bell'articolo della Gabanelli (2 lettori)

robom1

Forumer storico
C'è stato un periodo che report suonava la marcetta quando parlava dell'italia sul tipo "gli italiani mafia, mandolino, superficiali, spaghetti ecc.ecc.", poi si andava negli usa, o in inghilterra o in spagna per vedere come fanno gli altri come sono bravi gli altri. Peccato che i professori sono peggio degli allievi.
Banche d'affari senza regole, assicurazioni peggio delle banche, utilizzo di off shore come a bere un bicchiere d'acqua, utilizzo di dati truccati, bolle immobiliari derivati castelli di carta igienica, ecc.ecc.
 

tontolina

Forumer storico
La Gabanelli fu la prima a deninciare la situazione dei comuni italiani e alle operazioni speculative che avrebbero portato ai fallimenti

da
http://www.finansol.it/?p=933
Bancarotta comunale

Lo chiamavano “sciampagnini” perchè durante i suoi aperitivi il nettare non mancava mai - anzi - ma si chiama Scapagnini, Umberto Scapagnini e di mestiere è medico, il medico di Berlusconi. La biografia presente in rete è impressionante (semnra abbia collaborato con la Nasa…) e probabilmente quelli che lo avevano a cuore dovevano davvero consigliargli di restare nel suo ambulatorio, o alla Nasa, ma comunque sia di non impegnarsi in cose più grandi di lui, che poi ci si fa male…
Scapagnini il male lo ha fatto a Catania. Ha preso in mano una città, la città frenetica e vitale della nuova musica italiana, dove sembrava che nascessero tutte le buone cose che venivano da sud è l’ha portata alla bancarotta. Tra le 40 persone indagate con l’ accusa di abuso d’ ufficio e falso lui - che nel frattempo è stato sistemato in parlamento dal suo paziente preferito - continua ad essere il leader. La Corte dei Conti ha definito il dissesto “una voragine” e nonostante sulle cifre si assista al solito balletto italico sembra ormai acclarato che Catania deve 10 milioni di euro all’ENEL (e per questo in molti quartieri, anche centrali, è stata tagliata la luce), che i dipendenti delle cooperativa partner del comune sono senza stipendio da mesi e che le Poste hanno crediti per altri 7 milioni.
I comuni in crisi (ne parlava anche Beppe Grillo qualche tempo fa) rappresenteranno certo uno degli aspetti meglio avvertibili dai cittadini di questa crisi curata con l’incompetenza, una risposta a tutti quelli che dicono che l’economia reale non può essere toccata da questa crisi di carta.


P:S: ieri ho ascoltatop per pochi minuti il Medico di Berlusconi che ora, dopo aver rovinato Catania, siede in parlamento, che alla presenza di vespa si è dichiarato scandalizzato per la morte di una paziente affetta da tonsillite a cui i medici non hanno saputo eseguire una "laringetologia" con l'inserimento di un tubicino per farla respirare.
ma che scuole ha fatto? anche lui Electra? oppure anche lui è andato a RC ha prendere l'abilitazione alla professione?
 
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tontolina

Forumer storico
Crisi finanziaria globale: lo Stato difende i mercati

Sergio Sacchi - 21/10/2008 12.48.00
Dott. Sergio Sacchi capo Ufficio studi di Assoconsulenza (associazione nazionale consulenti d'investimento)

