Se io passo ad IW ed esibisco la documentazione analitica degli eseguti e verso il capita gain sul modello Unico, posso trovarmi in una dualita' di condizione:
A1) ho gia' un lavoro, per cui i redditi di capitale integrano il lavoro
A2) non ho un lavoro oppure ho un lavoro precario, nel senso che i redditi di capitale derivanti dall'attivita' di trading denotano in tutta evidenza e senza possibilita' di contestazione da parte del cittadino
- l'abitualita'
- l'esclusivita'
del mio lavoro di trader.
Il mio commercialista mi ha fatto osservare:
guarda, se tu fai il trader con IB a Napoli o Palermo nessuno ti controlla, perche' la prassi al Sud e' quella di arrangiarsi e ogni comportamento on the border e' tollerato.
Se tu pero' pensi di metterti in aspettativa per fare il trader nel nostro Nord-Est, immediatamente gli uffici finanziari debordanti di personale in esubero si metteranno alle tue calcagne e faranno una segnalazione all'INPS.
In Charge of you sara' addebitato l'esercizio abusivo di professione, perche' dovevi iscriverti all'ufficio IVA come "Professionsita esercente attivita' diverse"
e pagare 4 rate INPS annuali, oltre al contributo "d'impresa" addirittura senza massimali
Io credo che purtroppo esistono 2 italie: solo se fai attivita' d'impresa al Sud hai la ragionevole certezza di passarla liscia.
Dubbi critiche, commenti feroci sul passaggio ad IB sono graditi.
Beh, hai un commercialista che pensa, complimenti.
IMHO, il dubbio del tuo commercialista è più che legittimo, ma non riguarda tanto avere il conto da IB oppure in Italia, quanto piuttosto la definizione di "occupazione prevalente" nella accezione fiscale contributiva (che ricordiamo, non dipende solo dalla tipologia di reddito, ma anche dal tempo dedicato.... per cui se fosse dimostrabile passi tutto il gg davanti al PC - esempio col numero degli eseguiti - dal punto di vsita fiscale-contributo sei "trader", indipendentemente dal guadagno che ne ricavi).
Diciamo che se sei in regime dichiarativo, emerge in tutta evidenza qual'è la tua occupazione prevalente , ma - nella sostanza - se sei residente fiscale/contributivo italiano il discorso non cambia di una virgola neanche se hai il conto in regime amministrato presso broker italiano.
In questo senso ti confermo che l'INPS ha una visione estremamente "allargata" di quel che deve essere sottoposto a contribuzione: per esempio, secondo l'INPS deve versare contributi previdenziali anche l'amministratore di una società di gestione immobiliare (quindi non attività di impresa in senso stretto, dato che si limita ad incassare affitti) CHE NON PERCEPISCE alcun compenso (versando in tal caso solo le 4 rate fisse), nel caso non sia iscritto ad altra gestione prevdenziale.
E ovviamente, dove c'è INPS.... c'è anche l'INAIL (hai visto mai che la tastiera del PC non ti morda le mani...


.... quindi paga anche l'INAIL...).
In sostanza, credo che sia estremamente prudente per il trader professionale avere già UN ALTRA attività assogettabile ad INPS (non è difficile, come visto sopra) perchè in tal modo diventa - NEI FATTI - estremamente più complicato per l'istituto avanzare delle contestazioni.
PS ovviamente questo è solo uno degli di cui si deve tenere presente quando si apre un contro trading che non sia da 10000 Euro (come forse avrai notato, di là qualcuno ha aperto una discussione chiedendo cosa succede in pratica se il fisco ti chiede di dimostare la provenienza dei fondi depositati su un conto trading all'estero.... ecco, questo è un altro aseptto da tenere presente perchè anche solo il tempo per dimostrare che è tutto a posto ha un costo, eccome se ha un costo....)....
Però, qui si vola molto più in alto e questi problemi da ragioniere non sono considerati..... per cui se rimani con broker italiani ti becchi del dilettante (come è successo a yours truly....


) e l'unica preoccupazione che hanno è come funzionano le API.........
che ce voi fà..... sò ingegneri 
....