bell'articolo della Gabanelli

A mio parere è decisamente il miglior programma di informazione da qualche anno a questa parte. :up: :violino:
 
tontolina ha scritto:
TESORO: 525 ENTI LOCALI CON 1 MLD DERIVATI, E'FENOMENO AMPIO
(ANSA) - ROMA, 24 OTT - Ci sono in Italia circa 525 enti
territoriali che hanno stipulato in complesso 900 contratti per
operazioni finanziarie su derivati per un complesso di oltre 1
miliardo di debiti. Sono questi gli ultimi dati elaborati dal
ministero dell'Economia e trasmessi in Parlamento per rispondere
ad alcune interrogazioni parlamentari che esprimevano
preoccupazione per l'utilizzo da parte degli enti locali di
questi strumenti per il pericolo di "contagio" che potrebbe
derivarne dalla crisi dei mutui subprime.
"La distribuzione di questo fenomeno è piuttosto ampia -
afferma il ministero dell'Economia nella risposta consegnata dal
sottosegretario Massimo Tononi - Finora risultano aver concluso
operazioni derivate 17 regioni, 45 province, 459 comuni e 4
comunità montane, per un totale di 525 enti
".
Il Tesoro, che nella risposta alla interrogazione spiega le
novità introdotte negli ultimi due anni per monitorare il
fenomeno ed evitare abusi, annuncia che sta elaborando ulteriori
dati: "Data la numerosità del campione e la complessità del
lavoro richiesto per procedere ad una puntuale verifica delle
singole posizioni, un elenco più dettagliato per ente potrà
essere predisposto solo successivamente, in seguito ad ulteriori
elaborazioni".(ANSA).


TESORO:DERIVATI ENTI LOCALI;CAMPANIA-PIEMONTE LE PIU'ESPOSTE
(ANSA) - ROMA, 24 OTT - E' la Campania la regione con la
maggior esposizione degli enti locali in prodotti finanziari
derivati. Segue subito dopo il Piemonte. Nelle due regioni, che
distanziano con una esposizione doppia tutte le altre, è stato
stipulato il 45% dell'ammontare dei prodotti derivati di tutta
Italia.
E' quanto emerge dai dati elaborati dalla Centrale Rischi
della Banca d'Italia e consegnati in Parlamento dal ministero
dell'Economia in risposta ad alcune interrogazioni sugli enti
locali derivati. Le informazioni, aggiornate ad agosto 2007,
riguardano gli impegni degli enti locali sui soli istituti
italiani e mancano dati sui contratti stipulati da banche estere
tramite filiali non residenti in Italia.
Su un totale di 1.055 milioni di debito da derivati, la
Campania svetta con 261 milioni (un quarto del totale), con il
Piemonte poco distante a 219 milioni di euro. Ampio il distacco
con il terzo e il quarto posto nel quale si piazzano gli enti
territoriali della Lombardia (89 milioni) e della Puglia (81
milioni). Seguono Lazio (72 milioni), Sicilia (69 milioni) e
Calabria (59 milioni).
(ANSA).

TESORO: DERIVATI ENTI LOCALI;BENVENUTO,SERVE INDAGINE SENATO
(ANSA) - ROMA, 24 OTT - Una "situazione preoccupante" che
richiede "interventi nella legge Finanziaria" e sulla quale
servono "dati completi" relativi anche alle banche estere. Il
presidente della Commissione Finanze del Senato, Giorgio
Benvenuto, commenta così i dati forniti in una risposta ad un
question time in commissione da parte del ministero
dell'Economia sull'impiego da parte degli enti locali di
prodotti finanziari derivati. E annuncia la possibile apertura
di una indagine congiunta con la commissione Bilancio del
Senato.
"La situazione dei derivati utilizzati dagli enti locali è
preoccupante - afferma Benvenuto - I dati forniti dal
sottosegretario Tononi sono incompleti perché mancano quelli
riferiti a crediti e derivati stipulati da banche estere tramite
filiali e filiazioni non residenti in Italia. E pongono, anzi
impongono, una riflessione che preveda interventi nella legge
Finanziaria".
La commissione Finanza - spiega Benvenuto - "non esclude di
approfondire la questione con la commissione Bilancio per
svolgere una specifica indagine congiunta".(ANSA).
pure Buffett , Soros, Rossi
hanno parlato appunto dei famiferati CDS
dichiarandoli armi di distruzione di massa


ne vedremo delle "belle"

Ora tutti i giornali finanziari ne parlano (poco ma ne parlano)

Ma il merito della Gabanelli è quello di essere stata la prima
eravamo agli inzi di ottobre e si cominciava a parlare dei mutui americani subprime
ma nessuno ancora sapeva del grave problema dei Credit Default Swap rifilati dalle grosse banche ai comuni italiani e non capivamo bene la gravità della situazione


certo... ha focalizzato l'attenzione sull'italia e non non su tutti i 45 miliardi che circolano nel mondo
 
anche nei democratici e trasparenti USA
i veri giornalisti hanno grosse difficoltà a fare informazione
http://www.prisonplanet.com

BILDERBERG
Bilderberg 2008 - Emergenza per allarme fuoco



I fantasmi hanno infestato il Marriott Hotel all'inizio dell'incontro fra i Bilderberg.
I due giornalisti Tucker e Jones vengono seguiti e interrogati dall'FBI appena scoppia un falso allarme antincendio, interrompendo la trasmissione radiofonica in atto 'Coast to Coast'.

