Mario Draghi, che in economia ha molto da insegnare, ha più volte sottolineato come l'eccesso di regole e la frammentazione del mercato unico all'interno dell'Unione Europea agiscano di fatto come dei veri e propri "dazi autoimposti" che frenano la competitività e la crescita economica.
In particolare, in un'analisi e in diverse audizioni sul futuro della competitività europea (spesso citando dati del Fondo Monetario Internazionale - FMI), Draghi ha fornito le seguenti percentuali:
- Per il settore manifatturiero, le barriere interne e l'eccesso di regolamentazione potrebbero essere equivalenti a un dazio del 45%.
- Per il settore dei servizi, la situazione è ancora più grave, con barriere interne che potrebbero equivalere a un dazio del 110%.
Queste cifre evidenziano come la burocrazia, la mancanza di armonizzazione delle normative e la frammentazione del mercato interno siano un ostacolo significativo per le aziende europee, limitandone l'efficienza e la capacità di competere a livello globale,
tanto quanto o più di dazi esterni imposti da altri Paesi.
Forse prima ancora di piangere per i "cattivoni" esterni, o di stupirsi perché la UE non ha capacità negoziale, bisognerebbe che la UE stessa si ripensasse di sana pianta.....o è in grado di farlo o è finita.