Quella attuale è la prima crisi dell'economia globale e per intensità e sommovimenti finanziari può paragonarsi solo a quella del '29. Per fronteggiarla si sono resi necessari interventi massicci di tutti i governi del mondo occidentale, e non solo, trovatisi ad affrontare le ultime settimane particolarmente virulente, e miranti a ripristinare le condizioni minime di fiducia tra i risparmiatori (garanzie sui depositi bancari) e tra le banche (garanzie sui prestiti interbancari, nazionalizzazione di banche o concessione di prestiti per ricapitalizzarle). La natura della crisi è finanziaria, essa cioè è stata originata dalla decisione del governo statunitense di incentivare l'acquisto della casa e del basso costo del denaro caratterizzato dall'era Greenspan, dalla concessione di mutui a chi non poteva restituirli (mutui subprime) e dall'uso smodato dei derivati (per copertura tassi, valute o inadempimento/credit default swap) per importi nominali misurati in trilioni di dollari. Il boom è avvenuto soprattutto dopo il 2004 quando venne deregolamentato il rapporto di leva (sino ad allora consentito al massimo a 15). Al riguardo va ricordato che per la gran parte i derivati sono stati impiegati impropriamente e cioè non per finalità di copertura ma di speculazione da parte delle aziende e persino dai comuni e collocate da parte delle banche per lucrare laute commissioni spesso senza alcuna relazione con la finanza aziendale. Gran parte dei derivati si basano sulle formule dei 2 Nobel Black e Scholes che peraltro scesi dalla cattedra si sono scontrati con la dura realtà operativa con esiti molto negativi, basti pensare alla crisi del loro hedge fund Ltcm nell'estate 1998 salvato poi dalla banca centrale americana. Altro elemento decisivo l'abolizione avvenuta nel '99 della Glass-Steagall act (formulata nel '33 sotto la spinta della Grande depressione seguita al '29) che ha reso meno regolamentata l'operatività delle banche d'investimento Il crollo del mercato immobiliare (ben prevedibile dopo parecchi anni positivi) a partire dall'inizio del 2007 ha causato lo scoppio di questo perverso meccanismo che si è diffuso ovunque a causa della cartolarizzazione dei mutui subprime e della loro allocazione sotto forma di obbligazioni e con rating spesso lusinghieri. I nodi sono cominciati a venire al pettine con l'aumento dei tassi, passati dall'1 al 5,25%, e l'insolvenza dei mutuatari. Inoltre le società veicolo costituite fittiziamente all'esterno dei consolidati bancari con in carico le obbligazioni acquistate derivanti dalle cartolarizzazioni devono ora essere riassorbite dalle stesse banche e ne sconquassano i conti in quanto squilibrano il rapporto tra mezzi propri e indebitamento. Si evidenziano pure i diversi conflitti d'interesse: delle agenzie di rating che ricevono gli incarichi da chi viene giudicato (Lehman era giudicata AA al momento del fallimento), delle banche d'affari che portano in borsa società verso cui vantano crediti, non da ultimo del management a cui spettano bonus in base a parametri trimestrali e che tendono a muoversi nel breve termine proprio per lucrare le loro stock option in detrimento della sostenibilità nel lungo periodo della crescita aziendale. Il principio contabile che ha accolto il fair value è ora sospeso e andrà migliorato onde consentire anche la variazione del principio stesso allorché intervengono circostanze estreme, infatti lo IAS 39 (così si chiama il principio contabile) era stato introdotto proprio per tener conto dell'oscillazione degli strumenti derivati in modo tale che venissero ricondotti nei bilanci e non se ne stessero fuori.
Naturalmente le crisi finanziarie (se prolungate e pesanti) non possono che trasmettersi all'economia reale ripercuotendosi sul taglio dei costi da parte delle imprese, sulla sfiducia generalizzata e sulla conseguente caduta dei consumi. Da marzo 2008 con la vendita di Bear Stearns a JP Morgan si è assistito ad un'escalation fino a oggi con la nazionalizzazione di Fannie Mae e Freddie Mac (le 2 società semipubbliche che erogavano i mutui negli USA) e la crisi di tutte le banche d'investimento americane e di molte del resto dell'Occidente, nonché di assicurazioni e società di riassicurazione e l'approvazione del piano anticrisi del 19 settembre con la creazione di un fondo che dovrebbe ritirare le attività in sofferenza. Delle 5 grandi investment bank americane sono rimaste indipendenti solo Morgan Stanley (ceduta però per il 21% ai giapponesi di Mitsubishi) e Goldman Sachs, Merril Lynch e Bear Stearns sono state vendute, tutte sono state costrette a chiedere la licenza di banca commerciale onde procurarsi la raccolta a condizioni meno onerosi. È stata lasciata fallire la sola Lehman e per ragioni molto chiare: si è voluto far capire che all'intervento statale c'è un limite preciso, quello posto dall'avidità personale e dagli eccessi speculativi (il management possedeva grazie alle stock option il 30% della società e la leva era pari a 35), sebbene ciò abbia provocato l'inevitabile crisi degli hedge funds a cui la banca era legata. Anche in Europa benché in misura minore già da fine 2007 si sono resi necessari interventi per scongiurare il fallimento di istituti finanziari come Northern Rock e Bradford & Brigley in Gran Bretagna, West LB in Germania, Dexia in Francia e Fortis in Benelux. In Islanda è addirittura saltato tutto il sistema bancario.
L'Italia è stata toccata marginalmente dalla crisi, salvo forse Unicredit per la sua acquisizione della Hypo bavarese, tuttavia il core tier 1 (rapporto tra mezzi propri e indebitamento) appare spesso sotto la soglia d'allarme del 6% e quindi sarà necessaria la ricapitalizzazione di molte banche, il crollo del mercato immobiliare invece è stato dirompente ed ha colpito duramente le società quotate. I forti traumi subiti dai risparmiatori, molti dei quali scottati ancora dagli eccessi della new economy e dagli scandali Enron, Parmalat nonché dal default argentino, necessiteranno anni per essere riassorbiti, ciò innestandosi inoltre nel difficile momento del risparmio gestito italiano che registra periodicamente deflussi consistenti per la crisi dei fondi comuni.

