BRUTTO PERIODO PER I LADRI D'APPARTAMENTO

Dementi dementi dementi, impreparati impreparati impreparati, capre capre capre
non so cosa dire.

1-Le bollette saranno sospese su tutto il territorio nazionale?
Falso. Nonostante gli annunci di qualche esponente politico, la ventilata sospensione delle bollette per tutto il territorio nazionale non è entrata nel provvedimento con le nuove misure per contrastare gli effetti economici dell’epidemia da coronavirus, il cosiddetto “decreto cura Italia” appena approvato dal governo. Al momento, dunque, non c’è alcuno stop generalizzato per tutto il territorio nazionale come pure si era paventato nei giorni scorsi.

2-Lo stop dei pagamenti scatta per alcune categorie?
Vero. Resta, per ora, in piedi quanto previsto da uno dei primi decreti legge messi in pista dal governo all’inizio dell’emergenza da Covid-19 per fronteggiare l’impatto dell’epidemia da coronavirus. Il decreto legge n.9, approvato venerdì 28 febbraio dal Consiglio dei ministri, fissava, come si ricorderà, la sospensione delle bollette di luce, gas, acqua e rifiuti fino al 30 aprile per i Comuni che per primi sono stati colpiti dal contagio, l’originaria “zona rossa”.

Coronavirus, tutto quello che c’è da sapere

3- La sospensione vale anche se non esiste più quella zona rossa?
Vero. Al momento, a meno di ulteriori decisioni sul tema, lo stop resta in pista per gli 11 Comuni della prima zona “rossa”, poi riassorbita in un secondo momento nella cosiddetta “zona arancione (la Regione Lombardia e altre 14 province dell’Italia centro-settentrionale) che è stata poi estesa a tutto il territorio nazionale. Le amministrazioni interessate dalla sospensione sono quindi, lo ricordiamo, dieci in Lombardia (Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini) e una in Veneto (Vo’).
 
4-Lo stop per questi 11 Comuni vale per tutto il 2020?
Falso. Il decreto prevede una sospensione fino al 3o aprile. Spetta all’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera), dare attuazione al provvedimento. L’Arera dovrà quindi fissare con suoi provvedimenti la sospensione temporanea fino alla fine di aprile dei termini di pagamento delle fatture e degli avvisi di pagamento emessi o da emettere. L’Autorità guidata da Stefano Besseghini, poi, dovrà disciplinare le modalità di rateizzazione delle fatture e degli avvisi di pagamento sospesi.

5-Anche il canone Rai è sospeso insieme alle bollette elettriche?
Vero. Lo stesso articolo 4 del decreto legge n.9 stabilisce che il pagamento del canone Rai per gli undici Comuni interessati dallo stop temporaneo delle bollette, avverrà senza sanzioni e interessi in un’unica rata con la prima bolletta utile dell’energia elettrica pagata subito dopo la fine della sospensione.

6-L’Autorità per l’energia ha bloccato i distacchi per morosità?
Vero. L’Arera ha deciso di rinviare dal 10 marzo al 3 aprile le procedure di distacco per i clienti morosi. Per le bollette elettriche, la misura riguarda tutti i clienti in bassa tensione e per il gas tutti quelli con consumo non superiore a 200mila metri cubi standard (Smc che è il criterio di calcolo individuato per misurare la fornitura di gas).

7-Ci sono venditori che hanno sospeso le bollette dei propri utenti?
Vero. Alcune aziende hanno assunto delle iniziative per venire incontro a clienti che versano in difficoltà economica. Si tratta naturalmente di sospensioni temporanee in virtù dell’emergenza da coronavirus. A muoversi in tal senso sono state finora Acea, A2A, Iren e Hera che hanno provveduto sia a sospendere le interruzioni delle forniture a seguito dei mancati pagamenti delle bollette sia a rinviare o offrire possibilità di rateizzazione per i clienti in situazioni di difficoltà economiche.

