CRISI UCRAINA-GUERRA.POLITICA ETICA MORALE CONSIDERAZIONI RANDOM (3 lettori)

Massimum

Forumer storico
Ipotizzo che se ha fatto la mossa del pagamento in rubli la sua intenzione è di chiudere la fornitura di gas, o far capire che è pronto a farlo per vedere come rispondono gli avversari.

Sarei stupito se lo facesse. Il dopoguerra ci sarà per tutti.
E la Russia dovrà vivere anche dopo della vendita di gas.

Tutto quello che sta facendo (no blocco gas, pagamento bond, ecc...) è per dimostrare di essere un partner affidabile anche nelle peggiori situazioni.

Bloccare il gas sarebbe disastroso nel breve per l'Europa. Ma nel lungo ne soffrirebbe molto di più la Russia
 

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too fast for love
Le scorte di gas vanno rimpinguate prima del prossimo inverno. Se dal 1° aprile non si acquista più gas russo ce la farà l'EU a sostenere le proprie aziende il prossimo inverno o cominceranno i razionamenti? Non è un problema il lungo termine, il problema sono le prossime settimane/mesi.
 

Massimum

Forumer storico
Le scorte di gas vanno rimpinguate prima del prossimo inverno. Se dal 1° aprile non si acquista più gas russo ce la farà l'EU a sostenere le proprie aziende il prossimo inverno o cominceranno i razionamenti? Non è un problema il lungo termine, il problema sono le prossime settimane/mesi.

Mi sembra che diciamo la stessa cosa
 

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Mi sembra che diciamo la stessa cosa

Quella che segue non è una domanda rivolta a te, anche perché probabilmente è una domanda senza una risposta certa ... chi ha più da perdere economicamente, l'Unione Europea o la Russia se venissero interrotte le forniture di gas? E, sopratutto, chi dei due ha più da perdere è disposto a pagarne il prezzo, sulla pelle dei propri cittadini, e ne è consapevole?

Se si interromperà la fornitura di gas, secondo me ci troveremmo in una situazione loose-loose, e sarebbe una sconfitta per la diplomazia ed il buon senso.

Per il lungo termine è impossibile fare illazioni.
 

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mantegna

Forumer attivo
Quella che segue non è una domanda rivolta a te, anche perché probabilmente è una domanda senza una risposta certa ... chi ha più da perdere economicamente, l'Unione Europea o la Russia se venissero interrotte le forniture di gas? E, sopratutto, chi dei due ha più da perdere è disposto a pagarne il prezzo, sulla pelle dei propri cittadini, e ne è consapevole?

Se si interromperà la fornitura di gas, secondo me ci troveremmo in una situazione loose-loose, e sarebbe una sconfitta per la diplomazia ed il buon senso.

Per il lungo termine è impossibile fare illazioni.
Provo a ragionare, chi ha materie prime richieste a qualcuno riuscirà sempre a venderle, chi non le ha è alla mercè del mercato , se c'è abbondanza non ci sono problemi ma se di un certo bene c'è penuria e scarti un fornitore che ha il miglior prezzo e disponibilità poi ne risente tutta l'economia, verrano favoriti quelli che trovano una certa risorsa di qualità ai prezzi più bassi, diventerà un vantaggio competitivo.
I cinesi sono sempre i più furbi di tutti perchè saranno quelli che beneficeranno di più da questa situazione, insieme agli indiani e ai pakistani.
C'è il rischio di mettersi out da soli senza rendersene conto.

Poi sono ottimista sul fatto che senza gas russo l'Italia va avanti lo stesso ma a che prezzo?
 

Massimum

Forumer storico
Provo a ragionare, chi ha materie prime richieste a qualcuno riuscirà sempre a venderle, chi non le ha è alla mercè del mercato , se c'è abbondanza non ci sono problemi ma se di un certo bene c'è penuria e scarti un fornitore che ha il miglior prezzo e disponibilità poi ne risente tutta l'economia, verrano favoriti quelli che trovano una certa risorsa di qualità ai prezzi più bassi, diventerà un vantaggio competitivo.
I cinesi sono sempre i più furbi di tutti perchè saranno quelli che beneficeranno di più da questa situazione, insieme agli indiani e ai pakistani.
C'è il rischio di mettersi out da soli senza rendersene conto.

Poi sono ottimista sul fatto che senza gas russo l'Italia va avanti lo stesso ma a che prezzo?

In realtà la storia dice l'opposto. Le economie che si basano sull'esportazione di commodity (Africa, America Latina, la stessa Russia), sia energetiche sia di altro tipo, sono tipicamente meno sviluppate delle economie industriali.
E' vero che a volte nel brevissimo termine la domanda è inelastica e/o soffre di strozzature varie, ma se c'è una cosa che il capitalismo è bravo a fare è a ottimizzare gli investimenti.

Anche se guardiamo al più grosso tentativo di usare una commodity energetica per motivi politici, cioè l'embargo petrolifero degli anni 70 a seguito della guerra dello Yom-Kippur, l'effetto immediato è stato disastroso per i paesi consumatori, ma nel medio termine chi ha sofferto di più sono stati i paesi produttori. A metà degli anni 80 il petrolio valeva pochi dollari al barile dagli oltre 100 dollari del picco raggiunto. E molti stati (e principalmente gli USA) si erano resi indipendenti dall'OPEC. Infatti più nessuno ha utilizzato in maniera significativa l'embargo su una commodity come strumento politico.

La mia sensazione è che la stessa cosa succederà adesso con il gas russo. Ci sarà da soffrire nel breve, ma nel giro di 5 anni la Russia sarà un fornitore marginale dell'Europa Occidentale. A quel punto buona fortuna a venderlo alla Cina che lo comprerà al suo prezzo. Che non sarà sicuramente quello che pagano oggi i paesi della UE.
Paradossalmente la situazione attuale è frutto di un mix di populismo nelle scelte politiche (no trivelle, no nucleare, ecc...), soprattutto in Italia ma anche in Germania, e dell'ottimizzazione economica tipica del capitalismo (il gas russo è il più economico). Se si fosse fatta vera geopolitica non saremmo così dipendenti dalla Russia.
L'Italia è messa meno peggio di come potrebbe essere grazie al lavoro dell'ENI che ha sviluppato fonti alternative (Algeria, Libia, ecc..) anche se anti-economiche nel breve. Se si fossero fatte scelte meno populiste (ad esempio si fosse fatto costruire il rigassificatore di Brindisi da parte di British Gas o non si fosse abbandonata la produzione nazionale) oggi potremmo essere quasi in grado di fare a meno dei russi.
 
Nella più grande stazione di distribuzione del gas di Gazprom nella regione di Vologda, si stanno già preparando a fermarne il transito verso l'Europa. Questa è una risposta alla decisione dei ministri del G7 che si sono opposti al pagamento delle risorse energetiche in rubli.
 

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