Bund, bond e la bband : Obama is calling YOU vm69

approposito del grande fratello... :D

ho scoperto una cosa, avete presente quello con un fortissimo accento bresciano?... inconfondibile :-o

è del mio paese natio e pare fosse in classe a scuola con mio fratello :wall:
 
approposito del grande fratello... :D

ho scoperto una cosa, avete presente quello con un fortissimo accento bresciano?... inconfondibile :-o

è del mio paese natio e pare fosse in classe a scuola con mio fratello :wall:

ekkilo là:D
cmq anche io ho avuto il brrrrivido di avere qualche rossa conoscente là dentro:wall:
 
ma in italia ci sono ancora i fissi fissi per tutta la durata del mutuo?
perchè qui per esempio c'è fisso max per 5 anni, tranne eccezioni costose
 
non apre link... sharmin :rolleyes: help :help:

1) controllare sempre link dopo averli postati
2) non puoi copiare un link spezzato da un altro forum, vedi i puntini? devi prenderlo dalla pagina originale
Bye-bye Dubai, manager in fuga e case deserte
Le auto abbandonate all’aeroporto. Gli italiani: “Navighiamo a vista”
FRANCESCO MOSCATELLI

Le carrozzerie fiammanti di Suv e berline sono coperte da un sottile strato polvere. Le chiavi sono al loro posto nel cruscotto, come se il proprietario fosse andato a pagare il parcheggio. Ma un bigliettino di scuse, scarabocchiato prima di imbarcarsi da manager e consulenti in fuga dal sogno diventato incubo, raccontano un’altra storia.
Sono le auto abbandonate all’International Airport di Dubai dagli occidentali scappati dall’Eden di grattacieli e centri commerciali cresciuto a suon di «real estate» e manodopera del sud est asiatico a basso costo. La polizia sostiene di averne contate tremila solo negli ultimi mesi. Poche o tante che siano, sono diventate il simbolo di questa Disney travolta dalla realtà, vittima di una sbornia economica a doppia cifra, con il Pil che cresceva dell’8,5% all’anno e le casse dello Stato che registravano un attivo di bilancio pari a 1,5 miliardi di dollari. L’estate scorsa, all’International Airport, atterrava un aereo pieno ogni tre minuti e tutti i giorni venivano registrati 15 mila nuovi visti d’ingresso. I cantieri lavoravano 24 ore su 24, impegnando il 20% di tutte le gru del pianeta e i paperoni correvano a comprarsi il loro posto al sole «tax free».
Accadeva sei mesi fa, ma sembra un’altra vita. Oggi la recessione è tutta in un numero: -50%, quanto sono crollati improvvisamente i prezzi degli appartamenti nell’esclusivo resort di Palm Jumeirah. «La crisi? L’ho vista dalla finestra dell’albergo osservando il cantiere di Palma Deira, uno dei tre arcipelaghi artificiali: non c’era il solito viavai di camion e betoniere, regnava un silenzio irreale - racconta un commerciante di gioielli milanese, rientrato ieri mattina da un viaggio di lavoro negli Emirati - Sui giornali locali si parla di un crollo del 15% del turismo e del 30% nel commercio, le banche stanno rinegoziando i mutui. A Dubai, se le cose vanno male, ci mettono un secondo a licenziarti. Non ci sono sindacati e hai un mese di tempo per tornare a casa».

C’è chi parte, ma c’è anche chi fugge a gambe levate. La Sharia, che ispira anche la legislazione commerciale dell’Emirato, non ammette sgarri. «É un paese piuttosto liberale, ma ti tengono in carcere un mese se ti trovano ubriaco al volante - spiega Gilda Fridegotto, 27 anni, a Dubai da oltre tre anni per la International Finance Corporation -. Qui se fai un assegno scoperto finisci dritto in prigione. Figuriamoci se qualcuno è accusato di bancarotta fraudolenta». L’ultimo a pagarne le spese, pochi giorni fa, è stato un egiziano, bloccato al check-in pochi istanti prima di salire a bordo del suo volo per Londra: ha creato un buco da un miliardo di dollari con un reticolo di società finanziarie che garantivano interessi da capogiro, fino al 20% annuo.
Ma il panico si sta diffondendo anche tra gli operatori onesti, abituati a vivere in lussuosissime ville vista mare: da Natale ad oggi i loro consumi si sono ridotti del 25%. «Ho molti amici che si preparano a rientrare in Inghilterra e in Germania - continua Gilda -. Qualche cifra? Mi dicono fino a duemila persone al giorno, così tante che gli uffici governativi non riescono a sbrigare in tempo tutte le pratiche burocratiche. Il costo della vita è esorbitante: i dati ufficiali affermano che l’inflazione è al 10% e i tassisti, per sbarcare il lunario, devono lavorare anche 13 ore al giorno».

