Obbligazioni bancarie Banche irlandesi: newsflow, ratings, bonds. Il fronte irlandese dell'Euro.

Nessun legame tra aiuto Irlanda e Portogallo - Constancio (Bce)

martedì 16 novembre 2010 11:03




(aggiunge dichiarazioni e background)


FRANCOFORTE, 16 novembre (Reuters) - L'Irlanda non ha ancora chiesto aiuto finanziario e se deciderà di farlo, questa scelta non forzerà necessariamente altri paesi, come il Portogallo, a seguire Dublino.
Lo ha detto il vice presidente della Banca centrale europea, Vitor Constancio.
Il banchiere centrale ha aggiunto che sta all'Irlanda chiedere aiuti se ritiene che possano aiutarla a stabilizzare la situazione sui mercati finanziari.
Dublino potrebbe iniziare con la richiesta dei 60 miliardi di euro disponibili attraverso l'European Financial Stability Mechanism (Efsm), la rete di sicurezza europea che è disponibile per tutti i 27 paesi dell'Unione europea.
"Se (l'Irlanda) chiederà il sostegno della facility per la stabilizzazione Ue/Fmi sarà perchè conclude che questa soluzione sarà in grado di stabilizzare la situazione. Ma tocca a loro decidere", ha detto Constancio ai giornalisti a margine di una conferenza.
A chi gli chiedeva se Dublino potrebbe semplicemente usare i 60 miliardi di fondi dell'Efsm piuttosto che i 440 miliardi di euro dell'European financial stability facility, il fondo guidato da Klaus Regling che può sostenere solo i sedici paesi della zona euro, Costancio ha detto :"potrebbe essere usato come un punto di partenza... ma il modo in cui è visto è come una parte del pacchetto".
Constancio ha fatto questi commenti prima di partire per Bruxelles dove parteciperà al meeting mensile dei ministri delle Finanze della zona euro dove la recente escalation delle tensioni sui titoli di stato dei paesi dell'euro sarà in cima all'agenda.
 
Irlanda: Bruederle, non ha bisogno di aiuto UE

13:25:23 - 16/11/2010​

(Teleborsa) - Roma, 16 nov - Rainer Bruederle, ministro dell'Economia tedesco, dichiara che l'Irlanda non ha bisogno di aiuti anche se la scelta finale riguarda solo il governo di Dublino.
"E' una decisione che spetta all'Irlanda, ma non credo abbia bisogno di chiedere aiuti". Ha detto Bruederle nel corso di una conferenza stampa a Roma dopo aver incontrato il ministro dello Sviluppo Paolo Romani.
Già stamani, il ministro per l'Europa, Dick Roche, aveva evidenzato che il Governo irlandese non aveva nessuna intenzione di ricorrere all'aiuto dell'Europa e del Fondo Monetario Internazionale.
 
Irlanda, zona euro cerca vie d'uscita per crisi debito

martedì 16 novembre 2010 13:58




(accorpa pezzi, cambia titolo, dateline)
di Timothy Heritage




BRUXELLES, 16 novembre (Reuters) - I ministri delle Finanze della zona euro cercheranno oggi di individuare una via d'uscita per la crisi del debito irlandese, mentre Dublino resiste a chi la sollecita a chiedere un salvataggio di Stato, sostenendo che solo le sue banche hanno bisogno di aiuto.

I partner europei hanno messo in chiaro, a poche ore dal vertice di stasera, che i prestiti del fondo di emergenza Ue possono essere assicurati solo a quei Paesi che aderiscono a un programma formale di aggiustamento fiscale implementato dalla Banca centrale europea e dal Fondo monetario internazionale.

L'Irlanda è sotto pressione da parte della Bce e degli altri Paesi della zona euro affinché prenda una decisione rapida sulla richiesta di aiuti, mentre emergono segnali che il contagio dei mercati si sta diffondendo al Portogallo e si potrebbe estendere ad altri Stati di peso.

Il governo irlandese, nel tentativo di salvaguardare un'esigua maggioranza parlamentare, ha fatto sapere che sta discutendo con i partner europei su come dare stabilità alle proprie banche. Al tempo stesso ha negato che sia necessario un salvataggio delle finanze pubbliche.

"Non c'è alcuna ragione per cui dovremmo attivare un piano di salvataggio al Fondo monetario internazionale o alla Ue", ha detto oggi Dick Roche, il ministro irlandese agli Affari europei, parlando a radio Bbc.

Il premier del Lussemburgo, Jean Claude-Juncker, che guiderà i colloqui di oggi a Bruxelles, ha detto che l'Irlanda non è sul punto di chiedere un salvataggio finanziario sul modello di quello greco.

