DANY1969
Forumer storico
Buona serata.
Buona serata anche a te e buon week end a tutti
Buona serata.
Buona serata anche a te e buon week end a tutti
Hanno avuto 6 mesi - SEI - per cambiare qualcosa ed invece ....BUFFONI di Palazzo.
Luci e ombre sull’entrata in vigore delle norme che imporranno un cambiamento sulle nuove etichette per alimenti e bevande.
Da sabato parte anche in Italia l’applicazione del regolamento comunitario 1169 del 2011, che uniforma in tutti i Paesi Ue le informazioni chiave sulla composizione del prodotto acquistato, rendendole più leggibili e trasparenti e aumentando la tutela contro le contraffazioni.
Il nuovo regolamento
Ma non è tutto oro quel che luccica.
Così se da un lato tra le novità delle nuove etichette ci sarà una maggiore evidenza sulla presenza di sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze, l’indicazione del tipo di oli e grassi utilizzati, la data di congelamento e le informazioni sullo stato fisico degli ingredienti utilizzati – non sarà per esempio più possibile utilizzare il termine “latte” se si usano latte in polvere o proteine del latte – dall’altro
l’Ue toglie l’obbligo di indicare sull’etichetta dove vengono confezionati i prodotti.
In sostanza, non sarà più garantita la conoscenza dello stabilimento di produzione.
Un argomento delicato per la tutela del Made in Italy.
Fino ad ora, si legge nell’inchiesta dal titolo Quei cibi d’origine misteriosa, in Italia è stato obbligatorio indicare lo stabilimento di produzione degli alimenti in vendita negli scaffali dei supermercati e dei negozi di generi alimentari, lo ha stabilito la legge 109 del 1992.
Ma con il regolamento europeo cambiano le regole e la norma nazionale andrà in soffitta.
Le conseguenze? Scrivere sull’etichetta il luogo in cui l’alimento è stato lavorato diventerà facoltativo.
Infatti, come si legge sulle pagine del regolamento comunitario, si può pubblicare sulla confezione solo il nome del proprietario del marchio.
Una linea che penalizzerà il Made in Italy e le famiglie.
L’Espresso cita casi concreti che potrebbero avere come conseguenza estrema quella di vedere spostare all’estero la realizzazione del prodotto senza che il consumatore verrebbe a saperlo.