Di Pietro propone nuova aliquota al 25% sui capital gain

Visto che mi sono un'attimo documentato, ho trovato conferma alla mia ipotesi e cioè che i grossi il capital gain cmq non lo pagano....

PEX (Tremonti 2004)

"La participation exemption consente di non far concorrere alla formazione del reddito imponibile una parte delle plusvalenze realizzate da società di capitali (art. 87 TUIR) in sede di cessione di partecipazioni sociali.
Per effetto del rinvio contenuto nell'articolo 58, comma 2, del nuovo TUIR, tale istituto, trova parziale applicazione anche nei confronti delle società di persone (società in nome collettivo, in accomandita semplice e ad esse assimilate) e persone fisiche titolari di reddito d'impresa, a condizione che il reddito di impresa sia determinato in regime di contabilità ordinaria (per obbligo o per opzione). "


Quindi i vari Ricucci, Tronchetti e compagnia bella il capital gain al 12,5% non l'hanno mai pagato e se lo aumentassero al 20% continuerebbero a non pagarlo.
Bravo Di Pietro continuiamo con il populismo.....
Aboliamo sta PEX, i paradisi fiscali e i privilegi delle lobby poi si può anche parlare di alzare la tassazione sulle rendite.
 
Guarda che la pex ha forti limitazioni di utilizzo. Un paio di copia e incolla:

Affinché la plusvalenza sia esente è necessario che si verifichino le seguenti condizioni:
1. la partecipazione deve essere detenuta ininterrottamente dal primo giorno del dodicesimo mese precedente quello dell’avvenuta cessione (quindi, per un periodo mai inferiore ad un anno);
2. le partecipazioni devono essere riconducibili alla categoria di immobilizzazioni finanziarie e classificate come tali nel primo bilancio chiuso del periodo di possesso (l’eventuale successiva iscrizione nell'attivo circolante dello stato patrimoniale non fa venire meno l'esenzione, mentre, al contrario, è esclusa tale possibilità se nel primo bilancio chiuso del periodo di possesso la partecipazione è stata iscritta tra il circolante dell'attivo patrimoniale, anche se in seguito viene iscritta tra le immobilizzazioni finanziarie);
3. la società partecipata deve svolgere un’effettiva attività commerciale [i requisiti perché società non vengano considerate "di comodo" sono all'art. 30, l. 724/1994] (almeno che non si tratti di società i cui titoli sono quotati nei mercati regolamentati) e risiedere in un paese diverso da quelli a regime fiscale privilegiato (cioè dei paesi inseriti nella cosiddetta “black list”) o, in alternativa, deve dimostrare, attraverso istanza d’interpello, che sin dall’inizio del periodo di possesso dalle partecipazioni non è stato conseguito l’effetto di localizzare i redditi in un paese in cui gli stessi sono sottoposti a tassazione privilegiata.
Al momento del realizzo i requisiti di cui al punto 3 devono sussistere ininterrottamente sin dall’inizio del terzo periodo d’imposta anteriore al realizzo stesso.
Inoltre prima erano previste deduzioni poi tolte:

Contestualmente all’introduzione della citata esenzione, è stata prevista l’indeducibilità:
- delle svalutazioni di partecipazioni comunque classificate;
- delle minusvalenze realizzate nel caso di cessione della partecipazione in società con o senza personalità giuridica rientrante nel regime di participation exemption (art. 101 del Tuir);
- dei costi direttamente connessi con la cessione delle citate partecipazioni. Qualora, nel calcolo della plusvalenza, tali costi non siano stati compresi tra gli “oneri accessori di diretta imputazione”, la loro indeducibilità non potrà che avvenire in sede di dichiarazione dei redditi mediante una variazione in aumento del reddito d’esercizio (comma 5 dell'articolo 109 del Tuir).

Salute :)
 
Laurea o non laurea, ello, imperterrito riuscirà certo a trovar il modo di far pagare chi deve pagare e di far pagare il giusto a chi deve pagare il giusto uhahahahhahah, lo so lo so che il cntadino vi spaventa a tutti uahhahahahahahahahahhahhahah.....evviva tonino il contadino!!!!
Tonino mietili a tutti mietiliiiiiii!!!!!!!:V
 
:ciao:



