Da Icebergfinanza
Sul sito della CNBC potete trovare una autentica sorpresa!
"Durante la crisi finanziaria, molte economie nazionali hanno guardato al loro governo e ai finanziatori stranieri per il sostegno finanziario, che si traduce in una maggiore spesa, e in molti casi in una crescita del debito nazionale. Disavanzo di spesa, debito pubblico e indebitamento del settore privato sono la norma nella maggior parte dei paesi occidentali, ma, in parte a causa della crisi finanziaria, alcune nazioni e le loro economie sono indebitate in maniera peggiore di altre. Il debito estero è una misura delle passività di una nazione, capitale maggiorato di interessi che governo ed istituzioni di una nazione devono eventualmente pagare. Questo numero non comprende solo il debiito pubblico, ma anche il debito nei confronti di società e persone fisiche o Enti al di fuori del loro paese d'origine. (...) Una misura utile dell'indebitamento di un paese, è il confronto tra il debito estero e il PIL. Confrontando il debito di un paese con ciò che produce, questo rapporto può essere utilizzato per determinare quante probabilità abbia un paese, di rimborsare il proprio debito.
Ebbene secondo questa logica, L'Irlanda sarebbe al primo posto in questa speciale classifica, questo speciale cocktail esplosivo di debito, seguita dall' Inghilterra e udite udite con al terzo posto proprio l'Olanda di Welling [ah, che piacere!].
La nostra cara Italia è solo al 17° posto in questa speciale classifica che esplora il debito da un'altra dimensione.
E' ineccepibile che abbiamo un livello impressionante di debito pubblico, ma se mettiamo insieme tutti i tasselli come abbiamo visto la situazione cambia.
Aggiungetevi pure che, vuoi per fortuna, vuoi per tradizione il nostro sistema finanziario è più tradizionale di quello anglosassone; ci offre anche realtà bancarie che da sempre operano con il territorio, come le Casse Rurali, le Banche di Credito Cooperativo o le Banche Popolari che poco o nulla si sono avventurate nella follia collettiva dei mutui americani o della favola dei paesi dell'Est. Non per nulla le grandi banche italiane dichiarano oggi di voler tornare al territorio, al rapporto personale con il cliente.
Sommatevi il fatto che il nostro ministro Tremonti ha compreso meglio di chiunque altro che era una follia tentare di spegnere un incendio del debito con altra benzina della spesa pubblica e che in Italia buona parte dell'economia è sommersa e soffre in maniera diversa questa crisi e abbiamo un quadro decisamente differente della situazione.
Resta inteso che senza innovazione, ricerca e sostegno alla famiglia e all'Istruzione, senza riforme non solo economiche ma sopratutto politiche difficilmente potremo evitare un contagio evidente nella sofferenza quotidiana di molti nostri concittadini.