Macroeconomia Crisi finanziaria e sviluppi

incredibile allora ci prendono proprio per il .... l' ho sempre sospettato che il mercato cinese non si sarebbe mai aperto agli occidentali.

Dal Tuo post:

From a domestic political perspective this makes some sense because local governments do tend to favour foreign products in some categories,” Dong Tao, chief China economist for Credit Suisse, said. “But given how important free trade is for China’s economy this is not the right message for them to be sending to the rest of the world right now

Per chi ha qualche difficoltà con l' inglese la parte rossa Non è il messaggio corretto da inviare al resto del mondo ora.. è riferito agli stimoli all' economia del governo cinese ed alla possibilità di potere acquistare (ma quando mai??) straniero...
Certo che pensare di vendere ai cinesi un frigorifero UE da 400 euro .. quando ne guadagnano 3000 di dollari ..l'anno...
 
BUDAPEST -- Hungary's prime minister said his country could need to extend its $25 billion credit line from the International Monetary Fund and European Union after it expires next year, if financial markets see another relapse.
Gordon Bajnai said in an interview that he hoped Hungary would be able to manage without continued international aid. He pointed to returning confidence in Hungarian markets, which were hammered earlier this year as the national currency, the forint, tumbled and investors fled.
"Our job is to stabilize with further measures the still-fragile recovery in investor sentiment and to show that Hungary has understood the message of this crisis," Mr. Bajnai said. But he acknowledged that Hungary might need a continued buffer if financial markets undergo a new pullback that makes it difficult for the government to raise money in capital markets.
"Should the force majeure scenario return to financial markets, Hungary may need to continue its IMF-EU program," he said. "We have time to decide about that sometime in the autumn when we see how markets develop," he added.
Hit by last year's market turmoil because of its large fiscal deficits and foreign-currency debt, Hungary was the first EU country to request help from international organizations.
To avert a deeper banking crisis, Hungary in October secured a $25.1 billion standby credit line from the IMF, the EU and the World Bank, which is set to expire in March 2010. The economy is expected to contract 6.7% this year and a further 0.9% in 2010, as a collapse in demand in Western Europe stifles exports.
The Hungarian forint has risen against the euro after plummeting to a record low in early March. Hungarian debt also is now deemed less risky. The annual cost of insuring $10 million of Hungarian government debt against default for five years was quoted at $378,000 Wednesday, down from $636,000 in March.
Mr. Bajnai, who says he plans to stay in power only until the spring 2010 general elections, is a former businessman without party affiliation, but rules with a Socialist minority in government.
Since being appointed to his post in April after the previous premier resigned, Mr. Bajnai's stewardship has restored some stability to a country that has been pooled with Iceland and Latvia as being among Europe's riskier markets.
 
intervento autocelebrativo di Bini Smaghi nello speciale de ilsole24ore ... sempre più controllo, sempre più potere alla BCE, 'supervisione macroprudenziale' e maggiore adeguamento dei governi :D:D :down::down:


http://www.affaritaliani.it/economia/dollaro_bris_valuta190609.html

Cina e Russia muovono guerra agli Usa: il dollaro è solo carta straccia
Sabato 20.06.2009 16:00
Alberto Fattori - da Shanghai

Da tempo si ha una “terribile” crescente sensazione: l’Occidente sta naufragando, inviluppandosi su se stesso. Per uno dei crudeli scherzi della storia, sembra proprio che stiamo vivendo una di quelle fasi di cambiamento epocale che periodicamente spostano gli equilibri del mondo, la centralità dei popoli e determinano la fine di alcuni cicli, così come la nascita di nuovi. Ma un conto è leggerli sui libri di scuola, un conto è viverli quotidianamente.

Leggendo di come imperi o civiltà, nelle intenzioni destinate all’eternità, in un botto finiscono per poi non lasciare alcun segno dietro di sé, la domanda in questi casi che sorge spontanea è: “Come è stato possibile?”. Bene ora ci si rende conto che l’impossibile diventa possibile, perché semplicemente il mondo avanza e la storia non aspetta nessuno, nemmeno i grandi “Imperi”. Quindi sono del tutto inutili gli appelli, le giustificazione all’attuale crisi finanziaria da parte di chi ne è stato l’artefice e il creatore del perverso meccanismo che ha portato prima l’illusione di un benessere duraturo e diffuso ma che ora sta risucchiando tutti nel baratro di una crisi senza fondo.

Dopo “scoppole” di questo tenore, è quasi scontato che il “mondo” decida di andare da un’altra parte. Ed è quello che sta succedendo in queste giornate, ma l’Occidente si ostina a non pensare sia minimamente possibile.

