Yunus80
Del PIG non si butta nulla
Gli ingegneri nucleari sono sicuramente consapevoli, ma un po' troppo coinvolti per prendere decisioni affidabili su certe questioni, quindi il fatto che non siano il 60% della popolazione non è necessariamente negativo.
Stavo semplificando, ma evidentemente non ho il dono della sintesi in una discussione del genere servono ovviamente un sacco di professionalità. Ne cito alcune: oltre ai suddetti ci metterei fisici (per metterci i dannati numeri), geologi (per capire se e dove si può costruire e dove stoccare le scorie), ambientalisti (per valutare e minimizzare gli impatti sull'ecosistema), esperti di approvvigionamento energetico, di geopolitica (le materie prime arrivano dall'estero), economisti (per capire se la cosa è finanziariamente è fattibile), e sto lasciando fuori ancora un sacco di gente.
Penso però che ti renderai conto che se mettiamo tutte queste competenze insieme, arriviamo ad essere generosi ad un 10% della popolazione attiva...
Per cui mi sembra sensato che il problema venga discusso da una commissione tecnica, che contenga le competenze di cui sopra e le altre che si ritengano necessarie. Avuto il parere della commissione, il governo fa una sintesi e il parlamento la vota.
(OT: mi viene in mente un mio professore di fisica, laureatosi in ing. nucleare proprio alla vigilia del referendum, ti lascio immaginare le sue espressioni colorite sul tema ).
Posso immaginare
Se poi guardiamo alla composizione del ns parlamento, non mi pare di ravvisare tutta questa eccellenza tecnico - scientifica, quindi non so se possa comprendere meglio di te, me o il nostro vicino di casa questa tematica.
Il processo che propongo è quello che vedi sopra. Detto questo, ritengo che in democrazia il parlamento sia specchio fedele della popolazione, e che per via del numero ristretto i rappresentanti siano mediamente migliori dei rappresentati.
Il che te la dovrebbe dire lunga su quel che penso di noialtri come popolo...
chi decide se una tematica è troppo complessa per l'uomo della strada?
Prova a chiedere ad un uomo di chiesa se il divorzio o l'aborto siano tematiche abbastanza semplici da poterle affidare al voto popolare.
Decide la legge, più precisamente l'art.75 della nostra carta, che vieta i referendum per alcuni fattispecie. In effetti la mia è una proposta prettamente politica: vorrei riformare la carta per escludere quesiti referendari su temi (che andrebbero chiaramente individuati in sede costituente) la cui complessità renda impossibile per chi non sia andato oltre alla scuola dell'obbligo esprimere un parere consapevole.