Quali gli effetti di questa crisi finanziaria, economica, etica e di fiducia?
Anzitutto ritorna prepotentemente in auge l'intervento statale e ciò dimostra come il pragmatismo anglosassone in casi estremi non si fa giustamente scrupoli in tal senso e non resta prigioniero di ideologismi di sorta, del resto 20 anni fa vi fu un intervento similare per il crollo delle casse di risparmio negli States conclusosi poi con la cessione delle quote rilevate ai privati. D'altra parte è chiaro che in circostanze eccezionali solo il soggetto statale può portare a compimento la sostituzione di masse gigantesche di attivi di bassa qualità nel sistema bancario. La crescita delle tigri asiatiche viene rallentata (praticamente dimezzata al 4/5%), tuttavia una gran parte dei buoni del tesoro statunitense (pari ai ¾ in mani a soggetti stranieri ed il 35% del totale) è detenuto dai cinesi e ciò rappresenta un vincolo fortissimo tra questi 2 paesi. Una volta ripristinate le condizioni di fiducia nei mercati resta da affrontare la recessione che non sarà né breve né flebile anche a fronte di un risparmio negativo delle famiglie statunitensi che si protrae ormai da alcuni anni e fa pensare che una forte contrazione dei consumi non sia più dilazionabile, toccherà l'intero mondo occidentale ma avrà l'effetto di raffreddare i prezzi delle fonti energetiche e dell'inflazione. Altro effetto rivoluzionario è che l'azionariato delle banche d'investimento viene modificato in favore dei fondi sovrani (con patrimoni di centinaia di miliardi di dollari gonfiati annualmente dagli enormi ricavi del petrolio o da surplus commerciale come per Cina e Singapore) che si muovono da padroni grondando liquidità in un panorama, quello dei mercati finanziari, fortemente illiquido. Questi soggetti però, anche se sono entrati con pessimo tempismo con 18 miliardi di dollari a fine 2007 nel capitale di banche americane e svizzere, sono tenuti in un angolo in quanto non offrirebbero sufficienti garanzie (in ragione soprattutto della provenienza della gran parte di loro, da paesi arabi e/o islamici).
Lo stato della finanza pubblica subirà un peggioramento dovuto al deteriorarsi del rapporto indebitamento pubblico PIL che negli USA supererà nel 2009 per la prima volta i 1.000 miliardi di dollari aggravando ulteriormente il deficit federale giunto a 400 miliardi di dollari cioè a meno del 3% del PIL, e ciò non promette nulla di buono per quanto riguarda la riduzione fiscale.

Certamente questa non è la crisi del capitalismo ma solo di un certo sfrenato e squilibrato capitalismo fatto per favorire pochi attori (top management delle grandi aziende) che avrebbe fatto storcere il naso a tutti i liberisti classici, un tale modello non ha infatti prospettive di sostenibilità nel lungo periodo ed è carente gravemente dal punto di vista dei controlli. Il sistema economico ha infatti bisogno di equilibri e non può certo limitarsi al laissez faire che nessuno ormai teorizza più, bisognerà approfittare di questa circostanza per accelerare le riforme stabili nel tempo e creare quelle autorità globali sovranazionali che possano agire in questi casi, perchè il lato pubblico - anche questa crisi l'ha dimostrato - è assolutamente indispensabile per il libero mercato, a patto ovviamente che faccia il suo. Sempre più spesso si parla di una nuova Bretton Woods, il dibattito che si sta aprendo al riguardo non verterà perciò se sia accettabile o meno l'intervento stabile dello stato ma sui rapporti che dovranno avere i vari attori del mercato: FMI, le banche, gli analisti, gli hedge funds, i controllori e le agenzie di rating.
http://www.toptrader-mag.com/ttm/crisi-finanziaria-globale-stato-difende-mercati

 

tontolina

Forumer storico
e i sindacati italiani?
che schifo! della stessa pasta dei politicastri!