8-Sono stati ridotti gli oneri di sistema che paghiamo sulle bollette?
Falso. Va detto che, tra le ipotesi valutate dal governo in queste ore, c’è stata anche una riflessione sulla possibilità di rimodulare gli oneri di sistema, vale a dire tutte quelle voci presenti nella bolletta energetica che servono a coprire i costi relativi alle attività di interesse generale per il sistema elettrico e per quello gas. Al momento, però, non sono state assunte decisioni in tal senso e il governo non ha inserito nel Dl “cura Italia” alcun intervento sugli oneri di sistema né un taglio generalizzato delle bollette come pure qualcuno aveva paventato.
 
La giornata di ieri è stata veramente drammatica sulle borse, dall’Europa agli USA.

Da un lato questo è dovuto al fatto che si inizia a comprendere veramente la ricaduta economica dell’epidemia,
e dall’altro domenica c’è stata una mossa di Goldman Sahcs che potrebbe aver aumentato la ricaduta economica negativa di questo fenomeno.

La società ha tenuto una conference call con 1500 clienti molto facoltosi
nella quale ha presentato le sue previsioni, che , ricordiamo domenica, sono state le seguenti:

  • il 50% degli americani sarà infettato dal Coronavirus, e sono circa 150 milioni di persone
  • il 70% dei tedeschi sarà infettato dal virus, e sono circa 58 milioni di persone;
  • in otto settimane (due mesi) ci sarà il culmine mondiale ;
  • 80% avrà sintomi non fravi, 15% sintomi gravi , 5% andrà in rianimazione;
  • mortalità circa del 2% (quindi 3 milioni di americani), soprattutto anziani;
  • il SP500 cadrà del 15%-20% nel 2020
  • su questo si innesta la guerra commerciale fra Arabia Saudita e Russia, ancora più devastante per il petrolio;
  • il mercato non aspettava altro che una motivazione per far scoppiare la bolla e questa è la motivazione giusta.
Anche se alcuni punti sono fin troppo positivi (i dati attuali danno una mortalità più alta, e non solo fra gli anziani)
la parte finanziaria, comunicata in modo così secco a 1500 grandi investitori prima dell’apertura del mercato,
informazioni che sicuramente sono poi filtrate anche ad altri, ha sicuramente predisposto il mercato per una caduta.

Tutte queste notizie, date tutte assieme, sono state uno shock che ha contribuito a cancellare l’azione espansiva della FED.

Una caduta quasi causata.

Chissà chi aveva posizione Short aperte in quel momento…
 
Cerchiamo di provare a restare su di un piano razionale, se è appena possibile, trattando del coronavirus,
considerando che la medicina è certo una scienza, ma forzatamente empirica,
perché applicata a persone simili ma sempre diverse l’una dall’altra, mentre biologia molecolare e soprattutto statistica sono semplicemente scienze.

Proviamo allora (dico proviamo, non ho certezze) ad applicare un metodo, se non rigorosamente scientifico, almeno logico, al problema.

Quali sono le cose da conoscere sul coronavirus, al di là dello studio della sua natura (e dunque della sua cura)
che vede, con l’accordo generale, i laboratori di tutto il mondo impegnati a fondo?

Essenzialmente quattro:

la sua diffusione, la sua contagiosità, la sua morbilità e la sua mortalità.

Il primo è il dato che ci manca, perché è da esso che dipende la valutazione della situazione e dell’evoluzione nel tempo degli altri tre.
E qui qualche cosa in più si poteva e doveva fare subito, ma si può fare anche adesso, sottoponendo ad uno screening a campionatura,
ma abbastanza esteso da essere significativo, la popolazione considerata sana e cioè senza sintomi,
perché è evidente che se il numero stimato di contagiati “sani” risultasse basso, il tasso di mortalità risulterebbe alto,
mentre se il numero di contagiati sani (bassa morbilità) fosse molto elevato, allora il tasso di mortalità scenderebbe enormemente
riducendosi quasi, con le dovute eccezioni, a concausa di morte per polmonite, sviluppatasi per l’indebolimento
dovuto a gravi patologie pregresse, in persone molto anziane e malate.
Non è un dato secondario, perché da esso, a mio modo di vedere, dipende la linea di condotta da tenere a livello di decisioni governative,
inoltre, se i portatori sani risultassero ancora pochi, si può forse davvero sperare di arrestare (o almeno rallentare fino alla scoperta del vaccino o all’estate)
la diffusione del virus con misure rigide, ma se invece fossero tanti, allora potrebbe risultare assai meno efficace la politica del contenimento
e dovremmo invece concentrare maggiormente gli sforzi nella ricerca e nell’aumento rapido dei reparti e centri di terapia intensiva
e nel reclutamento di medici e infermieri, anche tra pensionati e neolaureati.