Tuttavia l'opposizione irlandese ha detto ieri di credere che la Ue abbia già dato il via alla manovra di aiuto.
Parlando del tipo di condizioni che Bruxelles potrebbe fissare, un importante parlamentare tedesco oggi ha detto che l'Irlanda dovrebbe alzare le tasse sulle imprese -- il cui livello molto basso ha attratto finora gli investitori stranieri.
"I livelli irlandesi sono al di sotto della media Ue", ha detto Michael Meister, esperto di finanza del partito della Cancelliere Angela Merkel.

I Paesi con tasse più alte da tempo considerano il livello irlandese come una forma di concorrenza sleale.
Diversi governi, tra cui Finlandia e Francia, sostengono che Dublino non possa ricevere prestiti per rafforzare la situazione delle proprie banche da parte dello European Financial Stability Facility (Efsf) o dello European Financial Stability Mechanism (Efsm), senza prima aderire a un organico programma di aggiustamento dell'Ue/Fmi, come riferito da fonti della zona euro.

"Le regole su questi due sistemi di aiuti ... sono inequivocabili, il Paese deve aderire a un rigido programma di aggiustamento, che eliminerà la causa iniziale", ha detto Martti Salmi, consigliere del ministero delle Finanze finlandese.
Il segretario del Tesoro spagnolo, Carlos Ocana, ha fatto pressioni oggi sull'Irlanda perché giunga rapidamente a una soluzione sulla crisi del debito, in modo tale da porre fine alle incertezze dei mercati.

"La cosa importante è che l'Irlanda prenda una decisione il prima possibile", ha spiegato Ocana ai cronisti a Madrid.
Il governo irlandese non è parso propenso a chiedere gli aiuti per due ragioni. Primo, deve affrontare le elezioni del 25 novembre e non vuole compromettere le chance di vittoria; secondo, ha detto di voler conservare la propria sovranità.
 
Ue lavora con Irlanda su problemi banche - Rehn

martedì 16 novembre 2010 15:13

BRUXELLES, 16 novembre (Reuters) - La Commissione Ue sta lavorando con il governo irlandese per risolvere i seri problemi che riguardano il suo settore bancario.
Lo ha detto il commissario per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn.
Parlando prima dell'inizio del meeting dei ministri delle Finanze della zona euro, Rehn ha detto di essere preoccupato dai toni del dibattito all'interno della zona euro che indicano divisioni sull'Irlanda.
Il Commissario ha aggiunto che il governo irlandese non dovrà ricorrere ai mercati per finanziare il proprio debito fino a metà 2011.
 
Ue ascolti Irlanda, Grecia e Portogallo poi decida-Reynders

martedì 16 novembre 2010 15:45




BRUXELLES, 16 novembre (Reuters) - I ministri finanziari della zona euro devono ascoltare quello che l'Irlanda e gli altri paesi a rischio della zona euro hanno da dire e poi decidere se occorrono aiuti finanziari. Lo ha detto il ministro delle Finanze belga Didier Reynders, appena prima dell'inizio della riunione odierna dell'Eurogruppo.
"Prima di tutto dobbiamo sentire i nostri colleghi irlandesi, così come quelli greci e portighesi, per sapere esattamente quale sia la situazione e poi vedremo se è necessario fare qualcosa" ha affermato Reynders, presidente di turno dell'Eurogruppo.
Alla domanda se l'eventuale intervento di salvataggio a favore dell'Irlanda debba essere diretto verso il settore bancario piuttosto che verso il governo - che non ha vincoli di finanziamento fino a metà del 2011 - il ministro belga ha risposto: "c'è qualche preoccupazione riguardo la situazione".
 
Irlanda non ha chiesto fondi salvataggio, dice il premier

martedì 16 novembre 2010 17:58




DUBLINO (Reuters) - L'Irlanda non ha chiesto fondi di salvataggio e non ha necessità di ricorrere ai mercati per rifinanziare il proprio debito fino a metà 2011.
Lo ha dichiarato il premier Brian Cowen in Parlamento.
Cowen ha detto che Dublino sta lavorando con i partner europei riguardo a temi che riguardano tutta la zona euro e ha aggiunto che probabilmente i ministri delle Finanze della zona euro emetteranno un comunicato al termine della riunione odierna.
"Il costo del denaro è semplicemente troppo elevato", ha detto Cowen. "Dobbiamo trovare ulteriori iniziative all'interno della zona euro per affrontare questa questione e queste sono le discussioni in corso al momento e nelle quali è coinvolto oggi Brian Lenihan [ministro delle Finanze irlandese]".
 