I fantasmi sono scesi insieme agli agenti dell'FBI e ai poliziotti del Marriott hotel nel Chantilly Virginia a scrutinare Jim Tucker e Alex Jones in quanto l'incontro dei Bilderberg 2008 è in corso oggi, senza che nemmeno venga menzionato dai giornali o media nella società americana.

Immediatamente prima di andare in onda a livello nazionale nella trasmissione radiofonica 'Coast to Coast' trasmessa ieri sera, uno spettacolo che vanta circa 16 milioni di ascoltatori, Alex Jones è stato interrotto da un falso allarme incendio che lo ha costretto a lasciare l'hotel.

"So che si tratta di una messa in scena, sincronizzata in perfetto orario …. esattamente nel momento in cui il telefono cellulare ha squillato, l'allarme è partito …. vogliono utilizzare questo per mandarci via di qui", ha detto Jones al moderatore George Noory.

Jones ha aggiunto che 30 minuti prima dell'intervista è stato anche fermato da una guardia di sicurezza che gli ha detto di smettere di filmare e ha fatto un bizzarro commento, fuori contesto, con riferimento ad un allarme antincendio.

"Si tratta di una sorta di messa in scena, questi b-tardi ci han pedinato e han fatto un commento su un incendio, noi arriviamo qui e il telefono diritto squilla e come il telefono squilla, l'allarme è partito", ha detto Jones.

Jones ha anche detto che gli agenti dell'FBI, nel corso di un confronto nel ristorante dell'albergo, li hanno interrogati se fossero al corrente di una qualche "pianificazione violenta".

"Ci sono agenti e spie ovunque …. ovunque noi andiamo veniamo seguiti …. ci interrogano buttandoci le domande in faccia", ha detto Jones, che è stato anche detenuto e interrogato nella precedente riunione dei Bilderberg nel 2006 a Ottawa in Canada.

"Tutto ciò che stiamo cercando di fare è di osservare il Primo Emendamento, noi siamo reporter, ed è nostro diritto, quando 120 capi mondiali si fan vedere, di scoprire che cosa c'è di nuovo", ha aggiunto.

Dal momento che i media aziendali degli Stati Uniti hanno rifiutato di pronunciare anche una parola sui 125 agenti del potere che si riuniscono in segreto per discutere il futuro del pianeta, non è solo un dovere, ma è anche una necessità per i media alternativi per poter riempire il buco lasciato dai media ufficiali americani, nel mantenerci informati su ciò che si svolge questa settimana in Chantilly.

Se 125 stelle del cinema avessero prenotato un hotel, fossero arrivati in lussuose limosuine con vetri in tinta scura e si fossero riuniti in segreto, pensate che i media ufficiali della società sarebbero interessati a scoprire ciò per cui erano lì per discutere?

Eppure 125 Delegati dell'Amministratore della CEO, filantropi estremamente influenti, capi di Stato, funzionari della NATO, direttori accademici, appuntati bancari, e reali europei - quelle stesse persone che modellano il destino del mondo - possono incontrarsi insieme per tre giorni senza che un unica segnalazione venga fatta dai media aziendali negli Stati Uniti.

Sicuramente non leggerete queste informazioni nel Washington Post, nel New York Times o nel giornale di Wall Street, dal momento che i redattori di questi tre giornali sono tutti membri dei Bilderberg.

Questo è il motivo per cui Tucker e Jones sono costretti a subire molestie e controlli quasi ogni anno solo per riportare l'evento - perché non uno dei principali media osa rompere i suoi ranghi con i loro proprietari dell'élite e si impegnano per un vero giornalismo investigativo.
 
tontolina ha scritto:
ricordatevi che i pescecani hanno rifilato alle nostre amministrazioni locali:comunali e provinciali [leggi MORATTI e FORMIGONI e aggiungi suore e preti)
una marea di CDS