Lo stesso problema del picco della malattia, che in Cina sembrerebbe superato
(dico sembrerebbe, perché non stiamo parlando di un Paese ad informazione libera) è superato essenzialmente
grazie alla violenta irreggimentazione governativa perché così sensibile al contatto interpersonale o perché, cercandolo solo nei malati,
ha smesso naturalmente di palesarsi arrivato alle persone più robuste e asintomatiche, che potrebbero avere minore capacità di contagio?

In mancanza di una conoscenza sicura, oggi stiamo applicando, su una scala mai vista prima, il Principio di Precauzione,
il che potrebbe essere ragionevole, ma lo stiamo applicando in maniera completamente asimmetrica
e cioè prendendo fortemente in considerazione il rischio potenziale di una reale esplosività della pandemia e molto poco quello opposto di un crollo dell’economia.

Come se l’economia non fosse anche salute.

Invece, proprio in termini di vite umane, anche il numero di vittime indotte da una crisi economica prolungata potrebbe essere enorme,
pure se disperso in mille casi apparentemente disconnessi.

Se guardiamo gli altri Paesi a noi simili, per Costituzioni liberali, stato di diritto, sistema economico, almeno per ora,
vediamo un arco di comportamenti che vede ad un estremo l’Italia e all’altro la Gran Bretagna,
con in mezzo una serie di grandi Paesi con soluzioni intermedie, dalla Spagna più vicina a noi, agli Stati Uniti più vicini al Regno Unito.

E questo non deve stupire, la non completa conoscenza dei dati del problema non porta a soluzioni univoche chiare per tutti,
la scienza ci arriverà, ma ha bisogno del suo tempo ed è inutile tirare i virologi di qua e di là chiedendo loro delle risposte,
che, allo stato, sono delle valide ma spesso differenti ipotesi di studio, bisognose di dati, sperimentazioni e misure
per arrivare ad una risposta convincente per tutti, perché comprovata.

In realtà stiamo seguendo una via euristica e cioè, alla fin fine, applichiamo l’intuito, che però, oltre ad essere diverso da persona a persona
(e da governante a governante) non dà certo una risposta sicura.

Ora però, sulla base di questa risposta insicura, stiamo sicuramente mettendo in pericolo le garanzie costituzionali
di libertà personale e di democrazia, sottoponendo tutti i cittadini a una sorta di arresti domiciliari preventivi,
decisi unicamente dal governo e anche senza voto di un Parlamento chiuso e sbarrato
.

Ora, siccome io non credo che i valori di democrazia e ancora prima di libertà personale, siano valori secondari
che si possano sospendere con sconcertante facilità, interrompendo il lungo cammino fatto per arrivare al diritto
(e non alla semplice concessione) di essere cittadini liberi e inoltre non credo che lo Stato possa farsi padrone delle nostre vite
e per di più al di fuori di rigorose procedure costituzionali, non posso non interrogarmi sulla validità delle decisioni governative.

E se allo scadere, il 24 di marzo, del decreto, il “buonsenso” o senso comune del governo
(perché di questo, in assenza di certezze scientifiche si tratta) decidesse di prolungare il decreto
,
che facciamo restiamo ancora chiusi in casa? E per quanto?

Non ho la risposta e non la posso avere, l’avrò solo quando l’avremo tutti e cioè quando la scienza biomedica avrà affrontato,
definito e avviato a soluzione, il nuovo problema, definendone bene, oltre alla natura, anche i confini e la gravità.

Per il momento, con un riflesso di senso civico, faccio come quasi tutti, mi attengo alle nuove regole,
ma senza rinunciare a chiedermi se sono davvero scientificamente giustificate e legittimamente prese
e contestando un clima psicologico che altera il dibattito, dichiarando irresponsabili tutti coloro che manifestano dei dubbi.

