Certificati di investimento - Cap. 5

Stato
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Non so' che macchine compri ma ti assicuro che con 10k ti compri un buon usato berlina.
a parte che in questo momento l'usato è schizzato alle stelle perche il nuovo non si trova, detto cio a mio cognato hanno rubato 500X del 2015 valore commericiale/assicurato 10.200 per ricomprare la stessa auto con le carattersitiche similari ci vogliono 13/ 14.000 , a lui piace opel Mokka sempre usata ci voglio non meno di 17.000, non mi sembrano super car
 
Riassumendo, per me le crypto sono uno schema ponzi per 3 ragioni:
1. il più importante, non si sa quale sia il reale valore di un bitcoin. Tu stesso dici che il suo valore è ciò che uno è disposto a spendere per comprarlo, ovvero? Qual'è il suo sottostante? Come si valorizza?
2. il fatto che non sia diffuso come moneta, che non fornisca nessun bene o servizio unico o migliore di altri, ma che esista solo perchè c'è qualcuno che ci fa trading, come dici tu... anche qui, la mia sensazione è che sia un castello di carte. Castello che è cresciuto a dismisura quando le banche centrali hanno drogato i mercati, abbattendo tutti i rendimenti. L'unico investimento che rendeva era la cryptovaluta e tutti a comprare. Quali sono le fondamenta di questo castello? Io non le vedo ed ecco perchè per me è un castello di carte.
3. se per funzionare ci sono i miner che devono vendere bitcoin per continuare a sostenere la propria attività, mi fa sospettare che il bitcoin dovrebbe svalutarsi a lungo termine e se si svaluta troppo si arriva ad un punto in cui minare non conviene più e a quel punto crolla lo schema ponzi.
Non sto dicendo che domani crolla tutto, ma che se non succede qualcosa di nuovo, come AD ESEMPIO un massiccio ingresso nel mercato crypto di nuove persone (da spennare, visto che si sostiene solo sul trading?), il destino mi pare segnato.
Il metaverso lo vedo come un'opportunità per dare un senso a questo mondo che altrimenti, per me, si avvita su sè stesso. Cioè se le cryptovalute fossero usate come valuta, allora acquisirebbero un valore (punto 1 sopra). Come dice la Teoria dell'Informazione, il valore di un'informazione o entità intangibile, non so come chiamarla, aumenta se essa rappresenta qualcosa di unico e non sostituibile. Se per stare nel metaverso dovessi NECESSARIAMENTE usare cryptovalute, anche se poi le usi solo per comprare cose e non fai trading, il valore intrinseco della cryptovaluta comunque aumenta, oltre ad essere percepita non solo come strumento speculativo, ma come qualcosa di più "sostanzioso".

i punti 1 e 2 per quanto veri non sono sufficienti per parlare di schema ponzi.
Il punto 3 è quello chiave.

Dici: "se per funzionare ci sono i miner che devono vendere bitcoin per continuare a sostenere la propria attività, mi fa sospettare che il bitcoin dovrebbe svalutarsi a lungo termine"
per quale motivo?

E' come dire: "se chi estrae petrolio deve vedere il petrolio per continuare a sostenere la propria attività, mi fa sospettare che il petrolio dovrebbe svalutarsi a lungo termine"
Sappiamo che non è vero.
Semplicemente serve domanda.
Domanda di petrolio, che avviene perchè è utile.
Domanda di bitcoin, che non servono a nulla.
Ma NON serve un aumento di domanda. Basta quella che c'è....
Poi magari la gente perde interesse, e tutto crolla. Ma il sistema così come è, funziona...
NON serve nuova gente o qualcosa di esterno.
Anzi, qualcosa di esterno può portare al crollo (vedi sotto eventuali regolamentazioni statali)

Inoltre, aggiunto, il bitcoin è stato studiato per essere una moneta deflattiva, e sul lungo termine tende ad acquistare valore.

Di fatto è quello che è successo nella sua breve storia.
Basta anche vedere cosa succede ad ogni halving.
Basta anche vedere come l'hashrate sta ai massimi con il prezzo ben lontano dai massimi.

Non solo, ci sono i costi delle transazioni che vanno ai miner.
Qualcuno ha portato dei numeri su quante spese di mining sono coperte dalle transazioni?

Skolem, io non so cosa accadrà alle crypto. E' qualcosa da cui sto alla larga proprio perché concordo sul punto 1 e 2 che dici.
Ma tutto fa pensare che il sistema è autosostenibile.
Cosa può andare storto? Tanto, a cominciare da regolamentazioni statali fino a problemi di approvvigionamento elettrico per le monete che richiedono mining.

Il tuo mi sembra però più un desiderio che un'ipotesi basata su un qualche dato...
 
(Reuters) - Shell ha riportato utili per 9,45 miliardi di dollari nel terzo trimestre, in calo rispetto al record del trimestre precedente a causa dell'indebolimento del settore della raffinazione e del commercio del gas, e ha comunicato l'intenzione di aumentare il dividendo nel corso dell'anno. Shell ha inoltre esteso il programma di riacquisto di azioni, annunciando l'acquisto di azioni per 4 miliardi di dollari nei prossimi tre mesi.

Gli utili adjusted del terzo trimestre sono stati leggermente superiori alla media delle previsioni degli analisti, che prevedevano un profitto di 9 miliardi di dollari.

Questo dato si confronta con gli utili trimestrali da record, pari ai 11,5 miliardi di dollari, del trimestre precedente e di 4,1 miliardi di dollari di un anno prima.
 
Se non andasse a buon fine l'adc avremmo ben altri problemi..

Poi il piano è "pesante"...

