giuseppe.d'orta
Forumer storico
Con l'approvazione della finanziaria (entro fine anno) e l'emanazione dell'ultimo decreto sulla previdenza integrativa, il decollo dei fondi pensione è ormai segnato.
Nel complesso, il quadro normativo tutela sufficientemente i lavoratori, ma anche in questo campo, come più in generale nel campo degli investimenti finanziari, nessuna norma può sostituirsi alla necessità di informarsi correttamente in merito alle scelte in materia di investimenti finanziari, che siano o meno collegati con la propria pensione.
Le norme prevedono una serie di obblighi informativi molti stringenti. Ottimo, ma quanti lavoratori si prenderanno la briga di leggersi i regolamenti ed i prospetti informativi dei fondi pensione?
Le prime avvisaglie sono, a dir poco, molto negative.
Dai commenti e dalle domande dei nostri lettori, nonché dall'esperienza diretta che abbiamo tutti i giorni, vediamo che i lavoratori sono (e saranno sempre di più nei prossimi sei/sette mesi) bombardati da informazioni parziali e scorrette.
Da una parte ci sono i sindacati che spingono per la sottoscrizione dei loro fondi pensione.
Ascoltando il contenuto delle riunioni "informative" promosse dai sindacati, vengono i brividi. Ho partecipato direttamente ad alcune di queste riunioni ed ogni volta (sarà stato un caso?) il sindacalista di turno ha dato informazioni profondamente sbagliate sul funzionamento dei fondi pensione (in particolare circa la possibilità di riprendere il capitale) ed ha sempre e solo parlato del proprio fondo pensione come unica alternativa.
Dall'altra parte, ci sono (e ci saranno sempre di più) una pletora di venditori che spingeranno per fare accordi aziendali che prevedano il trasferimento del TRF aziendale verso i propri prodotti.
Se i sindacalisti potranno fare un po' di danni, questi venditori rischiano di riproporre in Italia lo scandalo che ha sconvolto l'Inghilterra nella metà degli anni '90 (si veda, in proposito l'articolo già pubblicato: http://www.investireoggi.it/io/canali/Risparmio/index.php?pag_id=63&p_id=428822 )
Ci giungono già notizie di accordi fra società assicuratrici e aziende per indurle a "convincere" i propri lavoratori a trasferire il loro TFR nei propri prodotti.
Alcuni di questi accordi, secondo quanto ci è stato riferito, prevedono il versamento della quota di spettanza dell'azienda da parte della compagnia assicuratrice.
Ovviamente, i prodotti nei quali finirebbero i soldi dei lavoratori (con questi accordi) sono costosissimi e inefficienti, ma la maggior parte di loro non lo saprà fino a quando non andrà in pensione.
Ancora una volta, l'unica arma veramente efficace nelle mani dei risparmiatori è quella dell'informazione. I prossimi sei/sette mesi saranno molto importanti. E' fondamentale che ogni lavoratore, prima di scegliere, abbia molto chiaro: 1) il funzionamento dei fondi pensione (in particolare riguardo l'erogazione delle prestazioni) 2) i rischi collegati alla tipologia di investimenti finanziari scelta e 3) i costi diretti o indiretti degli stessi.
Sappiamo che la maggioranza dei lavoratori sceglierà in maniera inconsapevole, speriamo che i lettori di Aduc Investire Informati possano costituire una piccola, ma significativa eccezione.
Nel complesso, il quadro normativo tutela sufficientemente i lavoratori, ma anche in questo campo, come più in generale nel campo degli investimenti finanziari, nessuna norma può sostituirsi alla necessità di informarsi correttamente in merito alle scelte in materia di investimenti finanziari, che siano o meno collegati con la propria pensione.
Le norme prevedono una serie di obblighi informativi molti stringenti. Ottimo, ma quanti lavoratori si prenderanno la briga di leggersi i regolamenti ed i prospetti informativi dei fondi pensione?
Le prime avvisaglie sono, a dir poco, molto negative.
Dai commenti e dalle domande dei nostri lettori, nonché dall'esperienza diretta che abbiamo tutti i giorni, vediamo che i lavoratori sono (e saranno sempre di più nei prossimi sei/sette mesi) bombardati da informazioni parziali e scorrette.
Da una parte ci sono i sindacati che spingono per la sottoscrizione dei loro fondi pensione.
Ascoltando il contenuto delle riunioni "informative" promosse dai sindacati, vengono i brividi. Ho partecipato direttamente ad alcune di queste riunioni ed ogni volta (sarà stato un caso?) il sindacalista di turno ha dato informazioni profondamente sbagliate sul funzionamento dei fondi pensione (in particolare circa la possibilità di riprendere il capitale) ed ha sempre e solo parlato del proprio fondo pensione come unica alternativa.
Dall'altra parte, ci sono (e ci saranno sempre di più) una pletora di venditori che spingeranno per fare accordi aziendali che prevedano il trasferimento del TRF aziendale verso i propri prodotti.
Se i sindacalisti potranno fare un po' di danni, questi venditori rischiano di riproporre in Italia lo scandalo che ha sconvolto l'Inghilterra nella metà degli anni '90 (si veda, in proposito l'articolo già pubblicato: http://www.investireoggi.it/io/canali/Risparmio/index.php?pag_id=63&p_id=428822 )
Ci giungono già notizie di accordi fra società assicuratrici e aziende per indurle a "convincere" i propri lavoratori a trasferire il loro TFR nei propri prodotti.
Alcuni di questi accordi, secondo quanto ci è stato riferito, prevedono il versamento della quota di spettanza dell'azienda da parte della compagnia assicuratrice.
Ovviamente, i prodotti nei quali finirebbero i soldi dei lavoratori (con questi accordi) sono costosissimi e inefficienti, ma la maggior parte di loro non lo saprà fino a quando non andrà in pensione.
Ancora una volta, l'unica arma veramente efficace nelle mani dei risparmiatori è quella dell'informazione. I prossimi sei/sette mesi saranno molto importanti. E' fondamentale che ogni lavoratore, prima di scegliere, abbia molto chiaro: 1) il funzionamento dei fondi pensione (in particolare riguardo l'erogazione delle prestazioni) 2) i rischi collegati alla tipologia di investimenti finanziari scelta e 3) i costi diretti o indiretti degli stessi.
Sappiamo che la maggioranza dei lavoratori sceglierà in maniera inconsapevole, speriamo che i lettori di Aduc Investire Informati possano costituire una piccola, ma significativa eccezione.