[Exit strategy] ho chiesto all'INPS il riscatto della laurea

So che ci tenete ad essere aggiornati su questa pratica, amiche ed amici di InvestireOggi.
Non è successo niente di nuovo: qualche giorno fa ho visto che sul sito INPS risultano i contributi acquisiti fino a marzo 2025, quindi in teoria l'INPS potrebbero elaborare la mia richiesta e inviarmi i 44 PagoPa che il web attende con trepidazione.


Però, dato il costo / rischio di alcune soluzioni, seguendo un suggerimento di mia moglie, ho parlato con un esperto per vedere se le opzioni che avevo valutato fossero tutte quelle disponibili.
0) non faccio niente e attendo la pensione di vecchiaia
1) riscatto la laurea con il sistema misto ma non per smettere di lavorare prima (pensionamento di vecchiaia "arricchito")
2) riscatto la laurea con il sistema misto per smettere di lavorare prima (pensionamento anticipato)
3) riscatto la laurea in modalità "agevolata" (costa 6k euro all'anno) passando al contributivo ma non per smettere di lavorare prima (pensionamento di vecchiaia, con pensione falcidiata)
4) smetto di lavorare a fine ottobre 2028 e attendo la pensione di vecchiaia (in quella data la mia Yamaha Euro3 non potrà più circolare a Milano, e la vita non avrà più senso)
5) smetto di lavorare adesso e attendo la pensione di vecchiaia (questa era solo un'ipotesi di studio)



L'esperto della UIL mi ha suggerito, tra le opzioni per anticipare l'uscita rispetto alla Vecchiaia (67 anni e rotti) di valutare una cosa per me inedita: il "Computo Gestione Separata".

In pratica: i lavoratori autonomi possono andare in pensione con 64 anni di età, quindi tre anni prima dei 67 (poi diventeranno 64 e X mesi, vabbè).
In pratica bisognerebbe trovare il modo di svolgere una prestazione da autonomo che consenta il versamento di una data cifra minima non al Fondo del Lavoratori Dipendenti, bensì ad una Gestione Separata.
Dovrebbe bastare una fattura da poche centinaia di euro (trovando un committente).

Dopodiché, a 64 anni, dovrei chiedere di fare confluire i miei cospicui contributi da lavoratore dipendente nella Gestione Separata, e a quel punto riuscirei ad ottenere un anticipo (di 3 anni) rispetto alla pensione di vecchiaia senza dover fare un riscatto degli anni di laurea né con il metodo misto (che mi costerebbe un botto) né passando al contributivo (il riscatto costerebbe molto meno, ma causerebbe una falcidia delle pensioni future).

Però anche questa opzione ha degli effetti collaterali: oltre ad anticipare di 3 anni anziché di circa 4, nel periodo che intercorre tra quando andrei in pensione (a 64 anni, diciamo) e quando maturerei il diritto alla pensione di vecchiaia (67 anni, diciamo), la pensione sarebbe limitata.
E questo limite, circa 3mila euro lordi, è notevole, considerando l'ENORME MASSA DI DENARO che l'INPS ha ricevuto dai miei datori di lavoro.
In pratica, per 3 anni, ogni mese "perderei" la differenza tra la potenziale pensione da lavoro dipendente (5, 10, 15mila euro: scegliete voi, ché io sono troppo timido per scriverlo) e il cap di 3k euro.
Poi con il "Computo Gestione Separata" ci sarebbe una ulteriore decurtazione dai 67 anni in poi, ma secondo l'esperto dovrebbe trattarsi di poche centinaia di euro (che su un lordo di 6, 12 o 18mila euro sono meno "pesanti").

Alla fine, nel foglio di Google Fogli opportunamente arricchito, l'opzione
6) trovo un committente, apro una partita IVA, faccio una fattura, verso i contributi alla Gestione Separata, e infine riunifico le mie due posizioni
comporta, per un lavoratore "ricco" come me, un saldo tra entrate previste future (pensioni) e uscite previste future (eventuali riscatti) svantaggioso (rispetto al riscatto con il metodo misto) all'incirca come il riscatto agevolato con passaggio al sistema contributivo. Nessuno regala niente.
Magari potrebbe essere un'opzione utile per chi è "relativamente ricco" o quanto meno è stato un benefattore per l'INPS, ma non ha i quattrini nemmeno per riscattare 3 o 4 anni di laurea.


Pertanto, ad oggi, rimane in pista l'opzione 2, pur se costosa nel breve termine e ovviamente rischiosa: è possibile che nel giro di qualche anno arrivi la Troika e
1) abolisca le pensioni di anzianità, e/o
2) istituisca un limite di importo assoluto per le pensioni di ogni genere, a beneficio di chi non ha mai versato nulla all'INPS e che deve (deve?) essere comunque mantenuto a spese mie.

ho scoperto una cosa che non sapevo.
In pratica, se uno ha versato almeno 15 anni di contributi di cui 3 anni negli ultimi 5, e muore prima di essere diventato un pensionato, se non ho capito male la sua coniuge ha eventualmente diritto ad una pensione "indiretta".
Quindi se, ad esempio, io schiatto oggi, nel momento in cui avrei raggiunto i requisiti per la pensione di vecchiaia (es. 2035) la mia coniuge (se nel frattempo non si è risposata) avrà diritto alla reversibilità.

Ultimo aggiornamento: chiedendo se avevo capito bene il tema della pensione indiretta, l'Esperto mi ha spiegato che non è come avevo inteso io.
In pratica, se io oggi vengo investito da un TIR, avendo versato almeno 20 di contributi E avendo versato almeno 3 anni negli ultimi 5, mia moglie percepirebbe da subito (e non dal momento in cui avrei compiuto 67 anni) una pensione di reversibilità.
Io gliel'ho detto ma, anche se a questo punto era conveniente, lei non mi ha ucciso. Per ora.
 
