Fir, bonifici al raddoppio ma è ancora scontro sui tempi
Comitati divisi tra critiche e realismo. In Manovra nuovi tentativi di modifica
- Corriere di Verona
- 9 Dec 2020
- Federico Nicoletti
Fir, bonifici al raddoppio. Ma su meccanismi e tempi di liquidazione degli acconti lo scontro non si ferma, al pari dei tentativi di modifica. A ridare fuoco alle polveri, al suo modo, sulla liquidazione del 40% dei ristori del Fondo indennizzo risparmiatori ai soci azzerati delle ex popolari è stato, alcuni giorni fa, il leader della Lega, Matteo Salvini. «Senza Lega al governo, anche i rimborsi per i risparmiatori veneti vanno a rilento - ha sostenuto -. Le associazioni denunciano che solo in pochi sono stati liquidati, peraltro al 12%. Governo incapace e pericoloso». Iniziati ad ottobre i bonifici, la questione resta la progressione lenta dei pagamenti. Ovvero i 3.300 bonifici per 4,6 milioni, di cui aveva dato conto il 18 novembre il sottosegretario all’Economia, Alessio Villarosa.
Numero che non può che sembrare oggettivamente basso, rispetto alle 144 mila richieste giunte al Fir. Soprattutto se calcolato rispetto al 18 giugno, data ultima per presentare le domande. «Fanno 600 pratiche al mese, per un importo medio di 1.400 euro», ha sintetizzato il parlamentare vicentino di Forza Italia, Pierantonio Zanettin. E a tornare alla carica sono anche le associazioni più critiche con il Fir. «I risparmiatori veneti come gli antichi egizi - ha detto sarcastico in un video Luigi Ugone, leader dell’associazione ‘Noi che credevamo nella Bpvi’ -. Con questo passo ci vorranno vent’anni a ristorare tutti, lo stesso tempo impiegato per costruire la grande piramide».
E i toni virano anche verso il realismo più amaro. «Tempi lunghi per la liquidazione?
Purtroppo sì, non anni ma un anno poco più. Speriamo meno, ma non facciamoci illusioni - sostiene il presidente del Coordinamento don Torta, Andrea Arman, in una comunicazione -. D’altra parte, quanto ci hanno messo a liquidare la cassa integrazione? Lo dico con tanta amarezza; ma per ottenere in fretta ciò che ci spetta bisognerebbe cambiare l’Italia».
Sul piatto, però, vanno messi anche altri elementi. Intanto il numero delle pratiche che Consap, la società del Tesoro che sta gestendo pratiche e rimborsi, rispetto ai 3.300 indicati venti giorni fa, è salito a quasi cinquemila e si dirige rapidamente verso il raddoppio. La sostanza che si fa capire intorno a Consap, mai fermatisi anche in tempi di emergenza Covid, è che i rimborsi dovrebbero acquistare mano a mano velocità: la commissione tecnica riunitasi giovedì scorso, avrebbe licenziato il doppio di pratiche.
Velocità via via crescente, anche perché ci sono due nodi ancora da risolvere. Il primo: le 50-60 mila pratiche ferme in
attesa dell’integrazione dei documenti, per cui ci sono a disposizione fino a due mesi di tempo. Le integrazioni stanno però arrivando numerose e e le domande andranno verso il vaglio finale della Commissione tecnica.
Il secondo: si attende ancora il decreto del ministero dell’Economia per stabilire gli elementi che entrano nel calcolo del patrimonio mobiliare, necessario per sfruttare concretamente il tetto di centomila euro e rientrare nei limiti per richiedere la formula di rimborso semplificato.
Difficoltà pratiche, con continue necessità di aggiustamenti, di cui è lastricata la strada del Fir. E non manca chi ne tiene conto. «Vediamo che i bonifici di acconto con ristori fino a 50 mila euro stanno arrivando - sostiene il tributarista Loris Mazzon, che ha seguito le domande per l’associazione Ezzelino -. Li stanno ricevendo anche risparmiatori che avevano ricevuto richiesta d’integrare i documenti. Il punto è che tutto era stato presentato molto per tempo. La vera questione per cui gli anticipi arrivano o meno ora è l’ordine cronologico di presentazione della domanda. E la questione non è Fir sì o no, ma i tempi in Italia. Non si può dimenticare che nella realtà per un rimborso Iva servono 3-4 anni; rispetto a questo, il Fir funziona eccome».
Ma a riconoscere comunque la necessità di accelerare è anche il sottosegretario Villarosa: «Conosco tutte le segnalazioni delle associazioni sulle difficoltà - ha sostenuto - . Grazie anche alle valutazioni positive della Presidenza del consiglio, ho presentato al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri proposte di modifica; e credo sia opportuno autorizzare la Commissione tecnica all’approvazione massiva delle pratiche simili. Ho anche proposto di aumentare fino all’80% l’anticipo».
Villarosa poi tranquillizza anche sulla dotazione finanziaria: «La Commissione tecnica è prudente sugli anticipi in questa fase, per avere la certezza che i fondi siano sufficienti per tutte le domande, dato che si potrà avere solo verso la fine. Ma sono certo che i soldi basteranno e anche un anticipo all’80 per cento non darebbe problemi».
E sempre sul fronte Manovra, anche Zanettin ha presentato emendamenti per semplificare la procedura: passando alla liquidazione del 100%, facendo riferimento al prezzo di carico delle azioni ed evitando di tener conto dei redditi forfetari, com’era all’inizio. Il tutto, dice, per «semplificare il lavoro della Commissione tecnica, finora quasi paralizzata da una legislazione confusa e di incerta applicabilità».