Certificati di investimento - Cap. 5

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Il pomeriggio sembrava da salita a molla, invece chiudiamo, seppure bene, ancora con il freno a mano tirato con America che peggiora...
 
Per ora a parte l'Ucraina ci sta rimettendo e ci rimetterà solo l'Europa. E' un dato di fatto ed è palese e sotto gli occhi di tutti. Ed è anche un dato di fatto che ha obbedito, quale partecipante alla NATO, al dictat degli USA per lanciarsi in una impresa verso un paese non NATO (giusto o sbagliato).
Risultato per l'UE: perdita di soldi (finanziato guerra Putin + aiuti assortiti) e materie prime (taglio gas), dimostrato da viaggi a chiedere l'elemosina di qua e di à, cosa che non riguarda i contendenti (energeticamente indipendenti).
Sull'ammontare in $ della devastazione in Ucraina vs l'ammontare in $ dei danni che questa situazione ci ha provocato, sta provocando e provocherà in UE, non ho i numeri da confrontare.

Vediamo adesso come si mette Putin-Xi.
Biden forse è a qualche grigliata con birra alla salute di chi non lo so.
Comincia l’economia di guerra in Russia. Chi vi ha detto che il combinato disposto delle sanzioni e della guerra non sta incidendo sull’economia russa, mente.

L’Economia di Guerra in Russia: i precedenti
Abbiamo già visto alcuni segnali che avrebbero dovuto indurre in allarme anche il più scafato dei fan della solidità post-Sovietica. Oligarchi pronti a dichiarare, in camera caritatis, che il clima bellico gli sta rovinando gli affari.
Interi indotti deprivati di materia prima anche in modo grottesco, con l’industria tessile priva di bottoni e l’industria cartiera priva dei prodotti chimici per sbiancare le materie prime.
Il settore automobilistico, in un mondo che si evolve verso le auto elettriche, vede il rinascimento del “catorcio di stato”. Autarchici ammassi di lamiera con emissioni equivalente alle nostre “Euro 0”, dal consumo medio di un Tupolev privi di ABS, ESP e centralina elettrica. Ma anche prive di cinture di sicurezza pretensionate e antifurto satellitare (chi ruberebbe qualcosa del genere?).
Il settore dell’IT vede, oltre all’aggravarsi della cronica scarsità di personale anche la progressiva estinzione di computer e programmi.

Senza AMD e Intel la Russia è condannata all’affannosa ricerca di un sostituto. La Cina non sembra avere intenzione di vendere prodotti compatibili (ancorché non performanti), mentre Taiwan ha direttamente imposto un embargo tale da proibire l’esportazione in Russia di computer più performanti di un Amiga 4000 vintage e gli strumenti per produrne.
Con la produzione interna bloccata all’inefficiente palo degli Elbrus-8C, processori definiti come insufficienti per velocità, dal numero di core insufficiente e usati in soluzioni server manchevoli per memoria e prestazioni, resta solo la “pirateria di stato”.

Dalla pirateria di Stato all’Industria Bellica
Una norma che consente alla Russia una sorta di “esproprio proletario” delle proprietà intellettuali dell’odiato Occidente.
Occidente che, ehi, dovrà pure bruciare tra le fiamme dell’Olocausto Nucleare mentre il fiero Popolo Russo perverrà dal dolore al Paradiso, ma prima di essere “fatti sparire” dai fieri russi pronti a immolare le loro carni nel Fuoco Nucleare pur di saziare l’odio dovrà fargli il piacere di fargli copiare Windows 11 e Office perché altrimenti le imprese non si mandano avanti da sole…
O quantomeno, gli stessi imprenditori russi sembrano rendersi conto che il sogno bucolico di vivere di lamponi nei boschi con gli orsi non risulta essere sostenibile.
Alle imprese però si chiede ora ben altro.

I Deputati della Duma hanno approvato in prima lettura emendamenti e riforme del lavoro e dell’economia, riassumibili in
“Al fine di garantire che le forze armate della Federazione Russa, altre truppe, formazioni e organismi militari conducano operazioni antiterrorismo e altre operazioni al di fuori del territorio della Federazione Russa, il governo della Federazione Russa può prendere decisioni sull’introduzione di speciali misure nella sfera economica”
Al netto del legalese, con l’entrata in vigore della riforma alle imprese russe sarà impedito rifiutarsi di concludere appalti pubblici o contratti relativi alla difesa.
Saranno inoltre vincolati alle esigenze belliche concetti come straordinari, ferie, lavoro notturno e festivo e le stesse festività.
Entriamo di fatto in una economia di guerra in cui il lavoratore è costretto a offrire lavoro per lo sforzo bellico.
Tutto questo testamento del fatto che probabilmente le sanzioni stanno intaccando la solidità della macchina bellica del Cremlino più di quanto lo stesso sia pronto ad ammettere.

 
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fregano anche con il 50 o 65%...
l'installazione di una caldaia fatta pagare 1000 e più euro, invece che 300-400...
vergognoso...

Fregano comunque perché lo Stato non è in grado di controllare. Avevano annunciato la disponibilità di programmi di incrocio dati, capaci di evidenziare tutte le anomalie e invece...... si continua a pagare le pensioni a molta gente morta perché non è codificato il collegamento INPS con tutti i Comuni Italiani..... e il famoso accertamento di esistenza in vita (che si faceva negli anni 60-70-80) è stato in pratica abolito.
 
