Bund e diavolerie varie: LO SPIACCICAMENTO in diretta!!!!

Katrina, oil price dent investors' hopes-Merrill
Tue Sep 13, 2005 09:29 AM ET
By Jeremy Gaunt, European Investment Correspondent
LONDON, Sept 13 (Reuters) - Hurricane Katrina and oil prices spiking above $70 a barrel have dented investors' optimism about the global economy and future profits from companies, a Merrill Lynch poll showed on Tuesday.

The investment bank's September survey of 300 fund managers, who together steer more than $1 trillion around world markets, also showed investors toning back their expectations for interest rate increases.

"We have definitely seen people pull back," said David Bowers, Merrill's chief global investment strategist. "Growth expectations are down. Profit expectations are down."

He said the main causes were the damage caused by Katrina and the sharply higher price of crude oil that followed, both of which are seen as putting strains on the world-leading U.S. economy.

But Bowers also noted that the survey reflected disappointing U.S. economic indicators such as the August ISM index of manufacturing output.

The poll showed a majority of respondents, 53 percent, now expecting the global economy to weaken over the next 12 months compared with 30 percent who felt that way in August.

Similarly, only 27 percent said the global economy would get stronger, down from 45 percent a month earlier.

The less-positive sentiment spilled over into other areas. The fund managers projected global earnings per share growth from companies, an indicator of profits, at 4.5 percent over the next year.

In August, they saw such growth at 5.9 percent.

The survey also showed a shift away from high interest rates, although the vast majority of fund managers still believe rates overall are heading higher.

Some 78 percent of respondents see higher interest rates in 12 months, compared with 83 percent in August.

Bowers said it was not clear how much the overall step back in sentiment was an immediate reaction to the impact of Katrina and that it would be interesting to see whether confidence was restored by the time of the October poll.


STICKING WITH STOCKS

The survey, meanwhile, showed little evidence that worries about future growth were having a large impact on investment patterns, although there was some trimming.

Investors reported holdings of stocks in their portfolios compared with other assets at an average 54 percent, roughly the same as for the past three months.

Some 59 percent said they were overweight, or favoured, equities, down from 63 percent in August.

Bonds continued to be out of favour, with 70 percent of fund managers saying they were underweight, the same as a month earlier. Bonds are considered to be expensive at the moment.

Within equities, the poll showed the energy sector as the most popular, possibly an indication that fund managers do not believe oil prices will drop significantly soon
 
quelli di usemlab hanno ricominciato a scrivere
tra le righe vedete un pò cosa ha combinato il nonnetto, altro che il mini miting tra cè e ric e ciube :D :lol: :P

Il Clamore dell'Irrilevanza




(8/9/05) I mass media eccellono nell’abilità di divertere l’attenzione. I lettori dei giornali italiani, commoventemente ignoranti sulla vera natura di una banca centrale, si stanno però facendo un’idea sulla più irrilevante delle questioni, le dimissioni di Fazio, nell’eufemistica forma del “passo indietro”. Tali orrori espressivi sono irreparabile danno alla lingua, molto più delle brighe per Antonveneta: ogni banca a riserva frazionaria in regime di moneta per decreto sparirà probabilmente dalla Storia, mentre “il passo indietro”, così come “lo scendere in campo” del compianto Milanese, rischiano di aduggiare il mio fiorentino illustre come abusato dai malcapitati “italiani”. Che di per sé avevano grande ricchezza di espressione, per loro conto.

Riecheggiano nella mia memoria le pregnanti palombe partenopee che regalò Enzo Striano ne “Il resto di niente”: quella di un lazzaro che non è né “jacobbe” né “realiste”, bensì “camorriste” e come tale “va in culo, a chille e a chiste”. Non si trova menzione dell’”immobiliariste”, che se adeguatamente avvertito più di un anno fa di comprare azioni BNL a credito di amici bancari, poteva poi realizzare la plusvalenza a danno di azionisti UNIPOL, dividere il tutto in tre e finanziare la nobile arte della politica. Ma che ne sappiamo di preciso? Il resto di niente.

