tontolina
Forumer storico
BROGLI
ALLE POLITICHE
LA PROCURA INDAGA
di WSI
Aperto un fascicolo sul film di Enrico Deaglio «Uccidete la democrazia!». L'ipotesi: l'11 aprile sarebbe stato utilizzato un software per spostare le schede bianche su Forza Italia. L'ira di Berlusconi, e una "Gola Profonda".
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23 Novembre 2006 15:40 ROMA
Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – La Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo disponendo l'acquisizione del film di Enrico Deaglio «Uccidete la democrazia!», nel quale il giornalista del Diario ipotizza presunti brogli elettorali nelle scorse elezioni politiche.
IL FILM - Il film - che sarà nelle edicole insieme a Diario dal 24 novembre - è composto da 90 minuti serrati, spesso inquietanti, a volte divertenti, con un montaggio da documentario-inchiesta alla Michael Moore, ma con l'aggiunta di immagini di repertorio e intermezzi di fiction. Il film parte con la ricostruzione della notte delle elezioni, con i dati che non arrivano, con Prodi che dice «Non riesco a capire cosa stia succedendo» e il ministro Pisanu convocato d'urgenza a Palazzo Grazioli da Berlusconi.
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Il racconto di quelle ore concitate è affidato a una Gola profonda, impersonata dall'attore Elio De Capitani, già Berlusconi nel «Caimano» di Nanni Moretti. Pisanu, dice la Gola Profonda, «l'hanno costretto, letteralmente costretto ad andare», trovandosi di fronte un Berlusconi furibondo, che «gli grida in faccia che non è disposto a perdere per una manciata di voti».
IL PRESUNTO TRUCCO - Poi Pisanu torna al Viminale, dove l'Unione ha mandato i suoi uomini a controllare la situazione. Poi un Fassino stravolto rompe gli indugi, e annuncia ai giornalisti che l'Unione ha vinto. Cosa è successo? Secondo il film, il truccò delle schede bianche è stato sospeso in extremis da un Pisanu riottoso che «come ogni buon democristiano, quella sera ha fiutato. Ha capito subito che Berlusconi era un gatto che si agitava, ma era un gatto morto. E ha agito di conseguenza».
Il colpo d'ala del cavaliere, cioè un decreto che sospenda il risultato elettorale fino a nuovo conteggio, viene stoppato in via informale dal Quirinale: Ciampi, si fa sapere, non firmerà mai. Al centro del documentario, dunque, il presunto trucco elettronico sulle schede bianche. A sostegno di questa tesi, due elementi, per la verità non decisivi: uno, il crollo inaspettato proprio del numero delle schede bianche: da 1.692.048 ad appena 445.497, 1.246.551 in meno. Un crollo stranamente uniforme in tutto il Paese, talmente singolare da aver indotto all'errore tutti gli istituti di sondaggi.
Il secondo, la testimonianza di Clinton Curtis, che Deaglio ha intervistato in Florida. Curtis è un programmatore informatico che nel 2001, inconsapevole, mise a punto un software per truccare le elezioni a favore dei repubblicani. Oggi, pentito, combatte contro i brogli, e dimostra a Deaglio e alle telecamere che un programma per spostare le schede bianche e conteggiarle a favore di un partito o di una coalizione richiede una mezz'ora di elaborazione in un semplice computer portatile. «Qualsiasi broglio le venga in mente - spiega a Deaglio - con la matematica si può fare».
COMMENTI - Il resto del film scorre tra immagini d'epoca della strage di Portella della Ginestra (a riprova, sostengono gli autori, che le azioni illegali per contrastare le sinistre in Italia risalgono alla nascita della Repubblica), spezzoni del Gattopardo (con il plebiscito in Sicilia per l'annessione al Piemonte, primo esempio italiano di broglio elettorale) interviste al direttore dell'Economist e a Mike Stern, giornalista americano che avvicinò proprio Giuliano nel '47 alla vigilia della strage di Portella, e che ritroviamo 50 anni dopo grande amico di Berlusconi contro gli odiati comunisti. «Per sei mesi - spiega Federico Orlando - prima delle elezioni Berlusconi ci ha bombardato tutti i giorni con la minaccia di brogli da parte dei comunisti.
E per i sei mesi successivi il discorso è continuato come e più di prima. Ma dovrebbe invece spiegarci il mistero delle schede bianche, chiarire come andò quella notte, e noi speriamo si possa svolgere un confronto sulle reti Rai: in questo abbiamo l'appoggio dei venti parlamentari che ci sostengono». «Sarebbe colpevole - gli fa eco Deaglio - accettare in maniera supina dati che sono contrari alla storia, alla logica, all'evidenza. Vogliamo proseguire nella nostra inchesta, finchè non verrà a galla tutta la verità su quel 10 aprile e sui mesi precedenti e successivi, è una questione di democrazia».