In Italia, quando l'inflazione era al 27% e vigeva la scala mobile, la classe operaia stava benissimo e pareva chiamata ad alti destini. Non appena chi diceva di rappresentarla si è adeguato alla "compatibilità", alla "concertazione", al "patto tra produttori", l'inflazione è scesa, però a prezzo di un indebolimento economico e politico della classe operaia che preludeva al suo disfacimento. Gli autori del crimine hanno un nome: CGIL-CISL-UIL. La prima è caduta nel ridicolo. Snobbata dalle altre due confederazioni, oggi non è nemmeno ammessa ai tavoli di trattativa. Si è formata una nuova "triplice", CISL-UIL-UGL (la ex Cisnal). Dal centro"sinistra" alla destra tout court. Restino sacrosanti i fischi che, nel 1977, accolsero Luciano Lama all'università La Sapienza di Roma. Osava presentarsi a proporre la fine della rivolta, o la sua canalizzazione istituzionale, contro un ordine che, prima che ingiusto, è un condensato di follia.

ratto da

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5192
 

tontolina

Forumer storico
[FONT=arial,elvetica] iTraxx Europe vicino ai massimi per timori di recessione mondiale[/FONT] [FONT=arial,helvetica]Di BlueTG.it

[/FONT][FONT=arial,helvetica]Il costo di assicurarsi contro il rischio di insolvenza di qualche azienda quotata continua a salire in Europa, in parallelo al crescere dei timori relative alla portata della recessione mondiale. [/FONT][FONT=arial,helvetica]Così, come notava anche l’agenzia Bloomber oggi pomeriggio, in giornata l’indice Markit iTraxx Europe (giunto ormai alla decima emissione) che copre i Cds di 125 società europee “investment-grade” è salito di altri 9 basis point a quota 195 dopo aver ritoccato come già ieri la quota record di 198.
[/FONT]


[FONT=arial,helvetica]I Credit-default swap ( Cds) sono contratti che vengono utilizzati per difendere i creditori dal rischio di insolvenza dei propri debitori e dietro il pagamento di un premio prevedono il pagamento a favore dell’acquirente di un valore nominale, rispetto ad obbligazioni sottostanti o all’equivalente in contanti, nel caso il debitore ometta di onorare i pagamenti sul debito. Più cresce dunque l’indice (e in generale i Cds) maggiore è il premio/costo necessario per proteggersi dall’ipotesi di fallimento. [/FONT]
[FONT=arial,helvetica]Nel caso di un contratto Credit-default swap destinato a proteggere l’equivalente di 10 milioni di dollari di debito sottostante per la durata di cinque anni, la variazione di un basis point corrisponde a mille euro di variazione del controvalore, come ricordava anche Bloomberg, aggiungendo che secondo le ultime stime di UniCredit (Milano: UCG.MI - notizie) vi è al momento il 35% di possibilità che si registri una depressione mondiale visto il deteriorarsi del mercato del lavoro e il crollo della fiducia dei consumatori in tutto il mondo. (l.s.)[/FONT]
 

tontolina

Forumer storico
Cds, sale il rischio sui bond italiani. Spread Btp-Bund a 126 punti base - 04/12/2008

La conseguenza è che il costo per la protezione del rischio sugli investimenti in titoli italiani è schizzato negli ultimi tre giorni del 27%