IL PROSSIMO PASSO
LO TSUNAMI FINANZIARIO NON E' ANCORA AL CULMINE

http://mercatoliberonews.blogspot.com/2008/06/il-prossimo-passo.html
finalmente qualcosa si muove
Hanno notato che in Usa arrestano i banchieri corrotti e speculatori
vediamo se in italia si riesca ad ottenere almento l'annullamento dei contratti truffaldini ai danni di comuni-province-suore e preti
27/06/08
Perquisite le sedi italiani di UBS, J.P. Morgan-Chase, Deutsche Bank e Depfa
venerdì 27 giugno 2008
Perquisite le sedi italiani di UBS, J.P. Morgan-Chase, Deutsche Bank e Depfa, indagate per truffa aggravata ai danni del Comune di Milano!

http://mercatoliberonews.blogspot.com/2008/06/perquisite-le-sedi-italiani-di-ubs-jp.html

ULTIMA ORA
La Guardia di Finanza ha eseguito ieri perquisizioni nelle sedi milanesi e romane di quattro banche estere operanti in Italia nell'ambito di una inchiesta della Procura di Milano che vede indagati dieci dirigenti e le stesse quattro banche, UBS, J.P. Morgan-Chase, Deutsche Bank e la fracese Depfa, con l'ipotesi di rato di truffa aggravata ai danni del Comune di Milano per una vicenda che riguarda contratti derivati rinegoziati più volte dalle banche, vicenda sulla quale un consigliere comunale dell'opposizione, con un brillante passato nella affiliata italiana di una banca estera, ha presentato il 9 maggio scorso un dettagliato e circostanziato esposto che, secondo le dichiarazioni degli inquirenti, si è soltanto inserito su una indagine già in corso.

 
bello anche l'articolo
27 giugno 2008
La nostra risposta ai banchieri di oggi e di domani

http://etleboro.blogspot.com/search/label/rete

quelli di questo sito stanno infastidendo le banche falsarie

La loro indiscussa posizione di invulnerabilità comincia a cedere e le prime schermaglie sono già visibili: molti gruppi bancari attraversano gravi difficoltà, con svalutazioni di milioni di dollari di capitali, alcune sono molto vicine al fallimento e alla bancarotte, mentre si assiste già a veri fenomeni di cannibalismo. Société Generale, UBS, Bear Stearn, solo alcuni esempi delle conseguenze dei reciproci attacchi interni allo stesso settore bancario. Le Istituzioni finanziarie stanno cercando di bloccare la fuoriuscita di informazioni, tamponando almeno superficialmente la crisi con arresti ed inchieste. La retata di Wall Street, ha inaugurato la stagione della caccia alla frode in ogni Paese europeo, nel tentativo di ridare fiducia al mercato finanziario ormai persa. Basti pensare che oggi i militari del nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano hanno perquisito gli uffici di Deutsche Bank, Ubs, Gp Morgan, Depfa Bank, nell'ambito dell'indagine contro la truffa aggravata ai danni del Comune di Milano per i contratti su derivati.

Queste sono solo alcuni effetti di un processo inevitabile prima che l’intero sistema arrivasse al collasso. In tale processo ha avuto un ruolo importante la stessa pubblicazione e denuncia dell’esistenza sul mercato di titoli utilizzati da grandi banche ma assolutamente falsi: ad ognuno di esse corrisponde infatti centinaia di migliaia di dollari di capitalizzazioni e di investimenti che vanno in fumo. Stiamo parlando dei titoli Petrobras, venduti da fantomatici brokers e presi in custodia da banche come la Ubs Bank all’interno delle sue securities. Stiamo parlando di garanzie bancarie che circolavano presso fiduciarie svizzere, emesse a nome di Gazprombank per un valore totale di oltre 700.000.000 di euro che si sono rivelate assolutamente false.
 
L'onda lunga della crisi in Italia: a rischio fallimento 600 enti locali

Fonte: http://www.liberazione.it/
La crisi finanziaria, il crunch da insolvibilità ce l'abbiamo in casa per almeno 8 miliardi di euro nelle casse degli enti locali, con rischi di dissesto e bancarotta. Forse nelle casse dello Stato (anche se Tremonti smentisce e Bankitalia smorza l'allarme). Non è una denuncia. E' una certezza che emerge da dati ufficiali e da elaborazioni di un ex-banchiere che da tempo denuncia il rischio default da derivati per Comuni, Regioni e Province e che per la seconda volta si è spinto a denunciare alla magistratura banche internazionali per truffa aggravata.
L'uomo si chiama Davide Corritore e oggi è consigliere comunale a Milano (per il Pd). E fino a pochi anni fa è stato un brillante manager di Citibank - il cuore della finanza Usa dove si sono fatti le ossa gran parte di quelli che contano nel mercato - e poi amministratore delegato dei fondi di gestione del risparmio di Deutsche Bank. E' stato anche consulente economico di Prodi nel primo governo dell'Ulivo. Uno che sa di cosa parla e lo fa con calma, dati, cifre, cautela. Ma l'effetto è devastante.

