BRUTTO PERIODO PER I LADRI D'APPARTAMENTO

L’appuntamento serale con i dati della Protezione Civile lascia dietro di sé sgomento e preoccupazione:
emozioni amplificate, poco dopo, dalla sbavante grancassa mediatica

“Un antivirus da 25 miliardi” (Il fatto Quotidiano); “Europa chiusa al mondo” (la Repubblica); “Più medici, stop a tasse e mutui” (Corriere della Sera);
“Contro l’emergenza 1.200 posti letto” (Corriere del Mezzogiorno); “Zaia ora chiede nuovi divieti” (Corriere del Veneto);
“Mascherine, la pazienza è finita” (Corriere della Sera Bergamo); “L’esercito presidia medicina” (Corriere della Sera Bologna);
“Virus, l’Ue blinda i confini di Schengen” (La Stampa); “O la borsa o la vita” (il manifesto); “Dai che rallenta” (il Giornale);
“Tutte le scemenze sul virus” (Libero); “Lunedì nero per Borse, oro e petrolio” (il Sole 24 Ore); “Ora 25 miliardi, forza con gli altri” (Il Tempo);
“Scattano i test a tappeto” (Il Gazzettino).

Quelle che avete appena letto sono le aperture dei principali quotidiani nazionali di ieri.

Quelli filo governativi si riconoscono subito: evidenziano gli interventi economici decisi dal governo a favore di aziende, imprese e lavoratori.

Casi isolati puntano sull’ottimismo (il Giornale), gli altri in bilico nella diffusione della paura,
evidentemente anch’essi contagiati dal desiderio di diffonderla per ricavarne qualche vantaggio in edicola,
si concentrano sulle “scemenze” pronunciate dai sostenitori della maggioranza.

In questo alternarsi di stati d’animo, utili solo a disorientare ulteriormente lettori e cittadini, s’inseriscono,
incuranti delle grandi responsabilità in capo all’informazione, i canali televisivi “all-news”.

I palinsesti sono incardinati esclusivamente sul coronavirus. È la notizia, si dirà. Vero.

Purtroppo, però, assume un peso rilevante anche il modo in cui ne si parla.

Paradossi e contraddizioni si sovrappongono e vengono smerciati a prezzi di saldo.
Soprattutto lo zapping da quarantena regala, in questi faticosi giorni, delle perle straordinarie.

Per esempio, non è insolito trovare su una rete un esperto/a che alluda alla fine del mondo,
mentre, contemporaneamente, su un altro canale, si sente un collega predicare con slancio l’esatto contrario,
avvolto da un anomalo ottimismo, dando il via allo sconcerto del telespettatore.


Chi avrà ragione?

Ad aumentare l’angoscia generale contribuiscono anche le dispute tra virologi, ognuno con le sue tabelle,
ognuno con le sue convinzioni, ognuno a sermoneggiare le proprie verità, ovviamente, in nome della scienza.

A noi, che scienziati non siamo, resta solo la gestione delle paure e delle insicurezze.

Anche se il “momento più alto” è fornito – in diretta nazionale – dall’appuntamento stampa voluto dalla Protezione civile
(cui va il nostro incondizionato sostegno per l’impegno organizzativo profuso nel contrasto all’epidemia).

Quel collegamento di pochi minuti scandisce, tristemente, le nostre giornate.

Con il suo bollettino macabro, oscillante tra “sommersi e salvati”, lascia dietro di sé sgomento e preoccupazione.

Emozioni amplificate, poco dopo, dalla sbavante grancassa mediatica che, in nome della trasparenza, ne rilancia l’eco funerea.

È proprio necessario questo spettrale tam-tam, trasformato in funesta attrazione circense,
proprio in un momento in cui il Paese è più fragile e impaurito?


Non dobbiamo, ovviamente, fare come gli struzzi e mettere la testa sotto la sabbia rispetto a un problema reale,
ma nemmeno accrescere in modo sconsiderato il livello, già altissimo, della tensione.

Perché il vero problema, lo toccheremo con mano a breve.

Il dramma che saremo obbligati ad affrontare non sarà più il contagio da coronavirus che, prima o poi, sconfitto dalla scienza,
scomparirà dalle prima pagine di giornali e talk-show, ma il disastro economico-sociale lasciato in eredità dalla pandemia.

Riguarderà, non solo alle nostre latitudini, un numero impressionante di lavoratori piegati dalla recessione.

