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翠鸟科
ti stai candidando per il posto, tra poco vacante, di papa?
ti ho segnalato che la mala erba si estirpa al momemto giusto
e la si mette nel fuoco
ti stai candidando per il posto, tra poco vacante, di papa?
In porto c'e' una nave che non riesce a ripartire a causa di un guasto
tecnico.
Dopo aver contattato vari tecnici che non sono stati in grado di
risolvere il problema, viene suggerito il nome di questo piccolo
artigiano.
Al suo arrivo si reca in sala macchine, inizia ad auscultare diversi
tubi, palpare alcune valvole, il tutto sotto lo sguardo perplesso del
capitano, fino al momento in cui tira fuori dalla cassetta degli
attrezzi un grosso martello e sferra una martellata a un componente.
All'mprovviso il motore in sala macchine riprende correttamente a funzionare.
Presenta quindi la fattura:
Intervento per riparazione = 1000$
Il capitano allibito si lamenta e protesta per il costo, sostenendo
che una semplice martellata non puo' costare tutti quei soldi!
L'artigiano convinto dal capitano gli da ragione e presenta la nuova
fattura:
N° 01 martellata = 1$
Per aver saputo dove darla = 999$
Copio e incollo prima di chiudere, dal blog dell'ottima Zanardo (e se non sapete chi è, peggio per voi )
Questo è quanto scrive Giovanna Cosenza su Il Fatto quotidiano:
Siamo alle solite, con le bassezze rivolte alle donne: da un lato Berlusconi che, a Mirano, insiste con compiacimento nel mettere in imbarazzo una dipendente dell’azienda Green Power («Lei viene? Ma quante volte viene?»); dall’altro Marcorè che, a Ballarò in sostituzione di Crozza, imita Gasparri che si rivolge a Mara Carfagna con: «Fortuna che c’è aaa nostra Carfagna elettorale che… qualcosa tira sempre su».
Più tardi è lo stesso Floris a mettere in relazione i due episodi, per rispondere a Mara Carfagna che chiede: «Poi mi spiega la battuta di Marcorè, perché non vorrei aver capito male ed essermi trovata di fronte a una battuta da osteria». E Floris: «La confronteremo con quella del suo leader». Infatti le confronta: lo spettacolo del politico contro quello del comico. Perché? Per vedere «quale delle due indigna di più». Insomma Floris ne fa una questione di gradi.
Peccato però che, dopo che l’Rvm è andato in onda, Mara Carfagna incalzi: «Questo secondo lei autorizza un suo comico a fare una battuta volgare su di me?» E Floris: «Ha ragione però uno è un comico e uno non dovrebbe esserlo». E Carfagna, dopo aver ribadito che tutto ciò «non autorizza» (applausi) e che lei ha sempre commentato negativamente comportamenti del genere (applausi prolungati): «Se è come penso io, pretendo le scuse». Infatti Floris gliele fa: «Mi scuso io per parte mia e per Marcorè, immagino lo farebbe anche lui». Alla fine vince Mara Carfagna, dunque, e poiché ne atterra due in un colpo (Floris e Marcorè), 2 a 0 per lei.
Cosa ne penso? Penso che Berlusconi, gli applausi che si è guadagnato su quel palco e i sorrisetti imbarazzati della giovane donna ben rappresentano il machismo ammuffito di molti italiani e l’incapacità di molte donne di reagirvi in modo adeguato, specie se la muffa sta su un uomo di potere. Ma penso pure che chi insiste nell’alludere al passato di Mara Carfagna come donna “da calendario” – politico o comico che sia – si qualifica come appartenente o connivente allo stesso machismo stantio. Sei un avversario politico di Mara Carfagna? E allora critica ciò che propone e fa come donna politica. Vuoi fare satira? E allora inchiodala alle inconsistenze e ai tic di ciò che dice, evitando ogni allusione alla sua avvenenza e al suo passato da soubrette. Perché evitarli? Perché altrimenti abbassi il livello della satira, visto che è ben più difficile far ridere sui contenuti e sulle parole dei politici, che sul loro corpo. Inoltre finisci per mostrare a tuo danno, come è accaduto ieri a Marcorè, che un po’ di muffa machista ce l’hai addosso pure tu.
Copio e incollo prima di chiudere, dal blog dell'ottima Zanardo (e se non sapete chi è, peggio per voi )
Questo è quanto scrive Giovanna Cosenza su Il Fatto quotidiano:
Siamo alle solite, con le bassezze rivolte alle donne: da un lato Berlusconi che, a Mirano, insiste con compiacimento nel mettere in imbarazzo una dipendente dell’azienda Green Power («Lei viene? Ma quante volte viene?»); dall’altro Marcorè che, a Ballarò in sostituzione di Crozza, imita Gasparri che si rivolge a Mara Carfagna con: «Fortuna che c’è aaa nostra Carfagna elettorale che… qualcosa tira sempre su».
Più tardi è lo stesso Floris a mettere in relazione i due episodi, per rispondere a Mara Carfagna che chiede: «Poi mi spiega la battuta di Marcorè, perché non vorrei aver capito male ed essermi trovata di fronte a una battuta da osteria». E Floris: «La confronteremo con quella del suo leader». Infatti le confronta: lo spettacolo del politico contro quello del comico. Perché? Per vedere «quale delle due indigna di più». Insomma Floris ne fa una questione di gradi.
Peccato però che, dopo che l’Rvm è andato in onda, Mara Carfagna incalzi: «Questo secondo lei autorizza un suo comico a fare una battuta volgare su di me?» E Floris: «Ha ragione però uno è un comico e uno non dovrebbe esserlo». E Carfagna, dopo aver ribadito che tutto ciò «non autorizza» (applausi) e che lei ha sempre commentato negativamente comportamenti del genere (applausi prolungati): «Se è come penso io, pretendo le scuse». Infatti Floris gliele fa: «Mi scuso io per parte mia e per Marcorè, immagino lo farebbe anche lui». Alla fine vince Mara Carfagna, dunque, e poiché ne atterra due in un colpo (Floris e Marcorè), 2 a 0 per lei.
Cosa ne penso? Penso che Berlusconi, gli applausi che si è guadagnato su quel palco e i sorrisetti imbarazzati della giovane donna ben rappresentano il machismo ammuffito di molti italiani e l’incapacità di molte donne di reagirvi in modo adeguato, specie se la muffa sta su un uomo di potere. Ma penso pure che chi insiste nell’alludere al passato di Mara Carfagna come donna “da calendario” – politico o comico che sia – si qualifica come appartenente o connivente allo stesso machismo stantio. Sei un avversario politico di Mara Carfagna? E allora critica ciò che propone e fa come donna politica. Vuoi fare satira? E allora inchiodala alle inconsistenze e ai tic di ciò che dice, evitando ogni allusione alla sua avvenenza e al suo passato da soubrette. Perché evitarli? Perché altrimenti abbassi il livello della satira, visto che è ben più difficile far ridere sui contenuti e sulle parole dei politici, che sul loro corpo. Inoltre finisci per mostrare a tuo danno, come è accaduto ieri a Marcorè, che un po’ di muffa machista ce l’hai addosso pure tu.
fa parte del personaggio. recita un ruolo sapendo benissimo quel che fa. nel bene , nel male purchè se ne parli soprattutto in campagna eletorale.
immagggino che se un leader politico maschio lo chiedesse ad un uomo, parleresti lo stesso di altruismo
aside
quello che fa pena è l'uditorio: lui sfrutta certe parti del suo elettorato