russiabond
Il mito, la leggenda.
UnionPay - Wikipedia
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Le ville e gli yacht sono in Costa Smeralda, Toscana e Liguria. Ma è a Milano che l’economia russa produce fatturati a sette cifre. Non è come «Londongrad», ma la città ospita sia i colossi, simbolo e traino della ricchezza russa, sia tantissime piccole imprese, professionisti, mediatori. Il punto di riferimento finanziario ambrosiano di Mosca è una palazzina di piazzale Principessa Clotilde, dove condividono gli uffici Afc e Vtb, due società registrate alla Camera di commercio. Sono avamposti e appendici della finanza alle dirette dipendenze di Vladimir Putin. Dietro di loro c’è il Cremlino, davanti il muro delle sanzioni che ha escluso dal sistema Swift, le rispettive case madri, Vnesheconombank (Veb) per Afc e Vtb Bank.
Il fantasma Afc
Afc srl è una sorta di fantasma, creata a Milano direttamente da Veb, cioè dalla più importante istituzione finanziaria russa, che gestisce i fondi pensione statali, ha progetti con imprese del settore della difesa e il presidente (oggi Igor Shuvalov) è nominato direttamente da Putin. È nata formalmente per fornire consulenze commerciali a operatori russi, ma dal 2013 non presenta consuntivi e negli otto anni precedenti i tre consiglieri di amministrazione (tutti di Mosca) hanno firmato bilanci senza un solo euro di ricavi e con decine di migliaia di euro di perdita. Perché non è stata chiusa? È una sorta di persona giuridica «dormiente» che, tra l’altro, già da tempo è passata sotto il controllo della non meglio identificata Dorstroyservice di Mosca. Al medesimo portone c’è un ufficio di rappresentanza della Vtb, seconda più importante banca russa, controllata dal governo.
Gazprom e Centrex
Si affacciano in periferia, invece, gli uffici di Gazprom. Il cuore pulsante e bandiera dell’economia russa muove circa 230 milioni di fatturato italiano da via Boncompagni, al Corvetto. E poco distante, in via Lorenzini, c’è la base della controllata Centrex Italia, una trentina di dipendenti, che con il trading di gas ed energia elettrica totalizza a sua volta poco meno di 800 milioni diretti. Un miliardo in totale sui 105 del gruppo a livello mondiale.
Mir Capital, Crotril, Gesa e Gesco
Ma nell’area metropolitana ricadono anche iniziative targate Gazprombank, istituto di credito russo finora non colpito dalle sanzioni: insieme a Intesa Sanpaolo ha creato Mir Capital, che controlla quote di minoranza in due società con base nell’area milanese: Cotril di Bollate, 61 dipendenti e 16 milioni di fatturato, nel settore dei cosmetici di lusso per capelli, e Gesa, che possiede Cioccolatitaliani e Pizzeria Italiana Express. «Oltre filiali commerciali e di servizi che in qualche modo fanno parte della galassia di Gazprom, nell’area milanese ci sono una quindicina di realtà di dimensione industriale — osserva il professor Marco Mutinelli, docente di ingegneria gestionale a Brescia ed esperto di internazionalizzazione d’impresa —. Per esempio dal 2012 è partecipata dalle ferrovie russe la Gesco Italia, che opera nella logistica e ha circa 170 dipendenti». Problemi in vista per le sanzioni? «L’impatto complessivamente è modesto, si tratta di quote minoritarie per le quali i soci italiani non soffriranno certo. E poi tutti si sono già cautelati sul fronte bancario».
Tommy ma nella foto sono bambini.