CI SARANNO SEMPRE DEI SASSI SUL TUO CAMMINO. DIPENDE DA TE SE FARNE DEI MURI O DEI PONTI

Prendetelo e mettetegli la camicia di forza. Uno che dice queste cose, non è savio :
Fioramonti sostiene che il PIL è "non solo uno specchio distorto in cui vedere le nostre economie sempre più complesse, ma anche un impedimento a costruire società migliori"
D'altra parte arriva da qui :fra il 1997 e il 2000 ha avuto un'esperienza come assistente parlamentare con Antonio Di Pietro.

È sprezzante del ridicolo, è il più originale dei ministri. Preparatevi: è più pericoloso di Luigi Di Maio alla Farnesina.

Dopo l'uscita di scena di Danilo Toninelli, la storia e il governo ci offrono un nuovo eroe, il suo sostituto:
il ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti.

Non era stato ancora nominato e aveva già rilasciato un'intervista al Corriere della sera che era una minaccia, ma anche una speranza:
«Se entro Natale non si trova un miliardo per l'università sono pronto a dimettermi».

Nella stessa intervista arricchiva il dibattito con l'idea più sconclusionata di sempre, la tassa sulle merendine, perché «così finanzio la scuola e stili di vita sani».

Assecondato da Giuseppe Conte, non solo Fioramonti non ha ritrattato ma, ieri, alla Stampa, ha rilanciato:

«Il business delle merendine fattura miliardi. Non è un caso che l'uomo più ricco del Paese sia un produttore di merendine».

Faceva riferimento a Giovanni Ferrero e alla sua impresa che premia i dipendenti, (2000euro di premio risultato) esporta l'Italia nel mondo e la consola con il suo cioccolato.

In breve, dopo le merendine, vuole toglierci anche la Nutella.
Si pensava dunque che fosse tutto e invece era ancora poco.

Da ministro ha proseguito annunciando il primo Fioramonti Act, la legge che ogni studente ha sempre sognato di notte:

«Ho dato mandato di redigere una circolare che inviti le scuole a considerare giustificate le assenze occorse per la mobilitazione mondiale per il clima».

L'appuntamento è fissato per venerdì 27 e per la prima volta scendere in piazza sarà premiato mentre entrare a scuola sarà punito.
Ebbene, un giorno bisognerà capire chi ha scoperto questo docente di Economia dell'università di Pretoria in Sudafrica,
ma per due anni anche assistente parlamentare di Antonio Di Pietro.

Insomma, che c'azzecca Fioramonti con la nostra scuola e, soprattutto, come gli rimane il tempo per parlare di qualsiasi cosa tranne che di quella?

Per Marcello Pacifico, presidente del più tosto sindacato degli insegnanti, l'Anief, questo è l'anno dell'emergenza, della più grande «supplentite» mai registrata.

«Mancano 60mila docenti di sostegno e abbiamo superato il record di supplenti del 2011 che era di 105mila. Quest'anno saranno 240mila».

Nessuno lo dice, ma mentre il ministro interviene, in ogni scuola c'è un preside che si supera.

A Roma, all'istituto Villaggio Prenestino, gli insegnanti erano così pochi che chi la dirige, suo malgrado,
ha dovuto tirare fuori una soluzione alla Fioramonti: gli insegnanti mancano? Studenti, uscite prima.

All'ingresso della scuola materna Santa Maria Goretti, ancora a Roma, ad attendere i bambini, nel loro primo giorno,
non c'era un «nuovo umanesimo» ma la solita putrescente immondizia. E che ne pensa Fioramonti di Ustica?
Al momento, mancano cinque bidelli, tre assistenti amministrativi.
Gli studenti sono 115 e tutti pronti a protestare, ma per riaprire la scuola che, nella piccola isola, è come salvare il pianeta (per loro giustifica ed encomio nostro).

A Bagnoli, all'istituto Madonna Assunta, siamo all'abc: non ci sono banchi e sedie.
Anche qui, la preside Rosa Cassese ha lavorato di fantasia: turnazione.

A Cesena, l'edificio della scuola Munari sarà inagibile per tutto l'anno. Gli alunni saranno divisi in altre scuole della città.

