BRUTTO PERIODO PER I LADRI D'APPARTAMENTO

Fonte: http://marcodellaluna.info/sito/2020/03/19/conte-e-la-via-italiana-allepidemia/

(Un’epidemia senza pianificazione)

Già il 31 gennaio il governo Conte bis sapeva benissimo che stava arrivando un’epidemia,
come prova il fatto che in quel giorno Conte firmò il decreto di stato di emergenza sanitaria,
in cui si dice che occorrono misure eccezionali di prevenzione (1); poi però, per oltre un mese,
non ha preso le misure per contenere il contagio. Perché? Fu un errore? Una coincidenza?


Anzi, assieme a Zingaretti e altri, diffondeva dichiarazioni rassicuranti e minimizzanti: tutto è sotto controllo: un errore? Una coincidenza?

Ha bloccato i voli in arrivo direttamente dalla Cina, non però gli arrivi indiretti, via qualche scalo, quindi il blocco era inutile: un errore? Una coincidenza?

Il 30 gennaio Salvini aveva chiesto il blocco degli arrivi dalla Cina e la quarantena per i già arrivati, nonché altre misure urgenti.

Reazione di Conte: : “Qualcuno dovrebbe pagare per le sciocchezze. “ Fu un errore? Una coincidenza?

Intanto Zingaretti, capo del principale partito di governo, incitava alla fiducia e ad abbracciare i cinesi,
mentre la sinistra imprecava contro il razzismo dei fascio-leghisti.

E Speranza, ministro della salute, appena qualche settimana fa dichiarava:
“L’Italia è un grande Paese, con il più alto livello di salvaguardia e sorveglianza sul coronavirus”. Era un errore? Una coincidenza?

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Questo per oltre un mese.

Quando il governo Conte ha deciso di istituire le zone chiuse di Lombardia, mezzo Veneto e altre province,
lo ha fatto sapere pubblicamente con un giorno e mezzo di anticipo, e così ha indotto migliaia di persone
a fuggire dalle zone rosse verso il Sud, a propagare il contagio. Un altro errore, un’altra coincidenza?

Due giorni dopo, ha dichiarato zona rossa o zona protetta non più solo la Lombardia e le altre 11 province, ma tutta l’Italia.
Perché ha aspettato due giorni? Per permettere che quelli che scappavano dalle zone rosse diffondessero il contagio nel resto d’Italia,
oppure per un errore o per una coincidenza?

Tutto questo va a costare migliaia di morti.

Se quel salernitano che si è filmato e messo in rete mentre sputa sulla frutta in un supermercato, con la scritta: “Infettiamo!”
dovrebbe essere in galera, dove dovrebbe essere questo governo? Chi ha fatto più danni, più morti?

I provvedimenti di restrizione della libertà di movimento, costituzionalmente sancita in modo rafforzato dall’art. 16,
e del diritto di riunione, possono essere opportuni per contenere il contagio.

Ma con che faccia, con che legittimazione li emette un governo Conte, dopo aver commesso tutti quegli errori e quelle coincidenze?

Con che faccia minaccia ulteriori restrizioni e vanta decine di migliaia di controlli e migliaia di denunce contro supposti trasgressori
del suo decreto sospensivo delle libertà costituzionali?

E minaccia il carcere contro persone che non fanno nulla, rispetto al danno che ha causato il governo stesso?

E continuamente chiede all’opposizione di non fare polemiche?

Chi ha commesso il reato di epidemia (art. 438 CP), se qualcuno lo ha commesso?


E come potranno i nostri bravi Giudici giudicare legittimamente i trasgressori al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
contro la libertà di spostamento, se nessun procedimento e nessuna condanna saranno disposti per i colpevoli di tutti quegli errori e coincidenze?

Ora mi immagino i complottisti abbandonarsi alle loro esorbitanti speculazioni.

Mi aspetto che bercino qualcosa come:

Ecco, non possono essere tutti errori e coincidenze, in politica niente avviene per caso,
un governo con tutti i suoi consiglieri tecnici e il dialogo col Quirinale non può commettere errori e coincidenze così numerosi e grossolani.
Evidentemente la diffusione dell’epidemia era voluta e pianificata, e pianificata allo scopo di creare una situazione di emergenza
che consentisse una sospensione della Costituzione e la sua sostituzione con un regime di controllo zootecnico della popolazione,
di evitare elezioni che avrebbero messi in crisi il governo, creare le condizioni per poter rinchiudere,
isolare e tracciare elettronicamente la gente, una grande prova del domani tecnologico.
E in più un disastro economico per la gioia degli speculatori internazionali a danno dell’Italia.”


