Derivati USA: CME-CBOT-NYMEX-ICE Bund, T-bond, T-note, Crude,....(vietato ai minori di 75aa) (21 lettori)

ditropan

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... ECCOCI BBANDA .....

come promesso ... bund ... livelli per oggi.

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S1 AL MOMENTO L'HA FORATA ... peossimo atterraggio a 114,47 .. ovvero S2.
 

salvina

Forumer attivo
buongiorno a tutti :)
vi dico come ho ragionato alle 8 di stamattina e come ho agito....
vedendo che l'apertura è stata più bassa del pivot (114,88) ho
venduto 2 a 114,77 e a 114,66 mi sono messa per ricoprirmi...
applicata e per adesso saluto il bund ...(per oggi) anche perchè
di pomeriggio non posso seguire bene...causa commissioni esterne....
auguro a tutti una giornata degna di nota... :)
 

salvina

Forumer attivo
salvina ha scritto:
buongiorno a tutti :)
vi dico come ho ragionato alle 8 di stamattina e come ho agito....
vedendo che l'apertura è stata più bassa del pivot (114,88) ho
venduto 2 a 114,77 e a 114,66 mi sono messa per ricoprirmi...
applicata e per adesso saluto il bund ...(per oggi) anche perchè
di pomeriggio non posso seguire bene...causa commissioni esterne....
auguro a tutti una giornata degna di nota... :)

scusate perchè mi compare quella palla rossa?
intendevo dire 114, 8 8
 

ditropan

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ANALISI TECNICA

Debolezza all'orizzonte per gli obbligazionari: è giunto il momento delle azioni ?

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Oltre all'incremento del prezzo del greggio, sotto gli occhi di tutti ormai da molti mesi, esiste un altro fattore, al quale attualmente si dedica meno attenzione, che potrebbe influire almeno altrettanto sul livello futuro dei tassi di interesse, e che quindi dovrebbe essere considerato nelle decisioni di investimento, cioè quello del deficit federale a Usa. Gli Stati Uniti a fine 2004 vedranno raggiunto infatti un record storico dal deficit federale, che salirà a 422 miliardi di dollari, con un incremento quindi del 12.8% circa rispetto al 2003. Il rapporto tra deficit e prodotto interno lordo sarà del 3.6%. L'aumento del deficit rischia di mettere una pressione aggiuntiva sui tassi di interesse, già spinti al rialzo sia come conseguenza della ripresa economica sia a seguito dell'impennata del prezzo del greggio, con il rischio che, in un circolo vizioso, ad essere penalizzato alla fine sia lo stesso processo di crescita del Pil. Il deficit in aumento costringe infatti il Governo Usa a vendere Titoli di Stato per finanziarsi, ed in teoria, con l'aumento dell'offerta, i tassi di interesse che dovranno essere pagati per convincere gli investitori a comprare i titoli saranno sempre più elevati. Tassi in crescita dovrebbero significare prezzi in discesa per il mercato obbligazionario. C'è tuttavia un elemento anomalo in questa equazione. Nonostante le previsioni del Congressional Budget Office, l'Ufficio del Congresso che si occupa di bilancio, i valori dei principali future obbligazionari americani sono infatti sostanzialmente stabili da circa un anno. La retta di regressione lineare, quella che identifica il trend statistico di un mercato, relativa al T-Bond, se calcolata dai minimi dell'agosto 2003, è infatti praticamente orizzontale, così come quella relativa al T-Note decennale (di inclinazione decisamente negativa invece per il due anni). Una possibile spiegazione di questa relativa insensibilità dei mercati obbligazionari alle potenziali future pressioni al rialzo sui tassi di interesse è legata alla forte corrente di acquisto di titoli di stato americani proveniente in primo luogo dal Giappone e dalla Cina, ma anche da altri paesi dell'area asiatica, motivata dalla volontà di mantenere quanto più possibile elevato il valore del dollaro a fini commerciali. La persistente domanda di titoli di stato, unitamente al comportamento della Fed, che ha tenuto molto bassi i tassi a breve per stimolare l'economia, ha permesso ai mercati obbligazionari di non scivolare verso il basso come invece avrebbe fatto pensare l'elevato valore raggiunto dal deficit.