Un incubo, questo sì pericoloso, che colpirà le economie più solide, “infettando”, a cascata, anche la nostra già storicamente debole.

Allora, i “bollettini” e le conferenze stampa non saranno più utili a nessuno.
 
Torno sulla grave limitazione alle libertà personali. Se esco da solo non creo problemi, nè alla mia persona nè a terzi.
Io la penso così. Pace.

E' arrivato il quotidiano aggiornamento curato dalla Prefettura circa i servizi di controllo svolti dalle Forze di polizia,
sul territorio provinciale , al fine del contenimento della diffusione del virus Covid-19:

nella giornata di ieri, martedì 17 marzo, sono state "palettate" 957 persone.
42 di queste sono state denunciate per inottemperanza alle prescrizioni del DPCM
e dunque per essere state pizzicate fuori casa per ragioni non legate al lavoro o con carattere d'ugenza.

Proseguono al contempo le verifiche a carico anche degli esercizi commerciali:
193 quelli attenzionati martedì, senza il riscontro di problematiche specifiche.
 
Ed ecco altri dementi che non sanno neppure leggere i provvedimenti.Innessun decreto sta la parola "DIVIETO". Salvo quella di "ASSEMBRAMENTI".
Torno a quanto scritto sopra. Se vado da solo al cimitero ? Eh certo, posso contagiare i morti .........

Premesso che:

l’Organizzazione mondiale della sanità il 30 gennaio 2020 ha dichiarato l’epidemia da COVID-19 un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale;

la delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, con la quale è stato dichiarato per sei mesi,
lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili;

il decreto legge 23 febbraio 2020, n.6, recante «Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19»;

il decreto legge 2 marzo 2020, n. 9, avente ad oggetto: “Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19”, e in particolare l’art. 35, ove si prevede che “A seguito dell'adozione delle misure statali di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19
non possono essere adottate e, ove adottate sono inefficaci, le ordinanze sindacali contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l'emergenza predetta
in contrasto con le misure statali”;

il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, 8 marzo 2020, avente ad oggetto: “Ulteriori disposizioni attuative del decreto legge 23 febbraio 2020, n. 6,
recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID- 19”,
con particolare riferimento all’art.1, comma1, lett.a), che prescrive “di evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori
di cui al presente articolo, nonché all’interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative
o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute”;

il DPCM 09.03.2020 recante “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n.6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale”, con particolare riferimento all’art.1, comma2,
che testualmente dispone: “Sull’intero territorio nazionale è vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico”;

il DPCM 11.03.2020;

l’evolversi della situazione epidemiologica, il carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia e l’incremento dei casi su tutto il territorio nazionale;

l’art.50 del D.Lgs.n.267/2000 riguardante le competenze in carico al Sindaco, con particolare riferimento al comma4, per il quale:
“4.Il sindaco esercita altresì le altre funzioni attribuitegli quale autorità locale nelle materie previste da specifiche disposizioni di legge”;

l’art. 50 comma 5 del D.Lgs. 267/2000 ai sensi del quale “in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale
le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale”;

la competenza del Sindaco quale autorità sanitaria locale ai sensi dell'art.13, comma 2 della legge n.83/1978;

Chiediamo:

di adottare quali misure precauzionali per concorrere alla più generale misura del diradamento dei contatti sociali per contrastare la diffusione del virus,
in ottemperanza a quanto sopra e precisamente: la chiusura dei Cimiteri Comunali fino al 3 aprile 2020 salvo nuove disposizioni di legge,
garantendo comunque l’erogazione dei servizi di ricevimento, inumazione, tumulazione delle salme, nel rispetto delle prescrizioni del D.p.c.m. in premessa richiamato.
 
C'è chi la pensa così. E comunque - la scorsa settimana - Vi ho pubblicato un bel resoconto sui virus nel tempo.

Pandemic bond, il COVID-19 è una scommessa?

Non è una bufala ma non significa che vogliamo dare adito a speculazioni di stampo complottistico.

Non crediamo nemmeno che qualcuno degli elementi che gravitano attorno a questa storia
possa anche solo immaginare di bloccare un Paese come l’Italia e mettere in difficoltà economie come quella cinese,
tedesca e francese per soli, miseri (per un giro d’affari speculativo) 320 milioni di dollari.

Questo articolo ha il solo scopo di divulgare informazioni al netto di qualsiasi interpretazione che non ci compete.

Pertanto, abbandonate ogni speranza voi che ad ogni cosa rispondete “coincidenze? Io non credo”.