«Il dato ufficiale del Tesoro a fine 2007 parla di 36 miliardi di euro di derivati in essere per poco meno di 600 enti locali». Con precisione: 18 regioni su 20, la metà delle province e 500 comuni da piccolissimi a 50 capoluoghi. Praticamente tutta Italia.
«Una stima attendibile, su un'indagine campionaria che ho condotto con l'ausilio di dati verificati in decine di Comuni e qualche Provincia, mi fanno stimare con una certa sicurezza un valore negativo dei contratti market to market per l'insieme delle amministrazioni tra gli 8 e i 10 miliardi di euro». Quasi una finanziaria che grava come una minaccia sul funzionamento di città, regioni, province che se volessero uscire dalla trappola dei derivati dovrebbero vendere sul mercato i contratti registrando nei bilanci la perdita fin qui accumulato. E la stima è probabilmente datata, perché intanto precipita la crisi finanziaria globale. Rapidamente. Ogni paio d'ore una novità.

Ma il momento della verità sui conti delle amministrazioni locali arriverà presto. A dicembre.
Con l'obbligo sancito dall'ultima finanziaria Prodi di presentare una nota integrativa ai bilanci dei Comuni per rendere pubbliche le operazioni in essere e la loro valutazione di mercato: «Allora emergeranno le perdite e ci saranno gli obblighi di accantonamenti». Gli impatti finanziari saranno grandi. Ne va del funzionamento di molte amministrazioni.

Così a Milano, Corritore insieme agli altri consiglieri comunali del Pd, ha bussato più volte alle porte della Procura per denunciare il suo ex-datore di lavoro, Deutsche Bank, insieme a JP Morgan, Depfa Bank e Ubs e chiede l'impugnazione dei contratti (vedremo come), ma l'ex-finanziere sta seguendo molti altri casi.
Lo cercano dalla Toscana alla Puglia per valutare le perdite, studiare i contratti e trovare una soluzione. D'altronde, non esiste ancora un pronto intervento crisi, anzi, fanno tutti finta di niente. Nonostante le denunce giornalistiche (Report su tutti) e vari esposti di Comuni.

Si minimizza.

«Con le elezioni amministrative nel 2009 per 70 province e una valanga di comuni, capisco anche un certo interesse bipartisan a tenere bassa la stima e il tema. Ma il rischio è davvero serio».
E si perde tempo preziosissimo per intervenire. Ma come? Anche perché hai voglia a dire, vendiamo il contratto, registriamo la perdita e non pensiamoci più. Uscire da questi contratti è quasi impossibile, «si è come ingabbiati, vorrebbe dire ripianare tutte le perdite (tanto per fare un esempio, fanno 400 milioni di euro per un grande Comune come Milano, centinaia di migliaia per piccoli Comuni come Baschi, 2700 anime vicino a Perugia che pochi mesi fa denunciava a Report una perdita di 250mila euro).

«Si parla giustamente molto dell'insolvibilità del Comune di Catania, ma qui siamo al rischio bancarotta per molte realtà, un dissesto silente, e anche per chi potesse pagare significherebbe spesso il blocco delle attività, delle decisioni di spesa».
E quindi che fare? «Noi abbiamo scelto la strada di denunciare le commissioni occulte delle banche, un sovrapprezzo non chiaramente determinabile dai contratti, che vale secondo una stima prudenziale tra i 2 e 3 miliardi di euro, in buona parte realizzati all'estero».

Cioè lei mi sta dicendo che le banche che hanno proposto questi derivati alle amministrazioni locali italiane, se gli è andata male, hanno guadagnato due miliardi di euro? «Esattamente».

«Quindi una delle prime cose da fare è un esposto per truffa aggravata alle procure. Ed è quello che abbiamo fatto a Milano che è un caso di scuola e creerebbe in sede di giudizio un precedente importante».

A Milano, il Comune ha sottoscritto il più grande contratto di interest rate swap d'Europa, 1,7 miliardi di euro, contraenti le cinque banche internazionali di cui sopra. Un'operazione davvero speciale. Talmente speciale che alla firma del contratto, il 27 giugno del 2005, le banche avevano già incassato 100 miliardi delle vecchie lire di plusvalenza, «una profittabilità mostruosa anche per il mondo della finanza, un caso incredibile». Come? «L'operazione era venduta al Comune più cara rispetto al prezzo di mercato». E in tre anni hanno raddoppiato. E il Comune cosa ha ricevuto? 100 milioni di euro di liquidità di cui l'ex sindaco Albertini si è vantato per anni. Solo che ora i suoi successori si ritrovano con 400 milioni di euro di perdita. Una bella eredità tutta interna al centrodestra.

