Certificati di investimento - Capitolo 8

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Da tempo migliorano i dati sull'occupazione, tanto che a luglio si registrano 56mila lavoratori in più, ma allo stesso tempo:
-il PIL non aumenta
-la produttività non aumenta
-il fatturato dell'industria è in calo da 16 mesi consecutivi
La domanda sorge spontanea (avrebbe detto Antonio Lubrano); tutta questa gente, quali lavori starebbe facendo? Si tratta di persone che lavoravano in nero e, grazie alla decontribuzione entrano a fare statistica? Per me rimane un mistero.
Le statistiche spesso ingannano. I lavoratori sono sempre più spesso temporanei, precari e conteggiati più volte.
Se una persona fa il cameriere due mesi in un posto, poi lo licenziano, sta due mesi fuori, poi in altro locale e poi fuori e infine in un terzo locale nello stesso anno, per l'istat sono tre lavoratori (tre contratti separati). Una volta i lavori erano continui e a tempo indeterminato e le statistiche avevano senso. Oggi con tutti questi lavori temporanei, a stagione, al bisogno ecc., magari una singola persona passa da una parte all'altra o addirittura fa più lavori assieme (cameriere di sera e rider di giorno per esempio) e conta per due o più!
L'economia reale non sta crescendo e il mercato del lavoro sempre più a tempo, a pacchetto, a cottimo lo dimostra.
 
Le statistiche spesso ingannano. I lavoratori sono sempre più spesso temporanei, precari e conteggiati più volte.
Se una persona fa il cameriere due mesi in un posto, poi lo licenziano, sta due mesi fuori, poi in altro locale e poi fuori e infine in un terzo locale nello stesso anno, per l'istat sono tre lavoratori (tre contratti separati). Una volta i lavori erano continui e a tempo indeterminato e le statistiche avevano senso. Oggi con tutti questi lavori temporanei, a stagione, al bisogno ecc., magari una singola persona passa da una parte all'altra o addirittura fa più lavori assieme (cameriere di sera e rider di giorno per esempio) e conta per due o più!
L'economia reale non sta crescendo e il mercato del lavoro sempre più a tempo, a pacchetto, a cottimo lo dimostra.
Il problema è che la produttività cala anche se l'occupazione sembra salire in effetti. Questo significa che il lavoro è sempre più povero e che quindi l'italiano medio si impoverisce e il suo potere di acquisto cala. Dovremmo puntare sulla formazione e su impieghi ad alto valore aggiunto, ma gli investimenti in quel senso latitano. Stiamo diventando come la Grecia (agricoltura, turismo, ristorazione, ecc) quando dovremmo ambire a ben altro per favorire investimenti ad alta tecnologia.
 
Le statistiche spesso ingannano. I lavoratori sono sempre più spesso temporanei, precari e conteggiati più volte.
Se una persona fa il cameriere due mesi in un posto, poi lo licenziano, sta due mesi fuori, poi in altro locale e poi fuori e infine in un terzo locale nello stesso anno, per l'istat sono tre lavoratori (tre contratti separati). Una volta i lavori erano continui e a tempo indeterminato e le statistiche avevano senso. Oggi con tutti questi lavori temporanei, a stagione, al bisogno ecc., magari una singola persona passa da una parte all'altra o addirittura fa più lavori assieme (cameriere di sera e rider di giorno per esempio) e conta per due o più!
L'economia reale non sta crescendo e il mercato del lavoro sempre più a tempo, a pacchetto, a cottimo lo dimostra.
Mi ricorda il vecchio trucco dei generali fascisti che spostavano quanti più aerei possibile nell'aereoporto dove c'era in programma una visita del duce :D
Il problema è che la produttività cala anche se l'occupazione sembra salire in effetti. Questo significa che il lavoro è sempre più povero e che quindi l'italiano medio si impoverisce e il suo potere di acquisto cala. Dovremmo puntare sulla formazione e su impieghi ad alto valore aggiunto, ma gli investimenti in quel senso latitano. Stiamo diventando come la Grecia (agricoltura, turismo, ristorazione, ecc) quando dovremmo ambire a ben altro per favorire investimenti ad alta tecnologia.
Se vengono conteggiati anche gli immigrati, molti di questi hanno in effetti più datori di lavoro: penso ad esempio agli addetti alle pulizie.
 
Da tempo migliorano i dati sull'occupazione, tanto che a luglio si registrano 56mila lavoratori in più, ma allo stesso tempo:
-il PIL non aumenta
-la produttività non aumenta
-il fatturato dell'industria è in calo da 16 mesi consecutivi
La domanda sorge spontanea (avrebbe detto Antonio Lubrano); tutta questa gente, quali lavori starebbe facendo? Si tratta di persone che lavoravano in nero e, grazie alla decontribuzione entrano a fare statistica? Per me rimane un mistero.
Son l’esercito delle stagiste di sangiuliano
 
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