Allora, esprimo opinioni in forma di giudizio sintetico...
Pemex: c'è moltissimo materiale documentale sul monitor Oil & gas. In sintesi: con il prezzo del petrolio basso, il principale giacimento di petrolio in forte ridimensionamento produttivo e lo stato messicano bisognoso di assicurarsi entrate attraverso le accise sul petrolio, Pemex sta finanziandosi molto sul mercato obbligazionario. Situazione rischiosa per i rating se il prezzo del petrolio non sale, se questi investimenti non danno buon esito (e Pemex è inefficiente nella gestione degli investimenti).
Aggiungerei che in caso di ripartenza dell'inflazione, il 2025 mi sembra troppo lontano. Starei attento anche a tradarlo, mi terrei corto e non ci metterei grandi somme.
Aegon: non lo seguo, però le vicende più recenti sono riassunte in un report recente (fatto bene, IMHO) di Fitch (che vi allego qui sotto). Ci metterei qualcosa, occhio però con gli assicurativi, perché anche questi titoli hanno in pancia asset (azioni, in particolare) che possono incidere sui ratio patrimoniali, richiedendo ricapitalizzazioni se il mercato "orso" dell'equity dovesse continuare ancora un po'.
Goldman: non mi piace perché ha molti asset patrimoniali valutati molto più di quello che sarebbe il loro valore a prezzi di mercato. Ne prenderei poche e corte, tenendo conto peraltro che c'è questo benedetto stress test i cui risultati sono di prossima pubblicazione...
Abertis: il business è relativamente difensivo, il debito è piuttosto pesante. Anche qui non esagererei con le quantità e la lunghezza dei bond. Subirà l'andamento negativo del traffico commerciale su gomma, anche se potrebbe avvantaggiarsi di un maggiore scaglionamento della durata delle ferie e dell'accresciuto pendolarismo vacanziero. Le prossime trimestrali non dovrebbero essere buone.
Croazia: opinione espressa nel 3D apposito. Starei molto attento: se chiedono aiuto al FMI pregiudicano i negoziati di adesione (all'Unione) e di ingresso in tempi brevi nell'euro, se non lo chiedono, corrono il rischio di restare esposti ad un attacco specualtivo sulla valuta. Semmai comprerei dopo, quando un tale "attacco" vi fosse già stato, a prezzi più bassi.
Teliasonera: buoni e stabili risultati nell'area scandinava, sconta tuttavia una forte esposizione in Russia, Ucraina, Asia centrale, Turchia. Potrebbe vedere prezzi calanti e sarebbe, in caso, occasione di acquisto.
Daimler: andranno ancora male per un anno e più sia il business delle auto premium (loro avevano spinto molto sul pedale del finanziamento per incrementare i volumi produttivi, adesso dovranno lavorare al recupero del margine sulla vendita del prodotto) sia quello dei veicoli industriali. Meglio stare sul corto.
BNS: società solida e ben gestita, il bond è un cv, si muoverà in parallelo con l'equity e con il comparto immobiliare (che uscirà dalla crisi dopo altri). Buona per il cassetto, meglio se da prezzi più bassi.
ABN AMRO: non dovrebbe essere coperta da garanzia dello stato olandese (sono molte le banche europee che hanno emesso bond non coperti da garanzia nel mese di aprile). Segnalo che per UBS questo bond ha come mercato di quotazione il MOT e il mercato interno di ABN AMRO, mentre non sembrerebbe ad oggi aver fatto prezzo altrove (per esmpio sull'ICMA, mercato professionale). Magari gli amici che operano in banca potrebbero darci una mano al riguardo, per capire se è effettivamente scambiata anche altrove.