So che ci tenete ad essere aggiornati su questa pratica, amiche ed amici di InvestireOggi.
Non è successo niente di nuovo: qualche giorno fa ho visto che sul sito INPS risultano i contributi acquisiti fino a marzo 2025, quindi in teoria l'INPS potrebbero elaborare la mia richiesta e inviarmi i 44 PagoPa che il web attende con trepidazione.


Però, dato il costo / rischio di alcune soluzioni, seguendo un suggerimento di mia moglie, ho parlato con un esperto per vedere se le opzioni che avevo valutato fossero tutte quelle disponibili.
0) non faccio niente e attendo la pensione di vecchiaia
1) riscatto la laurea con il sistema misto ma non per smettere di lavorare prima (pensionamento di vecchiaia "arricchito")
2) riscatto la laurea con il sistema misto per smettere di lavorare prima (pensionamento anticipato)
3) riscatto la laurea in modalità "agevolata" (costa 6k euro all'anno) passando al contributivo ma non per smettere di lavorare prima (pensionamento di vecchiaia, con pensione falcidiata)
4) smetto di lavorare a fine ottobre 2028 e attendo la pensione di vecchiaia (in quella data la mia Yamaha Euro3 non potrà più circolare a Milano, e la vita non avrà più senso)
5) smetto di lavorare adesso e attendo la pensione di vecchiaia (questa era solo un'ipotesi di studio)



L'esperto della UIL mi ha suggerito, tra le opzioni per anticipare l'uscita rispetto alla Vecchiaia (67 anni e rotti) di valutare una cosa per me inedita: il "Computo Gestione Separata".

In pratica: i lavoratori autonomi possono andare in pensione con 64 anni di età, quindi tre anni prima dei 67 (poi diventeranno 64 e X mesi, vabbè).
In pratica bisognerebbe trovare il modo di svolgere una prestazione da autonomo che consenta il versamento di una data cifra minima non al Fondo del Lavoratori Dipendenti, bensì ad una Gestione Separata.
Dovrebbe bastare una fattura da poche centinaia di euro (trovando un committente).

Dopodiché, a 64 anni, dovrei chiedere di fare confluire i miei cospicui contributi da lavoratore dipendente nella Gestione Separata, e a quel punto riuscirei ad ottenere un anticipo (di 3 anni) rispetto alla pensione di vecchiaia senza dover fare un riscatto degli anni di laurea né con il metodo misto (che mi costerebbe un botto) né passando al contributivo (il riscatto costerebbe molto meno, ma causerebbe una falcidia delle pensioni future).

Però anche questa opzione ha degli effetti collaterali: oltre ad anticipare di 3 anni anziché di circa 4, nel periodo che intercorre tra quando andrei in pensione (a 64 anni, diciamo) e quando maturerei il diritto alla pensione di vecchiaia (67 anni, diciamo), la pensione sarebbe limitata.
E questo limite, circa 3mila euro lordi, è notevole, considerando l'ENORME MASSA DI DENARO che l'INPS ha ricevuto dai miei datori di lavoro.
In pratica, per 3 anni, ogni mese "perderei" la differenza tra la potenziale pensione da lavoro dipendente (5, 10, 15mila euro: scegliete voi, ché io sono troppo timido per scriverlo) e il cap di 3k euro.
Poi con il "Computo Gestione Separata" ci sarebbe una ulteriore decurtazione dai 67 anni in poi, ma secondo l'esperto dovrebbe trattarsi di poche centinaia di euro (che su un lordo di 6, 12 o 18mila euro sono meno "pesanti").

Alla fine, nel foglio di Google Fogli opportunamente arricchito, l'opzione
6) trovo un committente, apro una partita IVA, faccio una fattura, verso i contributi alla Gestione Separata, e infine riunifico le mie due posizioni
comporta, per un lavoratore "ricco" come me, un saldo tra entrate previste future (pensioni) e uscite previste future (eventuali riscatti) svantaggioso (rispetto al riscatto con il metodo misto) all'incirca come il riscatto agevolato con passaggio al sistema contributivo. Nessuno regala niente.
Magari potrebbe essere un'opzione utile per chi è "relativamente ricco" o quanto meno è stato un benefattore per l'INPS, ma non ha i quattrini nemmeno per riscattare 3 o 4 anni di laurea.


Pertanto, ad oggi, rimane in pista l'opzione 2, pur se costosa nel breve termine e ovviamente rischiosa: è possibile che nel giro di qualche anno arrivi la Troika e
1) abolisca le pensioni di anzianità, e/o
2) istituisca un limite di importo assoluto per le pensioni di ogni genere, a beneficio di chi non ha mai versato nulla all'INPS e che deve (deve?) essere comunque mantenuto a spese mie.



Ultimo aggiornamento: chiedendo se avevo capito bene il tema della pensione indiretta, l'Esperto mi ha spiegato che non è come avevo inteso io.
In pratica, se io oggi vengo investito da un TIR, avendo versato almeno 20 di contributi E avendo versato almeno 3 anni negli ultimi 5, mia moglie percepirebbe da subito (e non dal momento in cui avrei compiuto 67 anni) una pensione di reversibilità.
Io gliel'ho detto ma, anche se a questo punto era conveniente, lei non mi ha ucciso. Per ora.
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Di TEOFILATTO - Opera propria, CC BY
 

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