Spagna, l'asta dei titoli è un flop
Il governo: default senza la Bce
Spread in calo, Borse contrastate
Il differenziale schizza a 502, poi scende sotto 480. I conti Usa spingono i listini europei
E intanto circola con insistenza
la probabilità che si vari una "spending review 2" sui partiti
La Spagna ha venduto bond con scadenza 2014, 2017 e 2019 per 2,98 miliardi, poco sotto l'obiettivo di 3 miliardi, con tassi in deciso rialzo e domanda in calo. Il rendimento medio del biennale è balzato al 5,204% dal 4,335% di giugno, quello del 5 anni al 6,459% dal 6,072%. Il tasso sulla scadenza 2019 si è attestato al 6,701%.
Questa mattina, al parlamento di Madrid, il ministro del bilancio spagnolo Cristobal Montoro ha affermato che «La Spagna non ha un soldo in cassa per pagare i servizi pubblici e se la Bce non avesse comprato i titoli di Stato, il Paese sarebbe fallito».
Oggi, intanto, il differenziale calcolato sui Bonos spagnoli è salito a 572 punti, per un tasso del 6,94%. Lo spread BTp-Bund è invece in lieve calo sui mercati obbligazionari europei, a quota 479,1, rispetto ai 482 punti base della chiusura di ieri. Il rendimento dei decennali italiani è al 5,991%. In precedenza era schizzato fino a un massimo di 502 punti.
Avvio in rialzo per le Borse europee, confortate dagli dati pubblicati dalle americane IBM, American Express Ebay, Bank of America, anche se il quadro della congiuntura Usa rimane fragile come testimoniato dal Beige Book. A metà mattina invece i mercati sono contrastati.
Londra perde lo 0,04%, Milano lo 0,55%. Cresce dello 0,3% il Dax di Francoforte e dello 0,14% il Cac 40 di Parigi. Madrid giù dello 0,19%
Se i risultati al di sopra delle attese resi noti da Ibm, American Express Ebay,e Bank of America, hanno creato un clima di ottimismo, d’altra parte in America il contesto economico non è dei più rosei: la Federal Reserve ha dato testimonianza nel proprio beige book che la ripresa Usa sta perdendo slancio. Complice la crisi europea che continua a destare preoccupazione agli investitori mondiali. Del resto lo spread italiano ( 481 punti) e quello spagnolo (a 573 punti) sono la chiara dimostrazione delle tensioni del vecchio continente. Nella giornata di oggi, in aggiunta, è atteso il voto del Bundestag tedesco in merito alla concessione del piano di aiuti al sistema bancario
spagnolo.
Circola con insistenza intanto Parlamento la possibilità di un nuovo provvedimento legislativo che agisca in particolare su agevolazioni fiscali e finanziamenti ai partiti, una specie di spending review 2.0, che intervenga sulla giungla di agevolazioni e sconti fiscali da tempo sotto la lente di ingrandimento del governo; che intervenga sui finanziamenti ai partiti; e che riveda al ribasso anche gli emolumenti dei manager delle società pubbliche. Senza contare che per settembre è attesa la 'terza gamba' della spending review, con l'intervento sugli enti pubblici e l'organizzazione dello Stato.
Per ora comunque ancora il premier Mario Monti deve portare a casa i tagli alla spesa all'esame del Parlamento, e proprio su alcune modifiche al testo si sarebbe discusso al Colle. E c'è da risolvere il nodo Sicilia, con le voci di default che complicano la percezione dell'Italia sui mercati internazionali: tanto più che i 400 milioni in arrivo in Sicilia vengono definiti da fonti di governo come «normale flusso di cassa, ordini di pagamento della Ragioneria già previsti, nulla di aggiuntivo».