CHiEDERE AL POTERE DI RIFORMARE IL POTERE... CHE INGENUITA'!! (1 Viewer)

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Che fine ha fatto quella «revisione della spesa» di cui tanto si è parlato nell’ultimo anno? E che doveva fungere da leva per risanare il settore pubblico sul versante delle uscite, in base a criteri di efficienza ed equità? Purtroppo ha fatto una brutta fine. Con le dimissioni del Commissario Carlo Cottarelli, lo scorso ottobre, il processo si è bloccato. Sull’apposito sito Internet compaiono solo scarne e obsolete informazioni. Nella scorsa primavera, la spending era diventata la regina dei talk show . L’omissione del sostantivo ( review , ossia revisione, ristrutturazione) avrebbe dovuto insospettire. Molti politici consideravano infatti i risparmi futuri come un tesoretto a cui attingere per nuove spese. Clamoroso il tentativo di finanziare il pensionamento con le regole pre-Fornero di alcune categorie di insegnanti attraverso, appunto, la spending . I materiali prodotti da Cottarelli non sono mai stati discussi apertamente. In un’intervista televisiva quasi imbarazzante, il Commissario si è limitato a menzionare come «sprechi» le solite siringhe calabresi (che costano più di quelle lombarde) e le sedi estere di alcune Regioni. Nella legge di Stabilità i tagli ci sono, è vero (per circa 15 miliardi di euro).

Ma sappiamo come sono stati definiti: un tira e molla fra i vari ministeri e fra governo centrale e Regioni.
 

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1. La domanda senza risposta è questa: Fatto uno sciopero generale, poi, che si fa? - 2. Per renzi si tratta di pazientare un giorno e poi archiviare tutto già da domani. Per cgil ricomincia la ricerca affannosa di un modo per provare a incidere sul governo - 3. La figuraccia del ministro (per mancanza di prove) maurizio lupi, costretto a rimangiarsi la precettazione dei ferrovieri, avrebbe forse meritato le dimissioni - 4. La realtà è che si tratta di uno sciopero che non va da nessuna parte, una mera testimonianza in una fase di isolamento politico innegabile. Il grosso del pd è ormai lontano dalla cgil della camusso e perfino le minoranze si dividono sullo sciopero -
 

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:lol::lol::lol: Abili 'sti Cinesi :lol::lol::lol:

ROMA – Euro made in China, perfettamente contraffatti, irriconoscibili a un occhio inesperto. Oltre mezzo milione di monete da 1 e 2 euro, falsificate in Cina e poi “importate” in Italia. Con un’occasione ghiottissima, lo shopping frenetico natalizio, per spendere e disperdere il denaro falso.
I Carabinieri di Palermo e della Sezione operativa del Comando Carabinieri Antifalsificazione monetaria di Roma hanno arrestato 12 persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla falsificazione, introduzione nello Stato e spendita di monete false. L’ordinanza è stata emessa dalla Procura di Palermo ma si estende anche alle provincie di Napoli, Salerno e Cosenza.
Qui, secondo gli inquirenti, operava una vasta associazione criminale che si occupava dell’approvvigionamento e della distribuzione di monete metalliche contraffatte di altissima qualità che venivano importate dalla Repubblica popolare cinese.
Nell’ambito dell’indagine è stato eseguito il più importante recupero di monete false dall’introduzione dell’euro: è stato sequestrato, infatti, un container con 306 mila monete, da uno e due euro, per un importo complessivo di 556 mila euro. Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Dino Petralia e dal pm Geri Ferrara.
 

DANY1969

Forumer storico
Bongiorno ragazzi :)

:-o:rolleyes:
 

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IN EVIDENZA PER TUTTI

On line la richiesta di rateazione delle cartelle esattoriali di Equitalia che rinnova il suo sito internet. La società di riscossione rinnova il suo sito istituzionale e la principale novità riguarda il nuovo servizio di rateazione on line. Per il contribuente che non riesce a pagare le cartelle esattoriali in un’unica soluzione, può chiedere a Equitalia di rateizzare il debito fino a un massimo di 10 anni e per importi inferiori a 50 mila euro. Come? Direttamente on line.
Rateazione cartelle Equitalia on line

