La banalità del male.
Ha la faccia del bravo ragazzo, i modi di un professionista cresciuto secondo educazione e disciplina, un lavoro onesto.
È Christian Sodano, 27 anni, maresciallo della Guardia di Finanza, che si è presentato alla porta di casa dell'ex fidanzata Desirée Amato e l'ha aggredita. La madre e la sorella, Nicoletta Zomparelli e Renée hanno cercato di proteggerla, e lui ha estratto la pistola di ordinanza uccidendole all'istante.
Desirée è riuscita a fuggire e a nascondersi, altrimenti sarebbe morta pure lei.
Non ci sono grandi giustificazioni a cui appigliarsi: queste due donne sono morte come altre migliaia, di violenza maschile, in ambito domestico.
E la violenza maschile è diffusa, radicale, radicata, giustificata: i violenti godono di infinite protezioni, si convincono di poter disporre delle donne come gli pare, sono coccolati da una società che ne avalla le condotte vendicative e violente e che colpevolizza le donne quando rivendicano la propria libertà.
È un orrore culturale che tutti si affannano a negare eppure sta lì sotto gli occhi di tutti.
Donne di ogni età, bambini e bambine, che cadono sotto la mannaia della prepotenza maschile e del rifiuto di pensare le donne con gli stessi diritti di un uomo.
È un orrore culturale che permette che le donne che denunciano la violenza siano perseguitate come colpevoli, indagate, denunciate, querelate, trascinate in giudizio e lì vivisezionate anche solo per avere parlato di violenza.
È un orrore culturale intimidatorio che minaccia, intima al silenzio.