Dopo le tante disavventure che hanno portato la società in gravi difficoltà Credit Suisse (CS) ha annunciato oggi un importante piano di risanamento che comprende una ristrutturazione - definita radicale - della sua divisione investment banking e il taglio di 9000 posti di lavoro. È prevista inoltre un'importante raccolta di fondi con l'intervento di un nuovo investitore saudita.
"Per molti mesi, il consiglio di amministrazione e il management hanno valutato i passi futuri e durante questo processo abbiamo rivoltato cielo e terra", afferma il presidente dell'organo di sorveglianza, Axel Lehmann, citato in un comunicato. È stata scelta una "strategia radicale" per riconquistare "fiducia e orgoglio".
In concreto la seconda banca elvetica vuole concentrarsi sulla gestione patrimoniale e sullo storico mercato svizzero. Saranno promosse numerose misure volte a reindirizzare i fondi verso queste due unità, ora ritenute fondamentali perché considerate più stabili e a minore intensità di capitale.
Per quanto riguarda la sua travagliata banca d'investimento, fonte in passato di forti perdite, Credit Suisse si impegna a "intraprendere un'azione decisiva per ristrutturare" l'unità, chiamata ora a focalizzarsi maggiormente. I provvedimenti dovrebbero consentire di ridurre gli attivi a rischio del 40% entro tre anni.
La nuova entità, che riprenderà la precedente denominazione di CS First Boston - come noto dalla metà degli anni 90 al 2006 l'unità di investment banking si presentava come "Credit Suisse First Boston", dopo che CS aveva rilevato l'istituto americano First Boston - dovrà agire in modo autonomo e attrarre nuovi capitali. Il Ceo di questo comparto, con sede a New York, diventerà Michael Klein, un consigliere di amministrazione di CS, che lascerà l'incarico.
L'attuale numero uno della divisione investment banking Christian Meissner (se ne era parlato anche come possibile successore di Sergio Ermotti alla guida di UBS) parte con effetto immediato. Obiettivo della ristrutturazione è creare un comparto che dovrebbe generare ricavi superiori a 2,5 miliardi di dollari.
Saranno anche scorporate varie attività in una unità chiamata Capital Release Unit (CRU), che comprenderà in particolare i prodotti cartolarizzati: sarà guidata da Louise Kitchen, una dirigente in arrivo da Deutsche Bank.
Credit Suisse ha anche raggiunto un accordo per la cessione di una parte significativa della sua attività di cartolarizzazione, il Securitized Products Group (SPG), a un gruppo di investitori guidato dalle società americane Apollo Global Management e Pimco. La conclusione dell'accordo è prevista per la prima metà del 2023.
Tutto questo dovrebbe permettere di ridurre notevolmente i costi: entro il 2025 gli oneri dovranno essere diminuiti del 15%, pari a 2,5 miliardi di franchi, a circa 14,5 miliardi di franchi entro il 2025; 1,2 miliardi dovranno essere risparmiati già l'anno prossimo. Nell'immediato, queste misure comporteranno svalutazioni per 3,7 miliardi nel terzo trimestre e costi aggiuntivi per 2,9 miliardi tra la fine del 2022 e il 2024.
I provvedimenti avranno un pesante impatto sull'occupazione. Credit Suisse prevede di cancellare 9000 impieghi: la grande banca ha infatti annunciato l'intenzione di ridurre l'organico dagli attuali 52'000 posti (equivalenti a tempo pieno) a 43'000 entro la fine del 2025; la riduzione di 2700 impieghi è già attualmente in corso. La soppressione avverrà attraverso partenze volontarie e "riduzioni mirate dell'organico".
La banca intende inoltre raccogliere circa 4 miliardi di franchi svizzeri attraverso l'emissione di nuove azioni, in particolare grazie alla Saudi National Bank (SNB), la più grande banca commerciale dell'Arabia Saudita, che si è impegnata per 1,5 miliardi di franchi, pari al 9,9% del capitale sociale. Questo dovrebbe rafforzare la solidità della banca: il coefficiente di fondi propri di qualità primaria (Common Equity Tier 1, CET1) dovrebbe salire dall'attuale 12,6% a circa il 14%. SNB diventerà così inoltre il maggiore azionista di Credit Suisse, davanti a Harris Associates (5,17%), Blackrock (5,06%) e Qatar Investment Authority (5,026%).
Per il Ceo Ulrich Körner, questo è "un momento storico per il Credit Suisse", che deve diventare "una banca nuova, più semplice e più stabile".
Serviva intervenire, perché come si ricorderà la banca è stata scossa da ripetute disavventure: in particolare il fallimento nel marzo 2021 della società finanziaria britannica Greensill Capital, in cui erano stati impegnati 10 miliardi di dollari attraverso quattro fondi, e l'implosione - nello stesso mese del medesimo anno - di Archegos Capital Management, il family office (cioè una società che gestisce uno o più patrimoni familiari) di un finanziere newyorkese di origine coreana, che è costata circa 5 miliardi di dollari a CS.
L'anno scorso Credit Suisse ha sofferto per questi due casi, subendo una perdita netta di 1,6 miliardi di franchi. Nel terzo trimestre del 2022 - è notizia di oggi - la banca ha invece registrato una perdita netta di 4,0 miliardi: ha pesato in particolare la svalutazione di 3,7 miliardi a cui si è accennato sopra. Il rosso operativo ante imposte è stata di 342 milioni, a fronte di un utile di 1,0 miliardi nello stesso periodo dell'anno precedente.
Sull'arco dei primi nove mesi dell'anno il risultato è negativo per 5,9 miliardi. "Il trimestre e più in generale il 2022 sono stati fortemente influenzati dalle continue turbolenze del mercato e dalle difficili condizioni macroeconomiche, che hanno determinato una performance più debole in particolare per l'investment banking", ha commentato il Ceo Körner.
 
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