Non so che cosa avrei deciso con responsabilità di governo e probabilmente in possesso di maggiori informazioni di quelle di cui posso disporre,
forse avrei fatto come loro o forse no, so però che il governo non è composto da personalità di antica tradizione
e cultura liberal-democratica convinte che lo Stato debba avere dei limiti costituzionali alla sua azione
e so anche che queste decisioni, giuste o sbagliate, corrette o esagerate, sono destinate a costituire un precedente potenzialmente assai pericoloso.

Si è finto di considerare gravi le parole di Matteo Salvini sui pieni poteri, quando si riferiva semplicemente alla necessità
di avere un governo omogeneo ed ora li vediamo invece rivendicati e presi davvero nel significato pieno del termine, dai suoi avversari.

Perché in futuro, magari cavalcando un’ondata psicologica creata od amplificata ad arte,
si potrà sempre ricorrere ad una decretazione urgente per sospendere le civili libertà, utilizzando questo precedente
.

E allora, ricordando una celebre frase di Jefferson:

“In materia di potere, smettiamola di credere alla buonafede degli uomini, ma mettiamoli in condizione di non nuocere con le catene della Costituzione”,

faccio la seguente riflessione.

Poiché non si può escludere che, oggi o domani, delle grandi catastrofi o pestilenze abbiano a realizzarsi,
non si può vietare tassativamente che un governo possa decretare uno stato di emergenza con sospensione temporanea delle garanzie costituzionali,
penso allora però che in tal caso la Costituzione dovrebbe prevedere che, ad emergenza finita, le camere erette in alta corte di giustizia,
siano obbligatoriamente chiamate a giudicare se vi fosse davvero l’assoluta necessità ed urgenza di tale provvedimento,
in mancanza di che i membri del governo siano chiamati a risponderne con adeguate e gravi sanzioni.

Attenzione, non sto dicendo che le decisioni di questo governo siano completamente ingiustificate e precipitose,
non lo so (e credo che non ne abbiano la certezza neanche loro), mi sto preoccupando, che, in futuro, non si apra la strada a consuetudini totalitarie.

Le Costituzioni non possono risolvere ogni problema, ma fanno scuola e giurisprudenza, insegnano il civismo e lo stato di diritto,
perché lo stato democratico non può e non deve mai degenerare in uno stato etico.
 
Vi racconto.
Stavo passeggiando in una zona isolata, vicino ad un pratone al lago.
Passa un'auto dei Carabinieri. Si fermano.

"Cosa sta facendo ? Da dove arriva ? Dove sta andando ?"

Rispondo che sto passeggiando. Abito là sopra.

Ripete la solita manfrina.
Nel frattempo arrivano 2 persone con 1 cane.

Stessa domanda. E poi "solo 1 può uscire con il cane".

Con buone parole gli ho fatto presente che esiste un pezzo di carta che si chiama "COSTITUZIONE".
E gli ho mostrato il pezzo di carta che mi porto in tasca :

Art. 13.

La libertà personale è inviolabile.

Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'Autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.

In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l'autorità di Pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all'Autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto.

È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà.

La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.

  • La libertà personale consiste nel diritto del singolo a non subire coercizioni fisiche che ne impediscano o limitino movimenti e azioni. La dottrina predominante vi ricomprende anche la libertà morale e all'integrità della propria coscienza, intesa come libertà da ogni forma di coazione della volontà e della psiche della persona.
 
Oggi sono in vena di massime.

Dunque voglio introdurre un caposaldo politico del quale me ne attribuisco la paternità
e per il quale se non dovessi passare alla storia, se non altro qualcuno se ne ricorderà:

non c’è niente di più funesto di un tecnico che voglia fare il politico (Girolamo Sirchia o Giampaolo Di Paola)
e di un politico che voglia fare il tecnico (Giuseppe Conte e Roberto Speranza).

Ma quelli che proprio mi fanno schifo sono gli incompetenti che cercano di trasformare la loro incompetenza in successo politico:
che purtroppo oggi coincidono con i secondi.

