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Alitalia, sindacati colpiti dal fascino degli abissi
Di Alberto Sisto
ROMA (Reuters) - A Jean-Cyril Spinetta, presidente di Air France (Parigi: FR0000031122 - notizie) -Klm, evidentemente non piace il poker. E così il numero uno della più grande compagnia del mondo davanti alla proposta dei sindacati italiani -- che gli hanno chiesto di lasciar perdere il piano industriale e rinviare nel tempo la ristrutturazione di Alitalia offrendo in cambio una nuova iniezione di soldi pubblici da affiancare al miliardo di euro francese -- ha preferito non andare a vedere il bluff, alzarsi dal tavolo e salutare i presenti, lasciando sgomenti i sindacalisti italiani.
Si è interrotta così, ieri sera, la trattativa fra la compagnia franco-olandese e le 8 organizzazioni dei dipendenti di Alitalia sull'integrazione dei due gruppi.
Abituati a controparti pubbliche sempre disposte a seguirli in tutte le loro articolazioni psicologiche, ieri i sindacalisti hanno pensato di poter continuare a ragionare in grande.
Noi, hanno detto più volte nel corso della giornata, vogliamo fare un accordo che sia anche una politica per il trasporto aereo italiano e opporci "a chi si vuole comprare il mercato".
Poi, a giochi fatti, hanno detto: "Adesso la palla è nelle mani del governo e del ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa che è l'azionista e deve pensare ad un piano stand alone". Spiazzati dalla reazione del manager francese e non sapendo più cosa dire hanno pensato di passare la mano come se nulla fosse.
Che le cose si sarebbero messe male lo si era capito già l'altroieri, martedì primo aprile.
Cgil e Cisl avevano smentito le indiscrezioni di stampa che parlavano delle significative correzioni fatte da Spinetta alla sua seconda offerta: anticipo dell'avvio del rinnovo della flotta, disponibilità a rinviare a settembre del 2009 la decisione sulla chiusura del cargo affidandola ad una valutazione esterna, infine la possibilità di considerare il mantenimento delle attività di manutenzione svolte dall'AtiTech di Napoli all'interno del gruppo. Insomma altri 1.600 lavoratori mantenuti in produzione e all'interno del gruppo: un bel passo avanti rispetto alla proposta iniziale.
Ma per i leader sindacali queste aperture non esistevano e comunque andavano considerate superate. E così il giorno dopo, entrando alla riunione con Air France-Klm, Mauro Rossi segretario nazionale della Filt Cgil dichiarava: "Non vogliamo discutere di semplici limature, stiamo pensando ad un ragionamento diverso".
EUFORIA DA ABISSI
La proposta sindacale in realtà di diverso e nuovo ha ben poco. Ripropone la strada di tutte le altre proposte di questi anni che hanno consentito ad Alitalia di ottenere credito pubblico senza doversi ristrutturare. Soldi freschi subito, "perché non si può trattare con il ricatto del fallimento", e poi si discute di ristrutturazione.
Il contropiano sindacale prevede una nuova iniezione di risorse pubbliche attraverso il portafoglio di Fintecna. La società, controllata dal Tesoro (NYSE: TSO - notizie) , dovrebbe affiancare Air France-Klm nell'aumento di capitale di Alitalia, con "200/300 milioni" secondo un sindacalista di Sdl (Londra: SDL.L - notizie) .
In pratica lo stato si dovrebbe accollare il costo delle perdite frutto del protrarsi nel tempo del mantenimento dello status quo.
Un'offerta che deve essere suonata irreale, o quasi offensiva, al numero uno del gruppo franco-olandese visto che arrivava dopo quattro giorni di trattative, mesi di lavoro per predisporre un piano industriale, due rilanci migliorativi e ultimo ma non meno importante la promessa di un congruo aumento di capitale. Tutte cose ignorate dal documento steso dai vertici delle 8 organizzazioni dei lavoratori.
