Per dovere di cronaca, visto che in passato mi ero rivolto ad Altroconsumo/
Soldisette per sapere se intendevano intraprendere qualche azione a tutela dei risparmiatori (alcuni dei quali hanno comprato i titoli greci su loro consiglio), vi riporto l'articolo pubblicato in ultima pagina del
numero 978 del 23 aprile 2012 dove, di fatto, fanno intendere di non fare nulla ed addirittura sconsigliano di intraprendere azioni legali dal quasi certo fallimento:
SIRTAKICRACK
La Grecia è andata a rotoli, ma tu non rincorrerla troppo!
Il disastroso taglio operato sui bond greci, unito alla presa in giro di scambiare ogni singolo titolo di Stato greco con una miriade di bond anche per importi assai piccoli, ha messo in rivolta molti risparmiatori.
Fioriscono le iniziative per recuperare i soldi.
Noi siamo scettici, tu per ora non seguirle.
• Da qualche giorno uno studio legale di Milano si è proposto di raccogliere intorno a sé i risparmiatori coinvolti nel crack greco al fine di condurre tutti insieme un tentativo
per recuperare i soldi non restituiti dal governo di Atene. Lo studio si propone di agire su più fronti, tra cui le autorità europee e le banche, sia tramite attività di lobbying, sia attraverso le aule dei tribunali con ricorsi volti a chiedere l'annullamento di provvedimenti che abbiano consentito di danneggiare i risparmiatori italiani ed europei.
• Se hai bond greci ti conviene seguire queste iniziative? Secondo noi no: le possibilità di ottenere qualche cosa con la situazione economica catastrofica in cui versa la Grecia sono ridotte ai minimi termini e la spesa non vale l'impresa. Di per sé, inoltre, il tentativo di rivalersi con Stati esteri, come dimostra il caso dell'Argentina, può richiedere diversi anni prima di andare in porto (l'arbitrato con Buenos Aires di fronte all'Icsid è ancora in corso dopo diverse interruzioni e nonostante una vittoria sulla giurisdizione).
• Infine, l'idea di far causa alle banche poteva avere un senso dieci anni fa con Parmalat e i tango bond, ma oggi dubitiamo che in filiale siano stati così maldestri o in cattiva fede da non comunicare con esattezza i rischi di investire in bond ateniesi. A riprova di ciò non ci risultano, almeno in questo caso, tentativi da parte delle banche di girare alla clientela la spazzatura che potevano avere in portafoglio.
Una class action anti Atene?
È un'idea che impropriamente salta fuori leggendo blog e forum della finanza. In realtà lo strumento legale della class action non è assolutamente adatto a fare causa a
uno Stato sovrano che decida di modificare qualcosa con una sua legge e il diritto internazionale non è in grado di fornire piena tutela ai risparmiatori.