Dow Jones Industrial crollo del 1929:Dow-47%; Crollo del 2008:Dow-46%

25 Ottobre 2008 21:49
argomento: Nasdaq e Tech, Scenario e Previsioni
Sia le borse che i cambi che le materie prime hanno avuto la perdita record della storia, considerando l'ultimo anno, gli ultimi tre mesi e l'ultimo mese

Tutte le borse hanno segnato il massimo a fine ottobre scorso dopodichè, in 12 mesi:

La Russia ha perso un -79%
India, Cina, Argentina, Irlanda: -70%
Brasile, Messico, Corea : tra -60 e -65%
Hong Kong, Giappone, Italia: -60%
Germania, Inghilterra, Francia e resto della UE: tra -50% e -58%
Dow Jones e S&P : -46%
Borse arabe dal -40 al -60%

Queste sono le perdite, nello spazio di 12 mesi, maggiori della storia. Nel 1929 il Dow Jones perse un -47% prima di rimbalzare, qui ha perso la stessa percentuale e però è la borsa che ha perso meno al mondo, la media delle borse ha perso più del -55% in un anno con punte del -70 e -80%

Simultaneamente molte valute hanno avuto, negli ultimi due mesi o nell'ultimo mese, il maggiore cedimento in % della loro storia: Sterlina, Kwon coreano, Dollaro australiano e neozelandese, Euro, Corona svedese e norvegese, Fiorino, Dollaro Canadese (verso Yen e anche verso Dollaro USA)

E simultaneamente le materie prime in media hanno perso negli ultimi tre-sei mesi dal -40 al -60% e anche nell'ultimo mese hanno avuto la maggiore % della loro storia.
<li class="article">L'indice dei noli marittimi per trasportare materie prime tipo minerali, carbone e simili, il Baltic Dry Shipping Index ha perso il -90%, se costava 10mila dollari spedire un carico un anno fa ora costa 1.000 dollari

Tutto questo è avvenuto prima che l'economia reale cominciasse veramente a deteriorarsi.
http://cobraf.wallstreetitalia.com/forum/coolpost.php?topic_id=4742&reply_id=120911


dati che iniziano ad essere tirati
o che non ci stiamo capendo più nulla
speriamo che non sia la seconda e che questo cappero di rimbalzo si decida a partire
 
segnalo
giovedì, 20 novembre 2008
SILENZIO ........PARLA L'ECONOMIA!

silenzioyf1.jpg
" Il lungo termine è una guida fallace per gli affari correnti, nel lungo termine siamo tutti morti " raccontava il buon Keynes e si perchè oggi molte sicurezze del passato si stanno sgretolando sotto gli effetti della madre di tutte le crisi economiche e finanziarie della Storia.
Anche il mitico Buffett e il suo leggendario fiuto stanno per essere travolti da questa crisi, sia beneinteso è solo una sensazione per il momento, anche perchè dipenderà da quanto lungo dovrà essere il prossimo termine per considerare accettabile un qualsiasi investimento riferito.......
.......come sempre nella storia, capacità finanziaria e perspicacia politica sono inversamente proporzionali. La salvezza a lunga scadenza non è mai stata apprezzata dagli uomini d'affari se essa comporta adesso una perturbazione nel normale andamento della vita e nel proprio utile. Cosi si auspicherà l'inazione al presente anche se essa significa gravi guai nel futuro.
Questa è la minaccia per il capitalismo (...) E' ciò che agli uomini che sanno che le cose vanno molto male fa dire che la situazione è fondamentalmente sana! JK GALBRAITH
E si perchè a forza di considerare "fondamentalmente solida" ogni economia di questo pianeta, l'economia da ormai molto tempo ci sussurra che è ammalata, che questi anni sono stati solo un'illusione fondata sul debito ed oggi urla la sua disperazione in ogni fondamentale. Un sistema economico e finanziario fondamentalmente solido, talmente solido che lo si trasporta sempre nel lungo termine quando non si sanno più che pesci pigliare.
Oggi una batteria di dati macroeconomici ha colpito i mercati finanziari mondiali, una batteria di dati che erano scritti nei sintomi di questa crisi, nascosti da tutti coloro che avevano il compito "istituzionale" di tenere alto il morale in omaggio alle elezioni presidenziali.
US initial Jobless Claim rose to 542.000 Last Week .....to the highest level since 1992 un segnale inequivocabile di deterioramento sensibile dell'economia americana per un numero complessivo di oltre 4 milioni di americani che ambiscono " on benefit rolls " il peggior risultato dal dicembre 1982.
Si signori stiamo tornando indietro mese dopo mese a rivisitare tutte le recessioni passate, vi dicono che sono stati persi 1,2 milioni di posti di lavoro dall'inizio dell'anno ma sono molti di più di quanto non vi dicano questi dati, la peggiore crisi dalla grande depressione....
the worst credit crisis in seven decades.​