Ebbene, dichiaro che queste sono tutte fantasie morbose, e che si è trattato solo di errori scusabili e di coincidenze sfortunate, :no::no:
di governanti un po’ improvvisati, un po’ brocchi, che la Natura, senza loro colpa, non ha dotato delle facoltà necessarie a governare.

Però, nel caso in esame, con tutto il rispetto per il prof. Conte e per il suo governo,
allo scopo di ridare autorevolezza alle istituzioni in questa fase molto critica e di decisioni impegnative,
soprattutto quelle di sospendere i diritti costituzionali e il funzionamento costituzionale del Parlamento e le votazioni,
sarebbe bene che andassero subito a casa (anzi, in quarantena sotto chiave) e venissero
sostituiti con coloro che, sin dall’inizio, tempestivamente, hanno invocato quei provvedimenti che ora,
tardivamente ,alla spicciolata, il governo prende, ma che, se assunti a quel tempo,
avrebbero risparmiato molti morti e molta rovina economica, soprattutto nelle regioni portanti del Paese.

Dopo questa sostituzione, potremmo anche dirci, senza ridicolo, orgogliosi che il modello Italia di gestione dell’epidemia venga adottato in tutto il mondo.


1- Ecco nel testo ufficiale, estratto dalla Gazzetta Ufficiale, la prova che Conte e soci sapevano che si dovevano prendere i provvedimenti
che hanno poi iniziato a prendere solo 33 giorni dopo:


IL CONSIGLIO DEI MINISTRI Nella riunione del 31 gennaio 2020

… …

Vista la dichiarazione di emergenza internazionale di salute pubblica per il coronavirus (PHEIC) dell’Organizzazione mondiale della sanità del 30 gennaio 2020;

Viste le raccomandazioni alla comunità internazionale della ,Organizzazione mondiale della sanità circa la necessità di applicare misure adeguate;

Considerata l’attuale situazione di diffusa crisi internazionale determinata dalla insorgenza di rischi per la pubblica e privata incolumità connessi ad agenti virali trasmissibili, che stanno interessando anche l’Italia;

Ritenuto che tale contesto di rischio, soprattutto con riferimento alla necessità di realizzare una compiuta azione di previsione e prevenzione, impone l’assunzione immediata di iniziative di carattere straordinario ed urgente, per fronteggiare adeguatamente possibili situazioni di pregiudizio per la collettività presente sul

territorio nazionale;

Considerata la necessità di supportare l’attività in corso da parte del Ministero della salute e del Servizio sanitario nazionale, anche attraverso il potenziamento delle strutture sanitarie e di controllo alle frontiere aeree e terrestri;

Vista la nota del 31 gennaio 2020, con cui il Ministro della salute ha rappresentato la necessità di procedere alla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale di cui all’articolo 24 del decreto legislativo n. 1 del 2018;

… …

Ritenuto, pertanto, necessario provvedere tempestivamente a porre in essere tutte le iniziative di carattere straordinario sia sul territorio nazionale che internazionale, finalizzate a fronteggiare la grave situazione internazionale determinatasi;

Tenuto conto che detta situazione di emergenza, per intensità ed estensione, non è fronteggiabile con mezzi e poteri ordinari;

Ritenuto, quindi, che ricorrano, nella fattispecie, i presupposti previsti dall’articolo 7, comma 1, lettera c), e dall’articolo 24, comma 1, del citato decreto legislativo n. 1 del 2018, per la dichiarazione dello stato di emergenza;

Su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri;

Delibera:

1) In considerazione di quanto esposto in premessa, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 7, comma 1, lettera c), e dell’articolo 24, comma 1, del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, è dichiarato, per 6 mesi dalla data del presente provvedimento, lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili.

… …

Roma, 31 gennaio 2020 Conte
 
La paura del coronavirus colpisce anche gli addetti alla distribuzione commerciale.
Il recente caso di una commessa di supermercato ammalatasi e deceduta a Brescia
pone in luce il rischio che corre chiunque abbia dei contatti con il pubblico.

Il problema è tutt’altro che secondario e richiede un attimo di studio per la possibile soluzione.

Una delle possibilità considerate è stata quella di ridurre i tempi di apertura dei negozi e dei supermercati, riducendo addirittura l’assortimento.

Si sono viste scene sinceramente ridicole, con punti vendita con parte del loro assortimento escluso per la scarsa chiarezza del DL che parla di “Negozi alimentari”
quando ormai anche una piccola o media superficie della distribuzione ha un assortimento che va al di là del semplice stretto necessario.



Questa restrizione danneggia consumatori e dettaglianti: perchè non vendere le matite, quando sono nell’assortimento?