Fregano comunque perché lo Stato non è in grado di controllare. Avevano annunciato la disponibilità di programmi di incrocio dati, capaci di evidenziare tutte le anomalie e invece...... si continua a pagare le pensioni a molta gente morta perché non è codificato il collegamento INPS con tutti i Comuni Italiani..... e il famoso accertamento di esistenza in vita (che si faceva negli anni 60-70-80) è stato in pratica abolito.
Sono i General Contractor che rubano, basterebbe fare controlli incrociati su di loro
 
www.bufale .net è un sito serio???


Comincia l’economia di guerra in Russia. Chi vi ha detto che il combinato disposto delle sanzioni e della guerra non sta incidendo sull’economia russa, mente.

L’Economia di Guerra in Russia: i precedenti
Abbiamo già visto alcuni segnali che avrebbero dovuto indurre in allarme anche il più scafato dei fan della solidità post-Sovietica. Oligarchi pronti a dichiarare, in camera caritatis, che il clima bellico gli sta rovinando gli affari.
Interi indotti deprivati di materia prima anche in modo grottesco, con l’industria tessile priva di bottoni e l’industria cartiera priva dei prodotti chimici per sbiancare le materie prime.
Il settore automobilistico, in un mondo che si evolve verso le auto elettriche, vede il rinascimento del “catorcio di stato”. Autarchici ammassi di lamiera con emissioni equivalente alle nostre “Euro 0”, dal consumo medio di un Tupolev privi di ABS, ESP e centralina elettrica. Ma anche prive di cinture di sicurezza pretensionate e antifurto satellitare (chi ruberebbe qualcosa del genere?).
Il settore dell’IT vede, oltre all’aggravarsi della cronica scarsità di personale anche la progressiva estinzione di computer e programmi.

Senza AMD e Intel la Russia è condannata all’affannosa ricerca di un sostituto. La Cina non sembra avere intenzione di vendere prodotti compatibili (ancorché non performanti), mentre Taiwan ha direttamente imposto un embargo tale da proibire l’esportazione in Russia di computer più performanti di un Amiga 4000 vintage e gli strumenti per produrne.
Con la produzione interna bloccata all’inefficiente palo degli Elbrus-8C, processori definiti come insufficienti per velocità, dal numero di core insufficiente e usati in soluzioni server manchevoli per memoria e prestazioni, resta solo la “pirateria di stato”.

Dalla pirateria di Stato all’Industria Bellica
Una norma che consente alla Russia una sorta di “esproprio proletario” delle proprietà intellettuali dell’odiato Occidente.
Occidente che, ehi, dovrà pure bruciare tra le fiamme dell’Olocausto Nucleare mentre il fiero Popolo Russo perverrà dal dolore al Paradiso, ma prima di essere “fatti sparire” dai fieri russi pronti a immolare le loro carni nel Fuoco Nucleare pur di saziare l’odio dovrà fargli il piacere di fargli copiare Windows 11 e Office perché altrimenti le imprese non si mandano avanti da sole…
O quantomeno, gli stessi imprenditori russi sembrano rendersi conto che il sogno bucolico di vivere di lamponi nei boschi con gli orsi non risulta essere sostenibile.
Alle imprese però si chiede ora ben altro.

I Deputati della Duma hanno approvato in prima lettura emendamenti e riforme del lavoro e dell’economia, riassumibili in

Al netto del legalese, con l’entrata in vigore della riforma alle imprese russe sarà impedito rifiutarsi di concludere appalti pubblici o contratti relativi alla difesa.
Saranno inoltre vincolati alle esigenze belliche concetti come straordinari, ferie, lavoro notturno e festivo e le stesse festività.
Entriamo di fatto in una economia di guerra in cui il lavoratore è costretto a offrire lavoro per lo sforzo bellico.
Tutto questo testamento del fatto che probabilmente le sanzioni stanno intaccando la solidità della macchina bellica del Cremlino più di quanto lo stesso sia pronto ad ammettere.

 
www.bufale .net è un sito serio???

A parte serio o non serio a scuola mi insegnarono che la prima cosa da vedere è se uno stato ha materie prime.
Perché le spese correnti come in una famiglia (gas, acqua, cibo) incidono molto di più sul bilancio di quelle una tantum.
Quindi chi è nelle peste per definizione (e più soggetto a qualsiasi ricatto) è sempre chi dipende da qualcun altro per le materie prime cioè per la propria sopravvivenza.
USA, Russia e Cina possono giocare a sanzioni e contro sanzioni quanto vogliono.
Per la Russia l'unico vero problema è Xi. Fino a un mese fa la Cina aveva aumentato le importazioni di petrolio russo del 20% mi pare e c'era in programma pure un gasdotto.
Se Xi, per qualsiasi motivo, si incazza, allora sì può far male a Putin.
Finora gli unici che hanno dimostrato cervello in tutta questa situazione mi dispiace dirlo ma sono soltanto i cinesi (forse hanno usato il cervello appunto perché possono permetterselo).

Poi i conti da fare sono semplici se uno ha tutti i dati a disposizione, prima o poi qualcuno darà qualche numero.

La UE è schiava militarmente degli USA ed energeticamente (fino al 24 febbraio) della Russia. Non abbiamo un esercito, non ci chiamiamo europei (ma tedeschi, italiani, francesi, ecc.), la BCE non è la Fed, il parlamento europeo fa ridere.
Siamo solo uniti, e con molta difficoltà, dall'€.
Per questo siamo sempre col culo a disposizione e questa vicenda l'ha proprio messo a nudo.
 
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