In parte la tenuta dei bond potrebbe anche essere la causa della relativa stabilità dei mercati azionari negli ultimi mesi: se gli investitori rimangono sulle obbligazioni avranno meno risorse da destinare al mercato azionario, che in assenza di volumi importanti stenta a crescere. Alla luce di quanto affermato fino ad ora quali sono le scommesse che l'investitore potrebbe fare per il prossimo futuro ? La mancata risposta dei mercati obbligazionari alle pressioni al rialzo sui tassi di interesse è legata solamente ad uno sfasamento temporale, dovuto come detto ad un aumento della domanda globale, oppure si tratta di un fenomeno destinato a durare nel tempo ? Quale sarà il ruolo dell'azionario, e quali potrebbero essere le alternative di investimento ? Con i recenti massimi di inizio settembre a 113 circa il T-Bond Usa ha testato la trend line ribassista che proviene dai massimi di giugno 2003, senza riuscire tuttavia ad avere ragione di questa resistenza dinamica. Considerando poi che in corrispondenza degli stessi valori si colloca anche una resistenza statica cruciale, il 50% di ritracciamento del ribasso dagli stessi massimi del 2003, è facile capire che, fino a che area 113 non dovesse essere lasciata definitivamente alle spalle, la ripresa degli ultimi mesi, dai minimi di maggio, è da considerare solo correttiva rispetto alla precedente discesa. Del tutto analogo anche il contesto grafico relativo al T-Note decennale, per il quale la resistenza cruciale, testata ma non superata ad inizio settembre, si colloca a 114 punti.

Sulla scorta di queste osservazioni quindi l'impressione è che il trend ribassista che i mercati obbligazionari americani hanno intrapreso dal top del 2003 non sia ancora terminato, e che anzi i prezzi raggiunti recentemente possano rappresentare dei massimi di periodo, una occasione quindi per smobilizzare almeno una parte delle posizioni attive sul comparto. Una prima conferma in questo senso viene dalla violazione del supporto di area 109 sul T-Bond, mentre ulteriori segnali favorevoli ad una evoluzione al ribasso si ricaverebbero dal superamento dei 106 punti. Il momento appare delicato anche sul fronte dei mercati azionari: lo S&P500, indice che ben rappresenta l'andamento dei principali listini, ha messo a segno un rimbalzo di tutto rispetto (+5.8% circa nel mese successivo ai minimi di agosto) a partire dalla base del canale laterale-ribassista seguito dai massimi di marzo 2004, ma ancora non ne ha superato il limite superiore. Se ciò dovesse avvenire, con la rottura di 1135 circa, lo S&P invierebbe un segnale di ripresa del trend positivo che aveva caratterizzato il 2003, con un primo obiettivo almeno in area 1200/210, raggiungibile in tempi relativamente brevi, ed un target successivo, sul quale arrivare in tempi più dilatati, verso i 1255/60 punti. Per l'investitore sarà prudente quindi attendere almeno la rottura di area 1135/50 prima di intervenire sul proprio portafoglio, sovrappesando la componente azionaria in favore di quella obbligazionaria. Nel frattempo potrebbe essere dedicata un po' di attenzione al mercato dell'oro: il prezzo del metallo giallo rimane infatti marginalmente al di sopra dei suo valore medio per il 2004 (di 393 dollari circa), e da più di tre mesi ha intrapreso un trend rialzista che sembra essere ben sostenuto dalla trend line passante attualmente per i 390 dollari. Fintanto che i prezzi si manterranno al di sopra di questa soglia le prospettive rimangono di apprezzamento, con obiettivi a breve-medio termine in area 425 ma con la possibilità, in caso di superamento dei massimi dell'anno a 431 circa, di andare ad intercettare il limite superiore del canale rialzista in atto dai minimi di fine 2001, attualmente in area 447.
 

ditropan

Forumer storico
S.Berlinzani (Salex): il trade balance non aiuta il dollaro

di Saverio Berlinzani , 13.09.2004 08:45

Di Saverio Berlinzani leggi anche S.Berlinzani (Salex): Regno Unito; la cronistoria di un anno scoppiettante

Il dollaro ha chiuso la scorsa settimana sulla difensiva, a dispetto di una bilancia commerciale migliore delle attese (anche se il valore assoluto del deficit, 50.1 miliardi di dollari in agosto, rimane preoccupante), soprattutto perché le parole di Greenspan e la modesta dinamica dei prezzi all’importazione ed alla produzione hanno allontanato nel tempo i prossimi presunti rialzi dei tassi da parte della Fed.
Detto anche che il tanto temuto terzo anniversario della tragedia del WTC dell’11 settembre è passato senza ulteriori sorprese dagli amici che si appellano al Corano per farci vivere nel terrore, non ci rimane che guardare ai dati in pubblicazione nella settimana potranno in qualche modo mettere sotto pressione la resistenza solo brevemente sfiorata venerdì a 1.2310.
Martedì il primo dato di una certa rilevanza: l’indice ZEW tedesco potrebbe mostrare una buona tenuta, salendo da 45.3 a 48, a dispetto delle preoccupazioni per gli effetti del caro-petrolio, per il rallentamento delle economie fino ad oggi più brillanti (USA e Regno Unito) e, soprattutto per la stagnazione della domanda domestica.
Nella stessa giornata di martedì, avremo probabilmente la pubblicazione del dato più importante della settimana, soprattutto se letto in unione al dato pubblicato venerdì scorso sul trade balance di cui abbiamo detto sopra: il saldo delle partite correnti (che include quindi anche i saldi dei flussi di capitale) dovrebbe infatti mostrare nel secondo trimestre un netto peggioramento a 158.7 miliardi di dollari di disavanzo, ridando fiato a chi, come noi, sostiene che i deficit gemelli stanno in qualche modo minando le prospettive dell’economia a stelle e strisce.
Altra giornata al calor bianco sarà giovedì, quando ci riscalderemo al mattino con la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo per eurolandia e, dopo aver passato la pausa pranzo a controllare che, come largamente atteso, la BCE non abbia modificato tassi né, soprattutto, politica economica, concentreremo la nostra attenzione di nuovo sui prezzi al consumo (questa volta americani) e sull’indice della fed di Filadelfia.
 

