset Resolution AG e fare i dovuti accontonamenti, secondo il direttore responsabile della supervisione finanziaria presso la banca centrale tedesca.

"Le banche tedesche devono prendere in seria considerazione la situazione", ha detto a Bloomberg Andreas Dombret, che ha un posto nel board del Meccanismo di Supervisione Bancaria della Bce.

In un'intervista concessa da Johannesburg Dombret ha sottolineato che "è raccomandabile mettere da parte accontonamenti di almeno il 50% per coprirsi da eventuali perdite".

Le compagnie di assicurazione e le banche sono i principali creditori della bad bank messa in piedi dopo il collasso di Hypo Alpe-Adria-Bank International AG, con circa 7,1 miliardi di euro di esposizione.

Heta è stata salvata dai contribuenti austriaci la settimana scorsa, dopo che le autorità di controllo dei mercati austriaci hanno ordinato una moratoria sul debito e hanno detto che avrebbero imposto perdite ai creditori per finanziarie l'operazione.

Un portavoce della Bce non ha specificato se i commenti di Dombret rappresentano la posizione ufficiale del meccanismo di supervisione del mercato unico.

Fonte: Bloomberg
 
Austria non garantirà più depositi bancari. Fallimenti? Addio risparmi di una vita

Stampa Invia Commenta (19) di: Laura Naka Antonelli | Pubblicato il 09 aprile 2015| Ora 16:24


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Entra in vigore il regime del "bail in".
Occhio alla mappa: le banche più sicure e
l'Italia al 4° posto tra paesi a rischio per i correntisti.
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Il grafico mostra i paesi che rischiano più di tutto il bail in. Da notare al primo posto la Grecia, e al quarto l'Italia.



ROMA (WSI) - In Austria, a partire da luglio, entrerà ufficialmente in vigore il regime del "bail in", ovvero quella situazione in cui sono i creditori ad accollarsi le perdite di un eventuale crack di una banca o di una corsa agli sportelli.

La decisione era già stata in qualche modo anticipata con la notizia del buco monstre della bad bank di Hypo Alpe Adria. In quell'occasione, il ministero austriaco delle finanze aveva ricordato che, sulla base della nuova normativa, i creditori possono essere di fatto costretti a contribuire alle perdite, in modo tale che i contribuenti non debbano accollarsi l'intero peso.

Detto più semplicemente: avete depositato i vostri risparmi in una banca che poi fallisce? Amen, lo stato non vi garantirà più. Sarete voi stessi a essere chiamati in causa.

L'annuncio forte è arrivato oggi: l'Austria non garantirà più i depositi bancari; lo stato eliminerà insomma le garanzie finora assicurate ai depositi bancari, dopo aver ricevuto il via libera dall'Unione europea. D'altronde, la nuova legislazione sul bail in è stata approvata dalla stessa Ue due anni fa. Ed è molto probabile che l'Austria dia il via a un trend che si espanderà poi non solo in Europa, ma anche in altri paesi del mondo.

Il rischio è talmente concreto che il sito Goldcore ha presentato un grafico, elencando i paesi che corrono il pericolo di vedere introdotto il tanto temuto regime (quello in cui i correntisti rischiano di perdere i loro depositi nel caso di crack della banca dove sono custoditi i loro risparmi).

Al primo posto c'è la Grecia; seguono Portogallo e Spagna. Al quarto posto l'Italia; poi Francia, Irlanda, Regno Unito, Stati Uniti, Giappone.

Il grafico elenca anche le aree geografiche in cui le banche sono più sicure: palma d'oro alla Svizzera;
seguono Germania, Singapore, Canada, Australia, Norvegia, Olanda, Hong Kong.

Tornando al caso Austria, ecco come cambieranno le cose: al momento, gli austriaci hanno depositi garantiti fino a un valore di 100.000 euro; esattamente, la prima metà dalla banca, la seconda dallo stato. Le cose cambieranno a partire da luglio, quando lo Stato non garantirà più i depositi.

Di conseguenza, le banche, per far fronte all'eventualità di buchi di bilancio, dovranno creare un fondo speciale di assicurazione per i depositi bancari. Una volta costituito, il fondo sarà rimpinguato gradualmente nel corso dei successivi dieci anni, arrivando a un valore di 1,5 miliardi di euro.

In caso di fallimento di una grande banca nel periodo precedente, la legislazione permetterà al fondo di contrarre prestiti all'estero sebbene, stando alla fonte che ha riportato la notizia, Die Presse, non sia chiaro chi fornirà i finanziamenti e sulla base di quali termini.

In ogni caso, è chiaro che anche se il fondo fosse alla fine dotato dei finanziamenti previsti, il suo aiuto sarebbe ridicolo. L'ammontare di 1,5 miliardi di euro si confermerebbe infatti inadeguato a salvare i correntisti dal fallimento di una banca. La cifra rappresenta appena lo 0,8% dei depositi totali in Austria.

Die Presse cita l'esempio di Bank Corp in Bulgaria. Quando la banca fallì, aveva depositi per 1,8 miliardi di euro; ma sul fondo di assicurazione sui depositi, era presente solo 1 miliardo di euro.

Torna alla mente la dichiarazione del ministro delle finanze irlandese Michael Noonan che, il 27 giugno del 2013, affermò: "il bail in è ora la regola". Noonan definì rivoluzionaria la decisione di non considerare più i depositi sacrosanti. [per me è una BASTARDATA]

Ben presto anche i depositi di altre banche dell'Unione europea potrebbero non essere più al sicuro.

Il giornale tedesco Deutsche Wirtschafts Nachrichten scrive: "i correntisti dovranno effettuare ricerche in modo attento sulla situazione della banca in cui decideranno di parcheggiare i loro risparmi". Con l'ammissione: peccato che "questo compito sia estremamente difficile, causa i comunicati finanziari poco chiari e la complessità delle interdipendenze nel sistema bancario". (Lna)
 

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