Scatta l'allarme-speculazioni sui Cds italiani e sullo spread di rendimento tra Btp e Bund tedeschi. Il gap tra i titoli di Stato dei due Paesi era pari, ieri, a 126 punti base, con le obbligazioni italiane che perdevano il 4,29% contro il 3,025% di quelle tedesche.
A riferirlo, questa mattina, è il quotidiano Mercati Finanziari, che spiega anche come il mercato dei Credit default swap stia subendo un'impennata, nella prospettiva di un aiuto governativo a supporto del sistema bancario. «E chi vende questa protezione - si legge nell'articolo - a sua volta vuole coprirsi le spalle. Come? Vendendo Btp e comprando Bund». La conseguenza è che il costo per la protezione del rischio sugli investimenti in titoli italiani è schizzato negli ultimi tre giorni del 27%. In altri termini, assicurarsi contro il rischio di default dell'Italia, per un investimento di 10 milioni di dollari, costa quasi 180 mila dollari. Un dato che rimane ben lontano dal 40% di Paesi ad alto rischio come l'Argentina, ma la cui impennata equivale comunque ad un segnale della crescente diffidenza dei mercati nei confronti del sistema-Italia. Stesso discorso vale anche per i Cct a lungo termine, il cui rendimento si è allineato a quello dei Btp.
Anche il quotidiano Finanza & Mercati si sofferma sulla notizia, pubblicando una tabella che riassume il rischio Paese nell'Europa a 15.
 

tontolina

Forumer storico
La gabanelli fu la prima giornalista a mettere il dito nella piaga sull'indebitamento dei Comuni e delle regioni attraverso i derivati
Ora i CDS sono diventati famosi e ormai tutti sanno casa sono e a cosa servono

pertanto segnalo un bell'articolo preso da


http://icebergfinanza.splinder.com/post/19676096/CREDIT+DEFAULT+SWAPS...GAME+OV



doktora-gameover.jpg

In un mondo irreale, dove la demenzialità creativa finanziaria ha osato sfidare le leggi della gravità, Warren Buffet li ha denominati "armi di distruzione di massa " , si i derivati l'immenso oceano di derivati che come tanti piccoli iceberg oggi si muovo nella Madre di tutte le crisi finanziarie della Storia.
Si armi di distruzione di massa...che la stessa Berkshire Hathaway corazzata di proprietà Buffet ha utilizzato in questa guerra non convenzionale 1,6 miliardi di dollari di perdite comparse nel recente bilancio ad opera di questi graziosi ordigni non convenziali alla sostenibilità finanziaria, per una riduzione di utile pari al 64% complessivo.
Cifre da apocalisse, rigorosamente "over the counter " che potrete rivedere in un immenso CASTELLO DI CARTA......ha incominciare dai Credit Default Swaps arme letali che debbono ancora essere disinnescate.
Cosa sia un Credit Defaul Swap ce lo dice Wikipedia......
Il credit default swap (CDS) è uno swap che ha la funzione di trasferire l'esposizione creditizia di prodotti a reddito fisso tra le parti. È il derivato creditizio più usato. È un accordo tra un acquirente ed un venditore per mezzo del quale il compratore paga un premio periodico a fronte di un pagamento da parte del venditore in occasione di un evento relativo ad un credito (come ad esempio il fallimento del debitore) cui il contratto è riferito. Il CDS viene spesso utilizzato con la funzione di polizza assicurativa o copertura per il sottoscrittore di un'obbligazione. Tipicamente la durata di un CDS è di cinque anni, sebbene essendo un derivato scambiato sul mercato over-the-counter è possibile stabilire qualsiasi durata.
Come scrive Fabrizio Galimberti in un suo articolo sul Sole 24 Ore il problema è che i CDS possono essere comprati da chiunque non possiede il titolo da "assicurare" e venduti anche da chi non ha il capitale necessario a pagare in caso di default.
Credo che molti di Voi ricordino la "fiaba delle Monolines" veri e propri fantasmi finanziari, " Dead Mans Walking " società che dietro un premio assicurativo concedevano il privilegio di fregiarsi della propria solvibilità, rating AAA anche alle aziende zombie o la famigerata AIG colosso assicurativo che assicurava i crediti di clienti di grandi banche europee per un cifra che sfiorava i 500 miliardi di dollari....
CDS titoli che servono ad esprimere un giudizio di diffidenza o fiducia nei confronti di una azienda, ma le modalità con cui questo giudizio viene espresso in punti base anno per 10 mila di capitale assicurato e sopratutto la facilità con cui un guidizio negativo in mercati spesso illiquidi e sottili, può trasformarsi da palla di neve in valanga garantendo che questi particolari derivati costituiscono fra i giocattoli della nuova finanza un balocco particolarmente pericoloso prosegue Galimberti.
Il fatto che i mercati siano spesso illiquidi e sempre non regolamentati come quello dei CDS scambiati rigorosamente " Over the Counter " è aggravato dall'enorme stazza di questo mercato che ognuno di Voi ben conosce, visto il castello di carta che abbiamo visitato.
Ora l'irrazionalità di questo mercato è nelle stesse parole di Galimberti che si chiede che senso abbia assicurarsi contro il default del tesoro americano visto che se gli Stati Uniti andassero in bancarotta, il tutto travolgerebbe l'intero sistema finanziario mondiale e chi dovrebbe onorare i propri impegni non potrebbe farlo e chi dovrebbe essere rimborsato non potrebbe vedere onorata la sua assicurazione.
....sarebbe interessante vedere chi rimarebbe a pagare e chi a riscuotere i danni.