The four-week moving average of initial claims, a less volatile measure, increased to 506,500 last week from 490,750 a week earlier. (Bloomberg)
Ancora oltre 14.000 nuove richieste sulla media a quattro settimane quella meno volatile, quella più attendibile, certo che Citigroup che licenzia oltre 50.000 dipendenti non è una buona notizia........non dimenticatevi questo nome, Citigroup ne sentiremo ancora parlare nel corso di questa lunga e profonda crisi, non dimenticatelo mai.
Vi invito a leggere questi due post esplosivi...........su PORTFOLIO e BRONTECAPITAL!Is Your Money Safe at Citibank?
Tremonti parla di una guerra tra mostri, senza la possibilità di un "Game Over" mostri che continuano ad apparire da ogni abisso finanziario, come ad esempio le carte di credito,

debiti secchi, senza alcun patrimonio sottostante, cartolarizzati all'infinito,

ne abbiamo già scritto all'infinito ma come dice MISH American Express Delinquencies Hit 4,4 %, Defaults 6,96 %......non è finita, non è affatto finita in questa terribile correlazione creata dall'onnipotenza della demenzialità finanziaria.
Ogni giorno l'economia urla il suo dolore, devo essere sincero non mi aspettavo un tonfo di queste dimensioni, nessun collasso simile, perche questo è un collasso, nessuna contrazione, solo una piccola depressione!
Il Philadelphia Fed Index di Novembre è l'emblema di questo trimestre che come abbiamo già visto risulterà probabilmente il peggiore di tutta la crisi in attesa del primo trimestre del prossimo anno e qualche altro ancora.........
La Federal Reserve taglierà i tassi......un taglio simbolico, andatevi a vedere i rendimenti dei titoli americani, l'obiettivo ZERO è stato raggiunto!
Most of the survey's indicators of future activity slid further into negative territory this month, suggesting that the region's manufacturing executives expect continued declines over the next six months.​
..... ci si attende un ulteriore declino nei prossimi sei mesi!
The current employment index fell notably this month, declining seven points, to -25.2
.......sette punti in meno ancora per l'occupazione!​
Per quanto riguarda il Leading Indicator, che in maniera strabiliante lo scorso mese sali del 0,3 % per poi essere rivisto a più 0,1 % , nel mese di ottobre l'indice in questione​
ha registrato un decremento di 0.8%. Inutile evidenziare le singole voci, il dato principale parla da solo, si tratta sempre e solo delle prospettive per i prossimi mesi.​
Da Bloomberg .....
``There has been a policy shift, but the Fed is not transparently announcing what it is doing and why,'' said former St. Louis Fed President William Poole, now a senior fellow at Cato.​
La Fed non è trasparente sulla politica monetaria, non si sa cosa stia facendo e perchè......la politica monetaria funziona meglio quando i mercati sono in grado di comprendere le mosse della banca centrale sostiene Poole

``It is a move to quantitative easing, to force lots and lots of reserves into the banking system with the expectation that banks will start to trade them for a higher-yielding asset,'' said Poole, a Bloomberg contributor​


Grazie Poole noi di Icebergfinanza non ce ne siamo accorti.... QUANTITATIVE EASING!