Anzi, chiediamo ad eventuali esperti di apportare rettifiche adeguate qualora riscontrassero elementi fallaci.

È pandemia!
Secondo l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) ci troviamo in stato di pandemia. Lo ha dichiarato il suo direttore generale Tedros Adhanom.

“Nelle ultime due settimane il numero di casi di COVID-19 al di fuori della Cina è aumentato di 13 volte
e il numero di paesi colpiti è triplicato, ci sono più di 118.000 casi in 114 paesi e 4.291 persone hanno perso la vita.
Altre migliaia stanno lottando per la propria vita negli ospedali…
Abbiamo quindi valutato che COVID-19 può essere caratterizzato come una pandemia.
Pandemia non è una parola da usare con leggerezza o disattenzione.”

Ora, non sta a noi giudicare se 4.300 casi di morte diretta o legata, nell’arco di un paio di mesi
(sulla data di quando sia partito il virus non si hanno ancora certezze) al virus siano una grave minaccia.

Se è sufficiente calcolare i contagiati (118.000 in tutto il mondo…) per dichiarare una pandemia.

Tuttavia dall’11 marzo è ufficiale, è pandemia.

Nel mondo ogni anno, per la polmonite, muoiono 800 mila bambini, non anziani con complicazioni o malati già in precarie condizioni.
11.000 ne muoiono in Italia
(tra tutte le fasce d’età).

Il calcolo statistico della mortalità per normale influenza non avviene in tempo reale (al contrario di ciò che sta avvenendo con il COVID-19),
ma a scadenze molto distanti dagli anni di riferimento.

Lo spiega l’istituto nazionale della sanitarià.

Il sistema di sorveglianza prende in considerazione il numero di decessi per tutte le cause perché
i dati dei decessi per influenza non sono disponibili in tempo reale.

Infatti l’Istat ogni anno codifica tutti i certificati di morte, compresa l’influenza, e ne attribuisce la causa principale,
un processo che richiede per rendere disponibili i dati di mortalità per specifica causa mediamente un periodo di due anni.

Per capire come vengano stabilite le ragioni dei decessi e connetterli al virus dell’influenza rimandiamo a questo articolo.

Vi spiegherà anche perché l’ISTAT abbia stabilito che la mortalità per normale influenza in Italia è della “paurosa” cifra di 8.000 persone ogni anno.

C’era dunque necessità di dichiarare lo stato di pandemia per il coronavirus?
 
Dopo questa premessa veniamo al nocciolo della questione:

è possibile che lo stato di pandemia sia dovuto a giochi di speculazione finanziaria?

Tempo fa ne avevamo sentito parlare, ma avevamo scartato il fatto.
Diciamo pure che non avevamo nemmeno preso in considerazione l’eventualità che si trattasse di una notizia vera.

Invece è ormai ufficiale: esistono dei bond (un Titolo di borsa) che scommettevano su una pandemia entro luglio 2020.

Non è una bufala, non è una montatura. È tutto vero.

Nel maggio 2016, la Banca Mondiale (BM) aveva annunciato delle obbligazioni, più simili a titoli assicurativi, ad alto rendimento chiamate Pandemic Bond.
L’annuncio era stato dato durante il G7 tenutosi a Sendai, in Giappone.

In che cosa consistono queste obbligazioni?
I Pandemic Bond scommettono sullo scoppio di una pandemia entro il 15 luglio di quest’anno.
Questi Pandemic Bond sono di due tipi:

  1. prevedono virus di tipo influenzale, esattamente come nel caso del COVID-19.
  2. Di questo tipo sono stati emessi Titoli per 225 milioni di Dollari; rendita in caso che non si manifesti alcuna pandemia: 7,5%;
  3. per i virus più specifici del tipo dell’Ebola.
  4. Di questo tipo, i Titoli emessi, sono del corrispettivo per altri 95 milioni; rendita in caso che non si manifesti alcuna pandemia: 12%!
La scommessa è questa: se entro il 15 luglio 2020 non si dovessero verificare pandemie
per le tipologie di virus contemplate nel contratto di sottoscrizione dei Titoli, gli investitori si vedranno rimborsare l’investimento ed una cospicua rendita.

Invece nel caso in cui l’OMS dovesse dichiarare lo stato di pandemia, allora gli investitori perderanno, chi tutto e chi quasi tutto.

Le clausole che rendono plausibile un pronunciamento dell’OMS in tal senso sono diverse.

