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FABIO POLONI 07 OTTOBRE 2020 Vicenzapiù
TREVISO. Finché non li vedo, i schei indrìo, non ci credo. Quante volte avete sentito questo manifesto dello scetticismo recitato da un risparmiatore travolto dal crac delle ex popolari (Veneto Banca e Popolare di Vicenza). Da ieri i santommasi ci credono: a quattro anni e mezzo dall’azzeramento del valore delle azioni degli istituti di credito di Montebelluna e Vicenza, sono arrivati i primi indennizzi stanziati dal Fir (Fondo indennizzo risparmiatori) del ministero dell’Economia e delle finanze.
«Bonifici accreditati a cinque miei clienti veneti, per somme che vanno dai 15 ai 25 mila euro ciascuno», conferma l’avvocato trevigiano Sergio Calvetti. Ora complessivamente saranno restituite somme per oltre 1,4 miliardi di euro. Le somme Venerdì sono partiti i primi bonifici per una cifra complessiva di circa un milione di euro, e ieri sono comparsi i primi, agognati accrediti in conto corrente.
È la proverbiale goccia nel mare, se si pensa che il tracollo delle due popolari venete azzerò circa undici miliardi di euro di valore azionario nelle tasche di oltre duecentomila investitori. Ma è solo l’inizio: le domande di risarcimento finora processate sono circa quarantamila su un totale di 144 mila pervenute al Fir, e di queste 99 mila circa arrivano da cittadini veneti. Investitori o risparmiatori, perché lì fu il nodo: ai soci le banche garantirono la solidità granitica dell’investimento, risparmio sicuro insomma. E molti gettarono in quel pozzo i soldi di una vita.
La restituzione
Chi ha perso tutto con le azioni delle popolari avrà – con dei paletti – la restituzione del trenta per cento di quanto investito. I bonifici arrivati in queste ore rappresentano un acconto pari al quaranta per cento delle somme spettanti. Il 40 del 30, insomma, come dire che se hai perso centomila euro intanto te ne diamo 12 mila. Gli altri 18 per arrivare ai 30 spettanti arriveranno a dicembre, spiega l’avvocato Calvetti, perché l’Agenzia delle entrate ha chiesto un’integrazione al decreto legge. Tecnicismo che non cambia la sostanza.
Chi ha diritto
Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di risparmio della provincia di Chieti, Cassa di risparmio di Ferrara, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca e le loro controllate: sono questi gli istituti di credito i cui azionisti e obbligazionisti sono interessati dal rimborso tramite il fondo. Per gli azionisti l’indennizzo «è determinato nella misura del 30 per cento del costo di acquisto delle azioni, inclusi gli oneri fiscali», entro il limite massimo complessivo di centomila euro per ciascun avente diritto.
Per le obbligazioni subordinate, invece, l’indennizzo «è determinato nella misura del 95 per cento del costo di acquisto delle stesse», anche in questo caso inclusi gli oneri fiscali, ancora entro il limite massimo complessivo di centomila euro.
Hanno diritto all’indennizzo anche successori e familiari entro il secondo grado che hanno acquisito la titolarità dei titoli indennizzabili (se hanno ereditato le azioni di genitori o coniugi defunti, per esempio).
Le reazioni
E chi non avuto ancora l’anticipo o la pratica approvata? «Sulla scorta delle informazioni raccolte e considerando i tempi medi di risposta della burocrazia italiana è prevedibile che entro dieci/dodici mesi tutti i risparmiatori avranno ricevuto l’indennizzo Fir – dice l’avvocato Andrea Arman del coordindamento “Don Torta” – Ovviamente speriamo che ci mettano la sciolina, ma è meglio non crearsi illusioni e tenere sotto pressione il “sistema” per evitare rilassamenti». –
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