Grazie a CalculatedRisk abbiamo anche una visione sul futuro.......dell'economia reale!

Spreads between 30 Year Corporate and Treasury Yields​
This graph shows the spread between 30 year Moody's Aaa and Baa rated bonds and the 30 year treasury.​
The Moody's data is from the St.
Louis Fed.

There are periods when the spread increases because of concerns of higher default rates (like in the severe recession of the early '80s), but the recent spread is unprecedented.​
Su_DSHORT.com e anche QUI sempre via CalculatedRisk, potrete osservare come ora si tratti della più imponente debacle azionaria dai tempi della Grande Depressione ed in prima battuta addirittura superiore al crollo del 1929 che arrivò a perdere il 47,9 % prima di uno strepitoso rimbalzo mentre oggi siamo ormai ad un meno 51,9 % dal picco.
Si tratta del più rabbioso bear market della storia senza ombra di una reazione degna di tale nome, anche se questo in effetti è un "secular bear market", una crisi che ha sconvolto ogni sicurezza, che nella sua correlazione ha creato la madre di tutte le crisi finanziarie prima e valutarie poi, rispolverando una grande depressione immobiliare che attualmente mese dopo mese rivede tutti i record negativi della storia.
Anche l'avviso della Deflazione, con il crollo dei prezzi al consumo dell'1% ci riporta indietro sino al 1947, la Storia ritorna su sui passi, il più imponente calo mensile da 61 anni a questa parte, chiunque dimentica il suo passato è condannato a riviverlo.

La deflazione è terribile, terribile perchè a differenza dell'inflazione aumenta il valore nominale delle passività, dei debiti, la trappola della liquidità di cui abbiamo già parlato entra in funzione e i rendimenti obbligazionari si dissolvono come nebbia al sole e con loro ogni fondo possibile.
Dal Financial Times scopriamo che nel mese di ottobre ....
Hedge fund investors pulled a record $40bn out of the industry in October as poor performance prompted a flight to cash...​

The industry lost another $115bn through poor performance, leaving total assets down 9 per cent at $1,560bn.​
Investors and managers said redemptions would be far bigger at the end of the year because many funds had long notice periods and only allowed quarterly withdrawals...​

....anche Oro hanno venduto, l'unico asset ad alta liquidità che non è stato svenduto e nonostante tutto è ancora su livelli di eccellenza, rispetto al terribile crollo di tutte le materie prime.
Bloomberg ci segnala che .......
The cost of protecting corporate bonds from default surged to records around the world as the prospect of US automakers filing for bankruptcy protection fueled concern of more bank losses and a deeper recession.

Il costo per proteggersi dai default societari è aumentato a livelli record in tutto il mondo con la prospettiva di un fallimento del settore automobilistico, una più profonda recessione e ulteriori perdite nel settore finanziario.....
Credit-default swaps on New York-based Citigroup Inc. rose 40 basis points to 405,​
Phoenix prices show.​
Contracts on Goldman Sachs Group Inc increased 65 basis points to 400 and Morgan Stanley rose 60 to 515.​