Una prevede che si verifichino almeno 2.500 decessi in un Paese, più almeno 20 in qualsiasi altro.

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Se volessimo utilizzare un linguaggio impreciso, potremmo dire che i Pandemic Bond sono per la BM una specie di derivati.

I derivati sono una specie di Titolo utilizzabili per tutelare l’investitore o l’emettitore da eventuali danni derivati da episodi sfavorevoli,
in questo caso è la BM che si tutela da epidemie e pandemie.

In casi come questo, se mai, è l’investitore che dovrebbe sottoscrivere un derivato per proteggersi dalle perdite.

Infatti una delle funzioni dei derivati è proprio quella di tipo assicurativo, cioè di protezione dai danni derivanti da determinati eventi.

Non è il caso specifico della forma dei Pandemic Bond, ma il risultato è molto simile.

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Spieghiamo il perché.

In tali casi la Banca Mondiale (BM) generalmente si trova a dover finanziare per miliardi, il contrasto a virus o calamità di varia natura.

Si calcola che solo per far fronte al coronavirus la BM abbia previsto uno stanziamento di 12 miliardi!

Quindi l’emissione di titoli simili ai Pandemic Bond è un modo per rastrellare finanziamenti a spese degli investitori.

Bloccare l’Italia poteva agevolare la dichiarazione dello stato di pandemia?

È semplicemente una strategia decisa dal Governo su suggerimento dei propri esperti?

Il coronavirus è una coincidenza, come se ne sarebbero potute verificare a decine
e viene sfruttato come scusa per non pagare cedole altissime?

Se quest’ultima fosse la vera spiegazione, saremmo lieti di vedere chi scommette sulle disgrazie, perdere tutto.

Quella che rischia di assumere i contorni di una autentica truffa finanziaria ad opera della Banca Mondiale, non sarebbe nulla,
se non si fosse resa necessaria la misura drastica di bloccare un Paese o forse di più per metterla in atto.

La dichiarazione di Tedros Adhanom potrebbe essere un mezzo per rendere plausibile l’incasso del malloppo.

Meglio bloccare l’economia di un intero Paese
o è meglio creare l’effetto gregge lasciando la libera circolazione di merci, persone e mezzi?

Sta facendo bene il Governo italiano ?

Ciò che andiamo ripetendo è che i conti si faranno alla fine.

Quello che ci auguriamo è che non si tratti soltanto di un grande gioco per sperimentare il calcolo delle probabilità.

Ma queste sono faccende che lasciamo agli appassionati della teoria della cospirazione.
 
Mi sembra di vivere in un incubo … ma davvero stavolta!

Non per il virus che, prima o poi (a forza di fare esperimenti in laboratori “sicuri”, era fisiologico scappasse fuori da qualche parte),
sarà sconfitto, come avviene da che mondo è mondo, solo grazie a persone competenti e capaci,
ma per le improvvide, inopportune, talvolta incompetenti, tra l'altro cervellotiche, esternazioni di persone che,
in ruoli pubblici, non hanno evidentemente idea di quel che significhi gestire una crisi.


Chi assume su di sé l’impegnativo ruolo di dirigere, ha il dovere di mantenere il sangue freddo
e soprattutto di esprimersi con compostezza, prudenza e avvedutezza …
praticamente al contrario di quello che ha fatto l’autonominato … “Avvocato del popolo”.

Mi sa che De Luca lo vuole superare.

La tempra di chi gestisce si vede quando le cose sono difficili, “sul campo”, quando il peso che può schiacciare chi deve decidere,
perché da quelle decisioni può dipendere la vita degli altri, gli tolgono il respiro, ma non la lucidità e il buon senso,
unite all’imprescindibile determinazione per realizzare nel concreto quel che si deve fare.

E però, quelle decisioni debbono esser oltre che ponderate e adeguate, in armonia con le altre,
altrimenti si contribuisce solo al propagarsi della confusione … fino al caos totale.

Di esempi, anche recenti, ne abbiamo.

Perché ci si è scagliati contro il Comandante Schettino, colpevole di non esser stato l’ultimo a lasciare la nave,
e si è osannato il Comandante Arma che, come ha detto la moglie, ha solo fatto il suo dovere, scendendo per ultimo dalla nave?

Semplicemente perché, quando si ricoprono certi ruoli, la gente si aspetta che si sia all’altezza e che nei momenti difficili,
guidi con fermezza gli altri, assumendo su di sé rischi e responsabilità.

