NoWay
It's time to play the game
(Reuters) - Prosegue a ottobre la flessione degli indicatori di fiducia delle imprese e dei consumatori italiani, tra i timori legati all'alta inflazione e alle prospettive recessive, innescate dallo shock energetico.
Secondo i dati diffusi stamani dall'Istituto di statistica, nel mese in esame - il primo dopo la vittoria del centrodestra alle Politiche di fine settembre - l'indice relativo ai consumatori cala a quota 90,1, minimo da maggio 2013, dal 94,8 di settembre e contro un consensus pari a 93,8.
L'indice del comparto manifatturiero si attesta a 100,4 da 101,2 (rivisto) del mese prima, rispetto ad un consensus pari a 100,0. Quello composito del clima di fiducia delle imprese - che oltre alla manifattura comprende commercio, costruzioni e servizi - scende a 104,5 dal precedente 105,1 (rivisto).
"Il clima di fiducia delle imprese continua a registrare flessioni", scrive Istat nella nota a corredo dei numeri, ricordando che il relativo indice, dopo la marcata crescita registrata nel corso del 2021, ha subito un ridimensionamento a gennaio 2022 entrando in un periodo di stasi fino a giugno.
"Da luglio 2022 è iniziata una nuova fase di calo", aggiunge.
Oltre alla manifattura, il livello di fiducia si riduce nelle costruzioni (da 159,5 a 157,5) e nel commercio al dettaglio (da 110,5 a 108,7), mentre si mantiene sostanzialmente stabile per i servizi di mercato (da 95,8 a 95,9).
"Nel commercio al dettaglio tutte le componenti registrano un deterioramento, che riguarda essenzialmente la distribuzione tradizionale", osserva il comunicato.
Quanto ai consumatori, la cui fiducia si contrae per il secondo mese di fila, contribuiscono al deciso calo le opinioni negative sulla possibilità di risparmiare in futuro e quelle sull’opportunità di acquistare beni durevoli, seguite da giudizi in deterioramento sia sulla situazione economica personale sia su quella del Paese.
Secondo i dati diffusi stamani dall'Istituto di statistica, nel mese in esame - il primo dopo la vittoria del centrodestra alle Politiche di fine settembre - l'indice relativo ai consumatori cala a quota 90,1, minimo da maggio 2013, dal 94,8 di settembre e contro un consensus pari a 93,8.
L'indice del comparto manifatturiero si attesta a 100,4 da 101,2 (rivisto) del mese prima, rispetto ad un consensus pari a 100,0. Quello composito del clima di fiducia delle imprese - che oltre alla manifattura comprende commercio, costruzioni e servizi - scende a 104,5 dal precedente 105,1 (rivisto).
"Il clima di fiducia delle imprese continua a registrare flessioni", scrive Istat nella nota a corredo dei numeri, ricordando che il relativo indice, dopo la marcata crescita registrata nel corso del 2021, ha subito un ridimensionamento a gennaio 2022 entrando in un periodo di stasi fino a giugno.
"Da luglio 2022 è iniziata una nuova fase di calo", aggiunge.
Oltre alla manifattura, il livello di fiducia si riduce nelle costruzioni (da 159,5 a 157,5) e nel commercio al dettaglio (da 110,5 a 108,7), mentre si mantiene sostanzialmente stabile per i servizi di mercato (da 95,8 a 95,9).
"Nel commercio al dettaglio tutte le componenti registrano un deterioramento, che riguarda essenzialmente la distribuzione tradizionale", osserva il comunicato.
Quanto ai consumatori, la cui fiducia si contrae per il secondo mese di fila, contribuiscono al deciso calo le opinioni negative sulla possibilità di risparmiare in futuro e quelle sull’opportunità di acquistare beni durevoli, seguite da giudizi in deterioramento sia sulla situazione economica personale sia su quella del Paese.