Cerca di sdrammatizzare Roberto Bagni, reggente del consolato italiano di Dubai: «Dal nostro osservatorio vediamo connazionali che se ne vanno, ma anche qualcuno che entra nel paese. Le difficoltà ci sono, inutile negarlo, e molte società stanno sfoltendo gli organici, a tutti i livelli. Basta guardare il traffico». Gli unici progetti che si salvano sono quelli gestiti dal governo, come la nuova ferrovia da 50 km che collegherà l’aeroporto alla zona dello shopping. «Cosa farà il governo? È questo il vero punto interrogativo - analizza il commerciante di gioielli, che preferisce non esporsi -. Metterà i soldi per ricapitalizzare le banche? A Dubai decide tutto la famiglia regnante e le informazioni sono centellinate. È difficile capire cosa si muova sottobanco». I dubbi riguardano il rapporto con gli altri Emirati, in primis Abu Dhabi. «Ormai navighiamo a vista: se i lavori di costruzione hanno superato il 60% si procede, altrimenti tutto si ferma - racconta Giulio Meroni di Meritalia, uno dei volti dell’arredamento Made in Italy in Arabia, con una squadra di operai pronta a partire per l’Emirato lunedì prossimo - Era inevitabile: Dubai non poteva crescere per sempre. In Qatar, Oman e Abu Dhabi le difficoltà si sentono molto meno. Il futuro di Dubai è nelle loro mani. Cosa faranno gli Emirati conservatori, le formichine ricche di petrolio? Ascolteranno il lamento della cicala?».
 
Gipa, quando vuoi e quando puoi che ne dici di quello successo alle 17:00?
cosa non è piaciuto al mercato di quello che è uscito? (notare che il primo piccolo spike, piu che altro solo su futures europei, è stato a rialzo per pochi minuti, circa 3 o 4 , poi l'america si è inabissata)
 
buongiorno a tutti, vi pongo un quesito sul quale mi farebbe molto piacere leggere un vostro parere.

premessa:
Attualmente sono in affitto, 500€ al mese per un buon appartamento. La mia intenzione era di aspettare ancora qualche mese (6/12?) per comprare casa nella speranza di trovare in un momento di crisi credo ben più brutta della attuale, una occasione sul mercato dell'usato ad un prezzo sensibilmente più basso di adesso (10%?), qualcuno che deve vendere e che si trova la casa sul mercato da mesi e mesi.... insomma 6000 euro di affitto in cambio di 18/20.000 euro di minor spesa nell'acquisto.
Il problema numero 1 è che non stiamo cercando una casa purchessia, ma una che cmq possa rispondere a certe esigenze, e ciò considerando il budget ovviamente non illimitato non è sempre così facile da trovare...insomma, ci saranno occasioni, ma saranno case che a noi piaceranno?
il problema numero 2 è che mia moglie ha visto e si è innamorata ora di una casa effettivamente molto carina che sembra proprio perfetta per noi.
Quello che vi voglio chiedere è: nel caso si decidesse per l'acquisto, visto cmq che si parlerebbe - ovviamente - di fare anche un mutuo di almeno 25 anni, approfittereste dell'IRS relativamente basso e fareste subito un fisso, propendereste per un variabile, o iniziereste variabile per poi trasformare in fisso (o viceversa)?
Io sarei per l'ultima possibilità, il 3,80 sull'IRS25Y è appetitoso, ma forse in un momento di pessimismo nero con segnali più convincenti di deflazione si potrebbe rivedere un altro movimento al ribasso e tassi sotto o vicino al 3.... in fondo a dicembre lì era arrivato...
insomma, dopo tutta questa pappardella.... cosa mi consigliate?
ringrazio fin d'ora per il tempo che vorrete concedermi.


valuterei un IRS
e/o un cap con strike alto, tipo 5% o 6% .. dovrebbe costare poco così;
l'ideale è lo strike che tiene la rata al ''max livello che puoi pagare'', ma è soggettivo
 
buongiorno a tutti, vi pongo un quesito sul quale mi farebbe molto piacere leggere un vostro parere.

premessa:
Attualmente sono in affitto, 500€ al mese per un buon appartamento. La mia intenzione era di aspettare ancora qualche mese (6/12?) per comprare casa nella speranza di trovare in un momento di crisi credo ben più brutta della attuale, una occasione sul mercato dell'usato ad un prezzo sensibilmente più basso di adesso (10%?), qualcuno che deve vendere e che si trova la casa sul mercato da mesi e mesi.... insomma 6000 euro di affitto in cambio di 18/20.000 euro di minor spesa nell'acquisto.
Il problema numero 1 è che non stiamo cercando una casa purchessia, ma una che cmq possa rispondere a certe esigenze, e ciò considerando il budget ovviamente non illimitato non è sempre così facile da trovare...insomma, ci saranno occasioni, ma saranno case che a noi piaceranno?
il problema numero 2 è che mia moglie ha visto e si è innamorata ora di una casa effettivamente molto carina che sembra proprio perfetta per noi.
Quello che vi voglio chiedere è: nel caso si decidesse per l'acquisto, visto cmq che si parlerebbe - ovviamente - di fare anche un mutuo di almeno 25 anni, approfittereste dell'IRS relativamente basso e fareste subito un fisso, propendereste per un variabile, o iniziereste variabile per poi trasformare in fisso (o viceversa)?
Io sarei per l'ultima possibilità, il 3,80 sull'IRS25Y è appetitoso, ma forse in un momento di pessimismo nero con segnali più convincenti di deflazione si potrebbe rivedere un altro movimento al ribasso e tassi sotto o vicino al 3.... in fondo a dicembre lì era arrivato...
insomma, dopo tutta questa pappardella.... cosa mi consigliate?
ringrazio fin d'ora per il tempo che vorrete concedermi.

personalmente andrei per il fisso ma è questione di gusti...
 

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