Esattamente come ha fatto il Comandante Arma, senza tentennamenti, facendosi punto di riferimento per gli altri,
che a lui hanno guardato con fiducia, pronti ad eseguirne le disposizioni o, come preferisco dire io, perché rende molto più l’idea, gli ordini!

Del resto, quando un aereo è in pericolo … i comandi li ha uno e uno solo, il pilota!
Non si fanno tavole rotonde, discussioni o dibattiti per decidere il da farsi … altrimenti …. si va giù!

Allora mi domando, perché in momenti critici, come quelli che stiamo vivendo, chi ha ruoli importanti che,
lo ripeto perché entri in testa questo, debbono essere punto di riferimento per la collettività,
dobbiamo assistere a spettacoli come quelli di questi giorni?

Io non ho naturalmente la soluzione a questo disastro che cresce sotto i nostri occhi e che, rispetto a un incendio, un terremoto, o un’alluvione …
ha in più l’assoluta non prevedibilità di sviluppo, e non saprei come gestirlo, ma so però che le redini le deve tenere
chi sa affrontare le emergenze, e non più o meno improvvisati aspiranti “salvatori”.

Il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha annunciato in un video un’ordinanza con cui avrebbe vietato a tutti,
in tutto il territorio campano, di uscire di casa, dando una sua personale interpretazione delle norme,
palesemente in contrasto con le indicazioni del Governo!


Ora mi domando, secondo De Luca, non c’è già abbastanza confusione in giro?

Avevo voluto credere che fosse un’esternazione mediatica, fatta così, forse per dare qualche altro spunto a Crozza ….

E invece no! Più veloce della luce … lo ha fatto davvero quel decreto!

L’ho letto .. e ho rabbrividito … e quello sarebbe un uomo di sinistra che aborrisce il fascismo?!? Alla faccia!

Neppure il fascismo, penso, avrebbe fatto un provvedimento così illogico,
irrealizzabile e foriero di imprevedibili, ma dalle sicuramente nefaste conseguenze.

Staremo a vedere come reagirà il Governo, anche se neppure da quella parte, nutra grandi speranze.

Mi domando: la gran parte della gente che vive in appartamenti piccolissimi, in tanti, in palazzoni enormi
o nei famosi bassi napoletani, come potrà reggere quindici giorni in un modo che, se arriva la notizia a Strasburgo ….
altro che la condanna per le condizioni di vita dei detenuti ….

A proposito, nonostante i danni che hanno fatto in questi giorni, i detenuti … l’ora d’aria ce l’hanno …

I campani da adesso in poi … neppure quella!
 
17 mar – E’ mistero sull’approvazione del Decreto Cura Italia da parte del governo giallofucsia.

Il pacchetto di misure economiche per fronteggiare l’emergenza coronavirus ieri sera è stato approvato dal Consiglio dei ministri,
come dichiarato dal premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa al termine della seduta.

Tuttavia, secondo alcune fonti vicine al governo, il decreto non è stato subito pubblicato in Gazzetta Ufficiale,
a riprova dell’approvazione da parte del governo, perché non sarebbe stato sottoscritto dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

“Da nostre approfondite verifiche il testo non è stato pubblicato in Gazzetta (ormai si fa online il giorno stesso)
come per esempio fatto con quello dell’8 marzo”, rivelano sempre fonti vicine a palazzo Chigi.

“E da indiscrezioni parrebbe che il ministro Bonafede abbia creato una impasse sulla firma del decreto stesso.
Speriamo di sbagliarci, ma al momento i fatti sono questi”.

In ogni caso, da regolamento, fintanto che il decreto non verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale non sarà in vigore.
 
18 mar – Il decreto Cura Italia, approvato lunedì dal Consiglio dei ministri, con un misterioso ritardo di un giorno
è stato firmato nella notte dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella
e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in edizione straordinaria
(riporta la data ieri ma è stata pubblicata stanotte): ora quindi è in vigore.

Nel complesso, il provvedimento autorizza l’emissione di titoli di Stato per un importo fino a 25 miliardi di euro per il 2020
(3,5 miliardi andranno alla Protezione civile e alla Sanità, 10 miliardi saranno destinati al sostegno dell’occupazione).

L’importo massimo di emissione di titoli pubblici, in Italia e all’estero, al netto di quelli da rimborsare e di quelli per regolazioni debitorie,
passa pertanto da 58 a 83 miliardi di euro per il 2020.