Secondo un sindacalista, che ha partecipato alla stesura della proposta conclusiva del sindacato, la responsabilità dell'accaduto è anche la conseguenza della competizione che si è aperta nel sindacato confederale.
"Con l'uscita dalla trattativa della UilT", ha raccontato, "la Fit Cisl e la Filt-Cgil, non hanno voluto fare la figura di quelli che svendevano la compagnia ai francesi. E così hanno giocato al rialzo e tutti gli altri si sono messi al seguito. Mentre predisponevamo il piano era un continuo gioco al rialzo". Un po' come capita ai quei sub colpiti dal fascino degli abissi: continuano a scendere e poi non riescono più a tornare su.
E' probabile che sul comportamento dei sindacati abbia influito anche la campagna elettorale e le lusinghe di nuove e possibili proposte italiane.
Non si capisce però perché queste dovrebbero essere migliori di quella targata Spinetta, visto che arriveranno ad un'azienda che nel frattempo avrà bruciato altra liquidità e dalla quale i fornitori stanno incominciando a prendere le distanze come spiega ancora il sindacalista: "Le prenotazioni dei tour operator per l'estate sono calate del 50% rispetto all'anno scorso". E così anche se si va verso la buona stagione, che di solito riduce il drenaggio di fondi di Alitalia, l'estate del 2008 sarà per la compagnia aerea un dramma".
IL DILEMMA DEL GOVERNO
Oggi il governo dovrà decidere se avviare al commissariamento Alitalia, aspettare che si materializzino eventuali nuove offerte oppure cercare di capire con i sindacati se ci sono gli spazi per provare a riaprire il dialogo con i franco-olandesi, fatto che prevede ovviamente se non un'abiura almeno un deciso ripensamento da parte del sindacato.
Ieri sera, dopo che Spinetta, aveva abbandonato il tavolo, Fabrizio Solari numero uno della Filt-Cgil, ha detto ai suoi compagni di cordata: "Una cosa è chiara: quando fallisce una trattativa come questa, la colpa è di tutti".
Ma di ben altro tenore è stata la dichiarazione del responsabile della Cgil, Guglielmo Epifani, il quale ha continuato a bollare come irricevibile la proposta francese.
Da vedere anche cosa faranno i lavoratori che nei giorni scorsi hanno dato primi segnali di insofferenza verso la leadership sindacale che in Alitalia non raggiunge il 50% della forza lavoro.
Nei giorni scorsi a Prato è arrivata una lettera di 700 dipendenti che lo invitavano ad andare avanti con Spinetta.
Si vedrà.
Lo scontro in Consiglio dei ministri, è prevedibile, sarà durissimo, perché a complicare la situazione ci sono altri due fatti.
Primo la ripresa di peso della politica sull'azienda. Con la partenza di Air France-Klm, Alitalia atterrerà con fragore nella campagna elettorale. E forse solo il commissariamento potrebbe tenere la politica fuori dalla gestione dell'azienda. Ma c'è da fare i conti anche con un'altra evidenza: quale compratore sarà disposto a scendere in campo per vedersela con un sindacato che ha fatto scappare prima Lufthansa (Xetra: 823212 - notizie) e poi Air France-Klm?
Secondo, le dimissioni di Prato. Uno dei pochi manager che non è rimasto con le mani in mano e che si è opposto con determinazione alle richieste dei politici di far continuare a naufragare Alitalia con piani industriali privi di senso economico e commerciale. Alitalia è maledetta, ha detto, commentando la rottura delle trattative con i francesi "servirebbe un esorcista", lasciando ben capire quale possa essere il futuro della compagnia. Ma forse non basterebbe.
L'Italia non può rimanere impiccata alle pretese egoistiche di 2000-3000 persone. Creino una società cooperativa e acquistino Alitalia. Io come cittadino italiano mi auguro il fallimento della compagnia e non sono disposto a versare un centesimo a favore di chi approfitta della generalità.
Alitalia è in miniatura il simbolo delle conventicole egoiste e approfittatrici che dominano in Italia. Basta.