Credit Default Swaps........un nozionale complessivo di 700.000 miliardi di dollari in derivati, no non è finita, non è affatto finita.
La Federal Reserve segnala un sensibile aumento dei default Delinquency rates e il mercato dei Commercial Real Estate incomincia la sua parabola discendente.
Abbiamo già visto come le attese per gli utili del prossimo anno siano demenziali, addirittura in aumento rispetto al 2008 ma è molto probabile che la linea maginot di 50 dollari per azione cadrà sotto i colpi di questa recessione ed allora anche lo S&P500 dovrà scendere verso o sotto il livello indicato.
Rileggetevi queste parole, non dimenticatele........
.............. per l'ennesima volta controcorrente, non vi sarà alcun rialzo o rimbalzo da questo crollo, non almeno sino a quando il mercato non avrà assorbito la prossima ondata di dati macroeconomici, non avrà assorbito le trimestrali che verranno........
Sono in tanti quelli che hanno visto la nebbia in questi giorni, quale incredibile rimbalzo ma Keynes soleva dire che non c'è niente di male nel sbagliarsi ogni tanto, specialmente quando ti scoprono subito......
Si per l'ennesima volta controcorrente, anche Buffett e da poco anche John Hussman pur nella sua proverbiale saggezza ci dice che.....
As for extreme and less likely benchmarks, the 780 level on the S&P 500 would represent a 50% loss from the market's peak, and would put the market in the lowest 20% of all historical valuations. I would expect heavy demand from value-conscious investors about that level if the market were to decline further, and a decline below that level could be expected to reverse back toward 780 fairly quickly. Further down, but very unlikely at this point from my perspective, the 700 level on the S&P 500 would represent the lowest 10% of historical valuations, 625 would put the market in the lowest 5% of valuations, and anywhere at 600 or below would put the market in the lowest 1% of historical valuations. I don't expect to see such a level, but there it is. Note that these estimates are unaffected by how low earnings might go next quarter or next year. Stocks are not a claim on next quarter's or next year's earnings – they are a claim on an indefinite stream of future cash flows.
Ognuno di Voi sa dove siamo, conosce la mia opinione su questa crisi, una crisi epocale, nulla a che vedere con il passato, ma questa purtroppo è la realtà, l'oceano del realismo che da 20 lunghi mesi navigo in solitaria e da oggi in poi si naviga a vista anche se laggiù all'orizzonte, ancora lontano, mi sembra di intravvedere un splendido esemplare di .........MARTIN PESCATORE!

common-kingfisher.jpg
Icebergfinanza come un cantastorie che si esibisce nelle strade e nelle piazze delle città!
 
Crollano gli utili della corporate America, senza energy il peggior dato di sempre

Finanzaonline.com - 19.11.08/09:29

I profitti delle aziende comprese nell'indice S&P500 statunitense hanno registrato nel terzo trimestre una delle più corpose battute d'arresto di sempre. Secondo i dati preliminari diramati da Standard & Poor's, la società che si occupa del calcolo e della gestione dell'indice, gli utili per azione avrebbero infatti registrato una diminuzione del 21,6% rispetto all'analogo periodo del 2007. Per i componenti di uno tra gli indici mondiali a maggior valore segnaletico si tratta del quinto decremento consecutivo. Il dato diffuso nella notte mostra tuttavia un rallentamento del tasso di erosione degli utili. A partire dal quarto trimestre 2007 gli utili hanno infatti registrato flessioni successive del 30,79%, del 25,77% e del 29,26%. Il responso di S&P arriva a poche ore dalla conclusione della stagione delle trimestrali, con il 94% delle società che hanno già riportato.

Parte del leone, in positivo, per il settore energetico, che ha contribuito per il 40,4% agli utili dell'intero campione (erano il 16,2% l'anno scorso), con un incremento in valore assoluto di oltre l'89%. "Senza l'energy - ha chiarito però Howard Silverblatt, Senior Index Analyst at Standard & Poor´s - gli utili dell'S&P500 avrebbero raggiunto un minimo storico (in termini di variazione, ndr)". Altre note positive sono venute dai profitti di information technology (+13,5%) e di produttori di beni di largo consumo (+12,59%). Al contrario le società finanziarie hanno riportato una contrazione degli utili per il quarto trimestre consecutivo, con un impressionante -192,81%. Al netto della componente finanziaria il tasso di crescita degli utili si sarebbe così attestato al 18,11% e depurando invece il dato dal contributo degli energetici la variazione sarebbe stata pari al 44,23%. Rimuovendo entrambe le componenti con la maggiore variazione positiva e negativa la variazione sarebbe stata dell'1,09%.