Capita dunque che la Politica (che dopo la prima Repubblica e dopo l’avvento dei grillini è un ricettacolo di trombati della società civile senza né arte né parte)
cerchi di trasformare in un successo da salutare con orgoglio i frutti del suo lassismo e della sua incompetenza nel non aver saputo adottare in tempo utile dei
provvedimenti efficaci e praticabili come la quarantena, provvedimento tanto più efficace quanto più precoce.

E come lo fa?

Perculando un elettorato che per definizione è emotivo, non sa nulla di dinamiche politiche
ma ha una voglia irrefrenabile di essere protagonista di qualcosa di “epico” sì, ma che non rompa troppo le balle: un epico “low-cost”.

Un virus viene trattato nell’immediato con la quarantena.

La quarantena non è una cosa “epica” o una “scelta politica” come l’ha messa giù “Giuseppi”,
ma è un presidio sanitario obbligatorio e necessario che non ha nulla di eroico.

Eroico, per intenderci, è Teseo Tesei che ha spolettato “a tempo zero” nel porto della Valletta.

Noi siamo “obbligati” a guardare sul divano le serie di Netflix.

“Giuseppi” però punta alla gratificazione della fetta “anonima” della società, quella tutta “oddio oddio” e “attenta aa règazzina”
che ha la vita scandita dal pupo da prendere, la riunione di condominio, il sabato dalla mamma di lei e il pranzo la domenica dalla mamma di lui.

E la compatta in maniera da renderla una poltiglia indistinta da soddisfare con due ciance e dalla quale trarre consenso
non a vantaggio dell’esecutivo (che già nel suo essere pataccaro assumerebbe una ragione politica, seppur di bassa lega), ma suo personale:
e lo fa per sopravvivere a sé stesso.

“Giuseppi” si è avvicinato alla politica come “avvocato del popolo” e cerca di sopravvivere ad essa
facendo dell’Italia un enorme palco mediatico che manco Adriano Panzironi con Life 120. Il Panzironi del popolo, insomma.

Quindi dopo aver deluso gli eroici dei “flashmob” su balcone, degli “andrà tutto bene” o i “bella zio” che pensavano
di essere parte di una “grande storia” che ci fa sentire tutti uniti (salvo poi fottersi quando le cose saranno passate)
e visto che di tempo ne abbiamo, io vi farei una premessa.

La conoscete la storiella del pediatra? No?
Ve la dico io, Tenetela a mente questa storiella perché l’influenza è un virus al pari del Covid-19 ed ha dunque le stesse dinamiche.

Quando il bambino ha i primi sintomi dell’influenza i genitori chiamano in tutta fretta il pediatra.

Quello viene, visita il piccolo paziente e fa la ricetta.
Passa un giorno ed il bimbo non migliora, anzi peggiora.
E allora i genitori chiamano un altro pediatra il quale ripete i passaggi del collega precedente.
Ma il bimbo ancora peggiora.
E se ne chiama un terzo, che ripete i passaggi dei due colleghi precedenti: ma questa volta il bambino guarisce.

Lo sapete quale risulta essere agli occhi dei genitori il pediatra migliore? Il terzo.

Perché i genitori ignorano che l’influenza è un virus e come tale ha una fase di incubazione, di crescita, un picco ed una fase discendente.

Ma per le diverse implicazioni sulla salute pubblica e sulla sicurezza nazionale necessita che venga trattato
con la massima tempestività da uno Stato degno di questo nome.

Fatta questa premessa, distinguiamo inoltre tra dinamiche domestiche e dinamiche nazionali.

Le prime hanno ripercussioni circoscritte (il bimbo ha l’influenza, non deve rimanere indietro con le lezioni, devo prendere ferie, devo disdire la palestra).

Le seconde invece possono incidere pesantemente sulla salute pubblica e sulla sicurezza nazionale, non ultimo sotto l’aspetto economico.

E dunque cominciamo con ordine e passiamo al setaccio le gesta di questo esecutivo di “eroi”.

Fase per fase.