Con qualcosa di malefico e probabilmente di rilevanza giudiziaria. Nel bando di gara, infatti, erano specificati i costi evidenti ovvero i guadagni delle banche a priori, quelli indipendenti dalla variabilità dei tassi: 170 mila euro. Ma secondo le stime presentate nell'esposto in Procura da Corritore, sarebbero invece oltre 100 milioni di euro. Una bella differenza, già pagata dai cittadini milanesi.
«Direi, dei profitti ingiusti che evidenziano un danno per il Comune di Milano».
Tanto per chiarire, la battaglia di Corritore non è solo d'opposizione, perché ci sono pezzi della maggioranza di centrodestra che vogliono vederci chiaro, che non vogliono caricarsi un indebitamento insostenibile.
«Siccome giuridicamente il danno deve essere certo, non potevamo imputare le perdite su mercato ancora non registrate dalla chiusura del contratto, perché il contratto è aperto. Quindi abbiamo denunciato un danno certificabile e verificabile, il sovraprezzo».
E il Comune ha fatto qualcosa per evitarlo? Ha nominato un terzo ente per verificare e garantirsi sulle condizioni contrattuali? Risponderà il giudice Robledo sul cui tavolo è deposto il dossier. E a tutti gli altri ci penserà la Corte dei Conti se si evidenzierà un danno erariale».

Alla fine a chi verrà chiesto il conto? Ad amministratori, sindaci, assessori, funzionari... «Rischia di essere un'onda giudiziaria se non si interviene in tempo...».

Ma dopo le denunce di Report e altri media, dopo le verifiche di molti consigli comunali che nemmeno sapevano di aver sottoscritto questi strumenti finanziari, alcune amministrazioni dicevano solo pochi mesi di averci gadagnato? «Credono di averci guadaganto perché hanno avuto a disposizione nei primi anni della liquidità, l'anticipo che viene scalato nel tempo.
Ora sono quasi tutti in grande sofferenza per l'esposizione sui tassi d'interesse, perché all'interno di questi contratti ci sono tipologie estremamente complesse di meccanismi di leva, effetti che fanno moltiplicare per due o per tre il danno, strumenti incomprensibili per operatori non più che professionali».

E quindi? «Le operazioni dei comuni sono per più dell'80% in perdita». E infatti molti, per fortuna non tutti, alle prime avvisaglie sono corsi ai ripari con un altro strumento finanziario al centro della crisi mondiale: i Credit Default Swap . Dalla padella nella brace. In sostanza, hanno stipulato un'assicurazione con le banche sull'insolvenza della Repubblica italiana. Si, avete capito bene. Le perdite nominali se le accolla la banca e il Comune assicura che lo Stato non fallirà. Ha un costo ovviamente.
Ma soprattutto ha una sua completa illogicità. Corritore lo spiega con un esempio: «L'Argentina è uno dei casi più celebri di default di un paese», lo sanno bene i detentori dei famosi tango-bond, le obbligazioni di Stato per anni al centro di un contenzioso internazionale, «ecco, immaginate se ci fossero stati i Credit Default Swap sarebbero falliti pure i comuni, uno dietro l'altro. E' chiaro che gli enti locali usano strumenti impropri, non consoni e che non c'entrano con la loro missione istituzionale».

Sarà un caso ma in Germania e in Austria, esistono problemi simili che saranno proprio risolti così: vietando. Per prima l'ha fatto l'ultraliberista Gran Bretagna e non da oggi. E' del 1991 la sentenza della Camera dei Lord 1991 che recita "gli swap sono essenzialmente metodi speculativi per finanziarsi pertanto queste transazioni sono nulle". Vietato speculare per gli enti locali. Non è il loro mestiere, non è eticamente consono. Peccato che si è sempre e solo liberisti quando convenga. E qui non è convenuto per nulla.

A meno che i tassi d'interesse comincino a scendere e allora i Comuni tornerebbero a guadagnare.
E qui entra in ballo la crisi americana, quella del sistema.
Corritore mostra una tabellina ritagliata dal Finacial Times dell'altroieri, due grafici uno che sale, l'altro che scende.
«Guarda cosa è successo in soli quindici giorni, il tasso interbancario americano sale di quasi un punto, quello dell'offerta di liquidità della Fed scende oltre il muro dell'1% di tasso d'interesse. Sai cosa vuol dire? Che le banche hanno paura di prestarsi soldi, non si fidano le une delle altre, mentre le banche centrali provano a tranquillizzare il mercato con iniezioni di credito pubblico sempre più favorevole». Morale: chi ha scommesso sulla variabilità dei tassi ha sbagliato scommessa (è il caso dei nostri Comuni).