Altre ricerche indipendenti hanno segnalato che il 57% di un campione composto da 2100 società statunitensi quotate ha battute le attese sugli utili formulate dagli analisti. Si tratta della lettura più bassa dal quarto trimestre del 2001.



s&p.jpg


Fonte Standard & Poor's
 
da http://icebergfinanza.splinder.com/post/20433007/GAME+OVER!%3F


GAME OVER!?


Non c'è giorno, dato o dinamica che trascorra senza paragone con la Grande Depressione, con la peggiore crisi dal dopoguerra, dagli anni trenta, ma questa è la Grande Crisi, questa è la Madre di tutte le crisi della Storia: sincronizzata, correlata, globalizzata, immobiliare, finanziaria, economica, valutaria e chi più ne ha, più ne metta! Alle volte ci vuole il coraggio per chiamare le cose con il loro nome, ma probabilmente è meglio utilizzare un basso profilo! Ci si sforza di puntellare il sistema con le stessi strumenti, le stesse dinamiche, le stesse ideologie, se il buon giorno si vede dal mattino, il tramonto è purtroppo di nuovo dietro l'angolo.
Alla fine del post c'è un'analisi di Martin Wolf del Financial Times illuminante in inglese e anche tradotta dal Sole 24 Ore; io credo che la profondità e la proporzione di questa crisi, sia da ricercare nella leggenda della riserva frazionata, credo che sia da ricercare negli abissi scavati dalla leva finanziaria, dall'assunzione di rischio esponenziale e onnipotente sottoscritta dalle principali istituzioni mondiali a cominciare dalla assurda e demenziale protezione dei requisiti fondamentali per concedere crediti formulata nelle bettole dei porti europei della famigerata American International Group ( AIG ) primo assicuratore mondiale che ha assunto il ruolo di banca centrale occulta!
Che dire solo l'analisi fondamentale ci può aiutare, solo l'analisi della realtà!




..... continua

La Grande Depressione immobiliare ha da oggi un nuovo compagno di viaggio, il Commercial Real Estate, un autentico collasso preventivabile e segnalato almeno un anno e mezzo fa da Icebergfinanza; da sempre la dinamica di crollo del CRE segue la recessione sviluppandosi a recessione inoltrata.
Qui sotto vi ho fatto un piccolo schema di una dinamica recessiva e della sua successiva ripresa; oggi siamo nella madre di tutte le recessioni della storia!

..... continua
 
FINANZA dal SOLE 24 ORE del 29 aprile 2009
Quando il meglio è nemico del bene di Martin Wolf