Dicembre dello scorso anno lo potremmo definire il periodo dell’incubazione: si comincia a sentire di uno strano virus che viene dalla Cina.
Data la globalizzazione e l’aggressiva strategia geopolitica del Dragone, uno ci si aspetterebbe un contingency plan,
un piano di emergenza e cioè soffrire un mese ora per non soffrirne 4 dopo.

Dunque uno si sarebbe aspettato un mese di chiusura totale a dicembre-gennaio ed un controllo capillare delle vie di ingresso e di uscita dal Belpaese,
di modo tale che la salute nazionale non sarebbe stata messa in pericolo e l’economia non avrebbe dovuto soffrire per un tempo maggiore delle sue capacità.

Messa giù ignorante, a quest’ora forse sarebbe tutto passato e ci staremmo solo rompendo le scatole pensando a quante uova comprare e a chi regalarle.

Invece la strategia dell’esecutivo e dei suoi “dottorini” (loro si definiscono intellettuali) è minimizzare:
sono tutte cazzate, meno male che c’è la paura del coronavirus così si viaggia più larghi.

Nicola Zingaretti
prima minimizzava in chiave anti-sovranista, salvo poi riscoprirsi un “ce la faremo”
quando bisogna ossequiare la narrativa della celebrazione delle scelte coraggiose e tempestive dell’esecutivo.

Nello specifico “Giuseppi” e Speranza danno un’interpretazione politica di un presidio sanitario come la quarantena
(che non può essere interpretato in chiave politica e derubricato a forma di repressione o razzismo).

Ovviamente le chiacchiere sono chiacchiere e il virus te lo dimostra.

Il virus contagia ampie zone della Lombardia, del Veneto, Liguria e Piemonte.

Dunque il nostro “Giuseppi”, che avrebbe dovuto prevenire, si affanna a rincorrere un provvedimento che giunge tardivo e come tale inefficace.

Inefficace dal punto di vista sanitario, dato che il distanziamento sociale non è totale, il tempo gioca a sfavore,
il provvedimento avrebbe dovuto essere operativo da gennaio e l’Italia è già in ritardo di un paio di mesi su una scala tarata sul mero buon senso “della nonna”.

Inefficace dal punto di vista economico dato che se ci fosse stato un intervento precoce, avremmo limitato il disastro economico
non tanto dei lavoratori dipendenti (che tanto lo stipendio il 27 del mese arriva puntuale) quanto delle partite Iva,
il cui ventaglio di opzioni è morire di corona virus o morire di fame.

Ma non solo. Cosa fa l’esecutivo?

Fa trapelare i contenuti del decreto non ancora firmato provocando al Nord una sorta di esodo di massa di gente del Sud che si affretta a tornare.

Quindi una sorta di convention di untori o potenziali untori che si riuniscono alla stazione di Milano per un allegro ritorno col patrocinio di Palazzo Chigi.

E siamo dunque ad un passo dal picco. Di qui il provvedimento di chiusura (quasi) totale.

“Giuseppi” non ha ancora imparato la lezione ma ha imparato a fare ospitate da Barbara Durso,
a criticare i medici che sono gli unici che si fanno il mazzo per mettere una pezza alle sciocchezze di questo piazzista in pochette
e a fare discorsi che hanno come target la componente benzodiazepinica della collettività parlando alla componente ansiosa del Paese.

Lui “fa”.

Non importa se la realtà è che raccoglie tardivamente e male i suggerimenti dei presidenti di Regione Veneto e Lombardia.

L’importante è che dia la percezione che lui faccia, abbia delle idee anche non sue e per giunta copiate tardi e copiate male.

Lui ha peggiorato un problema che si sarebbe risolto comunque dopo tanti sforzi e ha dato l’impressione di averlo approcciato lui, a petto nudo e con la spada sguainata.

Lui e lui solo: lui e “la popolazione” (i diazepam di cui sopra).

D’altra parte dopo le cazzate sulla repressione Speranza è come la temperatura di Campobasso: non pervenuta.

Giorni fa ha annunciato la “scelta” del supercommissario da affiancare alla Protezione civile: Domenico Arcuri.

Credo che sia stata una scelta obbligata: Guido Bertolaso e Gianni De Gennaro gli hanno dato picche.