Saluti
Di Alberto Sisto
ROMA (Reuters) - A Jean-Cyril Spinetta, presidente di Air France (Parigi: FR0000031122 - notizie) -Klm, evidentemente non piace il poker. E così il numero uno della più grande compagnia del mondo davanti alla proposta dei sindacati italiani -- che gli hanno chiesto di lasciar perdere il piano industriale e rinviare nel tempo la ristrutturazione di Alitalia offrendo in cambio una nuova iniezione di soldi pubblici da affiancare al miliardo di euro francese -- ha preferito non andare a vedere il bluff, alzarsi dal tavolo e salutare i presenti, lasciando sgomenti i sindacalisti italiani.
Si è interrotta così, ieri sera, la trattativa fra la compagnia franco-olandese e le 8 organizzazioni dei dipendenti di Alitalia sull'integrazione dei due gruppi.
Abituati a controparti pubbliche sempre disposte a seguirli in tutte le loro articolazioni psicologiche, ieri i sindacalisti hanno pensato di poter continuare a ragionare in grande.
Noi, hanno detto più volte nel corso della giornata, vogliamo fare un accordo che sia anche una politica per il trasporto aereo italiano e opporci "a chi si vuole comprare il mercato".
Poi, a giochi fatti, hanno detto: "Adesso la palla è nelle mani del governo e del ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa che è l'azionista e deve pensare ad un piano stand alone". Spiazzati dalla reazione del manager francese e non sapendo più cosa dire hanno pensato di passare la mano come se nulla fosse.
Che le cose si sarebbero messe male lo si era capito già l'altroieri, martedì primo aprile.
Cgil e Cisl avevano smentito le indiscrezioni di stampa che parlavano delle significative correzioni fatte da Spinetta alla sua seconda offerta: anticipo dell'avvio del rinnovo della flotta, disponibilità a rinviare a settembre del 2009 la decisione sulla chiusura del cargo affidandola ad una valutazione esterna, infine la possibilità di considerare il mantenimento delle attività di manutenzione svolte dall'AtiTech di Napoli all'interno del gruppo. Insomma altri 1.600 lavoratori mantenuti in produzione e all'interno del gruppo: un bel passo avanti rispetto alla proposta iniziale.
Ma per i leader sindacali queste aperture non esistevano e comunque andavano considerate superate. E così il giorno dopo, entrando alla riunione con Air France-Klm, Mauro Rossi segretario nazionale della Filt Cgil dichiarava: "Non vogliamo discutere di semplici limature, stiamo pensando ad un ragionamento diverso".
EUFORIA DA ABISSI
La proposta sindacale in realtà di diverso e nuovo ha ben poco. Ripropone la strada di tutte le altre proposte di questi anni che hanno consentito ad Alitalia di ottenere credito pubblico senza doversi ristrutturare. Soldi freschi subito, "perché non si può trattare con il ricatto del fallimento", e poi si discute di ristrutturazione.
Il contropiano sindacale prevede una nuova iniezione di risorse pubbliche attraverso il portafoglio di Fintecna. La società, controllata dal Tesoro (NYSE: TSO - notizie) , dovrebbe affiancare Air France-Klm nell'aumento di capitale di Alitalia, con "200/300 milioni" secondo un sindacalista di Sdl (Londra: SDL.L - notizie) .
In pratica lo stato si dovrebbe accollare il costo delle perdite frutto del protrarsi nel tempo del mantenimento dello status quo.
Un'offerta che deve essere suonata irreale, o quasi offensiva, al numero uno del gruppo franco-olandese visto che arrivava dopo quattro giorni di trattative, mesi di lavoro per predisporre un piano industriale, due rilanci migliorativi e ultimo ma non meno importante la promessa di un congruo aumento di capitale. Tutte cose ignorate dal documento steso dai vertici delle 8 organizzazioni dei lavoratori.