Tutto ci piace di Napoli: l’aristocrazia sciatta delle chiese barocche lasciate non al culto estetico dei miscredenti, ma alla fede partecipata dei lazzari, quelli buoni con i tanti bambini e quelli che chiedono perdono per avere steso la cugina, sparandole in faccia, davanti a un portone di Forcella. La terra ubertosa che inonda di verde le luci dei chiostri di S. Gregorio Armeno e la delicatezza di ceramica di S. Chiara, la sfacciataggine di chi cena in terrazza in una villa di Posillipo, con il golfo nel palmo di una mano: uno sfacciato profittatore di categoria protetta magari: un notaio, poniamo, un farmacista, o un consigliere della Regione, che si insedia a Marechiaro, e si batte la panza.

Ricordo certo che una mattina, uscendo sulla terrazza pergolata di viti della Certosa di S. Martino, con il golfo tutto luce e azzurro e un cielo con nuvolette immobili di Capodimonte, ho pensato che quella fosse l’entrata del Paradiso. Benedetta la terra dove alle ghigne brutte dei maschi, furbastre e saccenti, fanno da contraltare donne dagli occhi profondi, fertili di bambini e con due misure in più di reggiseno sulla media delle “italiane” di più a nord. Benedetta pure la furbizia lazzarona però se, come racconta Striano, faceva strillare in faccia al Borbone che unificò rapinando di oro otto banchi per farne uno di cartamoneta, clamando “È buona come l’altra!”, “Sì, pe’ nettasse ‘o culo”, gli risposero.

Nessuno può vivere a Napoli però: c’è tutto il bene e il male del mondo a dosi troppo intense, come una foglia di quel basilico, che ne vale dieci delle nostre e che quasi stordisce. Non si può vivere in un posto dove ci si può rilassare a portare in giro la famiglia sullo scooter senza casco per rischiare poi di essere rapinati in un vicolo. Giocoforza rivolgersi a S. Gennaro, traditore giacobino che pure per li frangise facette ’o miracolo, come a tutto quell’argento della Cappella si rivolgeranno le future autorità monetarie del Regno delle Due Sicilie, per reinstaurare un onesto standard monetario, dopo il crack-up boom. A proposito, disinteressato per mesi alle manfrine monetarie, visto che petrolio e oro vanno dove devono andare, alle stelle, apprendo che a metà settembre lo zio Alan ha convocato i 14 più grossi player di derivati e mi chiedo: “È già scoppiata la bomba e non ce lo dicono?”

Ecco la questione quindi, Fazio sì, Fazio no; da cosa bisogna distogliere l’attenzione? Avendo il Potere scoperto che il controllore non può essere posseduto dai controllati, meglio tardi che mai, e essendo ormai la Banca d’Italia inutile perché le redini della creazione criminale di credito dal nulla sono alla BCE, cosa di meglio che farsi pagare in credito sonante dal Tesoro 14 miliardi per trasferire le quote di Bankitalia dalle banche allo stato? La proposta per tappare il buco è di emettere un’obbligazione garantita dalle riserve auree! E qui viene da buttarsi per terra e picchiare coi pugni sul pavimento, matti dalle risate: gli italiani dovrebbero indebitarsi per ripagare l’oro patrio alle banche, oro patrio che si trova nell’hardrock Manhattan, 33 Liberty Street nella migliore delle ipotesi, sequestrato dallo Stato Canaglia più supernucleare, ma, con ogni probabilità, è già stato venduto sul mercato in cambio di penose I Owe You delle Bullion Bank che lo hanno commercializzato, e su quelle si vorrebbe garantire l’obbligazione. Chi si inventa queste cose deve spassarsela come un matto: riuscirebbe a creare una piramide di credito sul cadavere di sua nonna.

Law, Norman, Strong, Schacht, Greenspan: cosa resterà dei vostri affanni? Niente, il resto di niente.

