CRISI UCRAINA-GUERRA.POLITICA ETICA MORALE CONSIDERAZIONI RANDOM (3 lettori)

russiabond

Il mito, la leggenda.
Mercati: Germania fuori dalla Top 100 market cap


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DI REDAZIONE14 LUGLIO 2022 | 12:31


aziendeclassificaGermaniamarket cap


Dalla scorsa settimana la Germania non ha più alcuna azienda nella lista delle Top 100 per capitalizzazione di mercato. L’azienda di maggior valore del Paese – SAP Labs – si trova infatti ora al 112° posto.
In questo scenario, ecco di seguito la view di Sandeep Rao, Head of Research di Leverage Shares.
I fattori che hanno portato a questo risultato sono molteplici
In primo luogo, la ripresa post-pandemia ha visto la Germania in ritardo rispetto alle altre principali economie dell’Eurozona. In secondo luogo, il crollo dell’euro rispetto al dollaro americano ha avuto un impatto sulle valutazioni; infine, bisogna considerare l’instabilità della bilancia commerciale tedesca perfino all’interno dell’Eurozona, dove anche l’inflazione ha raggiunto livelli altissimi.
Nel corso dell’anno, infatti, le aspettative sull’inflazione a dieci anni in Germania sono aumentate rapidamente.
Un problema ulteriore per l’economia tedesca è la disponibilità di elettricità. Dopo aver chiuso le centrali nucleari e messo fuori servizio quelle a carbone, i governi tedeschi che si sono succeduti hanno puntato molto sulle energie rinnovabili, che però non soddisfano pienamente tutte le esigenze del Paese. L’unica alternativa percorribile era aumentare la dipendenza dalle centrali a gas dell’Eurozona e dell’Ucraina, mentre s’importava il gas dalla Russia.
Negli ultimi mesi, le misure adottate dall’Unione Europea contro la Federazione Russa a causa del conflitto in Ucraina e le misure di ritorsione russe (sia effettive sia solo minacciate) hanno fatto aumentare notevolmente, nella maggior parte dell’Eurozona, i prezzi dell’elettricità con consegna nel 2023, cioè l’anno in cui, secondo le stime dell’intelligence della NATO, la guerra in Ucraina finirà in un modo o nell’altro.
Se da un lato le misure statunitensi ed europee sono state adottate per limitare il flusso di entrate alle società russe per le esportazioni di energia, dall’altro la naturale contromisura da parte russa dovrebbe essere quella di limitare i flussi di energia verso questi Paesi. A partire dall’11 luglio, il gasdotto Nord Stream 1 di Gazprom verso l’Eurozona è stato chiuso per manutenzione e rimarrà tale per 10 giorni. Si prevede che il governo russo possa prolungare la chiusura o limitare il flusso di gas una volta terminato questo periodo.
Per quanto riguarda le importazioni di gas, i Paesi europei hanno due problemi fondamentali: in primo luogo, non ci sono abbastanza siti aperti per l’estrazione di gas naturale all’interno del loro territorio. In secondo luogo, considerato il gasdotto proveniente dalla Russia, non ci sono abbastanza terminali per ricevere il gas importato al di fuori della Russia. Di conseguenza, il divario tra il prezzo del gas in Europa e il prezzo del gas negli Stati Uniti (che hanno un buon numero di siti all’interno del loro territorio) si sta allargando sempre di più.

Non sorprende dunque che il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck abbia avvertito che il prossimo anno il Paese rischia un collasso in stile Lehman Brothers, mentre è già iniziato il razionamento dell’energia.

Infine, nell’ultimo mese, dato l’aumento dell’inflazione (sia attuale che prospettica), il consensus degli economisti sul rapporto PIL/crescita economica nel 2023 sia per gli Stati Uniti che per l’Europa è cambiato drasticamente

 

angy2008

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Ciao Giancarlo

Questa è la sezione

CRISI UCRAINA-GUERRA.POLITICA ETICA MORALE CONSIDERAZIONI RANDOM

Forse... anzi sicuramente ti stai confondendo con l'altra... Che persegue solo economia finanza


Sono state create apposta due rami

Uno operativo... l'altro politico... Così nessuno scassa i maroni :DD:
penso che giancarlo22 volesse postare nel forum dei certificati anziché su questo
 

russiabond

Il mito, la leggenda.
penso che giancarlo22 volesse postare nel forum dei certificati anziché su questo


non lo sò si riferiva a questo in pagina

comunque se si riferiva all'ennesima crisi italiana

mi potrebbe interessare sullo skianto dalla prossima settimana con bond al tappeto ...è tutto caro ancora per la reputazione paese ...

tanto i debiti italiani.

o destra o centro o sinistra

restano li se ne fot.ttono di chi sale al potere ....bisogna pagarli e basta :DD:
 

russiabond

Il mito, la leggenda.
Russia

⬇️ A giugno l'inflazione è diminuita rispetto a maggio in quasi tutte le regioni.

Ciò è dovuto a un significativo rafforzamento del rublo ea una riduzione della domanda dei consumatori. La popolazione preferisce risparmiare denaro in depositi bancari piuttosto che spendere.

Le aziende orientate all'esportazione accumulano scorte di prodotti finiti, riducono la produzione e allo stesso tempo cercano nuovi mercati. Le imprese dipendenti dalle importazioni, al contrario, hanno notevolmente ridotto le scorte, il che le costringe a selezionare attivamente nuovi fornitori. I settori focalizzati sulla domanda interna continuano ad aumentare il proprio portafoglio ordini ea caricare la capacità produttiva. Maggiori informazioni su questo nel materiale sull'economia regionale.
 

russiabond

Il mito, la leggenda.


Crisi Usa bomba sul mondo
Quando Biden è partito dagli Usa, l’inflazione americana era all’8,6%. Quando è atterrato in Israele, gli hanno comunicato, scioccandolo, era già al 9,1 per cento. Il suo messaggio (“è colpa di Putin”) evidentemente non è passato. Anche perché l’inflazione stava già crescendo robustamente già prima dell’invasione russa. La “compartecipazione” del Cremlino c’è senz’altro, ma Casa Bianca e Federal reserve hanno reagito scompostamente e troppo tardi. Ora, Biden ha capito che il gioco di “sanzioni” e “controsanzioni” gli si sta ritorcendo contro.
 

russiabond

Il mito, la leggenda.
Il dollaro è la valuta con cui si regola il prezzo del petrolio e di molte materie prime. Euro più debole, per noi tutto più costoso.
Per la prima volta in vent’anni, ed è un segnale di grave sfiducia verso l’economia europea, ma le conseguenze sono ancora difficili da valutare, avverte il Post. Fine di un lungo periodo in cui l’euro era ‘moneta rifugio’. Dal 2008, quando un euro valeva 1,6 dollari, ma ancora all’inizio di quest’anno quando un euro valeva 1,15 dollari circa.
Poi l’invasione russa in Ucraina e la guerra americana a Mosca, col mercato delle valute a svelare chi paga il conto più salato.


 

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