Copyright © Corriere della Sera per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata
http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?ART_ID=422247
ALLE POLITICHE
LA PROCURA INDAGA
di WSI
Aperto un fascicolo sul film di Enrico Deaglio «Uccidete la democrazia!». L'ipotesi: l'11 aprile sarebbe stato utilizzato un software per spostare le schede bianche su Forza Italia. L'ira di Berlusconi, e una "Gola Profonda".
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23 Novembre 2006 15:40 ROMA
Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – La Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo disponendo l'acquisizione del film di Enrico Deaglio «Uccidete la democrazia!», nel quale il giornalista del Diario ipotizza presunti brogli elettorali nelle scorse elezioni politiche.
IL FILM - Il film - che sarà nelle edicole insieme a Diario dal 24 novembre - è composto da 90 minuti serrati, spesso inquietanti, a volte divertenti, con un montaggio da documentario-inchiesta alla Michael Moore, ma con l'aggiunta di immagini di repertorio e intermezzi di fiction. Il film parte con la ricostruzione della notte delle elezioni, con i dati che non arrivano, con Prodi che dice «Non riesco a capire cosa stia succedendo» e il ministro Pisanu convocato d'urgenza a Palazzo Grazioli da Berlusconi.
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Il racconto di quelle ore concitate è affidato a una Gola profonda, impersonata dall'attore Elio De Capitani, già Berlusconi nel «Caimano» di Nanni Moretti. Pisanu, dice la Gola Profonda, «l'hanno costretto, letteralmente costretto ad andare», trovandosi di fronte un Berlusconi furibondo, che «gli grida in faccia che non è disposto a perdere per una manciata di voti».
IL PRESUNTO TRUCCO - Poi Pisanu torna al Viminale, dove l'Unione ha mandato i suoi uomini a controllare la situazione. Poi un Fassino stravolto rompe gli indugi, e annuncia ai giornalisti che l'Unione ha vinto. Cosa è successo? Secondo il film, il truccò delle schede bianche è stato sospeso in extremis da un Pisanu riottoso che «come ogni buon democristiano, quella sera ha fiutato. Ha capito subito che Berlusconi era un gatto che si agitava, ma era un gatto morto. E ha agito di conseguenza».
Il colpo d'ala del cavaliere, cioè un decreto che sospenda il risultato elettorale fino a nuovo conteggio, viene stoppato in via informale dal Quirinale: Ciampi, si fa sapere, non firmerà mai. Al centro del documentario, dunque, il presunto trucco elettronico sulle schede bianche. A sostegno di questa tesi, due elementi, per la verità non decisivi: uno, il crollo inaspettato proprio del numero delle schede bianche: da 1.692.048 ad appena 445.497, 1.246.551 in meno. Un crollo stranamente uniforme in tutto il Paese, talmente singolare da aver indotto all'errore tutti gli istituti di sondaggi.
Il secondo, la testimonianza di Clinton Curtis, che Deaglio ha intervistato in Florida. Curtis è un programmatore informatico che nel 2001, inconsapevole, mise a punto un software per truccare le elezioni a favore dei repubblicani. Oggi, pentito, combatte contro i brogli, e dimostra a Deaglio e alle telecamere che un programma per spostare le schede bianche e conteggiarle a favore di un partito o di una coalizione richiede una mezz'ora di elaborazione in un semplice computer portatile. «Qualsiasi broglio le venga in mente - spiega a Deaglio - con la matematica si può fare».
COMMENTI - Il resto del film scorre tra immagini d'epoca della strage di Portella della Ginestra (a riprova, sostengono gli autori, che le azioni illegali per contrastare le sinistre in Italia risalgono alla nascita della Repubblica), spezzoni del Gattopardo (con il plebiscito in Sicilia per l'annessione al Piemonte, primo esempio italiano di broglio elettorale) interviste al direttore dell'Economist e a Mike Stern, giornalista americano che avvicinò proprio Giuliano nel '47 alla vigilia della strage di Portella, e che ritroviamo 50 anni dopo grande amico di Berlusconi contro gli odiati comunisti. «Per sei mesi - spiega Federico Orlando - prima delle elezioni Berlusconi ci ha bombardato tutti i giorni con la minaccia di brogli da parte dei comunisti.
E per i sei mesi successivi il discorso è continuato come e più di prima. Ma dovrebbe invece spiegarci il mistero delle schede bianche, chiarire come andò quella notte, e noi speriamo si possa svolgere un confronto sulle reti Rai: in questo abbiamo l'appoggio dei venti parlamentari che ci sostengono». «Sarebbe colpevole - gli fa eco Deaglio - accettare in maniera supina dati che sono contrari alla storia, alla logica, all'evidenza. Vogliamo proseguire nella nostra inchesta, finchè non verrà a galla tutta la verità su quel 10 aprile e sui mesi precedenti e successivi, è una questione di democrazia».
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