Il risanamento del sistema finanziario è alla nostra portata? La risposta è sì. Ciò che non possiamo permetterci è non risanarlo. La vera questione, semmai, è quale sia il modo migliore per farlo. Ma risanare il sistema finanziario, per quanto essenziale, non è sufficiente.
L'ultimo Rapporto sulla Stabilità finanziaria mondiale del Fondo monetario internazionale fornisce un'analisi convincente e sconsolata sullo stato del sistema finanziario. Lo staff ha alzato le stime sulle svalutazioni a circa 4.400 miliardi di dollari (3.368 miliardi di euro). Ciò è dovuto in parte al fatto che il Rapporto conteggia le stime sulle svalutazioni degli asset europei e giapponesi – rispettivamente 1.193 miliardi di dollari e 149 miliardi di dollari – e degli asset dei mercati emergenti (340 miliardi di dollari) posseduti dalle banche delle economie mature. Un altro motivo è che le svalutazioni degli asset originati negli Stati Uniti sono balzate a 2.712 miliardi di dollari dai 1.405 miliardi dello scorso ottobre e dai 945 miliardi dell'aprile 2008.
Per contestualizzare tutto ciò, le svalutazioni stimate dal Fondo monetario sono equivalenti a 37 anni di assistenza ufficiale allo sviluppo calcolati sulla base dei livelli del 2008. Le svalutazioni stimate sugli asset europei e americani, posseduti in maggioranza da istituzioni localizzate nelle due regioni, sono equivalenti al 13% del loro Pil aggregato.
Il Fondo monetario internazionale ha calcolato anche il fabbisogno di capitale delle banche. Il punto di partenza sono le svalutazioni annunciate a fine 2008, pari a 510 miliardi di dollari negli Usa, 154 miliardi nell'Eurozona e 110 miliardi di dollari nel Regno Unito. Il capitale raccolto alla fine del 2008 è stato invece di 391 miliardi di dollari negli Usa, 243 miliardi di dollari nell'eurozona e 110 miliardi di dollari nel Regno Unito. Ma il Fondo monetario stima svalutazioni aggiuntive nel 2009 e nel 2010 per 550 miliardi di dollari negli Usa, 750 miliardi nell'eurozona e 200 miliardi di dollari nel Regno Unito. A fronte di tutto ciò, il Fondo calcola gli utili netti non distribuiti a 300 miliardi di dollari negli Stati Uniti, 600 miliardi nell'eurozona e 175 miliardi di dollari nel Regno Unito.
Continua u pagina 8
Il Fondo monetario evidenzia che il rapporto tra il capitale ordinario complessivo e le attività totali - un indicatore che gli investitori stanno gradualmente sostituendo con ratios ponderati sul rischio più sofisticati e tendenzialmente più affidabili - era del 3,7% negli Usa alla fine del 2008, ma del 2,5% nell'eurozona e del 2,1% nel Regno Unito.
Il Fondo è arrivato così alla conclusione che il capitale aggiuntivo necessario per ridurre la leva a un rapporto di 17 a 1 (o in alternativa per portare il capitale ordinario al 6% delle attività totali) ammonterebbe a 500 miliardi di dollari negli Stati Uniti, 725 miliardi nell'eurozona e 250 miliardi nel Regno Unito. Con una leva di 25 a 1, l'infusione di capitale necessaria sarebbe di 275 miliardi di dollari negli Usa, 375 miliardi di dollari nell'eurozona e 125 miliardi nel Regno Unito.
Nella terribile situazione in cui ci troviamo, le chance di raccogliere cifre di questa entità sul mercato sono prossime allo zero. Una ragione è che potrebbero addirittura essere poche. Dopo tutto, il Fondo monetario stima che le svalutazioni potenziali dei soli asset americani sono cresciute già di tre volte in appena un anno. Non sarebbe sorprendente se la cifra salisse ancora.
Inoltre, non sono queste le sole somme di cui si ha bisogno. I Governi hanno finora fornito alle banche 8.900 miliardi di dollari in finanziamenti attraverso le lending facilities, le garanzie e i piani di acquisto di asset. Ma questa cifra è pari a meno di un terzo del loro fabbisogno di finanziamento.
Il Fondo monetario, basandosi sull'assunzione che i depositi crescano in linea con il Pil nominale, stima che il refinancing gap delle banche - cioè il rifinanziamento del debito a breve all'ingrosso più le scadenze del debito a lungo termine - crescerà dai 20.700 miliardi di dollari di fine 2008 a 25.600 miliardi di dollari alla fine del 2011, pari a poco più del 60% dei loro attivi totali. Tutto ciò somiglia a una ricetta per una forte contrazione dei bilanci. Inoltre, queste cifre non tengono conto della scomparsa dei prestiti cartolarizzati attraverso il cosiddetto "shadow banking system" che ha rivestito un'importanza rilevante negli Stati Uniti.
