La politica che vogliamo fare noi, va aldilà della destra e della sinistra, ed incarnando un reale e istintivo senso protettivo nazionale, reclama un ritorno all'identità perduta, lasciata nei meandri di un unione europea sempre più governata da regole economiche e dagli esperti manovratori di coloro che stanno nelle stanze dei bottoni.
I cinque stelle che sembrano spaesati sono in realtà già molto smaliziati nel carpire i segreti di chi per lungo tempo ha tirato le fila della prima e seconda repubblica, fomentando ai quattro venti una riduzione dei privilegi che non necessariamente sta a significare aumento dei diritti.
La politica quella vera, deve tener conto secondo noi della classe media, della povertà sociale, dell'intolleranza dilagante, dell'immigrazione fondata su presupposti ingiusti e termini sbagliati; deve tendere a una riorganizzazione dello stato che facendo leva nuovamente su una banca centrale nazionale possa reimpostare un sistema monetario non più vincolato ad austerità e tagli alla spesa sociale.
Le nuove leve che siederanno in parlamento non dovranno essere lontane dalle esigenze reali comunitarie ma coltivare in contemporanea le soluzioni più adatte in modo tale che siano abbinate ad una loro personale professione: attività politica quindi non di mestiere, ma come servizio.
Sono molteplici le proposte che metteremo sul tavolo, in funzione finalmente di un mutamento di prospettiva che deve trarre dall'evoluzione culturale i bastioni di una nuova era basata su condivisione, altruismo, equità sociale, crescita del collante familiare, prosperità.
Indubbiamente le riforme da porre in essere richiedono un notevole consenso popolare e l'apporto fruttuoso ed attivo di ogni singolo cittadino che non vedendosi più lontano e distaccato dalla politica e dal linguaggio della politica, può riuscire nella realtà che lo circonda a fornire un pratico contributo, e a sentirsi per la prima volta protagonista e
parte in causa.
Le manovre di palazzo, gli interessi personali, gli accordi sottobanco, non ci dovranno mai e dico mai appartenere, perché solo con la trasparenza e magari con un po' di giusta disciplina, sarà possibile superare quel che hanno fatto di sbagliato nell'ultimo secolo della storia d'Italia, a partire dall'unità fino ad arrivare alla svendita nel 1992.
Reddito di dignità, abbattimento delle tasse, servizi e trasporti gratis, lavoro a 4 ore, sono parte integrante di un messaggio politico variegato fattibile tramite l'emissione di una moneta complementare che avrà lo stesso segno algebrico delle tasse, perché uno stato sociale non può lasciare i suoi concittadini al loro destino, o costretti a conquistarsi o meritarsi i diritti di base.
Parallelamente andremo a fare una politica estera volta alla pace e alla convivenza felice tra le nazioni andando a solleticare i vari governi su ideologie di apertura, di scambi commerciali più etici, di ritorno a politiche popolari e non con l'orecchio teso alla finanza e alle multinazionali.
Vogliamo un futuro fiorente, riforme a favore del ceto medio, ascolto verso le classi meno abbienti, riconciliazione tra i cittadini e la politica; vogliamo che ciascuno quindi sia attore del cambiamento e che sia reso partecipe delle decisioni non soltanto al momento del voto, per una nuova, vera, rivoluzionaria, storica, Terza Repubblica.