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Siamo alle ultime curve prima dell'arrivo: Ue e euro stanno per crollare.

giovedì 21 agosto 2014
Una settimana fa, Ambrose Evans Pritchard del Telegraph ha scritto un accorato articolo economico con il quale ha consigliato - forse meglio: esortato - Matteo Renzi a trarre la conclusione che l'unica via per salvare l'Italia dal default, che disintegrerebbe tanto la nazione quanto l'Europa, è farla uscire dall'euro e anche dalla UE, cancellando l'assurda gabbia di vincoli e limitazioni che la stanno ammazzando.
Ieri, è stata la volta di Jacques Sapir, valente economista francese. Ha scritto un appello direttamente indirizzato a Hollande nel quale ha scritto: "Signor Presidente della Repubblica, il nostro paese sta assistendo da diversi anni ad una profonda crisi che non cessa di aggravarsi. Con una crescita dello 0% nel primo semestre dell'anno, la situazione è oggettivamente grave. Questa crisi non scomparirà finché non verranno prese le necessarie decisioni nella direzione giusta. Le cifre che abbiamo visto smentiscono le varie dichiarazioni sue e del suo governo, che si sono susseguite fin dal 2012. Non c'è alcuna inversione di marcia nella curva della disoccupazione, e lei passerà alla storia come l'Hoover francese, che ad ogni bivio si aspetta di vedere la crescita. Dobbiamo riconoscere la verità. La Francia è oggi sull'orlo della deflazione, e quest'ultima causerà una recessione ancora più profonda, con ancora più disoccupazione e più miseria per la popolazione. Signor Presidente, la gravità della situazione esige da parte sua degli atti importanti, degli atti decisivi. Lei deve riconoscere che il governo Valls è un fallimento, e trarne le conseguenze. Lei deve, soprattutto, mettere immediatamente la Germania di fronte alle sue responsabilità. Nessun paese può, all'interno di un'unione economica e monetaria, avere un avanzo strutturale come quello tedesco. Si deve dunque uscire dall'eurozona, e prendere atto che la soluzione più probabile è che alla fine la Francia esca. Non usciremo da soli. Appena sarà dato l'annuncio della nostra uscita, e questo si può fare piuttosto rapidamente, come lei sa bene, anche l'Italia, la Spagna, il Portogallo e il Belgio annunceranno di volerci imitare. La Grecia seguirà rapidamente. La rottura dell'eurozona renderà possibile per la Francia far sentire nuovamente la propria voce. Un accordo di co-fluttuazione dei tassi di cambio potrà essere firmato con alcuni paesi. La svalutazione che seguirà, tanto verso la zona del dollaro quanto verso la Germania, restituirà all'economia francese le forze necessarie per affrontare le sfide del 21° secolo".
Non è un caso se due tra i migliori analisti europei, quali sono Pritchard e Sapir, contemporaneamente esprimano la medesima idea: la fine dell'euro. Non è un caso nemmeno che la Commissione europea sia arenata in attesa d'affondare il 30 agosto - tra pochi giorni - quando l'inconcepibile Juncker dovrà prendere atto che rivalità, ripicche, ricatti e vendette incrociate impediscono la formulazione di una lista di "commissari" in grado d'essere nominati e accettati da tutti. Senza poi parlare della candidatura italiana di Miss Mogherini a ministro degli Esteri UE, la definitiva scemenza di un governo d'arrangiati, inadeguati, dilettanti.
Dico non è un caso perchè l'Unione Europea ha davvero i giorni contati. Tutti i segnali possibili lo indicano: economici, finanziari, politici. Nessuno può sapere al momento come avverrà lo schiantoma dato che al comando della UE c'è l'oligarchia bancaria che fa capo alla Bundesbank e alla BCE, è molto probabile che il tracollo della UE passi attraverso una ingestibile e definitiva crisi sistemica dell'euro.
Il segnale in arrivo dagli Stati Uniti è chiarissimo e somiglia molto a una dichiarazione di guerra: la Fed ha annunciato che interromperà definitivamente le iniezioni di decine di miliardi di dollari al mese che passano sotto il nome di quantitative easing. Seguirà a breve l'aumento dei tassi d'interesse a cui a sua volta farà seguito la fuga - l'esodo di massa - di capitali dalla zona euro verso gli Stati Uniti.
E la BCE non potrà farci proprio niente. Se alzasse il tasso di sconto per rendere appetibile la permanenza dei capitali nella zona euro, la deflazione farebbe un salto in alto da spavento e nel medesimo istante Italia, Portogallo, Grecia e Spagna dichiarerebbero default, dato che anche gli interessi sui rispettivi debiti subirebbero aumenti ingestibili. Se invece lasciasse le cose come stanno, bè, già detto: emorragia mortale e fine di tutto.
Come vedete, molte e diverse cose concorrono alla fine dell'Unione Europea e del suo terrificante veleno, l'euro.
E il tempo corre.
max parisi

 
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