Compilando un apposito form, si invia la richiesta di rateazione Equitalia on line, in proprio o in qualità di rappresentante legale/titolare di società/ditta. Il sistema invia una mail di conferma di tipologia “non pec”, quindi non deve essere inserito un indirizzo di posta elettronica certificata oppure accertarsi che il proprio gestore non abbia parametri restrittivi di invio/ricezione solo verso/da mail pec. In tal caso, infatti, la mail potrebbe non essere recapitata correttamente.
Altri servizi on line di Equitalia

Nel nuovo sito Equitalia, accessibile anche da tablet e con la versione per smartphone, oltre al servizio di rateazione online, vi sono altre modalità:
“paga online” consente di saldare i debiti con carta di credito;
“estratto conto” permette di controllare la propria situazione debitoria e le procedure in corso;
“sospensione online” permette di inviare la richiesta per sospendere la riscossione e attivare la verifica su quanto richiesto dagli enti pubblici creditori;
“trova sportello” consente di trovare i canali di contatto diretti per chiedere l’assistenza di Equitalia.
di Alessandra Caparello
 

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E dopo aver rateizzato ........relax.
 

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Taglio del nastro, brindisi e lucchetti: dopo tre decenni interminabili di lavori e rinvii, il nuovo museo di Altino viene solennemente aperto questo pomeriggio per chiudere stasera.

Le solite inaugurazioni elettorali meridionali, sbufferà qualcuno. Macché: è in Veneto. Anzi, l’antica città è un po’ la «madre» di Venezia.

Era il 1984 quando le autorità politiche e scientifiche si resero conto che il museo di due stanze accanto alla chiesa di Sant’Eliodoro era troppo piccolo per tutto il ben di Dio che emergeva dagli scavi nella campagna dove sorgeva l’antichissima città paleoveneta dedicata al dio Altnoi e ribattezzata dai romani Altinum.

Per secoli, dopo essere stata abbandonata dagli abitanti travolti dagli Unni e poi dai Longobardi, ciò che restava dell’insediamento primitivo (simile alla futura Venezia che dagli altinati stessi in fuga dai barbari sarebbe stata fondata, con una rete di canali e gli edifici costruiti su pali ficcati nelle terre emerse dalla laguna) si era impaludato. E questa è stata la sua condanna ma insieme la sua salvezza.

Perché appena «sotto» la superficie dei campi c’è la città intatta nei suoi profili. Apparsa nel 2007 nelle commoventi foto aeree consentite dalle nuove tecnologie. Foto dove si vede tutto: i canali, il teatro, l’Odeon, il Foro, la Basilica e le botteghe e l’Arena, grande come quella di Verona.

A farla corta: l’antico «Municipium» meritava un museo all’altezza. Fu così che in quel lontano 1984 (quando Apple lanciava il primo computer Macintosh e Albano e Romina vincevano a Sanremo) furono comprati una grande fattoria e un deposito per il riso che pareva fatto apposta, come avrebbe dimostrato il restauro dell’architetto Stefano Filippi, per ospitare una esposizione museale.

Fin qui, tutto bene: giusto il posto, giusti i fabbricati, giuste le intenzioni. Unico «intoppo», si fa per dire perché la botta di fortuna riempì giustamente di gioia la direttrice del museo Margherita Tirelli, fu la scoperta a ridosso dei due edifici di un antico santuario. Direte: ah, ecco perché tanti anni di lavori! No, gli scavi hanno avuto una parte secondaria nei ritardi. La principale è stata la costante difficoltà a trovare i soldi necessari a costruire quello che dovrebbe diventare «uno dei principali attrattori turistici del Veneto». Un calvario denunciato dalla stessa direzione regionale dei Beni culturali che cita i lavori come «ostacolati da notevoli difficoltà burocratiche e finanziarie...».

«Quando nel 2001 sono diventato assessore comunale i lavori erano interrotti e, dopo aver già speso 10 miliardi di lire, non c’era un quattrino», accusa Maurizio Donadelli. «Dopo tre anni di insistenze, finalmente, nel 2004, ecco l’impegno di 3,1 milioni di euro di Arcus: 800 mila il primo anno, 900 il secondo e il rimanente il terzo. Due anni dopo, nel 2006, Roma pensò bene di chiedere alla Soprintendenza, prima di inviare la terza tranche, una rendicontazione delle prime. Risposta: rendicontazione di cosa?». Ne risultavano arrivati solo duecentomila.