Avevamo sorriso quando, da sottosegretario all'Istruzione dello scorso governo,
Fioramonti aveva chiamato al ministero la Iena disoccupata Dino Giarrusso
e, ancora, quando scambiava propensità per propensione e inveiva contro l'Eni che definiva «Ente nazionale idrocarburi» in realtà chiuso ventisette anni fa.

È chiaro che lo avevamo sottovalutato.

La sua ultimissima? Sulla facciata del Miur ha fatto appendere lo slogan «Istruzione, non estinzione».

Se continua così, metterà gli studenti al posto dei professori.
 
Signor ministro, vorrei farle presente che la maggior parte degli studenti
che lei invita a giustificare per l'assenza del venerdì SONO MINORENNI.

Di chi sarà la RESPONSABILITA' se ad uno di loro capiterà qualcosa
mentre è assente giustificato dalla scuola ?

Ne risponderà lei ?

Quando abbiamo a che fare con un minorenne - in caso di assenza -
sono i GENITORI che la giustificano.

Lei pensa che un genitore la riterrà responsabile ? Io dico di sì.
 
SE-incensurati-minoranze.png
 
Sembra che l’esponente grillino non abbia ben chiaro quale sia il suo compito di ministro.

Fioramonti già qualche giorno fa, proprio nella veste di ministro, ha inviato una lettera ai “cari dirigenti” e ai “cari docenti”
per chiedere loro una mano per la battaglia, ritenuta “improcrastinabile”, in difesa del pianeta e dell’ambiente.

In questo modo il ministro dimostra di pensare che la scuola italiana sia una sorta di dependance
o di succursale delle sue opinioni politiche e così i presidi, i professori, gli studenti dovrebbero trasformarsi in suoi attivisti.

La scuola ridotta ad una sezione di partito del M5s da Lorenzo Fioramonti, ministro della Verità.
 
Un pezzo di Germania, e non piccolo, è entrato già in recessione, mente un’altra parte notevole sta arrancando.

Il quotidiano tedesco Welt, ha pubblicato i dati semestrali di crescita regionali tedeschi relativi al primo semestre 2019
e dal confronto con gli stessi dati del 2018 abbiamo una Germania che è in recessione ed in regioni non secondarie.

Presentiamo i dati ricordando che la crescita relativa dell’intero sistema tedesco è stata pari allo 0,4%.



La mappa della crescita si presenta un po’ a macchia di leopardo, con la zona della Germania sud occidentale, vicino alla Francia in maggior sofferenza .

Tre Land sono in recessione,
la Renania Palatinato,
la Saar,
e la città di Brema.

Due stati hanno crescita zero: il Baden Wurttemberg e la Sassonia, che si trova nella ex Germania est.

Due altri Land hanno una crescita inferiore alla media: Brandeburgo e Vestfalia.

Le due aree con maggiore sviluppo sono invece le città metropolitane di Berlino ed Amburgo, seguite dalla regione nordica del Meclemburgo e dalla Baviera.

Appare chiaro che c’è un pezzo di Germania in grossa difficoltà, legato soprattutto all’industria più tradizionale, dal metallurgico all’estrattivo.

Fa impressione vedere fra i Land in crisi la Saar, un tempo cuore industriale della Germania, ora quasi diventato un peso. .

Allo stesso modo la città di Brema conferma la sua crisi come porto commerciale

. In crescita sono due grandi zone urbane, soprattutto Berlino in piena riqualificazione urbana per prepararsi al suo ruolo di capitale della Germania.

Nel momento del rallentamento anche la Germania conosce le sue criticità e le sue divisioni ed incongruenze.
Il rallentamento mostra ancora di più la differenza fra regioni in sviluppo ed in crisi.
Comunque qualcuno comunque va sempre bene: la Baviera, che comunque cresce più del doppio della media tedesca.
 
Byoblu. Sito web.

Si affronta il problema della nuova grande censura, quella del Web e dei Social Network.

Una censura ancora più brutale perchè toglie improvvisamente la visibilità dall’oggi al domani,
spesso senza nessuna spiegazione, con una brutalità che viene ad indicare la totale sottomissione ai poteri forti.
 
Anche se siamo agli sgoccioli del mandato di Mario Draghi i contrasti nel Board della BCE non si assopiscono ed un falco ne se va.