I giornali occidentali infatti sembrano non vedere i crescenti segnali della fine del ciclo Occidentale e l’inizio di quello che possiamo definire ciclo Orientale. La “notizia bomba” esploderà a casa nostra al prossimo G8, guarda caso ed incredibilmente organizzato in una zona terremotata quale L’Aquila, quasi fosse una rappresentazione metaforica della situazione finanziaria mondiale.

Il prossimo G8 sarà epocale perché per la prima volta, ed in sede ufficiale, l’Oriente rappresentata da Cina e Russia, chiederà all’Occidente di usare una diversa moneta quale strumento d’equilibrio finanziario del mondo, dando al Dollaro e all’Euro un semplice ruolo di comprimari per il prossimo futuro.

Dopo le sortite ufficiose dei mesi scorsi, soprattutto da parte Cinese in vista del G20 di Londra, adesso la decisione in tal senso è stata presa nell’ultimo incontro dello SCO o più noto “Gruppo di Shanghai”, sigla e gruppo di lavoro che nessun italiano ed europeo conosce ma che rappresenta l’asse che intende ora guidare il cambiamento futuro del mondo.Russia e Cina, assieme ai propri partner, nel loro ultimo vertice di Ekaterinburg, hanno infatti deciso che sia giunto il momento di creare una nuova moneta comune, stile Euro, con un suo successivo allargamento nel Sud-est asiatico ai paesi dell’Asean. Calcoli alla mano, stiamo parlando di qualcosa come oltre 2 miliardi di persone, ben 4 volte la popolazione della cara vecchia Europa Unita.

Ma c’è di più. A questo aspetto economico se ne è aggiunto un altro di carattere strategico militare. Essendo venuta meno una credibile sinergia tra Ue e Russia, anche a causa della direzione data da Germania, Francia e le influenza degli USA, ora Mosca, ha deciso di stravolgere il tavolo da gioco, sottoscrivendo un “asse di ferro” con la Cina, a scapito di quello ormai ritenuto “sgradito” con l’Europa.

Sotto la spinta di questo disegno strategico e il motore di Cina e Russia, ora lo SCO intende giocare la carta di diventare anche apertamente un competitore della NATO in Euroasia. Le conseguenze di tutto ciò saranno incredibili: nonostante la Ue continuerà infatti ad avere rapporti commerciali con la Russia, dopo il vertice di ieri, subirà una perdita della propria forza contrattuale nei confronti delle macroforniture di gas (Russia) e del macrofornitore di prodotti finiti (Cina).

Tradotto, Cina e Russia hanno creato un asse preferenziale, economico e strategico / militare tra loro che porterà l’Occidente ad una posizione sempre più marginale. Un esempio? Tutto ciò favorirà l’esportazione di gas russo alla Cina piuttosto che in Europa, con possibili effetti devastanti per noi.

Ma anche i recenti annunci di Obama sul suo piano economico, hanno tutto un altro “sapore” se visti da una diversa prospettiva, finendo per apparire solo il gesto disperato, l’estremo tentativo di opporsi all’intercedere dei cambiamenti della storia: la fine dell’Impero e della centralità Occidentale.

Comunque sia, questa riscrittura della pagina della storia del mondo, incredibilmente ha trovato spazi marginali sui giornali occidentali, per non parlare di quelli italiani, tutti così presi con le fondamentali questioni private e di “catreda” locale, totalmente avulsi dai cambiamenti che presto o tardi finiranno per arrivare come uno tsunami, portando così a termine il lavoro iniziato dalla crisi finanziaria da noi stessi creata. E un giorno qualcuno, leggendo i libri di storia, si porrà la domanda: “come è stato possibile?” Cose dell’altro mondo!!!
 
http://informazionescorretta.blogspot.com/2009/06/disoccupazione-di-massa-geab-36-parte.html .... almeno noi a fine anno ci arrivamo

http://www.calculatedriskblog.com/2009/06/ny-times-treasury-and-bill-gross.html ... il commento più generoso trovato e 'bastards' :)

Roubini come noto ha tra i soci Pimco ... secondo me non può dire fino in fondo come la pensa ... cerca di appoggiare il governo e i suoi finanziatori e di dire che in realtà siamo messi malissimo ... operazione complicata da realizzare :)