Giallo: dov’erano finiti i soldi postati su un conto corrente in attesa d’essere smistati ad Altino? «Saltò fuori che la lettera del ministero che avvisava dell’invio della prima tranche aveva in allegato un altro foglio da rispedire al mittente con la indicazione del conto su cui accreditare le tre tranche. Foglio ritrovato solo nel 2006: nessuno se n’era accorto!».

Fu solo nel 2007, grazie a don Gianni Fazzini, il battagliero parroco della piccola frazione di 92 abitanti («me compreso») che trascinò ad Altino l’allora braccio destro di Galan, Franco Miracco, che le cose (piano piano e soprattutto grazie a una funzionaria della Cultura regionale) si rimisero in moto. Altri due anni e, nel dicembre 2009, i giornali titolavano: «In arrivo sei milioni per il Museo di Altino». I cantieri, finanziati dalla Regione, dal ministero e dall’Europa, avrebbero dovuto essere chiusi nel 2012.
MUSEO DI ALTINO

Macché: altri problemi, altre polemiche sui lavori, altri rinvii. E siamo arrivati agli sgoccioli del 2014. «Che fare?», si sono chiesti i protagonisti della vicenda. Impossibile aprire il museo: la «Risiera», magnifica, è stata consegnata troppo tardi per poterci trasferire tutti i pezzi, alcuni dei quali davvero strepitosi, del vecchio museo. Così hanno deciso di fare una «pre-apertura». Con pre-taglio del nastro di Luca Zaia, pre-brindisi col prosecco e pre-visita a quel che c’è. Con la promessa che per il prossimo giugno sarà tutto in ordine. Mese più mese meno, dopo 31 anni...
 

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MILANO – Momenti di tensione a Milano, durante il corteo organizzato dalla rete studentesca in occasione dello sciopero generale indetto oggi 12 dicembre.
Gli studenti hanno lanciato fumogeni, oggetti vari e lacrimogeni in piazza Duca d’Aosta davanti al Palazzo della Regione. La polizia ha risposto caricando i manifestanti con i manganelli.
Una ventina di ragazzi vestiti da Babbo Natale ha anche scavalcato la recinzione del grattacielo Pirelli mentre altri lanciavano alcuni oggetti come pacchi di Natale, forbici di cartone e bottiglie.
 

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Ultrà, tutti ai domiciliari
Il Riesame smonta le accuse


Così ha deciso il Riesame, con un’ordinanza fino a ieri non ancora motivata, che però suona come un duro colpo per la Procura e il Tribunale di Bergamo. «In parziale riforma dell’ordinanza del gip di Bergamo, esclusi i capi d’accusa b, c, d, f, g, h - si legge nell’atto - il Tribunale sostituisce la misura cautelare della custodia in carcere con gli arresti domiciliari». Con la parola «esclusi» - secondo l’interpretazione data ieri sia dagli avvocati, sia dalla Procura di Bergamo - il Riesame non riconosce la sussistenza di quelle accuse, facendo quindi decadere nei confronti degli indagati, le gravi ipotesi di devastazione, di danneggiamento e quattro episodi di lesioni a uomini delle forze dell’ordine.
Restano in piedi la resistenza e violenza a pubblico ufficiale e c’è anche un piccolo giallo sul capo «e», ovvero le lesioni al commissario Giovanni Di Biase, ferito da una bomba carta. Su quell’episodio specifico non erano mai state ravvisate, finora, responsabilità precise degli ultrà scarcerati ieri: solo dalle motivazioni dell’ordinanza si capirà di più. Ma al momento, nonostante le famiglie dei tifosi sperassero in una revoca completa delle misure cautelari, c’è già chi esulta: «Così è un trionfo - ha commentato ieri l’avvocato Giovanni Adami -. Resta in piedi la resistenza a pubblico ufficiale, come se ci fosse stato un concorso morale, da parte di questi ragazzi, nonostante fossero tutti al Baretto nel dopo partita. Ma il dato di fatto è che decade l’80% delle accuse mosse nei loro confronti».
 

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