da about markets
Settimana cruciale e ad altissimo rischio evento per i mercati globali, l’ultima veramente “piena” prima della chiusura dell’anno.
• Lavoro USA (martedì): arrivano finalmente i payroll arretrati di ottobre e novembre. Il dato headline sarà distorto (licenziamenti federali post-shutdown), ma il mercato guarderà soprattutto a settore privato, salari e ore lavorate. Attese: crescita occupazionale modesta, disoccupazione al 4,5%, salari ancora intorno al 4,4% a/a. Se i salari tengono, la Fed resta prudente anche con payroll deboli.
• Inflazione USA (giovedì): CPI atteso stabile poco sopra il 3%, core appena sotto. Il vero focus sarà sui servizi core e sugli affitti, dopo la debolezza anomala di settembre. Un CPI “pulito” rafforza l’idea che il picco restrittivo sia alle spalle, ma senza accelerare nuovi tagli.
• Fed & politica monetaria: dopo il taglio da 25 bps, il segnale chiave è il passaggio a una fase wait and see, con acquisti mensili di Treasury già avviati. I discorsi di Miran, Waller e Williams servono a capire se il rischio percepito resta più sul lavoro che sull’inflazione. In sottofondo pesa anche il tema della futura presidenza Fed (Hassett vs Warsh).
• Europa & Asia: giovedì BCE (tassi fermi) e BoE (probabile nuovo taglio), mentre venerdì la BoJ dovrebbe alzare i tassi allo 0,75%. È un punto chiave: rendimenti giapponesi lunghi ai massimi pluriennali stanno diventando un fattore globale di stress, soprattutto per equity growth e AI.
• Mercati & rotazioni: dati cinesi deboli, curve lunghe tese e fine dell’effetto “AI sale tutto insieme”. Il mercato è più selettivo e punitivo: le storie perfette reggono, le delusioni vengono vendute. Segnali di rotazione verso settori più ciclici e equal-weight.
settimana da gestire con cautela. Non conta il singolo dato, ma la combinazione lavoro-inflazione-banche centrali. Volatilità probabile, rotazioni in corso e mercati sempre meno indulgenti verso i trade affollati.