L'inchiesta di Brescia [modifica]
Dopo questi anni da protagonista della magistratura italiana, sono partite contro di lui diverse indagini giudiziarie, tutte risolte in assoluzioni piene o archiviazioni. Nel 1995 viene indagato dal sostituto procuratore di Brescia Fabio Salamone, ipotizzando reati di concussione e abuso d'ufficio in seguito a dichiarazioni rese dal generale Cerciello (sotto accusa in un processo sulla corruzione della guardia di finanza)[10], ma il giudice per le indagini preliminari archivia il procedimento[11].
Una seconda indagine viene aperta sempre a Brescia sulla base di affermazioni dall'avvocato Carlo Taormina (allora difensore del generale Cerciello) [12][13], la testimonianza di Giancarlo Gorrini e dossier anonimi su presunti traffici illeciti tra l'ex pm e una società di assicurazioni[14]. L'inchiesta successivamente prende una strada completamente diversa e il pm Salamone arriva ad ipotizzare un complotto finalizzato a far dimettere Di Pietro per mezzo di ricatti e dossier anonimi. Per fare luce sulla vicenda il pm interroga gli ispettori ministeriali Dinacci e De Biase, i ministri Alfredo Biondi[15], Cesare Previti[16] e il presidente del consiglio Silvio Berlusconi[17], mentre suo fratello Paolo viene indagato per estorsione[18]. Secondo le ricostruzioni dei pm tutto sarebbe iniziato dopo che fu recapitato a Silvio Berlusconi un invito a comparire dalla procura di Milano il 21 novembre 1994: Previti avrebbe telefonato all'ispettore ministeriale Dinacci e l'avrebbe messo in contatto con Gorrini il quale si sarebbe presentato lo stesso giorno all'ispettorato per presentare le sue documentazioni contro Di Pietro. Questo avveniva il 23 novembre 1994. Il 29 il ministro Alfredo Biondi ha ordinato di aprire l'inchiesta su Di Pietro. Il 6 dicembre Di Pietro annuncia le dimissioni ed il 10 l'inchiesta viene archiviata. È allora che Salamone mette sotto controllo diversi telefoni e dalle telefonate di Gorrini sulla vicenda emerge il nome di Paolo Berlusconi, suo conoscente e l'incriminazione per lo stesso[19]. Successivamente vengono incriminati anche Cesare Previti, Sergio Cusani per estorsione[20] e lo stesso Silvio Berlusconi per estorsione ed attentato ai diritti politici del cittadino[21]. In questa inchiesta emerge l'esistenza di un dossier del SISDE su Di Pietro chiamato "Achille"[22][23].
Dopo le indagini si arriva ad un processo con imputati Previti, Paolo Berlusconi e gli ispettori ministeriali che indagarono sul Di Pietro. Il 18 ottobre 1996, mentre è ancora in corso il processo sul presunto complotto contro Di Pietro, la procura generale di Brescia rimuove dall'incarico i pm Salamone e Bonfigli per una presunta "grave inimicizia" con Di Pietro (che comunque non era imputato) che "giunge al livello di pervicace odio privato[24]". Il successivo ricorso in cassazione di Salamone contro la decisione della procura viene respinto[25]. Il 21 gennaio 1997 il procuratore che sostiene la pubblica accusa in sostituzione di Salamone (Raimondo Giustozzi) rinuncia ad interrogare i testimoni convocati dall'accusa e chiede subito l'assoluzione per tutti gli imputati [26]. Istanza che viene accolta dal giudice.

Aspetti controversi [modifica]
Anche se ha sostenuto l'importanza di candidare solo persone che non sono mai state condannate dalla giustizia, il suo partito, Italia dei Valori, ha candidato uomini come Pancho Pardi, ex sostenitore del movimento della sinistra extraparlamentare Potere operaio, condannato ad un mese di carcere per "Manifestazione non autorizzata"[51]. Tuttavia già prima di candidarsi con l'IDV si era dissociato pubblicamente da tale passato violento.[51]
Antonio Di Pietro da molti anni viene aspramente criticato per la gestione personalistica e familistica del suo partito Italia Dei Valori. Tra i più critici il quotidiano Il Giornale, la rivista Panorama (entrambi di proprietà della famiglia Berlusconi) e RadioRadicale.it, il sito web dell'emittente radiofonica Radio Radicale.
Nell'aprile 2009 il Parlamento Europeo ha confermato (654 voti favorevoli, 11 contrari e 13 astenuti) l'immunità parlamentare a vantaggio di Di Pietro, bloccando la causa civile per diffamazione intentatagli dal giudice Filippo Verde a seguito di un articolo pubblicato sul sito dell'Italia dei Valori. Infatti, nel commentare il processo pendente dinanzi al Tribunale di Milano per la vicenda IMI-SIR/Lodo Mondadori, Di Pietro affermava che Verde era stato accusato di corruzione per aver accettato una tangente al fine di "aggiustare" una sentenza[52]. In effetti, Filippo Verde non è mai stato coinvolto nella vicenda processuale del Lodo Mondadori, mentre lo è stato nel processo IMI-SIR, nell'ambito del quale era stato assolto da tutte le imputazioni contestategli. L'unico italiano che si è espresso con voto contrario è stato Roberto Fiore[53].
Sul proprio sito personale Di Pietro ha pubblicato una serie di risposte alle accuse più popolarmente rivoltegli, prima in una pagina denominata ["Calunnie, solo calunnie"] [54] e successivamente nella pagina ["Sei risposte a Libero"][55]. La pagina è stata pubblicata anche sul giornale Libero di Vittorio Feltri (giornale vicino alle opinioni politiche del centro-destra), in quanto ideale risposta ad un editoriale scritto da Feltri stesso giorni prima.
L'Ordine degli Avvocati di Bergamo, Foro presso il quale l'ex magistrato attualmente esercita la professione di avvocato, in data 7 luglio 2009, ha inflitto ad Antonio Di Pietro la sanzione della sospensione disciplinare per la violazione del divieto di assumere incarichi contro ex clienti di cui all'articolo 51 del codice deontologico della professione forense[56]. Il riferimento è al processo, svoltosi in Corte d'Assise a Campobasso, nel quale Di Pietro era il legale di parte civile per l'omicidio di Giuliana D'Ascenzo, compaesana di Montenero di Bisaccia, e nel quale imputato era Pasqualino Cianci, precedentemente assistito proprio da Di Pietro[57].

Antonio Di Pietro - Wikipedia




:ciao::ciao::ciao:
 
La realtà è che a voi italioti nn vi va bene un c.azzo.
Preferite votare la mafia purchè ve ne state tutti ar calduccio assieme ai vostri risparmiucci è....veroooo o non è veeeeeroooo.
Bene, ho la soluzione :
mi candido io...sì vote Mister Sciott.....che poi ce penso io a favve rigà dritti a tutti!!!!!!!!!!!!
Tassazione sciott a 80% e long detassato!!!
Stipendi ai politici, nn dico ridotti ma per lo meno fanno de lavoro solo quello e timbrano il cartellino alle 6 de matina fino alle 19.00 di sera!
Voi ricchi pagherete più tasse a favore dei servizi sociali...sììììììììììììììììì....vote Mister Sciott!!!!!!!!!!!!!!!
 

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