Fabio Gardel
 
son diventati dei filosofi economici, sti cazzi e viva lu Salentu , ps: kloro al klero

La lezione economica di Katrina




(10/9/05) Constatato che i giorni della vita umana sono limitati e la natura elusiva del piacere istintuale (che hanno come loro acme l’orgia, e perché no?, e la strage, ahinoi), il meglio che ci possa capitare è la capacità di sviluppare una visione meditativa. A tal fine abbiamo costruito in villa sull’Appennino un tempio di legni preziosi e ricoperto d’oro al margine di uno stagno su cui scivolano lenti cigni neri. Il processo primario raffazzona a modo suo e adesso mi affolla la mente il colore di una terra, un ragionamento e la faccia di un nero che affoga.

Lu Salentu non è altro che una spessa lastra di calcare che si immerge nel mare alla fine della terra. Il sole, l’acqua e il vento dimenticano al suolo la terra rossa, la possiedono imperiosi olivi. Uomini e donne antichi vissero senza toccare nulla una vita breve e aspra e ne alzarono al cielo un menhir. Le donne del Salento hanno protestato col corpo ad una storia del dio che muore che ne toglieva l’ardore e il vero, per dare il potere ai vescovi. La follia barocca degli Zimbalo urla lo scippo di verità e allo stesso tempo copre la verità templare che il calcare romanico avrebbe col tempo rivelato, quella stessa Sofia, forse, che l’infinito Dante accenna e nasconde, sotto il velame de li versi strani. Le tracce sincopate di S. Giovanni al Sepolcro a Brindisi, l’abbazia di Cesaranello e l’ormai confusa storia del primitivo mosaicista della Cattedrale di Gallipoli a notte fonda si addormentano come tarantolate ai colpi dei tamburelli madidi di sangue. La Figlia de lu Re se dà la Morte. Vedo San Pietro sbarcare a Gallipoli diviso nell’anima dal dubbio: stare con Giacomo o con Paolo? Roma attende.

Le parole non dette. Ad una giovane donna sposata senza figli, uno splendore del sud, su una terrazza a Lecce, gli occhi neri e i capelli di catrame: che le avrei voluto mettere un bambino nella pancia, che questo sembrava pretendere il vertice temporale della sua bellezza. Agli agricoltori che mi bloccavano il ritorno a casa in prossimità della delenda San Severo: Cobden e Bright, amici, i vantaggi del…, ma li vedevo già pronti con i forconi.

Il ragionamento è questo: se il diavolo è un parto della nostra mente, allora è reale come tale, cioè come esistenza nella mente. Non ci inganni, Sant’Anselmo: la razionalità è innanzitutto esorcismo. Con giustizia, speranza e carità farà sparire il maligno e l’economia neoclassica.

Il sogno della faccia di un nero che affoga mi spinge ad una esposizione accademica del fallimento della protezione civile di stato. Katrina docet.

Tesi: Al punto in cui TU diventi dipendente da una burocrazia finanziata dalle tasse per salvarTI in caso di disastro, a quel punto TU diventi vulnerabile al disastro e anche più povero a causa delle spese sostenute per la protezione governativa.

L’impatto di Katrina sarà economicamente massivo: il Missisippi è inutilizzabile adesso. Da dove passeranno il grano, la soia e l’acciaio che passavano dal fiume? Il più grande porto americano è intatto, ma dove abiterà la gente che ci lavorava dentro?

Venticinque anni fa il governo americano progettò il sistema degli argini di New Orleans per resistere ad un uragano di categoria 3. La ragione è che era stimato che uragani di categoria 4 o più si verificassero ogni 200 anni. “Purtroppo è accaduto stavolta, dicono gli ufficiali di governo”. Chiederei ai miei cigni neri di spiegare la casualità agli statistici. In tempi recenti si era pensato di rafforzare le difese, adattandole a tempeste più potenti, ma poi niente si era fatto a causa di insufficienti finanziamenti. Joseph Suhayda, direttore in pensione del dipartimento per le risorse idriche della Louisiana State University, ha dichiarato: “Le autorità sapevano, tutti sapevano, che gli argini avevano una portata limitata. Era un po’ come giocare con i fiammiferi in una fabbrica di fuochi d’artificio. Il fatto che il sistema fosse progettato per un categoria 3 significava che sarebbe stato superato dalle acque. Lo sapevo io, lo sapevano loro. C’erano limiti”.