A questo punto Arcuri è rimasto col cerino in mano. E gli hanno fatto vedere che come in Matrix lui sia “il prescelto”.
Ma magari potrebbe anche essere: dato che non rischia di fare ombra a nessuno.

E intanto la telenovela dei decreti a ripetizione va avanti ogni sera.
 
Non ho parole per commentare questi personaggi.

"Grazie a chi, da ogni angolo del mondo, sta mandando messaggi di solidarietà al nostro Paese, alla nostra gente,
che combatte con coraggio e dignità questo nemico invisibile. Ieri come oggi, si lotta per la libertà".

Parole che non nascondono la felicità del ministro che con la canzione ha una certa familiarità.
"Bella ciao" infatti piace molto a Gualtieri, che l'ha persino suonata con la chitarra acustica durante una puntata di Alta Fedeltà,
web-talk nel quale gli europarlamentari si raccontano attraverso una playlist. "'Bella ciao' è una canzone stupenda, italiana, europea e mondiale"

Anche il Presidente dell'Europarlamento, David Sassoli, lo ha pubblicato sul suo profilo Facebook commentando: "Questa è l'Europa che ci piace".

"Se vuoi davvero lottare per l'Italia lascia stare 'Bella Ciao' e le chitarre.
Scrivi un decreto essenziale e snello per affrontare l'emergenza coronavirus, partendo dal rinvio di tutti i pagamenti".
Poi ha aggiunto: "Mentre tu condividi canzoni famiglie, imprese e lavoratori sono nel caos".

A sbottare contro il ministro dell'Economia anche decine di utenti sul social. "Disgustoso", "Rovina del Paese",
"State umiliando le partite IVA e i lavoratori autonomi", si legge tra i commenti mentre in molti si chiedono: "Ma il decreto dov'è?".
 
Gli applausi di questi tempi si sprecano.
Così come i doverosi ringraziamenti a chi in corsia combatte il coronavirus.
I medici sono diventati gli "eroi" di cui il Paese sente il bisogno.
Lo sono tutti i giorni, in realtà, ma stavolta almeno gli viene riconosciuto.

A fronte di tanta accorata gratitudine, ci si sarebbe aspettati pari considerazione nei decreti varati in questi giorni dal governo.

Ma stamattina i giovani dottori si sono svegliati con la brutta sorpresa di essere stati "scartati" dal "Cura Italia":

"Hanno cancellato all'ultimo i fondi per le borse di specialità" "Siamo davvero schifati: siamo eroi solo quando si fa propaganda".

Lo riportavano sia il Quotidianosanità, di solito ben informato, sia l'agenzia stampa Adnkronos.

"Al fine di aumentare il numero dei contratti di formazione specialistica dei medici - si leggeva -
è autorizzata l'ulteriore spesa di 125 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021
e di 130 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024”.

In totale, 5mila posti per quest’anno e 5.200 per quelli venire.

Nella sua versione definitiva, approvata il 9 marzo, però, l'articolo è scomparso.

Qualcuno pensava potesse rientrare dalla finestra nel dl "Cura Italia" approvato ieri dal Cdm. Speranza vana.

"A febbraio avevamo incontrato il ministro dell’Istruzione e ci aveva assicurato di voler lavorare
per inserire un maggior numero di borse di specialità", spiega Emanuele Spina, componente dell'ufficio di presidenza del SIGM.

Ma la fiammella delle aspettative è stata subito spenta.

"Si vede che non l'hanno considerata una priorità. Ma in un momento del genere, in cui si evidenzia la carenza medici negli ospedali,
un intervento simile avrebbe giovato non solo nell'emergenza ma anche alla sostenibilità del sistema sanitario nei prossimi anni".

E invece a mancare è stato proprio lo sguardo "lungimirante" sugli specializzandi.
 
Trump è passato dall’ignorare il Coronavirus, al ritenerlo “Un virus straniero”,
a prenderlo seriamente ed intervenire in modo massiccio dal punto di visto sia medico sia economico.

Lasciando i giudizi sul primo punto ai medici, concentriamoci sul secondo:
la Casa Bianca ha reso note le linee guida di un piano di intervento contro i danni economici del Coronavirus per 850 miliardi di dollari.