Perché la crisi morde proprio il credito, la disponibilità di denaro, di cui i tassi d'interesse sono l'espressione.
Le banche centrali continuano a immettere liquidità.
Ma la sfiducia, la paura sale. E soprattutto si è impadronita dell'architrave del sistema economico: le banche. Figurarsi i mercati. Gli ultimi ad accorgersene sono i risparmiatori che poi corrono agli sportelli... «Ma la crisi la stiamo già pagando, proprio così. Perché i rischi sono stati trasferiti sulle famiglie, sui servizi e sulla società tutta. In Italia succede con l'iperfinanziamento dei Comuni sui derivati, mentre negli Usa la crisi è da ipeerfinanziamento delle famiglie». C'è differenza? Notevole. «Negli Usa le banche sotto la spinta delle autorità monetarie e di governo hanno cominciato a prestare mucchi di soldi a cittadini al di sotto della soglia di rischio. Questo significa subprime . Al di sotto della graduatoria a cui si concedono normalmente i premi assicurativi. Hanno finanziato la fascia più bassa della popolazione. E siccome in America i mutui sono sul 100% del prezzo immobiliare, crescevano i valori, che venivano rifinanziati per la parte rivalutata e così via. Intanto si costruivano case, l'economia era su di giri, ma in realtà cresceva l'indebitamento delle famiglie. Le banche d'affari, intanto, dividevano i mutui rischiosi mescolandoli ad altri prodotti finanziari, splittandoli in tante proposte di investimento diverse e miste. Per questo è difficile trovarli, il rischio è stato diluito grazie a una sofistificazione dei desk operativi delle banche d'affari difficile da capire anche per chi doveva controllare. Quando è cominciato il default, è partito il contagio». Anche in Italia, dove aspettiamo ancora di sapere gli effetti reali della crisi subprime. Così come quelli dei Credit Default Swap o anche degli stessi derviati dei comuni, quelli sugli interessi. Il Tesoro ha contratto interest rate swap ? Ci sono sofferenze dirette anche per le casse dello Stato? Il dubbio non è peregrino.

E comunque la responsabilità politica di chi è? «Prima di tutto del governo in carica dal 2001 al 2005 che ha autorizzato questo scempio» (anche se non dovremmo mai tacere della comune identità di vedute di chi ha governato Ulivo e ora Pd, sulle sorti progressivi del liberismo temperato). Robin Hood Tremonti allora era l'uomo della finanza creativa e varò una normativa che concedeva ai comuni di sottoscrivere derivati, senza limiti. Non solo per operazioni di copertura dei rischi finanziari, ma piena libertà. Le banche, soprattutto quelle internazionali, ringraziano e sguinzagliano in giro centinaia di promotori che hanno cominciato a battere gli enti, dai più piccoli alle Regioni, per offrire liquidità e possibilità di guadagno nel tempo. Una bella proposta no? Ancor più quando le risorse per gli enti locali vengono ridotte ad ogni finanziaria, quando si va verso "l'autonomia" delle amministrazioni.
Meno Stato più mercato. E via libera a contratti che davano liquidità immediata in cambio di un rischio spirale che puntualmente è arrivato. Provate a immaginare un Comune in crisi di spesa, che usa questa liquidità per ripianare i suoi debiti.
Cioè usa debiti nuovi per chiudere i vecchi. Ecco. Ci siete. Pensate poi a un nuovo debito che galoppa, si moltiplica per effetto della sua "ingegneria", costruita per moltiplicare l'effetto leva a ogni rialzo del tasso d'interesse di riferimento. Immaginate poi che i tassi realmente salgano. Patatrac. Rischio insolvenza, ciò che non era previsto.