La motivazione è “Evitare che le persone stiano troppo a lungo nel punto vendita”, ma comunque,
anche se dovessero comprare il latte ed il pane, dovrebbero entrare ed essere a contatto con commessi ed altri consumatori….

La soluzione non è quindi quella di escludere degli articoli dall’assoritmento,
ma quella di rendere la presenza del consumatore sul punto vendita nulla , o la più breve possibile.

Questo può avvenire con due forme:

  • consegna a domicilio;
  • prenotazione della spesa
Le piattaforme che gestiscono la prima soluzione (coop, esselunga etc) sono andate quasi subito in saturazione.
La consegna a domicilio richiede anche lunghi tempi di consegna e quindi è un’attività che richiede un forte impegno del personale.

La seconda soluzione, effettuata con forme informatiche, funzionerebbe come segue:

  1. il consumatore effettua il proprio ordine,tramite telefono, email, o piattaforma online;
  2. il punto vendita risponde comunicando i prodotti presenti, assenti, e predisponendo un’offerta della spesa, dando anche un orario per il ritiro.
  3. il consumatore accetta o rifiuta
  4. il consumatore si reca al punto vendita ritira e paga la spesa, se non già fatto online.
In questo modo, anche chiedendo di pagare in modo elettronico, o comunicando in anticipo se si ha bisogno di resto al contante,
i contatti potrebbero essere minimizzati, praticamente zero, fra personale e clienti
. Il sistema sarebbe utilizzabile anche da persone anziane e da piccoli negozi: nel primo caso l’ordine sarebbe telefonico,
se la piattaforma di destinazione fosse della GDO la sua translazione in una scheda informatica sarebbe possibile anche tramite lavoro remoto,
ed il completamento dell’ordine da parte di personale normalmente addetto all’assortimento degli scaffali o alla cassa.

Nel secondo caso invece il servizio sarebbe effettuabile tramite telefono o email.

Il sistema permetterebbe, nel caso specifico attuale, nel quale si richiede una maggiore controllo sugli spostamenti,
di poter avere una prova tangibile, l’ordine, che giustifica lo spostamento del cliente

. Inoltre si potrebbe anche delimitare l’area nella quale consentire gli spostamenti, ad esempio un km nella grandi città o 20 nelle aree rurali.

Chiaramente è una soluzione temporanea. Quella permanente è curare il COVID-19.
 
La gente deve mangiare , se chudi i supermercati ottieni solo annose code chilometriche , occasione perfetta di contagio.

Anche qui i nostri incompetenti ( e traditori) imitano la cina alla maniera "borbonica" : divieti , rotture e nessuna soluzione pratica.

Perché in cina le famiglie "quarantenate" ricevevano direttamente da l' esercito a casa propria l' intera dotazione alimentare per la settimana.

E noi dovremmo fare così, ma anche qui mi sgomenta l' idea che tutto questo sarebbe diretta da nostra solita incompetente mafia politica
e la gente normale riceverebbe solo la solita truffaldina "merda" che questa gente "fornisce" sempre a prezzi pure esorbitanti
come le recenti "mascherine alla carta igienica".
 
Gira troppa disinformazione.

Ad esempio quasi nessuno fà notare che "coronavirus" è un sottotipo e in quel gruppo,
dannosi per per l'uomo ce ne sono 7 di cui 3 sono negli ultimi 17 anni (sars, mers e ora covid19) e ancora presenti in giro.

Poi ci sono i vari ceppi che di fatto renderanno un eventuale vaccino potenzialmente inutile o utile nel breve tempo
(come il vaccino antiinfuenzale che cambia di anno in anno).

Eravamo un paese sovietico dal punto di vista fiscale e burocratico, adesso hanno trovato la giustificazione per privare la libertà di movimento.
 
Lo scandalo assieme tragico e comico di questa situazione è che il governo non si è minimamenete preoccupato di attrezzarsi,
come era possibile fare , per dotarsi di scorte imponenenti di mascherine.

Addirittura le abbiamo inviate al'estero e poi le abbiamo ricomprate. Modello Stanlio ed Olio.

Ma la cosa tragica e criminale è che benchè ci fosse l'allarme dalla Cina,
a distanza di due mesi abbondanti i nostri Sovrani non le hanno ancora procurate.
 
Fanno la guerra al "pensionato sulla panchina (da solo)" e poi ci sono assembramenti di ogni genere.

Naturalmente tutto senza protezioni.

E poi si stupiscono che i contagi non calano (da una settimana all'altra continuano a pappagallo a dire che "ci vorranno altre due settimane").

In Cina hanno tutti l'obbligo di indossare mascherine che ci sono (qui no) .

Hanno chiuso tutto ciò che non era necessario alla gestione dell'epidemia e il personale operativo,
compreso quello dei supermercati è dotato di adeguate protezioni.

