Le card sono uno strumento in più che attraverso un circuito del tutto privato permetterà alle economie locali di rigenerarsi, ma l'aspetto essenziale del cambio di rotta che qui si promuove è più a vasto raggio, e consiste in una rinascita dell'Italia sotto tutti gli aspetti, perché la televisione di regime e i politici di opposte fazioni in realtà dalla stessa parte sono coalizzati insieme per aumentare il divario tra ricchi e poveri e far sparire definitivamente il ceto medio. Onde evitare di creare una situazione ancora più nefasta laddove la fretta induca ad agire prima del previsto (basti studiare la storia e notare le conseguenze causate dalle varie rivoluzioni, non ultima la rivoluzione culturale di Mao), è necessario ponderare bene ogni passo e fare in modo che vedendo da un punto di vista globale si riesca a dare una brusca sterzata al momento opportuno, evitando contromosse sconsiderate, voltagabbana dell'ultima ora od ulteriori rimandi. Sappiamo che il cambiamento radicale fa paura e si preferisce la comoda gabbia dorata in cui si è sempre stati (alzarsi per andare a lavorare 8 ore per un misero stipendio, magari solo per comprarsi il cellulare nuovo o cambiar macchina, vedere l'ultima edizione del reality preferito senza avere una vita sociale reale soddisfacente, intrattenere continue relazioni amorose per compensare il vuoto interno e via dicendo) piuttosto che l'apertura di coscienza che permetta di evolvere e trasformarsi. Sappiamo che i cartelli bancari comandano il mondo creando denaro dal nulla grazie all'ausilio della riserva frazionaria, e che le guerre che di tanto in tanto incombono non servono ad altro che ad alimentare la filosofia del terrore secondo lo schema del problema-reazione-soluzione. Sappiamo che ogni anno il debito pubblico aumenta di dieci milioni di euro e continuano a prestarci soldi sapendo che non li potremo restituire, e che ogni anno 80 miliardi di euro se ne vanno in corruzione perché la mafia è infiltrata dentro lo Stato ed è sempre più camaleontica. Per questi motivi spingeremo il più possibile affinché il nostro programma politico venga ben accolto dall'opinione pubblica (sarete anche voi stufi presumo dei soliti partiti), e l'integrazione economica diventerà la ciliegina sulla torna, il coronamento dei nostri sforzi, non sarà quindi il risultato, ma la naturale conseguenza.