«Ho vissuto nel mondo della finanza, come manager di Citibank ho portato in Italia i derivati e la nuova finanza, ma all'epoca la finanza creativa serviva per proteggersi dai rischi, peccato che si scoprì presto che si poteva utilizzare anche a breve per la liquidità e la leva dei profitti....».
Da lì è partita l'orgia.
Quella denunciata in mille forum no-global dal '99 ad oggi.
E intanto i profitti delle banche per dieci anni salivano, incuranti di qualsiasi crisi, su, su, e i manager venivano pagati dai profitt, in stock options.
Un sistema collusivo dal banchiere al piazzista di derivati in provincia, tutti loro avevano da guadagnarci.
E' la nascita de l'homo speculans, un particolare ominide che ha gestito le sorti dell'universo con tastiera, palmare, e adrenalina, comprando e vendendo cose che non esistono: promesse, scommesse, assicurazione sul nulla... Tutto ciò che producevano denaro a mezzo di denaro. «La follia - racconta Corritore - è cominciata da quando i rischi sono stati valutati in termini finanziari, di valuta, di interessi... Il rischio creditizio ovvero quello reale del non rimborso dell'insolvilbilità era escluso da tutte le previsioni, non calcolato. Il mondo diventava così una variabile finanziaria che si moltiplicava in ogni dove. Ma se qualcuno non avesse restituito i soldi? Se si fosse inceppata la macchina da qualche parte? E' successo e sbarella tutto quanto: cultura, leadership ed economia.
Perché la crisi è creditizia, è azzera la fiducia, fa paura a tutti. L'America è in recessione anche psicologica, perché la paura è la cosa che l'America non si può permettere, il paese della frontiera non può aver paura, pena non sapere più chi è». Il debito Usa è arrivato al 120% di rapporto tra debito e pil. Non entrerebbero in Europa. Il mondo è al rovescio. «C'è grande incazzatura negli Usa, c'è la caccia al finanziere, il profitto di alcuni ha tirato nel gorgo tutti, la recessione è vicina... Ma soprattutto c'è la percezione di un cambiamento epocale. E' la fine della leadership americana nel mondo economico e finanziario mondiale.
Le prime prove ci sono già.
Oggi la stabilità arriva dai fondi sovrani, soprattutto da quelli alimentati dalla rendita del petrolio, quelli arabi. Hanno liquidità enormi senza impegni e girano il mondo a comprare». Una squadra di calcio in Inghilterra, Telecom o l'area Falck in Italia... «La creazione di ricchezza ormai è dei paesi emergenti, la liquidità in mano ai fondi sovrani... alla fine di questa vicenda l'America sarà un paese in libertà finanziaria vigilata». E i nostri Comuni e noi, cittadini, in quale libertà vigilata saremo?

Claudio Jampaglia
http://www.liberazione.it/
 
PROTESTE A WALL STREET, QUELLO CHE I MEDIA NON VI MOSTRANO

Data: Lunedi 29 Settembre 2008 (19:42)
Argomento: Economia

838615.bin
DI AZGUY

Ci sono state proteste a Wall Street contro il piano di salvataggio per le banche per ora bocciato dal Congresso. I notiziari mainstream USA non hanno detto nulla.


Centinaia di manifestanti hanno protestato contro la proposta di un piano di salvataggio da $ 700 miliardi per l'industria finanziaria e le banche, eppure i notiziari nazionali americani non hanno detto nulla! Perché no? Sembra strano che nessuno dei grandi nomi della notizia come ABC, CNN, CBS, NBC ecc, che hanno tutti una presenza a New York City, non abbia voluto dare un'occhiata. Nonostante una tale protesta avvenisse nel loro cortile, i maggiori notiziari hanno scelto di non dire nulla al popolo americano. Sono inciampato per caso su questa notizia su Internet. È qualcosa di molto indicativo dello stato patetico della situazione giornalistica oggi negli Usa.

Comunque, nel caso non ne aveste sentito parlare, ho raccolto per voi una manciata di video, che vi metto qui sotto, delle proteste del 25 settembre a Wall Street.

Guardate cosa i media NON vi mostrano!
video1
http://www.youtube.com/watch?v=XreA.../proteste-wall-street-quello-che-i-media.html

video2
http://www.youtube.com/watch?v=UePd.../proteste-wall-street-quello-che-i-media.html
video3
http://www.youtube.com/watch?v=USps.../proteste-wall-street-quello-che-i-media.html
video4
http://www.youtube.com/watch?v=EEWv.../proteste-wall-street-quello-che-i-media.html
video5
http://www.youtube.com/watch?v=2j0C.../proteste-wall-street-quello-che-i-media.html
video6
http://www.youtube.com/watch?v=fQte.../proteste-wall-street-quello-che-i-media.html
video7
http://mercatoliberonews.blogspot.com/2008/09/proteste-wall-street-quello-che-i-media.html
video8
http://www.youtube.com/watch?v=nG2o.../proteste-wall-street-quello-che-i-media.html



Nota del redattore: guardando google news sembra proprio che tutti i grandi media abbiano più che altro ignorato questa notizia, che non sembrerebbe così irrilevante: come afferma l'autore dell'articolo i notiziari televisivi USA non ne hanno parlato e su internet si trova principalmente riportata da testate alternative, unica eccezione degna di nota un apparizione giovedì sul sito economico della CNN, CnnMoney e sul sito del canadese National Post. In italiano ho trovato solo un post sui multimedia dell'Espresso.