Tutti riceveranno un assegno” affermano voci del governo USA, lasciando trasparire che si utilizzerà un nuovo,
completamente diverso, calcolo del sistema fiscale per permettere a tutti coloro che presentano la dichiarazione dei redditi,
la cui scadenza è aprile, di ottenere un sostanzioso rimborso.

Il pacchetto di interventi, che moltiplica per oltre cento il precedente stanziamento di 8,3 miliardi di dollari, verrà presentato oggi al Senato USA;
dal Segretario al Tesoro Mnuchin, e contiene anche misure specifiche per il settore del trasporto aereo, a cui verranno destinati almeno 50 miliardi.

Questo pacchetto si accompagna ad altri 100 miliardi già stanziati per pagare la malattia o la quarantena dei dipendenti pubblici,
quindi gli stanziamenti complessivi del governo USA sfiorano i 1000 miliardi.

Il senatore repubblicano Marco Rubio ha giustamente affermato
Io penso la premessa sia che, se facciamo qualcosa, dobbiamo farla in grande. Da dove siamo ora non si può tornare indietro“.

Il rischio è quello di trovarsi di fronte ad una crisi da far impallidire il 1929 o il 2008 e non fare nulla, causando una recessione secolare e permanente.

Di fronte a queste premesse non si può essere timidi. Del resto Trump non può permettersi un disastro economico nell’anno delle elezioni.

Questi sono SOLDI VERI; non finti prestiti “A LEVA” come quelli promessi da Gualtieri.

Si tratta di soldi che vanno nelle tasche dei cittadini per rafforzare la loro fiducia, e ci vanno AL POSTO DELLE TASSE che avrebbero dovuto versare.

L’esatto opposto di quanto fatto dal Gualtieri che ha implorato a chi può di pagare le tasse lo stesso,
cosa che farà piacere ai soliti gestori di Talk Show, ma che anche rischia di dare il segnale che tutto sia al limite del fallimento
e che non ci siano più strumenti per intervenire.

Un chiaro autogoal che può costare tantissimo al governo italiano.
 
Oggi la FED ha completato il quadro di aiuti per l’economia reale e finanziaria, negli USA,
ed ha preso una decisione che permetterà di far arrivare il denaro direttamente alle aziende.

La Banca Centrale ha deciso di allargare l’acquisto sul mercato anche ai Commercial Paper,
cioè praticamente, alle ricevute di pagamento bancarie che le aziende presentano per lo sconto presso le aziende.

In questo modo le banche potranno accettare le ricevute di pagamento (praticamente scontare le fatture) delle aziende private
e quindi cederle alla FED, facendo così arrivare lo stimolo finanziario in modo capillare nelle singole aziende USA.

Questa misura si viene ad accompagnare ad una serie di altre misure prese dall’amministrazione
e che saranno proposte immediatamente per il voto al Senato.

Tra queste l’invio immediato, senza contestazione di aiuti alle famiglie,queste riceveranno immediatamente i rimborsi fiscali, aumentati,
mentre tutte le imposte sono ritardate di 90 giorni.

Sono previsti grossi contributi per le attività che hanno sofferto direttamente per la chiusura, a partire dalla ristorazione e dai divertimenti.

A queste prime misure economiche si accompagnano poi gli aiuti al settore delle Linee Aeree (50 miliardi)
l’allargamento su larga scala di Medicare e la mobilitazione dei laboratori privati per le analisi
(attualmente sono stati fatti 27 mila test da parte del CDC e 23 mila da parte dei lavoratori privati).

Fatta questa premessa sulle misure USA, con lo sconto dei Commercial Paper la FED entra nel dettaglio dell’economia reale,
delle piccole e grandi aziende che devono incassare fatture che, magari, in questo periodo di crisi, non vengono pagate.

La mossa permette all’economia reale di postporre l’incasso ed ottenere comunque le risorse finanziarie per andare avanti, pagare i fornitori ed i clienti.

Una misura diretta per le aziende, per il lavoro, ma siamo negli USA, mica nella UE della BCE.

Qui le aziende possono tranquillamente fallire, come faranno presto in massa.
 

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