Noi come (dis)organizzazione, superficialità, schizofrenia burocratica, mancanza di attrezzature ed equipaggiamenti siamo il Terzo Mondo.

Però siamo dei fenomeni di retorica & immagine come si nota cantando sui balconi.
 
Dedicato a quelli che non ne hanno mai abbastanza, che vorrebbero l’esercito per le strade, anzi in salotto o a presidiare l’ingresso del bagno.

E magari il bando con “fine pena mai” per i reprobi colpevoli di anelare a una boccata d’aria oltre il filo spinato del proprio balcone.

Insomma, eccovi una consulenza legale gratuita per instaurare un regime “efficiente” e “responsabile”.

Avete presente? Quella “cosa” dove le autorità passano a rastrellare casa per casa e a segregare gli infetti oppure a rieducare i riottosi (differenza, invero, sottile).

Recapitandoli, poi, ad apposite “strutture” deputate alla sanificazione ovvero alla “rieducazione” degli “infetti”.
Ora segnatevi queste dritte giuridiche, grazie alle quali potrete ottenere misure ancora più “restrittive”; quelle che, a voi, non bastano mai.

Ma non siete i soli, sapete.

Oggi, il Governatore del Veneto ha imposto, con ordinanza, ai suoi concittadini di non allontanarsi, pedibus scarpantibus,
più di duecento metro dalle petunie dei rispettivi giardini.

E, sempre oggi, nella conferenza stampa quotidiana dei Commissari Straordinari (o come diavolo si chiamano),
ho sentito ventilare una ipotesi agghiacciante, se non ho capito male; del che, nel caso, anticipatamente mi scuso.

Che, cioè, gli asintomatici positivi possano essere allontanati coattivamente dalle loro famiglie per evitare ai parenti stretti
l’onta (e i rischi mortali, va da sé) dell’immondo contagio. Vi spiego, allora, come si fa.

Così magari fate giungere la strategia alle orecchie aguzze di chi di dovere.

Per esempio, di chi ci sta consegnando, approfittando dell’immenso casino che c’è, al MES.

Allora, ecco la ricetta.

Prendete l’articolo 32 della nostra Costituzione. Quel rottame democratico dove si legge:
“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario”.
Non preoccupatevi dell’apparente eccesso di garanzia (per la libertà vostra e altrui).
Proseguite nella lettura della norma, piuttosto: “se non per disposizione di legge”.

Ecco, adesso cominciamo a ragionare come si deve.
Con una “legge”, si può autorizzare la coercizione (in gergo giuridico si parla, appunto, di “riserva di legge”).

Bisognerebbe, però, bypassare pure l’altro vetusto privilegio sancito dall’articolo 16 della Suprema Carta, così declinato:
“Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale”.

Di nuovo: non datevi pena. Letta la norma, trovato l’inganno: “Salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”.

Ora, riflettete.
I motivi di sicurezza e sanità li avete: l’emergenza Covid, che cavolo!

E avete pure la legge. È l’articolo 1 del D.L. nr. 6/2020; quello, per intenderci,
in forza del quale l’Italia è stata trasformata in un ghetto del Quattrocento e il Governatore del Veneto
può irreggimentare le nostre ore d’aria entro il perimetro del fottuto cortile.

Orbene, l’articolo 2 dello stesso Decreto consente ai Pubblici Poteri di adottare provvedimenti ulteriori “anche fuori dai casi di cui all’articolo 1”.

A questo punto, vi basta un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (cioè una fonte di rango secondario) per imporre il tampone obbligatorio a chicchessia.

Se il cittadino è “positivo”, lo internate in una “struttura protetta” sradicandolo dal suo domicilio.
Se rifiuta il tampone, lo considerate “positivo presunto” e gli fate fare la medesima fine.

Dopotutto, ogni bene è immolabile al “bene supremo” della salute collettiva, giusto?

Robespierre sarebbe d’accordo con voi. Ma anche diversi Regimi del Novecento, credetemi.

E tutto ciò in nome della “salvezza nazionale” o della “salute pubblica”, e con il consenso plaudente di sterminate masse di coglioni.

Ora, è vero che – come diceva Marx – la storia si ripete sempre due volte, la prima volta come tragedia, la seconda come farsa.

A volte, però, fa un’eccezione. E concede il bis.
 
Mi chiedo quando il ns ministero della salute (sich) arrivera' a capire che se due persone
dormono nello stesso letto non e' garantita la distanza di sicurezza tra di essi.

Arriveranno percio' a mettere al bando i letti matrimoniali??

Oppure dormiremo 4 ore ciascuno per non occupare contemporaneamente lo stesso letto??
 

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