S&P 500 Billions (1 Viewer)

Tolomeo

Perdo pelo, non il vizio
Bene ! :up:

Rinfrancato dalla partecipazione, aggiungo un grafico a candele giornaliere con l'ipotesi di centratura sul breve-medio, con i separatori dei T+1 (linee verticali tratteggiate in grigio) e dei T+3 (linee verticali piene), su entrambi i lati.

Guardando al tempo e agli oscillatori inversi, sembra proprio che siano agli sgoccioli col quarto t+1 inverso e quindi, salvo lingue aggiuntive sempre possibili tra i cicli più grossi, potrebbero ripartire prestissimo con delle nuove strutture inverse di ordine superiore.

Sul dritto e' appena partito il terzo T+1 che sembra non avere ancora espresso il suo massimo.
Dopo averlo fatto, nel caso di ripartenza di cicli inversi superiori, dovremmo assistere ad un ritracciamento, andando verso la conclusione del T+3.

Se sbaglio... "mi corrigerete" ! :ombrello:

Per ora mi fermo qui e torno silente.
Ben vengano osservazioni e critiche e soprattutto eventuali analisi sui cicli brevi, che io non posso seguire per scarsità di tempo.

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Savicevic72

Forumer storico
Ringrazio Tolomeo per gli interessanti contributi e i partecipanti per le manifestazioni di interesse che fanno sempre piacere
 

wushu

Guest
ringrazio pure io... non sono in grado di apportare alcun contributo, sia perché non faccio trading sullo strumento che si tratta, sia perché nel passato ho fatto diversi studi sulla ciclica, e pur riconoscendone una certa valenza, non sposano per niente con la mia struttura operativa, creando addirittura dei danni... ma resta il fatto che la convergenza di studi diversi assume una consistenza di un certo rilievo...
 

DRIVE

Massaio di Voghera
accumulo a Wally...

con la percentuale del bullish, che sono i titoli con il prezzo sopra la medi a 50 gg.

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Savicevic72

Forumer storico
ringrazio pure io... non sono in grado di apportare alcun contributo, sia perché non faccio trading sullo strumento che si tratta, sia perché nel passato ho fatto diversi studi sulla ciclica, e pur riconoscendone una certa valenza, non sposano per niente con la mia struttura operativa, creando addirittura dei danni... ma resta il fatto che la convergenza di studi diversi assume una consistenza di un certo rilievo...

Nessun vincolo ad utilizzare analisi ciclica. Anzi credo che la convergenza di diverse tecniche e punti di vista aiuti a discriminare tra le diverse ipotesi. Infatti io uso spesso Elliott + analisi ciclica. Quindi qualsiasi contributo è bene accetto :up:
 

Savicevic72

Forumer storico
Riporto un po' di materiale indicato da Tolomeo che ritengo interessante.



Gli ETF possono essere usati come barometro delle aspettative del mercato, ad esempio confrontando un ETF pesato per capitalizzazione con uno equipesato. Come ETF a capitalizzazione SPY tende a riflettere il momentum delle azioni in crescita a grande capitalizzazione; come ETF equipesato RSP rappresenta un mercato più ampio, permettendo alle azioni a piccola capitalizzazione di influenzare l'indice.

Dal rapporto fra questi due ETF si può constatare la portata dei movimenti dell'indice S&P500. Quando le azioni a piccola capitalizzazione si muovono nella stessa direzione di quelle a grande capitalizzazione vuol dire che i movimenti al rialzo sono più sostenibili. Quando questo non succede, le aspettative di un miglioramento del mercato sono meno consistenti.

Nell'ultimo mese l'indice S&P ha raggiunto nuovi massimi, ma senza che la portata del movimento abbia coinvolto i titoli a bassa capitalizzazione. Situazione ideale per i cacciatori di alpha.

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Savicevic72

Forumer storico
La differenza di rendimento fra i Titoli di Stato decennali USA e quelli biennali è un indicatore delle attese generali del mercato su un rallentamento della crescita economica o su una imminente recessione. Più a lungo durano le fasi espansive del credito e maggiori diventano i rischi di eventi avversi che causano l'appiattimento o l'inversione della curva dei rendimenti.