The risks of a double-dip, W-shaped recession may be growing
By Nouriel Roubini
In the past three months, global asset prices have rebounded sharply: Stock prices have increased by more than 30 percent in advanced economies and by much more in most emerging markets. Prices of commodities — oil, energy, and minerals — have soared; corporate credit spreads (the difference between the yield of corporate and government bonds) have narrowed dramatically, as government-bond yields have increased sharply; volatility (the “fear gauge”) has fallen; and the dollar has weakened as demand for safe dollar assets has abated.
But is the recovery of asset prices driven by economic fundamentals? Is it sustainable? Is the recovery in stock prices another bear-market rally or the beginning of a bullish trend?
While economic data suggests that improvement in fundamentals has occurred — the risk of a near depression has been reduced; the prospects of the global recession bottoming out by year end are increasing; and risk sentiment is improving — it is equally clear that other, less sustainable factors are also playing a role. Moreover, the sharp rise in some asset prices threatens the recovery of a global economy that has not yet hit bottom. Indeed, many risks of a downward market correction remain.
First, confidence and risk aversion are fickle, and bouts of renewed volatility may occur if macroeconomic and financial data were to surprise on the downside — as they may if a near-term and robust global recovery (which many people expect) does not materialize.
Second, extremely loose monetary policies (zero interest rates, quantitative easing, new credit facilities, emissions of government bonds and purchases of illiquid and risky private assets), together with the huge sums spent to stabilize the financial system, may be causing a new liquidity-driven asset bubble in financial and commodity markets. For example, Chinese state-owned enterprises that gained access to huge amounts of easy money and credit are buying equities and stockpiling commodities well beyond their productive needs.
CORRECTION
The risk of a correction in the face of disappointing macroeconomic fundamentals is clear. Indeed, recent data from the US and other advanced economies suggest that the recession may last through the end of the year. Worse, the recovery is likely to be anemic and sub-par — well below potential for a couple of years, if not longer — as the burden of debts and leverage of the private sector combine with rising public sector debts to limit the ability of households, financial firms and corporations to lend, borrow, spend, consume and invest.
This more challenging scenario of anemic recovery undermines hopes for a V-shaped recovery, as low growth and deflationary pressures constrain earnings and profit margins and as unemployment rates above 10 percent in most advanced economies cause financial shocks to re-emerge, owing to mounting losses for banks’ and financial institutions’ portfolios of loans and toxic assets. At the same time, financial crises in a number of emerging markets could prove contagious, placing additional stress on global financial markets.
The increase in some asset prices may, moreover, lead to a W-shaped, double-dip recession. In particular, thanks to massive liquidity, energy prices are now rising too high too soon. The role that high oil prices played last summer in tipping the global economy into recession should not be underestimated. Oil above US$140 a barrel was the last straw — coming on top of the housing busts and financial shocks — for the global economy, as it represented a massive supply shock for the US, Europe, Japan, China and other net importers of oil.
DEFICITS
Meanwhile, rising fiscal deficits in most economies are now pushing up the yields of long-term government bonds. Some of the rise in long rates is a necessary correction, as investors are now pricing a global recovery. But some of this increase is driven by more worrisome factors: the effects of large budget deficits and debt on sovereign risk, and thus on real interest rates; and concerns that the incentive to monetize these large deficits will lead to high inflation after the global economy recovers from next year to 2011 and deflationary forces abate. The crowding out of private demand, owing to higher government-bond yields — and the ensuing increase in mortgage rates and other private yields — could in turn endanger the recovery.
As a result, one cannot rule out that by late next year or 2011, a perfect storm of oil above US$100 a barrel, rising government-bond yields and tax increases (as governments seek to avoid debt-refinancing risks) may lead to a renewed growth slowdown, if not an outright double-dip recession.
The recent recovery of asset prices from their March lows is in part justified by fundamentals, as the risks of global financial meltdown and depression have fallen and confidence has improved.
But much of the rise is not justified, as it is driven by excessively optimistic expectations of a rapid recovery of growth toward its potential level and by a liquidity bubble that is raising oil prices and equities too fast too soon. A negative oil shock, together with rising government-bond yields — could clip the recovery’s wings and lead to a significant further downturn in asset prices and in the real economy.
 
io suggerisco di cambiare il titolo da crisi finanziaria a pandemia finanziaria....l' ultima bolla secondo me è quella dell' oil...e poi addio:lol::lol::lol:
 
Oserei dire come da copione...


Bce: Trichet, "Ci sono ancora rischi di un'inaspettata turbolenza"

22 Giugno 2009 15:12 ECONOMIA
MADRID - ''Ci sono ancora rischi di una improvvisa emergenza per una inaspettata turbolenza sui mercati finanziari''. Lo ha detto durante un discorso a Madrid il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet. (Agr)
 


pare che il record storico di emissioni settimanali qualche influenza sull'andamento azionario lo abbia
reuters sostiene le emissioni siano inferiori http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/foreignNews/idITLM10446420090622 ...
periodo difficile
 

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