Secondo un sindacalista, che ha partecipato alla stesura della proposta conclusiva del sindacato, la responsabilità dell'accaduto è anche la conseguenza della competizione che si è aperta nel sindacato confederale.
"Con l'uscita dalla trattativa della UilT", ha raccontato, "la Fit Cisl e la Filt-Cgil, non hanno voluto fare la figura di quelli che svendevano la compagnia ai francesi. E così hanno giocato al rialzo e tutti gli altri si sono messi al seguito. Mentre predisponevamo il piano era un continuo gioco al rialzo". Un po' come capita ai quei sub colpiti dal fascino degli abissi: continuano a scendere e poi non riescono più a tornare su.
E' probabile che sul comportamento dei sindacati abbia influito anche la campagna elettorale e le lusinghe di nuove e possibili proposte italiane.
Non si capisce però perché queste dovrebbero essere migliori di quella targata Spinetta, visto che arriveranno ad un'azienda che nel frattempo avrà bruciato altra liquidità e dalla quale i fornitori stanno incominciando a prendere le distanze come spiega ancora il sindacalista: "Le prenotazioni dei tour operator per l'estate sono calate del 50% rispetto all'anno scorso". E così anche se si va verso la buona stagione, che di solito riduce il drenaggio di fondi di Alitalia, l'estate del 2008 sarà per la compagnia aerea un dramma".
IL DILEMMA DEL GOVERNO
Oggi il governo dovrà decidere se avviare al commissariamento Alitalia, aspettare che si materializzino eventuali nuove offerte oppure cercare di capire con i sindacati se ci sono gli spazi per provare a riaprire il dialogo con i franco-olandesi, fatto che prevede ovviamente se non un'abiura almeno un deciso ripensamento da parte del sindacato.
Ieri sera, dopo che Spinetta, aveva abbandonato il tavolo, Fabrizio Solari numero uno della Filt-Cgil, ha detto ai suoi compagni di cordata: "Una cosa è chiara: quando fallisce una trattativa come questa, la colpa è di tutti".
Ma di ben altro tenore è stata la dichiarazione del responsabile della Cgil, Guglielmo Epifani, il quale ha continuato a bollare come irricevibile la proposta francese.
Da vedere anche cosa faranno i lavoratori che nei giorni scorsi hanno dato primi segnali di insofferenza verso la leadership sindacale che in Alitalia non raggiunge il 50% della forza lavoro.
Nei giorni scorsi a Prato è arrivata una lettera di 700 dipendenti che lo invitavano ad andare avanti con Spinetta.
Si vedrà.
Lo scontro in Consiglio dei ministri, è prevedibile, sarà durissimo, perché a complicare la situazione ci sono altri due fatti.
Primo la ripresa di peso della politica sull'azienda. Con la partenza di Air France-Klm, Alitalia atterrerà con fragore nella campagna elettorale. E forse solo il commissariamento potrebbe tenere la politica fuori dalla gestione dell'azienda. Ma c'è da fare i conti anche con un'altra evidenza: quale compratore sarà disposto a scendere in campo per vedersela con un sindacato che ha fatto scappare prima Lufthansa (Xetra: 823212 - notizie) e poi Air France-Klm?
Secondo, le dimissioni di Prato. Uno dei pochi manager che non è rimasto con le mani in mano e che si è opposto con determinazione alle richieste dei politici di far continuare a naufragare Alitalia con piani industriali privi di senso economico e commerciale. Alitalia è maledetta, ha detto, commentando la rottura delle trattative con i francesi "servirebbe un esorcista", lasciando ben capire quale possa essere il futuro della compagnia. Ma forse non basterebbe.
L'Italia non può rimanere impiccata alle pretese egoistiche di 2000-3000 persone. Creino una società cooperativa e acquistino Alitalia. Io come cittadino italiano mi auguro il fallimento della compagnia e non sono disposto a versare un centesimo a favore di chi approfitta della generalità.
Alitalia è in miniatura il simbolo delle conventicole egoiste e approfittatrici che dominano in Italia. Basta.
Saluti