Nell’articolo 1 del decreto è previsto uno stanziamento aggiuntivo di 350 milioni di euro per pagare gli straordinari
dei dipendenti del Servizio sanitario nazionale
in prima linea contro l’emergenza coronavirus.

Il provvedimento è suddiviso in cinque maxi capitoli

Il provvedimento, composto da 127 articoli e per il quale sono state necessarie 67 pagine della Gazzetta Ufficiale,
è suddiviso in cinque maxi capitoli:

misure di potenziamento del servizio sanitario;

misure a sostegno del lavoro;

misure a sostegno della liquidità attraverso il sistema bancario;

misure fiscali a sostegno delle famiglie e delle imprese;

ulteriori disposizioni
.

In quest’ultimo ‘titolo’, che spazia dalla pulizia straordinaria delle scuole al potenziamento delle reti di telecomunicazioni,
sono presenti anche le norme per la nazionalizzazione di Alitalia, con un fondo da 500 milioni,
e per il rinvio del referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari,
che si potrà indire entro 240 giorni dall’ordinanza che lo ha ammesso e che risale a fine gennaio.
Pertanto l’ultima data utile è il 22 novembre.

Ecco le principali misure, attive da subito:

Potenziamento del servizio sanitario
Previsti incentivi al personale, il potenziamento delle reti di assistenza, norme per la produzione di dispositivi medici
ed anche di mascherine protettive, la possibilità di utilizzare aree sanitarie temporanee, la requisizione di beni,
l’arruolamento temporaneo di medici e per la permanenza di chi dovrebbe andare in pensione,
il potenziamento di molte strutture e disposizioni urgenti per la sperimentazione di medicinali e dispositivi anti-coronavirus.

Estensione degli ammortizzatori sociali su tutto il territorio nazionale
Per il lavoro è prevista l’estensione di ammortizzatori sociali su tutto il territorio nazionale,
per la cassa integrazione ordinaria e per quella in deroga, ma anche per chi ha già attivato assegni di solidarietà o ha una cassa integrazione in corso.
Un articolo riguarda il congedo parentale 15 giorni, con partenza retroattiva dal 5 marzo, per i genitori che hanno figli
o della possibilità di utilizzo di un bonus di 600 euro per baby sitter (che sale a 1.000 per il personale sanitario).
Il bonus viene erogato mediante il libretto famiglia. La norma vale sia per i dipendenti del settore privato sia per gli autonomi.

Ammortizzatori e contributi per Partite Iva, stagionali del turismo e agricoli
Norme specifiche sono previste per il settore pubblico.
Nel capitolo del lavoro è prevista anche un contributo di 600 euro in favore dei lavoratori titolari di Partita Iva
e per i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi.
Previsti ammortizzatori anche per gli stagionali del settore turistico e per i lavoratori agricoli.
Vengono sospesi anche i termini di pagamento dei contributi previdenziali per l’assicurazione dei lavoratori domestici
e la sospensione delle procedure di impugnazione dei licenziamenti.

Stop ai versamenti al fisco fino a venerdì
Previste misure a sostegno della liquidità attraverso il sistema bancario, che aiutano il credito all’esportazione,
aiutano le grandi e le piccole imprese, potenziano il fondo di solidarietà per i mutui prima casa,
garantiscono supporto alle Regioni per l’acquisto dei beni necessari a fronteggiare il coronavirus.
Il capitolo delle misure fiscali fissa invece rinvii al 20 marzo per le imposte dovute lunedì scorso
e lo stop fino al 31 maggio dei tributi dovuti dai settori e dalle imprese più colpite dall’emergenza Covid-19.

Stop alle cartelle esattoriali e sconti a chi fa donazioni per l’emergenza
Vi sono poi lo stop alle cartelle esattoriali e sconti alle imprese e alle persone che effettuano donazioni per misure di contrasto all’emergenza coronavirus.
Previsti anche un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute per la sanificazione dei luoghi di lavoro
e un premio di 100 euro ai lavoratori dipendenti con reddito inferiori a 40mila euro
da rapportare ai giorni di lavoro svolti nella propria sede nel mese di marzo.

Stop ai licenziamenti per 2 mesi
Stop ai licenziamenti: per 60 giorni il decreto vieta al datore di lavoro, indipendentemente dal numero dei dipendenti,
di recedere dal contratto per “giustificato motivo oggettivo” e sospende le procedure pendenti avviate dopo il 23 febbraio 2020.
 

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