Irlanda, Ue lavora a piano salvataggio da 80-100 mld euro - Wsj

martedì 16 novembre 2010 18:24



WASHINGTON, 16 novembre (Reuters) - L'Europa sta valutando un pacchetto di salvataggio dell'Irlanda da 80-100 miliardi di euro e un secondo piano separato, più contenuto, diretto al solo comparto bancario del paese. Lo scrive il Wall Street Journal.
Secondo il quotidiano, che cita fonti anonime, anche il Fondo monetario internazionale avrebbe un ruolo nell'intervento.
Le autorità europee, aggiunge il Wsj, vogliono coinvolgere anche la Gran Bretagna nel piano di salvataggio dell'Irlanda.



***
Come al solito, cammin facendo le cifre lievitano ... poi due piani ...
 
IRLANDA: EUROGRUPPO STUDIA AIUTI ALLE BANCHE, IL NOCCIOLO DEL PROBLEMA


(ASCA)- Roma, 16 nov - I ministri delle finanze dell'Eurozona stanno discutendo un progetto per aiutare le banche irlandesi. Lo ha detto il commissario europeo agli Affari economici e monetari Olly Rehn: ''La commissione Ue lavora di concerto con Bce e Fmi''. Gli analisti parlano di una cifra tra 50 e 80 miliardi di euro.

Il progetto dovra' comunque avere l'approvazione dell'Irlanda, finora riluttante a chiedere i finanziamenti del fondo anticrisi Ue-Fmi. Il primo ministro Brian Cowen ha appena ribadito la sua posizione di fronte al Palamento. ''Dobbiamo trovare ulteriori iniziative all'interno della zona euro per affrontare questa questione e queste sono le discussioni in corso al momento e nelle quali e' coinvolto oggi Brian Lenihan, ministro delle Finanze irlandese'', ha detto Cowen.

La posizione di Dublino non e' del tutto irrazionale, il paese non deve raccogliere capitali fino a meta' del 2011.

Per l'Irlanda l'aumento del costo del debito pubblico, con tassi a dieci anni tornati sopra l'8%, peggio sta solo la Grecia, rappresenta certamente un deterioramento nel merito di credito ma non ha effetti pratici quanto Dublino non deve emettere titoli di stato. Ma ci sono due problemi piuttosto rilevanti: il primo riguarda l'effetto domino della crisi finanziaria irlandese, la seconda la natura stessa della crisi.

L'effetto domino sta penalizzando il Portogallo, altro paese a rischio a causa del crescente deficit pubblico, della bassa crescita economica e di un quadro politico quanto mai instabile. La paura e' un contagio generalizzato ai paesi piu' deboli dell'euro, tale da provocare l'implosione dell'unione monetaria.

L'Irlanda presenta un rapporto deficit/pil al 32%, frutto dei soldi pubblici spesi per il salvataggio e la nazionalizzazione di gran parte del sistema bancario. La manovra quadriennale da 15 miliardi di euro dovrebbe riportare il deficit entro il 3% nel 2014. Una manovra ''non insufficiente'' cosi' Jean-Claude Trichet, presidente della Bce, ha definito le scelte di Dublino, peraltro non ancora approvate da un parlamento quanto mai diviso.

Ma non e' detto che basti, perche' la crisi e' soprattutto una crisi bancaria. Le banche irlandesi non hanno piu' accesso al mercato monetario internazinale, nessuno gli presta denaro, troppo rischioso. Un atteggiamento giustificato da un solo numero, le perdite delle banche irlandesi sono pari a 85 miliardi, cioe' una cifra che rappresenta il 55% del Pil.

Sarebbe come se le banche italiane perdessero circa 700 miliardi di euro.

Cosi' gli istituti di credito irlandesi ricevono finanziamenti illimitati e temporanei solo dalla Bce.

A settembre 122 miliardi , a ottobre circa 130 miliardi, complessivamente una cifra pari al 147% del Pil. Basti pensare che i prestiti ricevuti dalla banche italiane raggiungono a malapena il 3%% del Pil. Oramai le banche irlandesi, ogni mese, assorbono quasi il 25% del totale dei prestiti della Bce al sistema bancario dell'Eurozona, prendono piu' soldi del sistema bancario spagnolo ( 90 miliardi) e portoghese (40 miliardi) messi insieme.

Con simili importi, la Bce tenendo in piedi le banche in realta' tiene in piedi l'Irlanda, ma questo non e' il suo compito. Non a caso Francoforte vuole uscire da questo ''cul de sac''. Si dovra' trovare un'altra strada, la Bce puo' forse fare il prestatore di ultima istanza per le banche, ma non certo per gli Stati sovrani.
 

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