Ci sono sempre limiti. I limiti sono essenziali alla vita. Lo scopo di una agenzia a cui è affidata la protezione della gente dovrebbe essere capace di prevedere questi limiti accuratamente e poi, con fondi limitati, costruire una barriera. Ma questo non è il principio su cui si basa ogni conosciuta agenzia governativa. Ad essa sono dati dei finanziamenti e il compito di costruire una protezione stando dentro il budget. Il limite che conta è il limite del budget, non il limite della minaccia ambientale. La minaccia è definita ufficialmente in modo che non ecceda il limite del budget.

Oh, mia memoria di bambino, Donat Cattin, atrazina…

A che serve una protezione del genere? A nulla quando servirebbe una protezione, in caso di una tempesta forza 4+. A che giova quindi la spesa? Ai burocrati impiegati dall’agenzia governativa. Michael Lindell, della Texas A&M University's Hazard Reduction and Recovery Center, ha dichiarato: “C’è una cortina fumogena sul concetto di bassa probabilità. “Bassa probabilità” significa soltanto “ci vuole tanto tempo.” Più correttamente, secondo me significa “ci può volere tanto tempo, ma anche poco”. Stavolta ci sono voluti 25 anni. Per il crollo del sistema delle monete di stato per decreto in regime di banca a riserva frazionaria protetta dal coordinamento internazionale delle banche centrali ci vorranno 34 più quanti anni? (1971+34=2005, e poi?). Il sistema monetario internazionale aspetta (?) la sua Katrina.

“It’s me, Kathy, I’m cold now, let me get into your window”.

A dispetto dell’assoluta inefficienza dei soccorsi, che cosa vuole un’altra agenzia statale, la FEMA, (Federal Emergency Management Agency) a nome del suo direttore? Più soldi, più potere centralizzato. È l’usuale nostra risposta primitiva di quando siamo spaventati: reagiamo violentemente, irrazionalmente. Più potere al potere. Questo genera ulteriori guai e servitù. Per questo lo Stato adora il terrorismo e la guerra, che sono la salute dello Stato.

Per rendere la vita più complessa è da una mangiatrice di tasse che ascoltiamo una perla di saggezza. Il giudice distrettuale Janice Brown ha detto bene: “Il governo è la sola impresa al mondo che più fallisce e più si espande”.

Quando rifletti sulla tua vulnerabilità economica, pensa a Katrina. Pensa a una protezione monetaria da uragano 5, non lasciare che l’Inps o il prestatore di ultima istanza argini la tua sicurezza. Vieni a nutrire i miei cigni neri.

PS. Un Grazie a Gary North e Nassim N. Taleb per i loro suggerimenti.

Fabio Gardel
 
goood morning bbbanda

urca Fleu

C’è una cortina fumogena sul concetto di bassa probabilità. “Bassa probabilità” significa soltanto “ci vuole tanto tempo.” Più correttamente, secondo me significa “ci può volere tanto tempo, ma anche poco”.

Il fatto che il sistema fosse progettato per un categoria 3 significava che sarebbe stato superato dalle acque. Lo sapevo io, lo sapevano loro. C’erano limiti.


iniziamo quindi una nuova giornata con una pensososa ma sapida riflessione ....
:uhm:


grazie Fleu , questa è lo spirito della bbbbanda :)
 
ciao fio'
vedo che fai il pescatore di perle :-D
mi spieghi dove le trovi?
ci sono ancora ostriche così prolifiche nei tuoi due mari?
ciao a tutti buona e bella giornata a voi
:)
 
ciao Vilas

grazie per aver citato le perle parlando di noi della bbbbbanda
in genere, ci associano alle cozze :rolleyes: :lol: :lol:
 

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