Titolo originale: "Protests on Wall Street - what the news media isn't showing you "

Fonte: http://hubpages.com/
Link
28.09.2008

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO
 
[FONT=&quot] “ DERIVATI ALLA DERIVA “[/FONT]
http://www.adusbef.lombardia.it/comunicati.html



[FONT=&quot]Sabato 19/01/2008 presso la fiera del levante di Bari , ingresso principale orientale , dalle ore 10.00 alle ore 13.00 presidio con volantinaggio[/FONT]

[FONT=&quot]Lo sapevate che da alcuni anni le banche stanno piazzando a largo raggio prodotti finanziari cosidetti “ Derivati “ .[/FONT]

[FONT=&quot]Cosa sono I Derivati?[/FONT]

[FONT=&quot]Sono contratti bilaterali , negoziati al di fuori dei mercati regolamentati , utilizzabili per gestire il rischio di tasso di interesse o del cambio Euro/Dollaro.[/FONT]

[FONT=&quot]La forma tipica di tale contratto , detta Plain Vanilla , prevede che una delle due controparti paghi un tasso di interesse fisso e riceva dall’altra un tasso d’interesse variabile,entrambi calcolati su di un importo monetario di riferimento ( cosiddetto “ valore nozionale “ del derivato.[/FONT]

[FONT=&quot]Questo tipo di contratto consente di trasformare una passività a tasso variabile in una a tasso fisso , o viceversa.[/FONT]

[FONT=&quot]Significa che se una azienda ha per esempio un mutuo a tasso variabile , la banca gli propone un derivato sui tassi proponendogli di pagare un tasso fisso ed in questo caso la banca si assume eventuali rischi dei rialzi dei tassi .[/FONT]

[FONT=&quot]Fatto così il derivato ha un senso per le aziende , ma invece le banche cosa hanno fatto?[/FONT]

[FONT=&quot]Sono stati proposti alle aziende nel momento della stipula I Derivati come forma di copertura dei rischi ma dietro i contratti si celava un Derivato Interest rate swap.[/FONT]

[FONT=&quot]I contratti Interest rate swap possono presentare clausole aggiuntive che li rendono molto più complessi rispetto a quelli plain vanilla ( e vengono denominati solitamente “ esotici “ ); in tali casi la determinazione dei flussi di cassa dipende da condizioni che si potranno verificare in momenti successivi alla stipula del contratto o da formule matematiche complesse.[/FONT]

[FONT=&quot]Secondo le informazioni raccolte dalla Banca dei Regolamenti Internazionali , nel periodo 2000-2006 il controvalore nozionale dei Derivati nei pesi del G-10 si è più che quadruplicato , passando da 95.000 a 415.000 miliardi di Dollari USA .[/FONT]

[FONT=&quot]I dati pubblicati dalla Banca D’Italia indicano che nel periodo 2000-2006 il controvalore nozionale dei Derivati detenuti dai principali gruppi bancari italiani è passato da 1.400 a 6.200 miliardi di dollari USA.[/FONT]

[FONT=&quot]Dal sole 24 ore 18/10/2007[/FONT]

[FONT=&quot]Immaginate una roulette che fa sempre vincere il banco grazie a un gioco appetitoso ma incomprensibile , e un croupier che suggerisce agli scommettitori il numero e il colore sui quali puntare,sapendo a priori che non vinceranno mai o quasi.[/FONT]

[FONT=&quot]Il gioco è quello dei Derivati , strumenti finanziari che le banche hanno proposto in questi anni a piccoli imprenditori ed enti locali , con il fine ( apparente ) di fornirgli una copertura dal caro-tassi , ma con l’effetto ( concreto ) di portarli a indebitarsi per milioni di Euro .[/FONT]

[FONT=&quot]Nel mirino di Report ( Rai Tre ) soprattutto una banca : Unicredit , con i clienti che , secondo la Gabanelli < stanno perdendo con i Derivati un miliardo di euro pari 1.936.270.000.000 delle vecchie lire.[/FONT]

[FONT=&quot]Eppure la partita più importante è quella che si sta giocando sugli enti locali , dai Comuni alle Regioni , dai quali istituti stranieri avrebbero incassato vere e proprie fortune.[/FONT]

[FONT=&quot]Enti locali che a differenza dei singoli risparmiatori , sembra abbiano firmato contratti in modo più consapevole con questo obiettivo : ottenere subito finanziamenti che prevedono periodi di ammortamento lunghi quel tanto che basta a gonfiare i bilanci , rimandando a giunte ed amministratori successivi il “rosso “ da saldare.[/FONT]

[FONT=&quot]In tutto gli enti pubblici che hanno sottoscritto derivati sono circa 900 esposti per 10,5 miliardi di euro pari a 20.330.835.000.000 di vecchie Lire.[/FONT]

[FONT=&quot]COSA DOBBIAMO FARE ?[/FONT]

[FONT=&quot]Dobbiamo fare in modo che se ne parli il più possibile per evitare che altri imprenditori cadano nella trappola e per evitare che ci aumentino L ‘ ICI per coprire le perdite dei Derivati agli enti pubblici.[/FONT]

[FONT=&quot]Messaggio ; SENSIBILIZZATI ANCHE TU ![/FONT]
 

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