CHiEDERE AL POTERE DI RIFORMARE IL POTERE... CHE INGENUITA'!! (1 Viewer)

PILU

STATE SERENI
sera a tutti oggi ho scioperato... volevo dare un segnale al governo.. lo capirà ? si ? no ? non mi importa ..il segnale andava dato..ora vediamo per il futuro..

Val il problema non è la dx o la sx.. la storia ha insegnato che sono la stessa associazione a delinquere opposti nella facciata ..identici nel fine di distruggere il paese..napolitano ha detto che l'anti politica è eversione.. la CEI gli ha dato una schiaffo che gli sta facendo ancora girare la testa... affermando esattamente il contrario ..ovvero che la corruzione è eversione non l'opposto.. detto qs a vedere come si stanno mettendo le cose ..mi sa che a breve ci saranno dei forti elettroshock... o ci si mette in testa che la politica deve fare politica e stop e chi in politica ruba deve essere messo immediatamente dentro e denudato di tutti i suoi beni ... altrimenti verrà qualcuno da fuori a comandare.. non è sicuramente bello ma forse sarà il male minore.. saremo umiliati ma alla fine è quello che ci meritiamo..
 

PILU

STATE SERENI
tanto per capirci..


Stefano Bravo, uno dei soci fondatori della Human Foundation, fondazione filantropica che fa capo all’ex ministro dei Beni culturali, è indagato per riciclaggio ed è accusato di essere il commercialista di Mafia Capitale. Un nome, quello della Melandri, spuntato anche nei giorni scorsi, quando è emersa una parentela, seppur acquisito, e non più in essere, tra l’ex pupilla di Walter Veltroni e l’ex capo di gabinetto di quest’ultimo, Luca Odevaine, finito in carcere nell’inchiesta «Mondo di mezzo» per essere stato al libro paga della “cupola” guidata dall’ex Nar Massimo Carminati e dal grande capo delle coop rosse capitoline Salvatore Buzzi.
Melandri, che preferisce non lasciare dichiarazioni a riguardo, affidando il proprio sentire in una lettera «aperta ai soci e sostenitori» di Human, deve spiegare come mai Bravo, lo spallone della mafia romana, è finito in un’associazione la cui «mission», si legge sul sito, è «promuovere un capitalismo più umano». L’ex ministra dei governi Prodi prova a chiarire perché, forse in modo sprovveduto, ha nominato Bravo «socio fondatore» di Human.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Hanno avuto 6 mesi - SEI - per cambiare qualcosa ed invece ....BUFFONI di Palazzo.

Luci e ombre sull’entrata in vigore delle norme che imporranno un cambiamento sulle nuove etichette per alimenti e bevande.



Da sabato parte anche in Italia l’applicazione del regolamento comunitario 1169 del 2011, che uniforma in tutti i Paesi Ue le informazioni chiave sulla composizione del prodotto acquistato, rendendole più leggibili e trasparenti e aumentando la tutela contro le contraffazioni.

Il nuovo regolamento

Ma non è tutto oro quel che luccica.

Così se da un lato tra le novità delle nuove etichette ci sarà una maggiore evidenza sulla presenza di sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze, l’indicazione del tipo di oli e grassi utilizzati, la data di congelamento e le informazioni sullo stato fisico degli ingredienti utilizzati – non sarà per esempio più possibile utilizzare il termine “latte” se si usano latte in polvere o proteine del latte – dall’altro


l’Ue toglie l’obbligo di indicare sull’etichetta dove vengono confezionati i prodotti.



In sostanza, non sarà più garantita la conoscenza dello stabilimento di produzione.

Un argomento delicato per la tutela del Made in Italy.


Fino ad ora, si legge nell’inchiesta dal titolo Quei cibi d’origine misteriosa, in Italia è stato obbligatorio indicare lo stabilimento di produzione degli alimenti in vendita negli scaffali dei supermercati e dei negozi di generi alimentari, lo ha stabilito la legge 109 del 1992.

Ma con il regolamento europeo cambiano le regole e la norma nazionale andrà in soffitta.



Le conseguenze? Scrivere sull’etichetta il luogo in cui l’alimento è stato lavorato diventerà facoltativo.

Infatti, come si legge sulle pagine del regolamento comunitario, si può pubblicare sulla confezione solo il nome del proprietario del marchio.



Una linea che penalizzerà il Made in Italy e le famiglie.
L’Espresso cita casi concreti che potrebbero avere come conseguenza estrema quella di vedere spostare all’estero la realizzazione del prodotto senza che il consumatore verrebbe a saperlo.
 

PILU

STATE SERENI
Hanno avuto 6 mesi - SEI - per cambiare qualcosa ed invece ....BUFFONI di Palazzo.

Luci e ombre sull’entrata in vigore delle norme che imporranno un cambiamento sulle nuove etichette per alimenti e bevande.



Da sabato parte anche in Italia l’applicazione del regolamento comunitario 1169 del 2011, che uniforma in tutti i Paesi Ue le informazioni chiave sulla composizione del prodotto acquistato, rendendole più leggibili e trasparenti e aumentando la tutela contro le contraffazioni.

Il nuovo regolamento

Ma non è tutto oro quel che luccica.

Così se da un lato tra le novità delle nuove etichette ci sarà una maggiore evidenza sulla presenza di sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze, l’indicazione del tipo di oli e grassi utilizzati, la data di congelamento e le informazioni sullo stato fisico degli ingredienti utilizzati – non sarà per esempio più possibile utilizzare il termine “latte” se si usano latte in polvere o proteine del latte – dall’altro


l’Ue toglie l’obbligo di indicare sull’etichetta dove vengono confezionati i prodotti.



In sostanza, non sarà più garantita la conoscenza dello stabilimento di produzione.

Un argomento delicato per la tutela del Made in Italy.


Fino ad ora, si legge nell’inchiesta dal titolo Quei cibi d’origine misteriosa, in Italia è stato obbligatorio indicare lo stabilimento di produzione degli alimenti in vendita negli scaffali dei supermercati e dei negozi di generi alimentari, lo ha stabilito la legge 109 del 1992.

Ma con il regolamento europeo cambiano le regole e la norma nazionale andrà in soffitta.



Le conseguenze? Scrivere sull’etichetta il luogo in cui l’alimento è stato lavorato diventerà facoltativo.

Infatti, come si legge sulle pagine del regolamento comunitario, si può pubblicare sulla confezione solo il nome del proprietario del marchio.



Una linea che penalizzerà il Made in Italy e le famiglie.
L’Espresso cita casi concreti che potrebbero avere come conseguenza estrema quella di vedere spostare all’estero la realizzazione del prodotto senza che il consumatore verrebbe a saperlo.

ti meravigli di qs cose ? è solo il risultato di una nostra classe politica che vale meno di zero...
 

PILU

STATE SERENI
per inkulare Val e tutti quelli che amano la politica e non sono eversivi usano sempre un DL..

per far vedere che sono pronti a cambiare ..usano un disegno di legge

Renzo ha calato le braghe: NCD ottiene il disegno di legge
Le misure eccezionali e urgenti contro la corruzione le fa con un disegno di legge (sperando che poi si trasformi in legge) anziché con decreto..

speriamo che arrivi subito lo straniero...:-o
 

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