Banca Carige (CRG) Carige - Piano industriale e risultati

Banche - Ue vicini all' accordo per incentivare cessione NPL 23/11/2018 12:52 - MKI
Il trilogo composto da Parlamento, Consiglio e Commissione Ue stanno valutando un nuovo accordo che riguarda quelle operazioni straordinarie che prevedono la cessione di Npl in un ammontare pari almeno ad un quinto del totale degli Npl in portafoglio.
Questo e' quanto riportato da fonti di stampa.
Nello specifico, per le cessioni di Npl in grandi quantita' (maggiori del 20% del totale degli Npl) non verranno applicate penalizzazioni al Loss Given Default (Lgd), con effetto retroattivo da fine 2016. Il Lgd misura l’ammontare della perdita di credito in caso di default.
Tale accordo avrebbe lo scopo di incentivare le operazioni straordinarie di pulizia dei bilanci, evitando penalizzazioni a livello patrimoniale per il cedente. Attualmente la cessione di grandi portafogli ad un prezzo inferiore rispetto al valore netto di libro comporta un deterioramento del parametro Lgd con conseguente aumento di accantonamenti a fronte di rischio su crediti.
Si segnala che ci sono altri punti all’attenzione del trilogo. Nello specifico si starebbe valutando una riduzione del fattore di ponderazione per i prestiti concessi alle piccole e medie imprese (da 100% a 85%), per i finanziamenti con cessione del quinto (da 75% a 35%) e su infrastrutture e software.
Inoltre, sono state avanzate richieste per applicare direttive Brrd e requisiti sulle passivita' soggette al Bail in (Mrel).
 
Npl, in Italia ceduti 50 mld euro in 2018 ma c'è ancora tanto da fare - Moody's 23/11/2018 13:13 - RSF
MILANO, 23 novembre (Reuters) - In Italia nel 2018 sono stati ceduti 'non performing loan' per 50 miliardi di euro, di cui 35 miliardi tramite Gacs.

A dirlo è Moody's durante una conferenza su finanza strutturata e covered bond, facendo riferimento a dati aggiornati fino a novembre.

Nel 2018 la percentuale italiana 2018 dei Npl lordi (dati a settembre) era pari al 10,9% degli impieghi, a fronte di una media Ue del 4% e, secondo l'agenzia di rating, le stime fotografano un dato in calo a 10% a fine anno. Nel 2015, quando si è registrato un picco, la percentuale ammontava al 18,1% e nel 2017 al 14,5%.

"In questo senso in Italia quindi è stato fatto molto ma c'è ancora molto da fare", ha detto Francesca Pilu, vicepresident e senior analyst dell'agenzia durante la presentazione, sottolineando l'importanza della Gacs nella dismissioni dei Npl da parte delle banche.

In un report diffuso due giorni fa l'agenzia ha detto che i passi avanti registrati dai procedimenti giudiziari in Italia sul fronte dei pignoramenti e delle procedure fallimentari sono positivi per le cartolarizzazioni. (news)

A fine ottobre i paesi Ue hanno raggiunto un accordo sul trattamento dei nuovi crediti deteriorati, introducendo alcune modifiche che ammorbidiscono le proposte della Commissione Ue in marzo, che dovranno essere approvate dal parlamento Ue. Il nuovo approccio prevede un allungamento dei tempi per la svalutazione degli Npl che potranno essere generati dai nuovi prestiti.
 
"Adesso — dice Passera — c'è una crisi che è addirittura paradigmatica, che attenta al funzionamento delle banche, nel senso che il sistema bancario dovrà cambiare completamente perché le tecnologie digitali, che permettono di fare banche in modo totalmente diverso, la regolazione che vincola moltissimo l'attività, l'entrata del settore bancario dei grandi operatori tecnologici, Amazon piuttosto che Google, che quindi entrano con delle forze pazzesche, e la politica monetaria, che tieni tassi quasi a zero, rende insostenibile il funzionamento delle banche tradizionali. E quindi dovranno nascere delle banche di totale nuova concezione mentre quelle tradizionali dovranno fortemente ristrutturarsi. Non abbiamo vissuto, dunque, una crisi delle banche, ma quattro crisi che si sono inanellate e la più grave arriva adesso".

"Oggi le banche, nel loro complesso, — ha aggiunto Passera — vengono un po' identificate come rappresentanti di quelle élite, di quella classe dirigente che oggettivamente ha mancato, che non è stata all'altezza delle sfide e che, anzi, ha contribuito a causare delle crisi globali anche molto gravi".
 
Udite udite
Ci sarà la conversione facoltativa delle azioni risparmio in ordinarie nel rapporto di 20500 azioni ordinarie per ogni azione risparmio posseduta. Il concambio corrisponde a un premio del 4,2% rispetto al concambio segnato alla chiusura della borsa di ieri e del 32,8% rispetto al concambio medio a 1 mese. La procedura di conversione verrà avviata, se approvata dai soci, anteriormente all’esecuzione del raggruppamento dei titoli che sarà anch’esso oggetto di proposta in assemblea.
La conversione delle risparmio in ordinarie è volontaria, ma di fatto è un percorso forzato perché non convertire significa «esporsi al rischio di restare possessori di un titolo molto illiquido», cioè poco disponibile.

Cosa ne pensate?
 
Udite udite
Ci sarà la conversione facoltativa delle azioni risparmio in ordinarie nel rapporto di 20500 azioni ordinarie per ogni azione risparmio posseduta. Il concambio corrisponde a un premio del 4,2% rispetto al concambio segnato alla chiusura della borsa di ieri e del 32,8% rispetto al concambio medio a 1 mese. La procedura di conversione verrà avviata, se approvata dai soci, anteriormente all’esecuzione del raggruppamento dei titoli che sarà anch’esso oggetto di proposta in assemblea.
La conversione delle risparmio in ordinarie è volontaria, ma di fatto è un percorso forzato perché non convertire significa «esporsi al rischio di restare possessori di un titolo molto illiquido», cioè poco disponibile.

Cosa ne pensate?
Penso che gli azionisti Carige siano talmente abituati a essere diluiti che a mezzo miliardo di azioni in più non ci faranno nemmeno caso.
Comunque è un piccolo regalo, avrebbero potuto concambiarle anche a meno.

Sul FOL c'era lo squaletto che pompava le rsp... avrà preso bastoni anche là, come al solito.
Io mi domando il motivo per cui la gente non preferisca dare i soldi in beneficienza.
 
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L'amico dice giusto, tuttavia c'è un però.
Il però è che il CET1 per allora non sarà comunque sufficiente, e quindi cosa succederà?
Succederà che le banche diranno: "Noi la nostra parte l'abbiamo fatta".
A quel punto, a chi toccherà?
 
Credit Agricole è interessata al bond Carige. Philippe Brassac, ad di Crédit Agricole, ha poi aggiunto che «di principio sono interessati a opportunità di piccole di dimensioni ma che non siano di rottura». Quindi Banca Carige è una piccola dimensione di non rottura? Vogliamo ricordarci che questo è il quarto anno di rottura patrimoniale con necessaria ricapitalizzazione?
 
Ma secondo voi, dopo il quarto anno consecutivo in cui si necessita una ricapitalizzazione, e con l’intervento del FITD, Banca Carige risulterà ancora attraente agli occhi dei vecchi obbligazionisti?
 

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