Non di meno interessante ed affascinante è osservare che i CDS sul rischio paese Italia sono superiori a quelli delle grandi banche italiane.......ma la mia domanda è la seguente: sbaglio o nel caso estremo dovrebbe essere lo Stato Italiano a salvare il sistema finanziario italiano?
Tralascio il riferimento ad altri CDS e la loro comparazione ma ricordo a tutti che nella sala comandi della Play Station Finanziaria alcuni "monelli" si divertono ad utilizzare la joystick con doppia leva, un effetto combinato da allarmi creati ad arte tramite i CDS e vendite allo scoperto che prima o poi se qualcuno non stacca la corrente porteranno ad un immenso GAME OVER globale!
 

tontolina

Forumer storico
da http://www.valori.it/italian/finanza-globale.php?idnews=827

Usa, Credit Swaps: arriva la proposta rivoluzionaria - 29/01/2009

Scambio di Credit default swaps limitato ai detentori del sottostante e transazioni over the counter consentite solo in presenza di una cassa di compensazione (clearing house)...

Scambio di Credit default swaps limitato ai detentori del sottostante e transazioni over the counter consentite solo in presenza di una cassa di compensazione (clearing house).

E' la proposta, autenticamente rivoluzionaria, avanzata in questi giorni al Congresso Usa in via ancora informale dal deputato del Minnesota e presidente dell'Agriculture Committee Collin Peterson. Secondo l'agenzia Bloomberg, l'eventuale approvazione del provvedimento potrebbe dare un colpo decisivo a un mercato da 29 mila miliardi di dollari.



Protagonisti del mercato dei derivati, i Credit Default Swaps (CDS) sono utilizzati formalmente come assicurazioni contro il fallimento. Nella teoria i sottoscrittori di obbligazioni o gli emittenti stessi acquisiscono questi titoli da società terze scaricando su queste ultime (dietro al pagamento di un interesse) l'onere di coprire le perdite in caso di fallimento.

Ma emittenti e detentori di bond (ovvero i possessori del sottostante) finiscono per rappresentare una quota marginale (il 20% secondo Eric Dinallo, sovraintendente del New York Department of Insurance) dei soggetti del mercato. I Cds vengono infatti continuamente scambiati dagli scommettitori al ribasso generando una crescita ipertrofica del mercato stesso e una spirale speculativa capace, paradossalmente, di determinare la stessa ondata di default che si sarebbe voluta scongiurare.
Alla proibizione di questa sorta di after market si accompagnerebbe, secondo la proposta di Peterson, l'introduzione di un sistema di clearing house (ovvero l'istituzione di una cassa deputata a garantire i debiti) per l'intero mercato dei derivati scambiati al di fuori del circuito borsistico.

Verrebbe così preso di mira il cosiddetto mercato Over the Counter (OTC), una piazza virtuale immensa e sregolata il cui valore nell'intero settore dei derivati ammonterebbe oggi all'astronomica cifra di 684 trilioni di dollari. Un valore del tutto ipotetico e non liquidabile visto che il prodotto interno lordo del pianeta ne compensa appena 1/10.
Impegnato a Davos per il World Economic Forum, il commissario UE per i servizi finanziari Charlie McCreevy si è detto contrario alla proposta di Peterson limitatamente alla regola ferrea del sottostante dichiarandosi, però, favorevole alla creazione di una clearing house per il mercato OTC.
 

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