In condizioni economiche normali il rendimento dei decennali è maggiore di quello dei biennali, perché le attese di inflazione e crescita economica sono positive. Gli investitori sono così ripagati con rendimenti più alti per il rischio di comprare scadenze più lontane.

Quando la differenza di rendimento fra decennali e biennali diventa negativa si è in presenza di un'inversione della curva. Il mercato si aspetta che il rallentamento della crescita possa causare nel breve termine (entro un paio d'anni) degli eventi di credito e così gli investitori chiedono di essere ripagati più per i rischi di breve termine che per quelli di lungo termine.

Lo spread fra decennali e biennali è stato negativo l'ultima volta nel 2006 e nel 2007.
Attualmente la differenza di rendimento è attorno all' 1%.


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Savicevic72

Forumer storico
Spesso vengono mostrati agli investitori grafici storici dei mercati azionari che mostrano una crescita costante e creano la convinzione di un sicuro guadagno sul lungo periodo.

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Grafici lineari come questo, però, esagerano il presente e distorcono il passato: gli elevati guadagni attuali sono frutto della composizione dei rendimenti mentre la crisi del '29 è appena visibile.

Per rendere il grafico più significativo bisogna usare una scala logaritmica, che fa corrispondere le variazioni percentuali con la pendenza. Permettendo di apprezzare la crisi del '29 in tutta la sua grandezza.

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Questo grafico, però, incorpora gli effetti dell'inflazione sui prezzi; parte dell'aumento dei prezzi delle azioni è dovuto all'inflazione. Non tutta la crescita dei corsi azionari è vero guadagno: il più è solo apparenza, è inflazione. Gli economisti la definiscono illusione di ricchezza.

Se si rimuove anche l'inflazione si ottiene un grafico molto diverso, molto meno appetibile da mostrare: il mercato non sembra più un affare sicuro. Ci sono tre lunghi periodi in cui il mercato è in realtà stabile e i prezzi crescono solo per l'inflazione. Questi periodi corrispondono a tre cambiamenti storici della produttività: l'industrializzazione, l'informatizzazione e la globalizzazione.

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Savicevic72

Forumer storico
With the USD now about 5% off its January peak and having made a series of four lower lows and lower highs, it’s fair to say that the period of US dollar strength we witnessed for most of 2016 has come and gone. This is quite important for equity investors because the relative performance of US and foreign equities is heavily influenced by the direction of the US dollar. As the dollar rises, US equities tend to outperform. As the dollar falls, the US equities tend to underperform. Chart 2 shows this dynamic rather clearly.



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Additionally, there are other factors that are lining up in favor of US equity underperformance, namely relative valuations and the US budget deficit. Experienced investors understand that valuations are rarely a catalyst for major market moves, but they are supportive of longer-term trends. As chart 3 shows, the median DM Americas company is valued at the high end of the price/book value range over the last decade. Meanwhile, the median DM Asia company and the median EM company are hovering somewhere in the middle of their historic ranges. This dynamic is supportive of foreign equity outperformance.

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Lastly, the high likelihood of a growing budget deficit suggests the decade of US equity outperformance may be coming to an end. As the next chart shows, the relative performance of US equities (blue line, left axis) is highly correlated with the US budget deficit as a percent of GDP (red line, right axis, inverted). As the budget deficit falls, US equities tend to enjoy outperformance relative to their foreign peers, and vice versa. According to the non-partisan Congressional Budget Office and based on current law, the US budget deficit is set to narrow in 2017 and 2018, but will then rise in 8 of the next 9 years (table below). Importantly, these CBO projections are prior to the net effect of tax reform/cuts, which are likely to be expansionary to the deficit given the administration’s public statements. If tax reform/cuts resemble even remotely the White House’s wish list, the budget deficit projections are highly likely to blow out from current expectations even after taking into account the boost to GDP tax cuts would produce.

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