Certificati di investimento - Cap. 2

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Chiusa ad ulteriori risposte.
Io che nn sono nessuno ho notato delle inesattezze in quell'articolo...
Paragonare una forma di investimento ad un gratta e vinci... :eek:
Magari Leon vorrà esprimere i suoi pensieri in merito...

appena liberato, sto scorrendo le pagine arretrate...e che devo dire Maurizio...a mio avviso l'articolo fa un'informazione non corretta. Paragonare i Cash Collect alle azioni è come guardare solo un lato della medaglia, ossia quello delle perdite superiori al 40/50% dei sottostanti. Prima di arrivare li, tuttavia, ci sono situazioni in cui una perde ( l'azione) e l'altro no ( il certificato). Inoltre non si fa alcuna menzione dei certificati con protezione incondizionata del capitale, dei Reverse a copertura, delle cedole garantite che riducono le perdite...ma capisco anche che in 2500 battute più di un titolo ad effetto non si potesse fare..
 
Vedi, Maurizio, tu sei un investitore consapevole: molto consapevole.
La stragrande maggioranza è invece assolutamente inesperta. Se si trovano minusvalenze in carico (e con la regolamentazione fiscale sul gestito è quasi impossibile non trovarsene) è un giochetto per i loro "consulenti" convincerli a sottoscrivere certificati (peraltro quale altro strumento in apparenza non rischioso conosci adatto allo scopo?).

come ben sai Mac, la compensazione delle minus è permessa in molte realtà solo a chiusura della posizione. E nel frattempo quelle minus potrebbero essere scadute. Altro motivo per cui l'articolo citato è lacunoso.

Riguardo la commissione di collocamento è tipicamente del 4% per un prodotto a 5 anni, ossia lo 0,80% annuo. Dopodiché non ci sono commissioni di gestione né di performance. Quanto è il TER medio di un fondo azionario o flessibile? Detto questo, chi può va direttamente sul secondario, lapalissiano
 
appena liberato, sto scorrendo le pagine arretrate...e che devo dire Maurizio...a mio avviso l'articolo fa un'informazione non corretta. Paragonare i Cash Collect alle azioni è come guardare solo un lato della medaglia, ossia quello delle perdite superiori al 40/50% dei sottostanti. Prima di arrivare li, tuttavia, ci sono situazioni in cui una perde ( l'azione) e l'altro no ( il certificato). Inoltre non si fa alcuna menzione dei certificati con protezione incondizionata del capitale, dei Reverse a copertura, delle cedole garantite che riducono le perdite...ma capisco anche che in 2500 battute più di un titolo ad effetto non si potesse fare..

Immaginavo che non fossi proprio d'accordo con l'articolo... ;)
A volte anche i professori universitari sbagliano... :)
 
Immaginavo che non fossi proprio d'accordo con l'articolo... ;)
A volte anche i professori universitari sbagliano... :)

ma sai, più che sbagliare, è raccontare solo una parte della storia. E' ad esempio innegabile che le banche ci guadagnino sempre, sono prodotti di pura redditività per chi li emette. Ma questo non implica che siano solo loro a guadagnarci e il calcolo delle probabilità non gira sempre cosi smaccatamente a favore di chi lo ha emesso, come invece poteva accadere anni fa con le Unit o strutturate in stile " Altiplano". Inoltre il 5/6% di cui si parla è sommariamente forfettario su prodotti a 5 anni e più. Se si pensa a uno dei tanti certificati quotati direttamente sul secondario, di durata 12/18 mesi, quel margine si riduce all'1/2%.
 
appena liberato, sto scorrendo le pagine arretrate...e che devo dire Maurizio...a mio avviso l'articolo fa un'informazione non corretta. Paragonare i Cash Collect alle azioni è come guardare solo un lato della medaglia, ossia quello delle perdite superiori al 40/50% dei sottostanti. Prima di arrivare li, tuttavia, ci sono situazioni in cui una perde ( l'azione) e l'altro no ( il certificato). Inoltre non si fa alcuna menzione dei certificati con protezione incondizionata del capitale, dei Reverse a copertura, delle cedole garantite che riducono le perdite...ma capisco anche che in 2500 battute più di un titolo ad effetto non si potesse fare..

sono d'accordo in generale con quello che dici, ma a volte come nel caso del certificato di cui abbiamo discusso abbastanza , il certificato perde di più , molto di più della perdita massima di un titolo del paniere ( nel "durante" ovviamente ) , ma è comunque indubbio che Beppe Scienza ci marci un pò .... Anche sui reverse a copertura abbiamo discusso e l'offerta è molto scarsa, anche se tu dici per mancanza di .. acquirenti. Certo ci sono opzioni e mini con cui proteggere una struttura, ma qui oggettivamente comincia a necessitare una "manualità" con tali strumenti che presume un alto livello di preparazione che non tutti hanno . Non tutti infatti hanno le tue capacità, ed inoltre alcune banche non ti permettono di vendere opzioni, nemmeno se tu magari hai acquistato il sottostante.
 
ma sai, più che sbagliare, è raccontare solo una parte della storia. E' ad esempio innegabile che le banche ci guadagnino sempre, sono prodotti di pura redditività per chi li emette. Ma questo non implica che siano solo loro a guadagnarci e il calcolo delle probabilità non gira sempre cosi smaccatamente a favore di chi lo ha emesso, come invece poteva accadere anni fa con le Unit o strutturate in stile " Altiplano". Inoltre il 5/6% di cui si parla è sommariamente forfettario su prodotti a 5 anni e più. Se si pensa a uno dei tanti certificati quotati direttamente sul secondario, di durata 12/18 mesi, quel margine si riduce all'1/2%.

Scusa ma una volta che Imi- una a caso- ha emesso un certificato e ha messo su la struttura, l'andamento del sottostante non è indifferente?
Ovviamente in teoria
 
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