Il Fondo monetario fornisce anche le nuove stime sui costi fiscali finali delle operazioni di salvataggio. Nella parte alta dei costi fiscali troviamo gli Usa e la Gran Bretagna, rispettivamente al 13% e al 9% del Pil. Altrove, il costo è inferiore. E per fortuna, si tratta di somme abbordabili. Anche comparandole con l'impatto avuto dalla recessione sul debito pubblico, restano somme gestibili. In ogni caso, i costi dovrebbero aumentare. Ma la probabilità più concreta è che i costi fiscali di una recessione profonda siano sostanzialmente maggiori dei costi dei salvataggi. Pensare di rifiutarsi di salvare il sistema finanziario perchè troppo oneroso è un classico caso di «risparmiare un penny per perdere una sterlina».
Una ragione migliore per rifiutarsi di salvare le banche è l'effetto controproducente sull'incentivo a una sana gestione. L'alternativa dovrebbe essere quindi la bancarotta. Jeremy Bulow della Stanford University e Paul Klemperer della Oxford University hanno creato uno schema che lo dimostra chiaramente.
Le attività più di valore di ogni istituzione finanziaria dovrebbero essere separate in una «banca-ponte», lasciando le passività (tranne i depositi) nella vecchia banca. Ai creditori verrebbero date azioni della nuova banca. I Governi potrebbero gratificare alcuni creditori fino al totale dovuto, invece di pagare tutti nella stessa misura come avviene oggi.
Opinionisti autorevoli sostengono che sarebbe meglio garantire un completo ristoro ai creditori delle istituzioni sistemicamente importanti. La logica di questo ragionamento è che sarebbe l'unico modo per prevenire ulteriore panico. L'obiezione non è il costo fiscale. È che al termine di questo processo emergerebbe una serie limitata di istituzioni «troppo grandi per fallire». I loro creditori sarebbero portati a credere intuitivamente che il loro debitore è il Governo. E questa sarebbe la strada migliore per provocare catastrofi ben più gravi in futuro.
Anche imporre ai creditori perdite pesanti è effettivamente rischioso. Probabilmente, una strada simile deve essere seguita simultaneamente ovunque. Soltanto dopo che sarà chiaro che le banche sopravvissute sono sane, allora tornerà la disponibilità a prestare loro denaro senza garanzie.
Ancora peggiore della scelta tra queste due fosche alternative è il fatto che la ripresa sarà probabilmente lenta, qualunque strada venisse percorsa. Come notava l'ultimo World Economic Outlook in un importante capitolo, le recessioni che seguono le crisi finanziarie sono più pesanti delle altre. Inoltre sono sincronizzate a livello globale. Ma ora stiamo passando attraverso una recessione globalmente sincronizzata, contestuale a una pesante crisi finanziaria che nasce dai Paesi cardine dell'economia mondiale, a cominciare dagli Usa. Questo è dunque il mix giusto per una lunga recessione e una debole ripresa.
Qualunque cosa si faccia per il sistema finanziario, la riduzione della leva (deleveraging) sarà all'ordine del giorno. La posizione della Gran Bretagna, sotto questo profilo, appare pesante. Ma anche quella degli Stati Uniti non è da meno, persino confrontandola con la situazione in Giappone negli anni 90.
Comunque sia, le autorità hanno deciso di salvare il sistema finanziario con i soldi dei contribuenti. Praticamente tutti i Paesi coinvolti dovrebbero poterselo permettere, almeno secondo le stime del Fondo monetario. A questo punto, dopo aver preso la scelta fondamentale di evitare le bancarotte, i Governi devono risanare i propri sistemi finanziari nel modo più veloce possibile.
Sarà comunque dimostrato che si tratta di una condizione necessaria ma non sufficiente per restituire all'economia un tasso di crescita robusto. La sbornia di credito rende inevitabile la riduzione della leva. Ma questo processo è a malapena cominciato. E quanti sperano che si possa tornare rapidamente a ciò che era ritenuto normale due anni fa, resteranno delusi.
Martin Wolf
 

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