Sabine Lautenschlaeger, membro tedesco del Board della BCE e nota per le sue posizioni da falco,
ha presentato le dimissioni da board, in polemica con la decisione del presidente Draghi
di applicare un ulteriore tranche di QE, a partire da Novembre, e di abbassare i tassi di 10pb.

Le sue dimissioni avranno effetto dal 31 ottobre, non casualmente in coincidenza con la fine del mandanto di Mario Draghi.

La mossa è stata vista come una reazione dei falchi alla prosecuzione della politica morbida della BCE
che ha condotto ad una sorta di mezza rivolta fra le banchecentrali, con BuBa e Banca centrale dei Paesi Bassi a guidare la rivolta:



La decisione di Draghi non è stata ben digerita anche perchè presa in modo singolare, personalmente dal Presidente
dato che “La maggioranza del Board è d’accordo”, non con una decisione collettiva.

Nello stesso tempo i paesi contrari, anche se numericamente limitati, non sono secondari dal punto di vista del peso economico,
anzi sono il cuore della zona euro. Che si stia prefigurando una frattura fra paesi forti e paesi deboli?
 
Per inciso. I media italiani non lo dicono. Però sollevano un gran polverone. Informazione distorta e negativa.
Trump non subirà mai l'impeachment, perchè questo prevede una maggioranza di 2/3 al senato.....che gli altri non hanno.

Trump, come prevedibile, non ha avuto nessun problema a rendere nota la telefonata fra lui e il presidente ucraino Zalensky, e l’effetto è stato un bel boomerang

.Ricordiamo che in questa chiamata, secondo i democratici USA, Trump avrebbe fatto pressioni
per far riprendere le indagini su un caso di corruzione che coinvolgeva Hunter Biden
e che l’allora vicepresidente di Obama aveva fatto insabbiare con il licenziamento in tronco del giudice incaricato.

La trascrizione delle chiamata, che potete trovare su USA Today, è veramente illuminante, e non rivela nessuna pressione.
Vediamo il punto chiave, quello in cui si parla di Biden:

The President: Good because I heard you had a prosecutor who was very good and he was shut down and that’s really unfair. A lot of people are talking about that, the way they shut your very good prosecutor down and you had some very bad people involved. Mr. Giuliani is a highly respected man. He was the mayor of New York City, a great mayor, and I would like him to call you. I will ask him to call you along with the Attorney General. Rudy very much knows what’s happening and he is a very capable guy. If you could speak to him that would be great. The former ambassador from the United States, the woman, was bad news and the people she was dealing with in the Ukraine were bad news so I just want to let you know that. The other thing, There’s a lot of talk about Biden’s son, that Biden stopped the prosecution and a lot of people want to find out about that so whatever you can do with the Attorney General would be great. Biden went around bragging that he stopped the prosecution so if you can look into it… It sounds horrible to me

Bene perchè ho sentito che voi avevate un pubblico ministero molto bravo e che è stato licenziato in modo molto ingiusto. Molta gente ne parla, di come voi abbiate avuto un buon Pubblico Ministero licenziato e di come gente molto cattiva ne sia stata coinvolta. Il signor Giuliani è un uomo molto rispettato. Lui è stato sindaco di New York , un grande sindaco, e vorrei che la chiamasse.Gli chiederò di chiamarla con il nostro procuratore generale. Rudy sa cosa sta succedendo ed è una persona molto capace, se potesse parlargli sarebbe ottimo. Il precedente ambasciatore USA, quella donna, era una cattiva persona e così le persone con cui trattava in Ucraina e vorrei che lo sapesse. Un’altra cosa. Ci sono state tante chiacchiere circa il figlio di Biden, il fatto che Biden abbia fermato le indagini e tutto quello che lei potesse fare con il Procuratore Generale sarebbe grande. Biden va in giro dicendo che ha fermato le indagini, così, se lei potesse darci un’occhiata. Mi sembra orribile.

A questa frase Zalensky assicura che il nuovo procuratore generale sarà un uomo nuovo, un suo uomo, scelto di comune accordo con il parlamento.
Insomma assicura che le cose in Ucraina cambieranno e che si farà luce su molti fati.