gastronomo

Forumer storico
Ciao Andrea, grazie per gli articoli interessanti - confermo l'impressione che si siano alleggeriti in maniera "naturale" da venerdi scorso - leggo che Issing ha detto qualcosa che non è stato preso bene, ma è chiaro che anche la ECB ha l'interesse a mantenere i tassi più bassi che può più a lungo possibile quindi questioni di questo genere lasciano il tempo che trovano :rolleyes: - mi sembra, molto più semplicemente, un ritracciamento fisiologico, si ricomprano un pò il dollaro, e nulla di nuovo sotto il sole - adesso si vedranno i dati, le borse, ed il petrolio - da non trascurare che questa settimana in Europa verrà emessa parecchia carta, circa 14bn, concentrata mercoledi in Italia e giovedi in Francia.
 

f4f

翠鸟科
sentito Ciube al telefono
vi saluta tutti
da sett prox forsemagaripuòdarsi farà meno il mammo


concorda con me che ormai la rielezione di Bush è la alternativa più probabile

commenti graditi (sulle probabilità, non sulla preferenza :( )
 

gastronomo

Forumer storico
Secondo me Bush vince di nuovo

Treasuries inch up, data vaccum means slow trade

Mon Sep 13, 2004 08:37 AM ET
NEW YORK, Sept 13 (Reuters) - U.S. Treasury debt prices edged modestly higher early Monday, but the absence of any major economic figures left investors mostly parked on the sidelines.
Traders will look to reports on U.S. retail sales and consumer prices later in the week for further clues to the likely path of interest rates going forward.

The market is in unanimous agreement that the Federal Reserve will raise rates another quarter percentage point to 1.75 percent at its next meeting, on Sept. 21.

But beyond that, some analysts speculate that another bout of soft economic news could force the central bank to pause in its monetary tightening campaign.

"Investors are betting that the soft patch is about to end -- fixed income markets are looking for steady Fed tightening," noted Stephen Roach, chief economist at Morgan Stanley.

That certainly seemed to be the message the Fed itself wanted to get across. Last week, several policymakers took to the podium to tout U.S. growth prospects and hint at further interest rate increases down the line.

One official openly referred to the possibility of a pause, but made clear that it would take a serious downturn in the data to warrant a slowdown in the pace of rate hikes.

But Roach, ever the bear, suggested the likelihood of a more pronounced unwinding of the economic expansion was not so far-fetched.

"If weakness lingers as I suspect, financial markets could be in for a rude awakening," he argued.

For now the markets remain in a sleepy mode, with the benchmark 10-year note (US10YT=RR: Quote, Profile, Research) up 3/32 in price and yielding 4.18 percent, compared with 4.19 percent on Friday.

Nor is there much in the way of economic data on Monday to awaken bonds from their early slumber.

The Kansas City Fed releases its regional manufacturing report at 11 a.m. (1500 GMT) and federal budget data are due at 2 p.m. (1800 GMT), but neither is very likely to influence bond trading in either direction.

Two-year notes (US2YT=RR: Quote, Profile, Research) were up 1/32, with yields moving lower to 2.49 percent from 2.50 percent.

Five-year yields (US5YT=RR: Quote, Profile, Research) were also down at 3.40 percent from 3.41 percent, while the 30-year note was up 6/32 in price for a yield (US30YT=RR: Quote, Profile, Research) of 4.97 percent.

Elsewhere in the world, a sharp escalation of violence in Iraq did not appear to faze financial markets, which have grown accustomed to periodic flare ups in that part of the world.

At least 110 people were killed on a bloody Sunday that saw gun battles, car bombs and bombardments rock the capital Baghdad.
 

ditropan

Forumer storico
stì cassi !!! +10,5% in preapertura !!!!
:eek: :eek: :eek: :eek:


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fleursssss ... dove sei ????

Urge aiuto e consiglio .... non trovo news sul natural gas !!!!


ho il dito frementis per uno short mordi e fuggi !!!
 

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