Non c’è stato nessun ricatto, non c’è stata nessuna pressione. Nulla.

E tutto questo è stato confermato in una conferenza stampa dallo stesso presidente ucraino Zelensky, come vedremo più avanti.

Eppure la telefonata di Trump è stata MOLTO INTERESSANTE perchè contiene un attacco secco e diretto a Macron ed alla Merkel,
che avrebbero promesso tanto all’Ucraina, ma che nei fatti avrebbero fatto poco o niente
.

Il disinteressamento europeo sarebbe stato quindi confermato da Zelensky, che si lamenta proprio dell’inutile coinvolgimento di Parigi e di Berlino.

Insomma una telefonata molto succosa, ma non per i motivi per la quale è stata resa pubblica.

Le affermazioni di Trump sono state poi confermate anche da Zelensky in una conferenza stampa congiunta a Washington.
Prima il presidente Ucraino afferma di “Non voler esser coinvolto nelle elezioni negli USA”, quindi che “Nessuno mi ha spinto”.
Chi volesse può sentire tutta la conferenza QUI.

“I don’t want to be involved in the democratic elections of the U.S.A.”

Ukrainian President Zelenskiy responded to allegations of coercion, while Trump said there was “no pressure” on him to investigate Biden #UNGA pic.twitter.com/3WYyIpyyzK

— Bloomberg TicToc (@tictoc) September 25, 2019

Come avevamo detto una settimana fa la vicenda si sta risolvendo in un enorme , colossale, boomerang per i Democratici.

Appare incredibile che Nancy Pelosi si sia prestata a minacciare un Impeachment su questo tema,
letteralmente buttando la carriera di Biden sotto un bus: infatti per la prima volta Elizabeth Warren ha superato Joe Biden
in un sondaggio elettorale e potrebbe diventare il principale candidato alle presidenziali.

Mercoledì un sondaggio ha dato il 27% di appoggio per lei contro il 25% per Biden.

Solo che la Warren è l’avversario preferito da Trump, perchè molto più radicale,
con i suoi attacchi a Wall Street e per la cancellazione del debito studentesco.

Un avversario che permetterebbe a Trump di agganciare il ceto medio.
 
Il trasformista Giuseppe Conte, a capo del governo Pd-5stelle, ha tuonato che condurrà una lotta senza quartiere all’evasione fiscale,
ritenuto (superficialmente) il vero problema dell’economia italiana.

Solita cantilena che poi, stringi stringi, a pagare son sempre i più piccoli (artigiani, commercianti, professionisti etc)
.

I giganti hanno sedi legali all’estero e quindi continueranno fiscalmente a fare i loro comodi.

Da alcune indiscrezioni che trapelano in queste ore, il governo giacobino (nato contro il popolo e indipendentemente dal popolo)
sta lavorando ad una serie di misure che potrebbero essere inserite in un decreto fiscale collegato alla legge di bilancio.

Tra queste, sono allo studio:

1) la possibilità di detrarre spese e costi solo se il pagamento avviene con moneta elettronica (carta di credito, bancomat etc),
mentre nessuna detrazione (cioè zero!) se il pagamento delle prestazioni fosse effettuato in contanti
(questione che riguarda il regime Iva ordinario, i lavoratori dipendenti, i pensionati etc… Per forfettari e minimi, la detrazione dovrebbe restare quella fissa);

2) estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica anche per il regime forfettario e quello dei minimi.
Insomma, un ulteriore costo per i piccoli, continuamente martoriati e vessati;

3) introduzione di vincoli per chi aderisce (o resta) al regime forfettario.
È allo studio la questione di impedire a chi detiene anche solo minime quote in Srl di poter parallelamente svolgere una professione mantenendo il regime forfettario.

E tanto altro ancora. La cultura del sospetto, condannata dalla storia, è all’ordine del giorno del Conte bis.

Per il momento nessuna decisione, solo ipotesi e indiscrezioni. Ma ben presto arriverà anche la doccia fredda, statene certi.

Prima questi giacobini vanno a casa, e meglio sarà per tutti gli uomini liberi.

Aveva ragione Piero Calamandrei:

La libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando inizia a mancare“.

Ci stanno togliendo ogni forma di Libertà.
 

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